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Mercoledì, 06 Novembre 2024

Papa Francesco si muove alla volta dell'isola di Cipro e della Grecia

Tra Oriente e Occidente in cerca della fraternità e dell’unità. Il trentacinquesimo viaggio apostolico di papa Francesco da domani al 6 dicembre muove verso il Mare Nostrum alla volta dell'isola di Cipro e della Grecia, sulla rotta degli albori della civiltà e della storia cristiana.

La A degli Apostoli Barnaba e Paolo, la E di ecumenismo, la M di migranti, la U di umanità, la stessa invocata dal Papa nei confronti delle tante persone che annegano nel Mar Mediterraneo. In quel “mare nostrum” sul quale affacciano Cipro e Grecia, pronti ad accogliere, da oggi a lunedì prossimo, il Pontefice. 

L'isola di Cipro è la terra di san Barnaba, nato a Pafo. In Grecia l'apostolo delle genti, san Paolo, ha lasciato tracce indelebili. Filippi è stato il primo luogo evangelizzato in Europa e proprio a partire dalla Grecia il cristianesimo si è diffuso in tutto il continente europeo. Il viaggio apostolico di Francesco nei due Paesi del Mediterraneo s’inserisce così nelle traiettorie già tracciate da Benedetto XVI a Cipro nel 2010, e da Giovanni Paolo II nel 2001, in Grecia.  

Cinque giorni, undici discorsi, due omelie e un Angelus scandiranno le tappe: prima a Cipro fino al 4 e poi in Grecia, ad Atene e all'isola di Lesbo. «Per provare ad entrare nelle ragioni e nelle tematiche del viaggio, terrei a mente le parole del Papa nel videomessaggio che ha rivolto sabato scorso ai fratelli e sorelle di questi due Paesi» ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni nel consueto briefing con i giornalisti alla vigilia della partenza.

«Il Papa – riprende – parla di pellegrinaggio sulle orme dei primi missionari. Lo definisce un pellegrinaggio alle sorgenti». In questi luoghi infatti è radicata la memoria della cultura occidentale come anche parte di quella del Vangelo e degli Atti degli Apostoli. E proprio il libro degli Atti - con gli apostoli Paolo e Barnaba e il racconto dei loro viaggi attraverso la Grecia e il Mediterraneo, la storia della nascita delle prime comunità cristiane, della Chiesa delle origini - è l'orizzonte del viaggio.

Nella terra di San Barnaba e di San Paolo - quest'ultimo l'apostolo delle genti - e ponte tra Oriente e Occidente a maggioranza ortodossa, il viaggio sarà all'insegna del dialogo ecumenico e fraterno, per la cura del piccolo gregge e l'accoglienza degli ultimi, gli immigrati, confermare nella fede, confortare e incoraggiare le comunità locali  

Dall'isola di Cipro papa Benedetto chiudeva un decennio tragico, segnato dalle divisioni e iniziato con l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. «Lo fece con una riflessione sul senso cristiano della croce, disarmata da ogni senso di contesa, simbolo più eloquente della speranza che il mondo abbia mai visto». Era un modo per chiudere definitivamente con l’uso della croce per qualsiasi crociata politica o guerra religiosa, ha ricordato Bruni. «In Grecia – ha aggiunto – era stato Giovanni Paolo II, con uno storico viaggio del 2001. Un pellegrinaggio sulle orme di san Paolo, seguendo i passi della sua predicazione, nell’ambito del Giubileo del 2000».

C'era stato l'incontro con Christodoulos, e la richiesta di perdono del Papa per gli errori dei crociati. Il primo orizzonte di riferimento è dunque quello della fraternità, del dialogo ecumenico e della comunione tra le Chiese. E a Cipro, da secoli estrema frontiera verso il Medio Oriente, laboratorio di convivenza, terra d’incontro con l’Ortodossia papa Francesco s’incontrerà venerdì 3 dicembre con sua beatitudine Chrysostomos II arcivescovo ortodosso di Cipro presso l’arcivescovato, dopo aver incontrato subito dopo il suo arrivo a Nicosia, la piccola comunità cattolica maronita e latina che fa riferimento al Patriarcato di Gerusalemme dei Latini. Incontro che segna i tanti con i rappresentanti delle Chiese ortodosse che s’andranno anche la successiva tappa in Grecia, nella consapevolezza di come le relazioni crescano anche nel lavoro comune, soprattutto nel campo della carità.

