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Bagno di sangue in Turchia

E' finito in un bagno di sangue fra raffiche di mitra e esplosioni, dopo otto ore di angoscia, in un blitz delle teste di cuoio turche, il sequestro al Palazzo di Giustizia di Istanbul del pm Mehmet Selim Kiraz preso in ostaggio da due 'brigatisti' del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C, che chiedevano "giustizia" sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo simbolo delle grandi proteste di Gezi Park. Il magistrato, gravemente ferito nell'assalto della polizia, non ce l'ha fatta. E' morto poco dopo in ospedale, nonostante un disperato tentativo dei chirurghi di salvarlo. Nell'assalto sono stati uccisi anche i due sequestratori. Testimoni hanno riferito di avere udito durante il blitz molti spari, raffiche di mitra, due forti esplosioni.

In queste ore la polizia turca ha arrestato questa mattina a Antalya 22 attivisti sospettati di preparare altri attacchi analoghi: sarebbero vicini al Dhkp-C. Ci sono stati incidenti fra polizia e gruppi di manifestanti nella notte a Istanbul dopo la tragica conclusione del sequestro di un magistrato nel Palazzo di giustizia della megalopoli del Bosforo da parte di due membri del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C, riferisce la stampa turca. Le forze di sicurezza hanno usato lacrimogeni per disperdere manifestanti di estrema sinistra nel quartiere di Okmeydani, dove il quattordicenne Berkin Elvan, figura simbolo del movimento di Gezi Park, venne colpito mortalmente da un candelotto lacrimogeno alla testa nel giugno 2013. I due sequestratori del giudice Mehmet Selim Kiraz chiedevano ieri "giustizia" sulla vicenda di Berkin. A due anni dai fatti il poliziotto responsabile della sua morte non è stato ancora incriminato. Ci sono stati incidenti anche nel quartiere popolare di Gazi, dove il Dhkp-C è tradizionalmente attivo. Anche qui le forze anti-sommossa hanno usato lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere gruppi di manifestanti che protestavano contro il sanguinoso blitz a Palazzo di Giustizia.

Il premier Ahmet Davutoglu nella notte ha difeso l'operato della polizia, che gia' suscita una tempesta di polemiche per il drammatico esito del blitz, e ha lanciato un appello all'unita' nazionale. Le fotografie del magistrato diffuse nel pomeriggio sulle reti sociali, una pistola puntata sul capo, ripreso davanti alla bandiera rossa con una stella a cinque punte del Dhk-C hanno scioccato il paese. I sequestratori esigevano "giustizia per Berkin", il ragazzo di 14 anni colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno nel giugno 2013 mentre andava a comprare il pane per la famiglia, morto dopo 9 mesi di coma. La sua vicenda aveva commosso la Turchia. Centinaia di migliaia di persone avevano partecipato ai suoi funerali a Istanbul. Ma come per gli altri ragazzi uccisi durante le proteste di Gezi Park la giustizia è stata lentissima nel cercare i responsabili. Solo poche settimane fa il comando della polizia ha identificato l'agente che ha sparato. Per ora non è stato incriminato.

Il pm Kiraz era stato incaricato delle indagini 4 mesi fa. I sequestratori avevano minacciato di far "pagare con la vita" il magistrato se entro tre ore una confessione pubblica del poliziotto non fosse stata diffusa in tv. L'ultimatum però era passato senza spargimento di sangue ed erano state avviate trattative, mentre il palazzo veniva evacuato e le teste di cuoio della polizia si schieravano attorno alla stanza in cui era sequestrato il magistrato. Non è chiaro come i 'brigatisti' del Dhkp-C, un gruppo dichiarato terrorista da Turchia, Ue e Usa responsabile di un attacco kamikaze nel 2013 contro l'ambasciata americana a Ankara (un morto) siano potuti entrare armati nel palazzo con le armi, nonostante le severe misure di sicurezza. Ma è possibile che il massiccio e misterioso black-out elettrico, il peggiore da almeno 15 anni, che oggi ha colpito tutta la Turchia paralizzando Istanbul e Ankara possa averli aiutati. Non si sa per ora cosa l'abbia provocato.

Il premier Ahmet Davutoglu non ha escluso alcuna ipotesi, neanche quella di un attacco terroristico. Per il ministro dell'energia potrebbe perfino essere stato un 'cyber-attacco'. Nel pomeriggio la corrente è tornata progressivamente nelle principali città. Intanto sul sequestro di Istanbul Davutoglu aveva ordinato il silenzio stampa, usando una norma che gli consente di imporre la censura a stampa e tv per ragioni di sicurezza nazionale o ordine pubblico. Una facoltà usata spesso e volentieri in Turchia su vicende sensibili o scabrose, almeno 150 volte negli ultimi 4 anni, secondo Hurriyet. Il padre di Berkin nel pomeriggio aveva lanciato un appello perché non si versasse altro sangue. "Mio figlio è morto - ha detto Sami Elvan - non deve morire nessun altro. Non voglio che nessuno si faccia male. Chiedo solo giustizia, e un processo giusto". Poco dopo il blitz, Sami Elvan è stato visto vicino al Palazzo di Giustizia, il volto stravolto

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