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La stizzita reazione di Lufthansa: voleva impedire l'alleanza fra Alitalia e Etihad

La compagnia aerea Lufthansa attacca il progetto di alleanza attualmente in discussione tra Etihad Airways e Alitalia, definendolo una forma di aiuto di Stato mascherato. "Noi chiediamo alla Commissione Ue - si legge in una nota del gruppo tedesco - di proibire tali tattiche di aggiramento" delle regole della concorrenza.

La trattativa tra Alitalia ed Etihad è "tra privati". Lo puntualizza in una nota il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, dopo la protesta di Lufthansa alla Commissione Ue. "Aggiramento mascherato delle regole della concorrenza? Sembra piuttosto Lufthansa quella che teme la concorrenza", dichiara Lupi.

Dopo la stizzita reazione di Lufthansa, che si è rivolta alla Commissione Ue per impedire l'alleanza fra Alitalia e Etihad, la compagnia aerea degli Emirati, c'è da chiedersi se esista ancora qualcosa, qualsiasi cosa, che sia consentito fare agli italiani senza ottenere il beneplacito dei tedeschi

Che la partita europea fosse truccata, che l'arbitro fosse venduto e che si dovesse fare tutto nell'unico ed esclusivo interesse dei proprietari del pallone che stanno a Berlino ormai dovrebbe essere chiaro a molti, tuttavia finora si tentava almeno di salvare le apparenze.

Ormai non ci si preoccupa più nemmeno di quelle. Cosa mai farebbe di male Alitalia a cedere il 49% del capitale al vettore arabo non è dato sapere. Anche Lufthansa ha spesso dovuto garantire che la maggioranza del suo capitale non fosse in mani extraeuropee ma la cosa è molto difficilmente provabile (mentre è certa la significativa presenza di investitori basati alle Cayman) e, soprattutto, non si capisce quale sarebbe il pericolosissimo «aiuto di Stato» che tale vendita comporterebbe. Già, perché in Europa l'aiuto di Stato è valido solo se fa comodo ai tedeschi. Con la crisi dei subprime nel 2008, Berlino dovette iniettare una cifra tuttora imprecisata (ma superiore ai 300 miliardi) per stampellare i suoi imprudenti istituti di credito. Aiuto di Stato? Ma quando mai, era sì di Stato, era sì un aiuto, ma valeva perché si era deciso che lo potevano fare anche gli altri. Grazie tante, a noi non serviva!

L'Olanda, in prima fila a farci la morale, ne abusò nazionalizzando e aiutando tre delle sue quattro principali banche, noi utilizzammo solo 4 miliardi ma in compenso fummo chiamati a partecipare ai fondi salvastati a oggi con impegni per più di 50 miliardi, a beneficio dei creditori dei Paesi in difficoltà, guarda caso in maggioranza sempre banche tedesche. Che dire, poi, della Kfw, la «versione» tedesca della Cdp? Una megastruttura statale che concede crediti agevolati a condizioni che le imprese italiane nemmeno si sognano. Tutti corrono a portarle denaro anche grazie alla sfiducia (creata a tavolino dalla Merkel) verso il debito dell'europeriferia quindi, comodamente fuori dal bilancio dello Stato, la KFW può permettersi di «aiutare» l'industria tedesca con cifre astronomiche, superiori agli 80 miliardi all'anno e detenere partecipazioni qualificate nelle Poste e nella Deutsche Telekom.

Anche le tanto celebrate riforme Hartz del lavoro non furono troppo diverse da un mega-aiuto di Stato: Berlino, stracciando le regole di Maastricht, aumentò il proprio indebitamento per accollarsi i costi dei sussidi di disoccupazione e consentire alle imprese di licenziare a cuor leggero. Sulle blindature delle quote di possesso delle società auto tedesche poi si potrebbe scrivere un romanzo: con presenze importanti statali tipo il Laender della Bassa Sassonia grande azionista di Volkswagen.
Insomma, in Europa abbondano le regole ma ai padroni del vapore tutto è concesso....cosi

Siamo nella fase più importante della trattativa, che parte questa settimana con lo scambio di informazioni per redigere insieme il nuovo piano industriale di Alitalia all'interno della logica Etihad, per mettere in sicurezza l'azienda e guardare con serenità al futuro". Così l'amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, intervistato in esclusiva a "L'Economia Prima di Tutto" su Radio1 Rai, secondo quanto riporta un comunicato, in merito al rush finale di trattativa con gli arabi di Etihad.


