C' è il sogno di un singolo uomo che è già Storia, e ora quel sogno si è aperto alla condivisione con il resto del mondo. E' il sogno del musicista pugliese Francesco Lotoro che ha passato gli ultimi trent'anni in giro per il mondo raccogliendo la musica scritta da artisti internati, e spesso uccisi, nei lager militari e civili di tutto il mondo, dal 1933 al 1953. Una ricerca dagli esiti monumentali che mostra come l'arte possa intersecarsi con la vita al punto da diventare un fattore indispensabile per la stessa sopravvivenza. Tutto il materiale raccolto attende ora di avere una sede appropriata per la quale Lotoro ha scelto la sua Barletta, città dove lo scorso 17 settembre è stato presentato il progetto della Cittadella della Musica Concentrazionaria. Si tratta di un complesso polifunzionale e multimediale di 9 mila metri quadri, suddiviso in cinque sezioni (Campus delle Scienze Musicali, Biblio-mediateca Musicale, Museo dell'Arte Rigenerata, Teatri Nuovi Cantieri, Libreria Internazionale del Novecento) che nascerà nell'area e nelle strutture storiche della ex Distilleria cittadina, come hanno spiegato l'architetto Nicolangelo Dibitonto, autore del progetto di recupero e riqualificazione, e lo stesso Francesco Lotoro. Un'operazione di altissimo valore culturale, morale, e anche urbanistico, che la Fondazione Istituto di Letteratura Concentrazionaria, presieduta da Lotoro, ha promosso ai massimi livelli, come testimonia il finanziamento di 5 milioni di euro già stanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, cifra che ora dovrà necessariamente essere integrata da altri fondi affinché l'iniziativa vada a buon fine. Intanto il vortice di vite ed emozioni di cui è pregna l'innumerevole quantità di spartiti musicali riportata alla luce da Lotoro, non ha mancato di toccare la sensibilità di pubblico, istituzioni e giornalisti che domenica scorsa hanno gremito la sala dello splendido Palazzo della Marra dove si è svolto l'incontro moderato dal giornalista RAI Michele Peragine, seguito da una visita al cantiere della Cittadella e da un concerto presso il Teatro Comunale Curci.
“La grande soddisfazione che provo oggi – ha detto Francesco Lotoro – è di percepire come il sogno della Cittadella della Musica Concentrazionaria non sia più solo mio, ma nostro, di questa città e di una generazione di uomini e donne che da oggi si assume un grande compito: quello di disegnare le linee della storia della musica dei prossimi anni e riaprire questa immensa “biblioteca di Alessandria” che è il patrimonio musicale creato nei lager. Per me è un onore consegnare tutto ciò alla mia città con l'obbligo morale e storico di dare a questa musica il nome di "Letteratura musicale" che significa rendere onore ai compositori, far diventare normale la loro opera, farla entrare nella letteratura musicale come quella di Bach e degli altri musicisti del passato. Il materiale musicale recuperato sarà custodito nel Museo della Musica Rigenerata, che abbiamo scelto di denominare così in antitesi all'espressione “musica degenerata” usata con disprezzo dai gerarchi del Terzo Reich. Mi preme infine ricordare che grazie alle ricerche fatte dal maestro Paolo Candido, la biblioteca della Cittadella avrà anche una sezione dedicata ai compositori e musicisti barlettani come Giovanni Leonardo Primavera, Giuseppe Curci, Renato Virgilio, Vincenzo Gallo, Antonio Gallo, Giuseppe Fanciulli, Giovanni Petrucci, Daniele Varola, Raffaella De Nittis, Giuseppe De Leone e altri”.
Di grande interesse le prospettive delineate dall'intervento di Giuseppe Langella, professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “I have a dream..., ha esordito, aggiungendo che “è muovendo da questo semplice anelito che molti uomini hanno seguito il proprio pensiero e cercato di realizzarlo, e così molte idee apparentemente utopiche sono diventate realtà. Tuttavia, affinché un sogno diventi realtà è necessario che tutti lo condividano ed è impossibile non condividere un progetto come questo, nel quale si difende la dignità di tutti i musicisti morti nei lager e dei sopravvissuti. In gioco c'è la difesa ad oltranza dei valori umani ed è per questo che l'Università Cattolica ha dato il suo pieno e incondizionato assenso al progetto. Una delle forme in cui vorremmo dar corpo a questa collaborazione è la organizzazione di summer school destinate a coloro che vorranno studiare e quindi conoscere meglio la musica scritta in cattività da compositori famosi ma che non hanno avuto la fortuna di uscire vivi da quei terribili luoghi di morte. Il mio invito dunque è: siate orgogliosi e custodite questo progetto”.
Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, Regione Puglia ha a sua volta definito il progetto della Cittadella“pienamente in linea con la logica che spinge la Regione a volerlo valorizzare e finanziare e cioè quella di rendere fruibile il territorio tutto l'anno, il che significa destagionalizzare e internazionalizzare, offrendo quanto di meglio abbiamo ai turisti che arrivano per ammirare le nostre bellezze artistico-architettoniche e paesaggistiche. Stiamo infatti investendo tanto affinché il nostro territorio esca definitivamente da una condizione di sottosviluppo, allineandosi ai migliori standard internazionali. In tale direzione, nell'ambito del progetto regionale Smart-In, abbiamo inserito la Cittadella della Musica Concentrazionaria fra le risorse culturali di maggior rilievo della Puglia.”
E' quindi intervenuto Riccardo Pacifici, già presidente della Comunità ebraica di Roma e da sempre attento alle più importanti problematiche dell’ebraismo italiano, che ha elogiato il lavoro condotto sinora da Lotoro, invitando le Istituzioni ad accompagnare con maggior forza e convinzione la costruzione e la crescita della Cittadella perché possa un giorno diventare autentico “luogo di Vita e Arte ebraica”, lungi da aspetti commemorativi e memorialistici che sono pur importanti ma non rendono l’idea dell’energia pulsante, del colore e della ricchezza sonora di questa letteratura musicale. Ha quindi sottolineato l’importanza storica, morale e umana della Cittadella anche nei riguardi dello Stato d’Israele (non a caso l’ambasciatore israeliano a Roma Ofer Sachs ha inviato a Lotoro una bellissima lettera di supporto al progetto, letta pubblicamente durante la conferenza) e la preziosità del Campus delle Scienze Musicali interno alla Cittadella come luogo specificatamente dedicato alla musica ebraica. Riccardo Pacifici ha inoltre donato alla Cittadella l’immenso archivio fonografico e cartaceo di suo padre Emanuele, storico e testimone della Shoah, e per tal ragione, il Polo Nazionale della Musica Ebraica che nascerà nell'ambito della Cittadella sarà dedicato a Emanuele Pacifici. “Il canto e la musica – ha concluso Riccardo Pacifici - sono l'essenza della vita degli Ebrei. Per noi, quelli ritrovati non sono canti e musiche per non dimenticare, ma sono come il segno stesso della vita, rappresentano la continuità della vita e dobbiamo tentare di ribaltare l'immaginario collettivo che vede negli Ebrei soltanto vittime della Shoah. Noi ci siamo, vogliamo raccontare, vogliamo esserci!”
Il Sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, ha invece ricordato come il recupero dell'area storica dell'ex Distilleria sia da tempo al centro della progettualità amministrativa del Comune: “Quello che per molti è un sogno – ha dichiarato - per me è un assillo. E' noto infatti come questo luogo costruito a fine '800 sia stato sempre sotto i riflettori. In quell'area si sarebbe potuto costruire e invece va dato atto ai cittadini di essersi opposti con forza all'abbattimento, e anzi di aver voluto la salvaguardia della distilleria, simbolo della vivacità e capacità imprenditoriale dei barlettani e quindi della storia locale. Abbiamo così deciso di sostenere il progetto della Cittadella puntando sul finanziamento pubblico e privato, lasciando che assolva ad una funzione pubblica perché la cultura deve essere fruibile da tutti. Ritengo che questo progetto possa essere da esempio per tutto quello che c'è ancora da fare in questa città”.
Fra le varie personalità che hanno seguito l'incontro c'erano anche Giuseppe Mastromatteo, ordinario di Politica Economica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano, e il regista franco-argentino Alexandre Valenti, autore del docufilm The Maestro, una coproduzione franco–italiana realizzata nel 2015 in versione televisiva e cinematografica che racconta la straordinaria opera di ricerca compiuta da Francesco Lotoro nell'arco di 30 anni. Tratto dal volume “Le Maestro” del giornalista e scrittore francese Thomas Saintourens, il docufilm è stato presentato in anteprima assoluta a Barletta e quindi in successione presso la sede Unesco di Parigi, al Los Angeles Italia Film Festival, nelle sale e sulla TV italiane e via via in altri Paesi. E' di ieri la notizia della sua vittoria al Film Festival di Pale, in Bosnia, dove il prossimo 23 settembre si terrà la cerimonia di premiazione.