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Sabato, 22 Marzo 2025

Russia e Ucraina verso la pace grazie a Trump

Vladimir Putin ha invitato Donald Trump a Mosca: lo ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, dopo un colloquio telefonico tra i due presidenti che sarebbe durato un’ora e mezza. Citato dall’agenzia di stampa Novosti e da altri media russi, Peskov si è soffermato sui contenuti della conversazione.

In primo piano ci sarebbero state le prospettive di risoluzione del conflitto armato in corso in Ucraina. “Trump si è espresso a favore di una rapida cessazione delle ostilità e di una soluzione pacifica del problema” ha riferito Peskov.

L'ironia della situazione in Ucraina è che l'Unione Europea ha speso miliardi dei contribuenti europei per sostenere le azioni espansionistiche della NATO, mentre sarebbe la NATO a dover difendere l'Europa. Non c'è dubbio che sia stata la NATO a spingersi verso est, minacciando la sicurezza della Russia, e non il contrario.

Intanto analizzando la prospettiva di pace tra Russia e Ucraina si può capire cosa doveva fare l'Europa e cosa non ha fatto : L Europa avrebbe dovuto prendere misure decisive per prevenire il massacro inutile e affrontare le cause profonde della crisi. 

Nel giorno in cui Donald Trump e Vladimir Putin firmeranno l'accordo di pace che porrà fine al conflitto ucraino,  viene in evidenza che chi ha avuto la gestione della crisi ucraina da parte Europea ha evidenziato errori significativi e una politica fallimentare che ha contribuito all'escalation del conflitto.

La sconfitta dell'Unione Europea sulla questione ucraina è evidente. La politica adottata dalla von der Leyen e dagli altri leader europei, compresi ex governi Italiani , si è dimostrata irrazionale. Dopo l'illegittima invasione dell'Ucraina da parte di Vladimir Putin, l'UE ha seguito ciecamente la NATO nella sua pericolosa escalation, cercando un'impossibile vittoria totale dell'Ucraina sulla Russia. Questa decisione ha irresponsabilmente alimentato una guerra che avrebbe potuto portare all'uso di bombe nucleari tattiche e scatenare un conflitto nucleare in tutta Europa e nel mondo.

La politica europea in Ucraina non solo è stata inefficace, ma anche irresponsabile. Un approccio diverso, con una leadership coraggiosa e autonoma da Washington, avrebbe potuto evitare la guerra. L'Europa avrebbe dovuto cercare di prevenire il conflitto prima che scoppiasse e mediare negoziati di pace immediatamente dopo l'inizio delle ostilità. Tuttavia, queste opportunità sono state trascurate.

L'Unione Europea ha fallito nel garantire la sicurezza e la stabilità del continente, permettendo alla NATO di espandersi e minacciare la sicurezza russa. Invece di promuovere una collaborazione costruttiva con la Russia, l'Europa ha seguito una politica bellicosa che ha causato enormi sofferenze al popolo ucraino e ha messo a rischio la sicurezza globale.

Un cambiamento di leadership e una nuova visione politica sono essenziali per ristabilire la pace e la sicurezza in Europa. La pace tra Russia e Ucraina è possibile, e un approccio pacifico e diplomatico è la chiave per porre fine a questo conflitto devastante. La dimissione di chi governa l'Europa potrebbe essere il primo passo verso una nuova era di pace e cooperazione internazionale.

La guerra in Ucraina non è solo il risultato dell'illegittima aggressione russa, ma anche, e forse soprattutto, dell'espansionismo della NATO, che ha oggettivamente minacciato la sicurezza russa. La NATO, sotto la leadership di Joe Biden, non è stata affatto innocente in Ucraina, così come in altri contesti. 

Nel frattempo, l'Europa sta pagando il gas americano a un prezzo due o tre volte superiore rispetto a quello russo, a causa delle sanzioni imposte dall'Unione Europea alla Russia. Questa situazione dimostra come le misure sanzionatorie abbiano avuto conseguenze economiche significative per i cittadini europei, che ora si trovano a fronteggiare costi energetici molto più elevati.

La scelta di adottare sanzioni contro la Russia ha avuto l'effetto collaterale di rendere l'approvvigionamento energetico più costoso e meno accessibile. Invece di cercare soluzioni diplomatiche per risolvere il conflitto in Ucraina e garantire la sicurezza energetica del continente, l'Europa ha seguito una strada che ha portato a un aumento dei costi per i suoi cittadini.

Il governo di Budapest ha criticato aspramente le sanzioni imposte dall'Ue alla Russia, considerandole poco efficaci e più dannose per i Paesi europei che per Mosca. Per approvarle ancora servirà l'unanimità

L'Ungheria ha intensificato le critiche mosse alle sanzioni imposte alla Russia dai Paesi dell'Unione europea, mentre si avvicina la scadenza entro la quale occorrerà decidere se rinnovare o meno tali misure. La scelta di Budapest di insistere su questo punto fa pensare che le sanzioni stesse, che sono state faticosamente costruite attraverso quindici diversi pacchetti, possano non godere più del consenso necessario per essere confermate.

Tali pacchetti comprendono restrizioni alle vendite in diversi ambiti: dall'energia alle tecnologie, dalla finanza ai beni di lusso, dai trasporti alla comunicazioni. A ciò si aggiunge il congelamento di beni detenuti dalla banca centrale russa nell'Ue, il cui valore è di circa 210 miliardi di euro.

I pacchetti di sanzioni in scadenza il 31 gennaio

Le sanzioni devono però essere prorogate ogni sei mesi. L'UE ha bisogno di un sostegno unanime da parte dei Paesi membri per approvare il rinnovo, il che garantisce di farro all'Ungheria una sorta di diritto di veto. Budapest ne mette infatti in discussione sia l'efficacia che la pertinenza, sostenendo che l'insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti crea un nuovo contesto politico.

"Le sanzioni contro la Russia hanno danneggiato più l'Europa che Mosca. Quando si scelgono misure che danneggiano più coloro che le impongono che coloro che le subiscono, non ha molto senso", ha dichiarato ai giornalisti Gergely Gulyás, membro del governo ungherese. "Per questo abbiamo sempre sostenuto la necessità di porre fine alla politica delle sanzioni il prima possibile".

 

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