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Addio a Lina Wertmuller, la prima donna candidata all'Oscar come migliore regista

È stata la prima donna candidata all'Oscar come migliore regista. Lina Wertmuller è morta oggi all'età di 93 anni dopo aver dedicato gran parte della sua vita al cinema e al teatro.Una regista che ha fatto la storia della commedia italiana contribuendo a farla apprezzare a Hollywood, dove fu la prima donna a concorrere all'Oscar per la miglior regia per poi ricevere la statuetta alla carriera: con Lina Wertmuller, spenta nella sua casa romana all'età' di 93 anni, se ne va una guida e un'icona per le registe di tutto il mondo, da Jane Campion a Isabella Rossellini.

La camera ardente sarà allestita in Campidoglio. La notizia è stata data dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in un tweet la ricorda come "una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia".

Nata a Roma nel 1928, il carattere deciso di chi non ha mai nascosto le sue idee, che fosse l'adesione al Partito Socialista nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell'Assemblea nazionale del PSI,o la rivendicazione dei diritti della donna nel mondo del cinema. "Ho sempre avuto un carattere forte fin da piccola", raccontava di sé. "Sono stata addirittura cacciata da undici scuole e sul set ho sempre comandato io". ''Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva". E ci e' riuscita, come testimonia una carriera fitta di successi.

Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, questo il nome all'anagrafe, aveva iniziato questo mestiere quando erano pochissime le colleghe a farlo e i suoi film hanno messo d'accordo pubblico e critica. Un ruolo, quello delle donne nel cinema, che aveva rivendicato anche in occasione dell'Oscar alla carriera: "Bisogna cambiare il nome a questa statuetta, chiamiamolo con un nome di donna, Anna", aveva scherzato. Era vedova da 13 anni, dall'aprile del 2008, quando il marito e scenografo teatrale Enrico Job morì' a Roma all'età di 74 anni.


E' stata la prima donna ad ottenere una nomination come migliore regista ai tempi di "Pasqualino settebellezze" (1976) che ne totalizzo' ben quattro; e' stata la prima donna ad avere successo in tv ai tempi degli "sceneggiati" con la trionfale accoglienza del "Giornalino di Giamburrasca" (1964-65) e ha diviso con Iaia Fiastri il privilegio di avere avuto spazio nella premiata ditta Garinei&Giovannini.

A 17 anni si iscrive all'accademia teatrale di Pietro Sharoff, debutta come regista di burattini con la guida di Maria Signorelli, scrive per la radio e la televisione mettendo in mostra un estro surreale e comico che sarà' la sua arma vincente, va a scuola di cinema da Fellini sul set di "La dolce vita" e "8 ½", collabora alla prima Canzonissima della Rai e quando debutta nel lungometraggio con "I basilischi" nel 1963 gia' vince la Vela d'oro del Festival di Locarno. L'anno dopo il sodalizio con Rita Pavone per "Il giornalino di Giamburrasca" ne fa d'un colpo una regista ricercata dai produttori. Nello stesso periodo incontra l'apprezzato scenografo teatrale Enrico Job con cui si sposerà' , dividerà' tutta la carriera artistica e adotterà' la figlia Maria Zulima. Il suo primo, grande successo nel 1972, "Mimì' metallurgico ferito nell'onore", in cui per la prima volta fa coppia artistica con il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini. Il film ha un travolgente successo in sala e si guadagna l'invito al festival di Cannes.

La sua mania per i titoli di lunghezza fluviale diventa in fretta un marchio di fabbrica, così' come i vistosi occhiali bianchi, la battuta sferzante, la simpatia contagiosa. "Film d'amore e d'anarchia", "Tutto a posto e niente in ordine", "Travolti da un'insolito destino nell'azzurro mare d'agosto", "Pasqualino settebellezze" segnano in modo assolutamente personale il cinema italiano degli anni '70 e ogni volta mettono d'accordo critica e pubblico. Arriva un'accentuazione dei temi storici e politici che percorrono gli anni '80 (da "La fine del mondo…"e "Fatto di sangue tra due uomini…" fino a "Notte d'estate…").

Dall'inizio degli anni '90 conosce un nuovo successo scommettendo su attori che plasma e trasforma secondo il suo gusto personale. Ecco allora il sodalizio con Sophia Loren per portare in tv un riuscito adattamento di "Sabato, domenica e lunedi' " da Eduardo e quello con Paolo Villaggio per "Io speriamo che me la cavo" dal romanzo-verità' di Marcello D'Orta. Ritorna due volte a fare coppia fissa con l'amica Loren, tenta l'affresco storico con "Ferdinando e Carolina", rivisita i suoi personaggi tipici aggiornandoli con volti nuovi come Veronica Pivetti o Claudia Gerini. E' sempre piu' attratta dalla cultura partenopea tanto da meritarsi la cittadinanza onoraria di Napoli e da debuttare al Teatro San Carlo con una felice regia della "Carmen" di Bizet. Si diverte anche in veste di doppiatrice per "Mulan" o come esponente dei "poteri forti" in "Benvenuto Presidente" di Riccardo Milani.

Fonti varie agenzie / ansa / agi / il giornale

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