"Sono un vicepresidente di opposizione. Avrei dovuto rispondere solo a chi mi ha votato" ma "sarei stato pronto a" dimettermi "se le forze politiche me lo avessero chiesto". "Sarei stato pronto a dimettermi se ci fosse stata una altissima maggioranza dei capigruppo ma così non è stato".
"Al ministro invierò un mazzo di rose. E assicuro sul mio onore che mai più attaccherò l'avversario politico con parole offensive. Ma non farò mai sconti ad un governo che quasi incoraggia l'arrivo dei clandestini e che consegna nelle mani del suo persecutore una donna con sua figlia".
"Preso dalla foga in un comizio ho commesso un errore grave, gravissimo perchè ho spostato l'attenzione dal piano politico a quello personale. Ho chiamato la diretta interessata, cioè il ministro, e le ho spiegato che quella frase non conteneva insulti razzisti. Le ho chiesto scusa e chiedo scusa anche al Senato".
La scivolata è solo quella di un leader che non riesce a far dimettere Calderoli da vicepresidente del Senato". E' questa la reazione che trapela da P. Chigi a Maroni. "Purtroppo è una carica che non è oggetto di voce di sfiducia, ma così facendo Maroni è correo dell'insulto al ministro Kyenge", concludono.
Non ho capito l'uscita di Letta sull'Expo e l'ho chiamato: mi sembra tutto rientrato da parte sua, è stata una scivolata anche se lui è uno attento su questo cose". Lo ha detto Roberto Maroni parlando con giornalisti a margine di un appuntamento a Milano. Poi Maroni ha ribadito: "La questione è chiusa per me, lo ho già detto ieri