Alla domanda se Alitalia sia fuori pericolo e se i vertici della società siano ottimisti sull'esito della trattativa, Del Torchio risponde: "Io sono realista. Negli ultimi mesi abbiamo fatto cose importanti: l'aumento di capitale, la nuova base di azionisti tra cui le due banche più importanti d'Italia e poste italiane, oltre agli azionisti storici. Ora ci stiamo concentrando sulle prossime mosse, per guardare al futuro, e con Etihad si va esattamente in questa direzione" Ottimista il numero uno della compagnia anche sulla trattativa con i sindacati, che prosegue dopo che l'azienda ha ritirato la proposta di cassa integrazione a zero ore: "Oggi continueremo la discussione con sindacati, penso che il senso di realismo avrà il sopravvento, ho avvertito una chiara disponibilità delle forze sindacali e di tutte le donne e gli uomini che lavorano in Alitalia", ha garantito Del Torchio a Radio1.

"Tra poche ore firmeremo il contratto di finanziamento con le banche e doteremo Alitalia di ulteriori mezzi finanziari, sono soddisfatto". Ha affermato Del Torchio commentando le indiscrezioni di stampa che parlano di linee di credito inferiori ai 200 milioni di euro attesi.

E lo fanno ufficialmente proprio mentre il premier Enrico Letta si trova ad Abu Dhabi da dove non fa mancare il sostegno al buon esito della trattativa: ''Sosteniamo fortemente la finalizzazione positiva di questa intesa - dice - faremo la nostra parte e sono certo che in Italia tutti quelli che hanno voce in capitolo faranno la loro parte''. Il presidente del Consiglio non nasconde che i 30 giorni di trattativa che le parti si sono date per concludere l'operazione rimuovendo gli eventuali ostacoli all'accordo saranno ''duri e molto concreti'', ma oggi a prevalere è l'ottimismo e la soddisfazione espressa dall'amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio. ''Quello di oggi è un altro importante passo per la costituzione di un'Alitalia solida e competitiva: c'è da entrambe le parti un forte interesse per sistemare le cose e formalizzare l'ingresso di Etihad in Alitalia'', afferma il manager sottolineando come ''dopo la conclusione dell'aumento di capitale, l'ingresso di nuovi soci, la fiducia riconfermata dalle banche e in ultimo, ieri sera, l'eliminazione del principale ostacolo per un accordo sindacale importante'' l'annuncio di oggi ''ci renda fiduciosi''. In effetti gli sviluppi di oggi seguono lo sblocco della vertenza con i sindacati sulla cig a zero per 350 lavoratori. Una soluzione che ha visto i sindacati incassare la cig a rotazione e i contratti di solidarietà, ma anche l'assicurazione che nessun lavoratore verrà messo fuori dall'azienda. Il rush della trattativa è salutato intanto in modo positivo dal leader degli industriali, Giorgio Squinzi, e da alcuni rappresentanti del mondo politico. ''Alitalia sola in un mercato globale estremamente competitivo ha difficoltà a rimanere, quindi un'alleanza strategica con un gruppo forte che ha voglia di investire, che non penalizzi il ruolo del nostro Paese, secondo me è una cosa positiva'', mette in evidenza il presidente di Confindustria mentre per il deputato Pd e presidente della Commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, ''a differenza della maldestra privatizzazione in questi giorni registriamo un significativo cambio di passo sulla delicata vicenda Alitalia. Con una dose di ottimismo in più bisogna continuare a lavorare per rilanciare Alitalia''. Adesso non resta che vedere nei prossimi 30 giorni come entrambe le compagnie e i loro advisor stabiliranno ''lo sviluppo di una strategia comune per raggiungere gli obiettivi che i due vettori si sono prefissati'' come spiega il comunicato della compagnia aerea italiana. ''La due diligence - viene sottolineato nella nota - dovrà affrontare e risolvere tutti i temi che possano pregiudicare la definizione di un adeguato piano industriale, la cui completa realizzazione produrrà una redditività sostenibile per Alitalia''.

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