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Al Mack di Crotone, il gruppo di giovani artisti Camera237 espone le proprie opere in un percorso volto a denunciare in maniera irriverente il rapporto, troppo spesso malato, tra i mezzi di comunicazione di massa e i loro fruitori.

La mostra, inaugurata il 7 maggio col titolo di “Effetto Placebo” e curata da Dorotea Li Causi, è stata organizzata dall’associazione Sfrat’Art grazie alla collaborazione con la Fondazione Odyssea, e rimarrà gratuitamente aperta al pubblico fino al 31maggio.

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Gli artisti ˗ Angelo Gallo, Isabella Marino, Denise Melfi, Tommaso Palaia, Martina Parretta, Stefano Pullano, Giovanni Saladino, Lucrezia Siniscalchi, Valentina Siniscalchi ˗ hanno unito per la prima volta i loro talenti per dar vita a una mostra collettiva che si snoda in un percorso che parte dalla luce per arrivare alla penombra, dal bello e giusto ˗ o così sembrerebbe ˗ alla verità nuda e cruda.

Attraverso illustrazioni digitali, videoarte, scultura, pittura, animazioni video, elaborazioni artistiche interagenti con l’osservatore, Camera237 attua una puntigliosa denuncia sociale all’uso dei media. Vengono toccati temi molto conosciuti, ma allo stesso tempo molto poco compresi come le multinazionali, l’ipocrisia dei social, il terrorismo, la manipolazione pubblicitaria, gli effetti del dopoguerra, la logica del consumismo e della globalizzazione. Temi che veicolano dai mass media a ciascun individuo sotto forma di una sorta di effetto placebo che non consente, ai più, di andare oltre ciò che la tv, i giornali, le radio, trasmettono.

La manipolazione e l’induzione mediatica hanno, infatti, raggiunto livelli di estrema saturazione, perciò l’invito è quello di prenderne coscienza e di porsi in maniera critica di fronte alla mole di informazioni cui siamo soggetti ogni giorno.

Questa presa di posizione da parte del singolo potrebbe capovolgere drasticamente i punti di vista a cui siamo ormai abituati, tanto da farci riuscire a cogliere la falsità o l’esasperazione che si cela dietro i massaggi lanciati dai mezzi di comunicazione. In un’ottica del genere si può e si deve parlare ˗ più giustamente ˗ di effetto nocebo cui lo spettatore mediatico è soggetto senza che neanche se ne renda conto e al quale deve consapevolmente opporsi.

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I mezzi di comunicazione di massa svolgono, infatti, una potente opera di persuasione che può facilmente tramutarsi in un’arma a doppio taglio. Proprio per questo è attiva da anni, in paesi all’avanguardia come Australia, Canada e Inghilterra, la figura del media educator.

La Media Education, è una materia ancora non riconosciuta dalla Scuola italiana, nonostante l’esistenza di pochissime specializzazioni universitarie ˗ la prima creata proprio all’Università della Calabria ˗ dalle quali escono educatori che non hanno, però, possibilità di sbocco professionale.

Che il messaggio lanciato dagli artisti di “Effetto placebo” sia, dunque, un monito per il singolo, ma anche un appello ai vertici per sensibilizzare l’uso intelligente dei mezzi di comunicazione partendo dalle generazioni più giovani e dalle scuole.

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Nato nel 1993, il Premio di Scultura Edgardo Mannucci è il fiore all’occhiello delle attività del Rotary Club Altavallesina – Grottefrasassi. Il Premio è intitolato a Edgardo Mannucci, artista marchigiano di fama internazionale, definito scultore dell’energia e precursore dell’arte plastica informale europea del XX secolo.

Il Premio Internazionale di scultura è riservato a giovani artisti provenienti dalle varie Accademie delle Belle Arti nazionali e straniere, con l’intento di dare loro un aiuto tangibile nella continuazione del proprio percorso artistico, valorizzando ed incrementando la cultura, proseguendo nello spirito e nella volontà dello stesso Mannucci.

