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Sabato, 14 Dicembre 2024

Bronte - Il sindaco interviene sulla vicenda del malato terminale senza stipendio

“Lo dico sempre. Il livello di qualità raggiunto da qualsiasi società è proporzionale alla sua capacità di aiutare chi soffre. E’ assurdo apprendere che ci sono malati terminali che rimandono senza stipendio e senza diritti. Non è da Paese civile. Al mio concittadino tutta la solidarietà possibile”.

Questo il commento del sindaco di Bronte, Graziano Calanna, alla notizia dell’operatore ecologico della sua cittadina, affetto da tumore che, avendo superato il limite dei giorni di malattia consentiti dal contratto di lavoro, adesso è costretto a combattere la sua malattia senza avere uno stipendio.

“Conosco la vicenda in tutta la sua drammaticità. – ci spiega – Ritengo che dobbiamo ringraziare Salvino Luca per aver avuto la forza e l’energia di affrontare questo problema con caparbietà e determinazione. Questo lavoratore – ribadisce Graziano Calanna - non può essere e non sarà lasciato solo”.

Il sindaco guarda anche alle possibili iniziative che posso essere effettuate.

“Insieme con Salvino Luca - spiega il primo cittadino - stiamo studiando dei possibili percorsi da seguire. La serenità alla famiglia del lavoratore, viste le sue condizioni di salute, difficilmente potrà essere garantita, ma la presenza e la vicinanza del Comune come istituzione, in questa vicenda, sarà certamente di conforto ”.

Poi il sindaco continua: “Ogni cittadino, soprattutto se affetto da gravi forme di malattia, ha diritto a trascorrere la sua vita conservando la dignità, soffrendo il meno possibile e ricevendo attenzione e assistenza. Lo dice a chiare lettere la Carta dei diritti del malato, cui spesso ci dimentichiamo, ma cui oggi da Bronte parte un appello affinché sia il comandamento principale del trattamento dei malati. Non c’è differenza fra il malato oncologico assunto nella pubblica amministrazione e quello da un’azienda privata. Che il Governo si accorga della discrasia e riconosca per legge i giusti diritti dei lavoratori”.

 

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