Nel pomeriggio di venerdì 3 dicembre celebrerà una preghiera ecumenica con i migranti a Cipro, e in Grecia, domenica 5 dicembre visiterà nuovamente l’isola di Lesbo con sua beatitudine Ieronymos II arcivescovo di Atene e nella quale era stato già nel 2016 anche con il patriarca ecumenico Bartolomeo I, per dare un chiaro segno che l’aiuto per i migranti e per i rifugiati è una grande sfida ecumenica, che necessita di una comune collaborazione.

Papa Francesco incontrerà e ascolterà nel campo alcune testimonianze dei circa duemila profughi in maggioranza provenienti dall’Afghanistan. L’ultimo giorno ad Atene, lunedì 6 dicembre, sarà scandito da due appuntamenti principali prima della cerimonia di congedo. Riceverà in nunziatura la visita del presidente del Parlamento e incontrerà poi i giovani, a cui rivolgera l'ultimo discorso in programma in questo viaggio prima del rientro a Roma.

Durante la prima tappa a Cipro, in particolare Papa Francesco incontrerà la comunità cattolica di rito latino-maronita, composta da circa 25 mila fedeli, in parte cristiani di origini straniere. I rapporti con gli ortodossi sono abbastanza buoni al punto che il presidente attuale di Cipro donerà un appezzamento di terra per la costruzione della prima Nunziatura proprio all'ingresso di Nicosia, capitale europea divisa da una cinta muraria in due zone, quella meridionale, e quella settentrionale divenuta capitale dell'auto proclamato governo della Repubblica Turca di Cipro Nord. Ma la situazione dei cattolici nel Cipro del Nord non è positiva. Circa seimila maroniti sono stati espulsi dai loro villaggi, smarriti non solo dal punto di vista geografico ma anche esistenziale, luogo dove non è rimasto nessun sacerdote cattolico. 

Dal 1974 l'esercito Turco ha occupato il 37% del territorio Nord dell'isola, schierando più di 40 mila soldati sul confine. Questo 35° viaggio internazionale di Francesco sarà segnato, pertanto, da tematiche molto vaste, compresa la ferita della Cipro divisa, la cui speranza di riunificazione non sarà ignorata dal Papa. Inoltre la scoperta di nuovi giacimenti di gas e petrolio davanti alle coste cipriote e i forti legami economici che avrà con Israele, sono diventati motivo di preoccupazione per la Turchia che ha reso ancora più tesi i rapporti con l’isola. 

Sabato 4 dicembre Francesco arriverà in Grecia; ad Atene la seppur piccola comunità composta prevalentemente da cattolici bizantini, immigrati dell'Ucraina di rito orientale-cattolico, caldei, iracheni e siriani, è già pronta ad accogliere il vescovo di Roma. La Grecia ha quattro diocesi di rito latino e due esarcati, orientale e bizantino, tutti legati a Roma. 

La visita ecumenica, all'insegna della fraternità, rinsaldare il forte legame tra chiesa cattolica ed ortodossa, basato su una carità concreta e fraterna che si mette al servizio del prossimo. Sono poi le periferie ad interessare Francesco; visiterà per la seconda volta il campo profughi dell'Isola di Lesbo, oramai al collasso e minacciato ogni giorno dai nuovi arrivi. Estremamente toccante, sarà l'incontro previsto con i profughi e i rifugiati provenienti da terre segnate dai conflitti del Medio Oriente. Con un messaggio trasversale, che va verso l'Europa e il mondo intero, dove ancora si costruiscono i “muri” dell'indifferenza, il Papa ci invita, dopo la pandemia, a camminare tutti insieme, ricordandoci che “nessuno si può salvare da solo”

Fonti Vatican news avvenire Rai

 

 

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