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Giovedì, 02 Maggio 2024

In Campidoglio si rincorrono i rumor di dimissioni immediate di Marino

Il ristoratore della Taverna degli amici, un prete e persino l'ambasciatore del Vietnam lo hanno sbugiardato negando di essere stati a cena con lui e facendogli fare una figuraccia colossale. Con un gesto a sorpresa il sindaco ha annunciato che pagherà di tasca propria parte delle spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma. Una exit strategy messa in campo per respingere un attacco intenso e anche per cercare una sponda nel Pd. Ma ormai è tardi: è rimasto solo e, dopo l'apertura di un'inchiesta sulle spese pazze, il diktat di Matteo Renzi sarebbe quello di scaricarlo.
In Campidoglio si rincorrono i rumor di dimissioni immediate. Al Nazareno non si esclude un eventuale passo indietro. Ma dall'entourage del sindaco fanno sapere che Marino "non ci pensa proprio". Il Pd parla poco e se lo fa sceglie toni più che tiepidi. La parola d’ordine è cautela. Anche perché si attende il segnale dall’alto. Solo da lì può arrivare il rompete le righe: se all'inizia la grana di Renzi era un sindaco incapace a governare la Capitale, adesso deve fare i conti con un’indagine per peculato. Tra le ipotesi sul tavolo riportate dal Giornale, c'è anche quella di far cadere Marino sul bilancio che si voterà a novembre. In quel caso il Campidoglio verrebbe commissariato per poi andare al voto nel 2017. A traghettarlo fino alle elezioni ci penserebbe Franco Gabrielli. Ma, come conferma pure il Corriere della sera Renzi non avrebbe ancora deciso il "quando". Nel frattempo Roma precipita nell'abisso.
Marino dimettiti e Roma subito al voto!" scrive Beppe Grillo sul suo profilo twitter dopo la conferenza stampa indetta a Montecitorio da deputati e consiglieri del M5s sulle spese di rappresentanza del sindaco.

"Non è più una questione di legittimità, ora è diventata una questione morale per questo Marino si deve dimettere"ha detto il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista nel corso di una conferenza stampa sulle spese di rappresentanza del sindaco. "Abbiamo chiesto più volte le dimissioni di Marino - ha aggiunto - soprattutto alla luce delle bugie in merito alla cena con la Comunità di Sant'Egidio che poi ha smentito".

Le voci insistenti di un'uscita di scena volontaria del sindaco, sotto attacco tra l'altro per le spese istituzionali, si rincorrono da ieri e stamani si sono fatte più insistenti anche all'interno di Palazzo Senatorio. Alle 11 in Campidoglio convocata una Giunta comunale sul Giubileo, ma slitta alle ore 12. Assessore Sabella: ci sono stati dei problemi. Anche Sel chiede un passo indietro del sindaco e oggi pomeriggio incontrerà il commissario del Pd capitolino Matteo Orfini nel quale si valuterà una exit strategy per uscire dall'empasse politica che sembra gravare sul Campidoglio. Sul piatto una possibile mozione di sfiducia o azioni comunque risolutive.
La volontà di pagare di tasca propria tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma è stata annunciata ieri durante la riunione di giunta che si è tenuta ieri nel pomeriggio. Successivamente, in una nota, ha ricordato di essere stato lui "a mettere on line tutti gli atti di cui si parla in queste ore. Dopo gli anni opachi e neri è la mia amministrazione ad aver portato trasparenza. Faccio questo gesto per i romani, non per chi mi attacca. Ma ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all' impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perché i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente". "Guardo all'obiettivo giubilare, all'anno che si apre in anticipo l'8 dicembre e che si chiuderà a fine novembre del 2016. E' una sfida - ha aggiunto - che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere. Da due anni c'è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini. Io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno".
Ormai l’affaire Marino preoccupa i livelli nazionali. Tanto che, secondo Reppublica, ci sarebbe stata una telefonata di fuoco tra Matteo Orfini e Renzi. Con il premier che avrebbe rimproverato al presidente dem di aver voluto salvare a tutti i costi il sindaco. I bene informati dicono che a breve arriverà la linea dai vertici nazionali del Partito. Perché la misura è ormai colma. A questo giro non riuscirà a uscire dalla strettoia come, invece, gli riuscì con il "Panda gate" quando pagò di tasca sua le multe prese perché aveva il permesso Ztl scaduto. Allo stesso modo vorrebbe ora pagare le spese di rappresentanza. Un segnale per dire "basta alle polemiche". "In questi due anni - fa sapere Marino nella sua apologia - ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell’interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome". Intanto la Procura, che da ieri ha aperto un fascicolo sulle spese dopo gli esposti di M5S, Fratelli d'Italia e Lista Marchini, acquisirà gli atti sulla carta di credito del sindaco anche per capire perché il plafond fu portato da 10 mila a 50 mila euro.
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