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Mostra/Uncinematic: George Drivas a Roma

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta la mostra/Uncinematic. George Drivas, una selezione di opere cinematografiche realizzate tra il 2005 e il 2014 dall’artista greco George Drivas, che rappresenta la Grecia alla 57. Biennale di Venezia.

George Drivas nasce nel 1969 ad Atene, dove vive e lavora. Attualmente rappresenta la Grecia alla 57. Biennale di Venezia. Drivas studia Scienze Politiche all’Università di Atene e Film and Media alla Freie Universitaet di Berlino. Nel 2009 espone in una personale al National Museum of Contemporary Art di Atene (EMST). Le sue opere sono presenti in mostre collettive e in numerosi festival: "Documenta 14”, Kassel, Germania, 2017 (come parte della mostra organizzata dall’EMST); “As Rights Go By”, Q21 International, MuseumsQuartier Vienna, Austria, 2016; Festival du nouveau cinéma, Montreal, Canada, 2015; “future past – past future”, Transmediale Festival, Berlino, Germania, 2014; «Depression Era», Benaki Museum, Atene, Grecia, 2014; “Melancholy in Progress”, Hong-Gah Museum, Taipei, Taiwan, 2012; “FILE”, Electronic Language International Festival, FIESP Cultural Center, San Paolo, Brasile, 2012; “Annual Exhibition”, Center on Contemporary Art, Seattle, USA, 2012; “Les Rencontres Internationales: New Cinema and Contemporary Art”, Centre Pompidou, Parigi, Francia; “Polyglossia”, Onassis Cultural Centre, Atene, Grecia, 2011; “Digital Wave”, Thessaloniki International Film Festival, 2009.

Drivas crea video narrativi basati sull'immobilità e in gran parte delle sue opere utilizza una straordinaria sequenza di immagini ritmicamente alternate capace di portare in primo piano il legame sotterraneo che, da sempre, unisce fotografia e cinema, ponendo in risonanza le fertili connessioni che sottotraccia uniscono immagine statica e immagine dinamica: «Ogni mio lavoro si sviluppa lungo due direzioni: da un lato la linearità, la narrazione, il racconto di qualcosa che procede e che si sviluppa, dall’altro l’irreale, la pausa, il dimenticarsi di come andrà a finire, congelati nel momento fotografato...».

Per Drivas si tratta, infatti, di creare una nuova concezione di spazio vs. tempo, un nuovo modo di presentare e/o di seguire una storia attraverso la costruzione di una «“lentezza velocizzata”, simile al non-ritmo dei sogni, una rapidità percepita in maniera quasi ipnotica, cosicché il tempo e la durata diventino quasi irrilevanti».

La sua indagine di questo decennio coinvolge sperimentazioni sull'immagine ferma o in movimento, narrativa o non narrativa, e ricerca una lingua astratta sia nel contenuto sia nella forma. I suoi film potrebbero essere ambientati in qualsiasi momento e ovunque, nel futuro o nel passato, in quanto trasmettono contemporaneamente un aspetto futuristico e retrò.

Le immagini della fredda architettura modernista catturata dalla sua videocamera o macchina fotografica proiettano un'atmosfera di malinconia e di alienazione, mentre il paesaggio urbano mette in scena temi cruciali come questioni esistenziali, relazioni umane, mancanza di comunicazione, desideri sessuali insoddisfatti sullo sfondo di una società della sorveglianza.

 

 

 

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