Arrivata alla sua XXIII° edizione, la manifestazione premia come vincitrice "Stanze", opera di Leonardo Cannistrà, studente del secondo anno dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che commenta così la sua vittoria: << Per me è una grandissima soddisfazione! La cosa più bella per un artista è quando attraverso le sue opere riesce a trasmettere quello che sente senza troppe spiegazioni. L'opera d'arte secondo me è tale, quando ha voce propria.>>

Con “Stanze” Leonardo Cannistrà ha persuaso la giuria con i suoi tre grandi pani, al colmo dei quali è infisso uno spioncino: chi avvicina l'occhio percepisce insieme il profumo genuino della crosta e le immagini del telegiornale - migranti disperati, naufragi e salvataggi – che accompagnano il nostro desinare quotidiano.

Lo studente, raccontando i motivi da cui nasce la sua opera, afferma:

<<In genere prediligo tematiche sociali che dimostrino come questo mondo all'apparenza perfetto, abbia in realtà molte se non troppe lacune. La mia è una sorte di denuncia che invita alla riflessione>>. Continua commentando l’opera: << La forza di "Stanze" sta nel paradosso dell'opera stessa. E' un'opera sinestetica in cui l'olfatto e il tatto danno il loro contributo. Vedere quelle immagini struggenti della pessima situazione dei bambini in Africa o dei profughi ammassati su piccole imbarcazione e allo stesso tempo essere costretti a poggiarsi su quei grandi pani, respirandone il profumo, crea nello spettatore una situazione di disagio. Mi sono soffermato ad osservare le reazioni dei visitatori e molti si sentivano quasi in colpa a "spiare" quella povera gente senza poter fare nulla. Il mio è stato un invito a riflettere su quello che oggi alcune nostre scelte dettate da pregiudizi possano determinare>>

Nella precedente edizione Leonardo Cannistrà aveva già vinto il Premio Acquisto con l’opera "Attimi", un lavoro sulle morti bianche che, con sottile ironia, rappresenta il gesto disperato di una situazione precaria. Attraverso un gioco di pieni e vuoti, l’opera mette a confronto due forme esteticamente molto simili esteticamente ma completamente diverse nel significato: un guanto sembra accogliere una mano al suo interno mentre l'altro è vuoto, simboleggiando rispettivamente la presenza e l'immediata assenza, la materia e lo spirito.

Lo conosciamo meglio durante un’intervista, nella quale racconta la sua storia e la sua determinazione.

Da dove nasce in Lei l'amore e l'interesse per l'arte, che l'hanno portata a intraprendere questo percorso scolastico e professionale? 

<<Sin da piccolo i miei hanno notato una certa attitudine e dimestichezza nel disegno. Così, all'età di otto anni, hanno deciso di iscrivermi ad un corso privato per sviluppare le mie doti; devo a loro le mie capacità che ho perfezionato nel tempo e qualche piccolo successo. Successivamente ho intrapreso gli studi al Liceo Artistico di Catanzaro e in fine All'accademia di Belle Arti. Mi sono laureato in Pittura e attualmente sto prendendo una seconda specialistica in scultura. L'arte per me è una valvola di sfogo attraverso la quale posso gridare al mondo i miei pensieri, le mie sensazioni, le mie paure>>

Cosa significa per Lei l’opportunità di una mostra personale nella prossima edizione del Premio Internazionale?

 

<<Per me è un grande onore e un bel trampolino di lancio. Ho già dei progetti in cantiere che aspettano solo di essere sviluppati>>

Che direzione vuole dare al Suo percorso artistico?

<<Per me l'importante è andare sempre avanti con perseveranza. La soddisfazione che dà una vittoria del genere vale più di mille difficoltà; fondamentale è essere onesti con se stessi e credere in ciò che si fa restando sempre con i piedi per terra. Spero in una continua crescita. Io ce la metterò tutta!>>

L'opera è in mostra nel Centro Culturale di San Francesco di Arcevia, sede della Collezione Ruggeri-Mannucci, fino al 15 luglio, assieme a tutte le opere dei 24 giovani artisti presentati dalle otto Accademie, di cui sei italiane – Carrara, Catanzaro, Frosinone, Macerata, Perugia, Urbino – e due straniere, San Pietroburgo e Tirana.

Il Premio internazionale di Scultura arricchisce la nostra società ponendo in primo piano l’attenzione alle nuove generazioni e la diffusione della cultura in tutte le sue espressioni, concedendo a giovani artisti come Leonardo la possibilità di esprimere al meglio la loro concezione artistica ed essere premiati per la loro creatività.

Se l’arte è quell’attività svolta dall’uomo per esprimere ed esaltare le proprie capacità espressive, Gianni Caruso rappresenta esattamente questo concetto.

Egli è un impegnato operatore culturale che nel suo percorso umano e professionale ha sperimentato l’arte nelle sue diverse accezioni, spaziando fra pittura e poesia, grazie alla sua innata versatilità e ad una spiccata sensibilità estetica. Il risultato di ogni esperienza, peraltro sempre lusinghiero, costituisce un valido motivo per andare avanti, alla ricerca di nuovi spunti, anche attraverso l’osservazione del mondo circostante, che diventa analisi antropologica.

Del resto, il segreto di ogni artista sta nel saper rendere uniche e straordinarie anche le cose più semplici e molto spesso proprio dal quotidiano prendono forma e vita le opere più significative.

Gianni Caruso, che per un lungo periodo ha svolto anche una brillante attività giornalistica e editoriale, ultimamente si sta impegnando a favore di iniziative di carattere socio-culturale di gran merito, di quelle che lasciano una traccia nel tessuto sociale.

Oggi le sue energie sono maggiormente rivolte all’organizzazione del “Premio Poesia Città di Fiumicino”, giunto alla seconda edizione e patrocinato dal Comune di Fiumicino, Regione Lazio, Ministero dei Beni Culturali e Città metropolitana Roma Capitale.

L’esordio di questa coinvolgente manifestazione culturale è stato nel 2015 e gli ampi consensi ottenuti, anche per l’elevato profilo culturale dei componenti la Giuria Tecnica e il Comitato d’Onore, formato da Tommaso Cerno e Vittorio Sgarbi, hanno stimolato il Presidente e curatore dell’iniziativa Gianni Caruso e gli organizzatori a proseguire e rafforzare questo processo di crescita e valorizzazione culturale del territorio, finalizzato a conferire alla cittadina di Fiumicino, luogo dalle origini ancestrali, meglio noto ai più per il famoso aeroporto intercontinentale, il titolo di protagonista della cultura.

Lo scorso anno, durante la Serata di Premiazione, è stato conferito il Premio alla Cultura al grandissimo Poeta Valentino Zeichen, aulica espressione della Poesia contemporanea.

Recentemente Gianni Caruso ha rilasciato al nostro giornale un’intervista che vi proponiamo.

La scorsa edizione del “Premio Poesia Città di Fiumicino” si è conclusa con un enorme successo, a conferma della valenza socio-culturale di questa iniziativa di alto spessore. Vorrebbe illustrare ai nostri lettori come è stato ideato e concepito il suo Premio Letterario?

L’ idea del Premio è maturata nell’ottobre del 2014. Un’idea che nasce come atto di sfida verso una dimensione culturale del territorio comunale di Fiumicino, gravato da una disarmante indifferenza sull’argomento ereditata dal nuovo governo della città. Tuttavia, l’idea è stata sorretta dalla pronta adesione di una serie di poeti, letterati e critici letterari di pregiata caratura confluiti nella Giuria Tecnica del Premio e nel Comitato d’Onore.

Le stesse Case Editrici, in primis quelle più importanti, hanno accolto con interesse il progetto che, nelle intenzioni e nella costituzione della Giuria, garantiva le giuste referenze di credibilità culturale e distanza da correnti di pensiero, scuole o interessi di marketing editoriale. Tuttavia, confesso che, nonostante i buoni presupposti ed auspici, ho nutrito momenti di serio timore per quella che si presentava come un’avventura ad alto rischio, in parte placati dalla fiducia dimostrata fin da subito dalla nuova Amministrazione.

Fiumicino tuttora fatica ad essere riconosciuto come un territorio con una valenza tanto straordinaria quanto ai più sconosciuta: insospettate ricchezze storico/artistiche e un patrimonio archeologico al pari di quello di Ostia antica, ancora non si associano alla conoscenza di un Comune che troppo spesso viene identificato semplicemente con l’aeroporto.

Invece, il suo territorio è vastissimo, con 24 km di costa sul mare, dove sorgono diverse e rinomate località marine (Fregene, Maccarese, Passoscuro…) ,con la più grande azienda agricola d’Europa, con una cittadinanza di circa 80.000 persone...

Il prestigio di un premio letterario è determinato in primis dalla Giuria e dal Comitato d’Onore. Potrebbe anticipare i nomi dei membri di Giuria di quest’anno?

Milo De Angelis, considerato il poeta contemporaneo più importante d’Italia; Luigia Sorrentino, formidabile voce poetica, titolare del blog “Poesia” in RAINews 24; Fabrizio Fantoni, acuta mente di critico letterario; Emanuele Trevi, noto scrittore e autorevole voce delle pagine culturali del “Corriere della sera”; Valentino Zeichen, il moderno cantore della romanità più affascinante: sono i nomi degli intellettuali membri della Giuria Tecnica. Tommaso Cerno, brillante giornalista direttore del quotidiano “Il Messaggero Veneto” e Vittorio Sgarbi, (finissimo conoscitore di poesia! per il resto, debbo presentarlo..?), formano il Comitato d’Onore. Come vede, un parterre di squisita qualità intellettuale.

Lo scorso anno è stato premiato alla Carriera il poeta romano d’adozione, ma di origine giuliano-dalmata Valentino Zeichen, che quest’anno fa parte della Giuria. Qual è il suo rapporto con l’artista, grande poeta dei nostri tempi, anche candidato al “Premio Strega 2016” con il romanzo “La Sumera” (Fazi Editore)?

Innanzi tutto, un rapporto di simpatia. Come non amare un personaggio così particolare, dalle diverse e spesso contrastanti sfaccettature, così integro in una dimensione di dignità personale che non gli consente di accettare, seppur in condizioni di vita quotidiana al limite della sostenibilità, alcun compromesso; ma, nello stesso tempo, così agile e disponibile nella frequentazione della “bella società” romana, di cui canta vizi e virtù e che ammalia con quella sua capacità di visione globale delle cose del mondo, quasi lasciando intendere di poterne governare le sorti… E non parlo della stima verso lo Zeichen poeta.

 

Una novità di questa edizione è il “Premio traduzione di opera poetica da lingua straniera”: Potrebbe illustrarmi questa e le altre novità, se ce ne sono, del “Premio Poesia Città di Fiumicino 2016”?

Il “Premio traduzione” è una vera novità in grado di dare un grande impulso alla manifestazione, segnando la internazionalizzazione dell’evento. L’iniziativa, che prevede ogni anno la premiazione della traduzione di un’opera poetica da una diversa lingua straniera, getta anche le basi per l’organizzazione di un Convegno sulla traduzione in letteratura: il

progetto, globalmente molto sentito nel grande settore della traduzione letteraria, contribuirà a fare di Fiumicino una sede sempre più importante in campo culturale.

Altre novità interessanti sono:

-         il “Premio opera prima”, dedicato alla raccolta poetica di prima pubblicazione ritenuta più meritevole fra tutte quelle pervenute;

-         il “Premio poesia inedita”, (con l’input “fai uscire il poeta che è in te!” a tema libero), vuole invece coinvolgere tutti coloro che amano scrivere e che trovano nella poesia il linguaggio attraverso il quale svelare se stessi, ma che ancora non hanno avuto modo di esprimersi compitamente. Al vincitore verrà pubblicata, gratuitamente, la propria silloge e sarà assegnato, come tutor e per un periodo di 6 mesi, uno dei poeti della Giuria Tecnica;

-         il “Premio studenti” - riservato alle scuole del Comune di Fiumicino - quest’anno è rivolto anche ai ragazzi delle secondarie oltre a quelli delle superiori: il tema del concorso 2016, concordato con gli insegnanti, è “GUERRA E PACE: per una riflessione sulla condizione attuale del mondo”. Il componimento poetico dello studente vincitore sarà premiato dal Comitato d’Onore durante la serata finale.

Infine, il “Premio alla Carriera” quest’anno sarà assegnato ad una autorevole voce poetica femminile, ma non posso ancora svelare il (conosciutissimo) nome.

Il vostro impegno è teso alla valorizzazione culturale del territorio, affinché Fiumicino possa diventare finalmente protagonista della Cultura. Una sezione è anche stavolta dedicata ai giovani. Un modo, a mio avviso efficace, per contrastare il regresso culturale in atto nel nostro paese?

È vero, la valorizzazione culturale del territorio è obiettivo e scopo ultimo. In questo senso, solo una decisa azione sui nostri giovani sin dall’età scolare può garantire, nel tempo, una crescita di sensibilità verso le varie dimensioni culturali, con i suoi molteplici linguaggi espressivi e l’amore verso l’arte e la creatività. Favorire il progresso culturale rappresenta l’unico viatico in grado di assicurare una pari crescita di coscienza civica, finalizzata al rispetto nei riguardi del mondo esterno e ad una naturale necessità di onestà e decoro. Ho ricevuto la preziosa disponibilità di alcuni degli amici poeti a venire a far visita ad alcune scolaresche e le posso dire che è stato commovente vedere con quale e quanto interesse i ragazzi hanno accolto e seguito gli interventi di autori, che conoscevano come nomi da studiare sui libri…

Il “Premio Studenti” e il “Premio poesia inedita” daranno luogo a Fiumicino ad una vera “Festa della Poesia”. Come verranno organizzati questi piccoli eventi?

La “Festa della Poesia” è un progetto cui, insieme al Comitato organizzativo del “Premio Poesia Città di Fiumicino”, tengo molto perché va a toccare l’humus delle varie località che formano il comprensorio comunale. Sono ben 14, con caratteristiche differenti tra loro, vuoi di territorio, vuoi sociali, vuoi demografiche, che, con la partecipazione al concorso “Premio poesia inedita”, possono trovare una sorta di fil rouge che le unisca e le rappresenti, a partire dai piccoli eventi dove svolgere le selezioni locali , per poi dar vita alla “Festa della Poesia” della comunità dei cittadini.

Secondo lei, attualmente quale posto occupa la Cultura nel nostro Paese?

Purtroppo un posto marginale. Lo dimostra la scarsa attenzione che si presta a tutto il sistema culturale del Paese. Malgrado alcuni sprazzi, si rimane fermi e prigionieri nella visione miope e improduttiva del nefasto concetto che “con la cultura non si mangia”. Laddove, invece, potrebbe essere vero esattamente il contrario se, anche seguendo gli esempi virtuosi di altre Nazioni, la macchina governativa trovasse il coraggio di fare la scommessa più grande ed importante: investire, cioè, proprio nella cultura perché,( è necessario dirlo?), chi più dell’Italia potrebbe rappresentare al meglio la capacità di mettere a profitto quell’intero patrimonio culturale che il resto del mondo ci invidia?

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