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Mons.Galantino: La spinta di Papa Francesco sta portando i suoi frutti

Nel giorno dell'uscita in libreria, 'Via Crucis' di Gianluigi Nuzzi, pubblicato da Chiaralettere, e 'Avarizia' di Emiliano Fittipaldi, edito da Feltrinelli, sono già "bestseller". Nel primo pomeriggio le maggiori librerie del centro di Roma avevano già esaurito le copie disponibili. I librai raccolgono quindi le prenotazioni in attesa di venire riforniti: già domani dovrebbero arrivare le nuove copie. Le vendite proseguono di pari passo: i due volumi, spiegano alla libreria Feltrinelli della Galleria Colonna, sono stati acquistati quasi sempre insieme. Anche su Amazon i due libri sono già primi in classifica, rispettivamente primo e secondo della top 100 dei più venduti e dei più scaricati su Kindle già da quattro giorni, venivano quindi prenotati prima dell'uscita ufficiale.

"È sintomatico come in questo momento per creare difficoltà alla Chiesa e alla sua immagine - perché, non illudiamoci, dietro c'è questo - si stia attingendo al passato. Vuol dire che la spinta di Papa Francesco, e prima di Benedetto, sta portando i suoi frutti". E' quanto afferma il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, intervistato dal Sir, l'agenzia di stampa dei vescovi italiani. Il testo dell'intervista è riportato sul sito internet, da poco rinnovato, della Sir. Interpellato alla vigilia del quinto Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze, dal 9 al 13 novembre, Galantino nel corso del colloquio si sofferma su molti temi e auspica un Sinodo nazionale per la Chiesa italiana. Al termine risponde a una domanda sulla cosiddetta Vatileaks 2. "Ho l'impressione - osserva Galantino - che qualcuno stia perdendo la calma per questo rinnovamento e si sfoghi appropriandosi di documenti riservati e scrivendo libri. Mi piacerebbe dire all'ineffabile Fittipaldi e all'ineffabile - per due volte - Nuzzi: è possibile conoscere le cifre delle vostre grandi operazioni editoriali? Io, al posto loro, poco poco mi vergognerei a fare le pulci agli altri in maniera ideologica, senza guardare a se stessi. Meno male che alcuni giornali seri stanno mostrando tutte le contraddizioni di operazioni di questo genere. Di fondo, ripeto, c'è il fatto che ad alcuni dà fastidio che ci sia una Chiesa cattolica che, in questo momento, parla in modo più chiaro rispetto al passato, chiamando le cose con il loro nome".
Bocche cucite stamani alla procura di Terni secondo le agenzie di stampa Italiane sull'indagine che secondo quanto riportano il Corriere della sera e il Messaggero coinvolge l'esperta di pubbliche relazioni Francesca Immacolata Chaouqui e il marito Corrado Lanino per estorsione e intrusione informatica. Il sostituto procuratore titolare del fascicolo Elisabetta Massini non ha voluto nemmeno incontrare i giornalisti. Secondo il Corriere si delineerebbe un quadro di pressioni e ricatti simile a quello che ha coinvolto monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e la stessa Chaouqui. Soprattutto le indagini hanno delineato - secondo il quotidiano - un'attività illecita che avrebbe consentito di entrare in numerosi computer e carpire informazioni riservate da utilizzare poi per ottenere favori e incarichi per la coppia ma anche per persone a loro vicine. Il fascicolo è nato nell'ambito degli accertamenti sul dissesto della curia ternana che avevano coinvolto anche monsignor Vincenzo Paglia, la cui posizione è stata poi archiviata.

Francesca Chaouqui non ha ricevuto alcuna comunicazione formale dell'indagine a carico suo e del marito da parte della procura di Terni. Né è stata sentita in questo ambito. E' quanto si apprende dal suo difensore, l'avvocato Giulia Bongiorno. "Non sappiamo assolutamente nulla", si è limitata a dire il legale ai Giornalisti...

Intanto Papa Francesco in un intervista al giornale Olandese Straattnieuws rilanciata da Radio Vaticana dice che :  "C'è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa".. Una "tentazione", per il Papa, è quella di "fare accordi con i governi. Si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Per esempio: noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati, per evitare la corruzione".

"La Chiesa deve parlare con la verità e anche con la testimonianza: la testimonianza della povertà. Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare", aggiunge Papa Francesco.

Il Papa ribadisce di aver scelto di vivere a Santa Marta per stare con la gente. "Non posso vivere qua - ha detto parlando del Palazzo Apostolico, nella sua 'intervista con il giornale di strada olandese - semplicemente per motivi mentali. Mi farebbe male. All'inizio sembrava una cosa strana, ma ho chiesto di restare qui, a Santa Marta. E questo mi fa bene perché mi sento libero. Mangio nella sala pranzo dove mangiano tutti. E quando sono in anticipo mangio con i dipendenti. Trovo gente, la saluto e questo fa che la gabbia d'oro non sia tanto una gabbia. Ma mi manca la strada".

"Nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E' triste dirlo, no?". ha detto il Papa nell'omelia della messa a Santa Marta come riferisce Radio Vaticana.

"Io vi dico quanta gioia ho, io, che mi commuovo, quando in questa Messa - ha detto il Papa nell'omelia a Santa Marta, secondo quanto riferisce Radio Vaticana - vengono alcuni preti e mi salutano: 'Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia'. O una suora che dice: 'No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa'. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell'ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita". E invece nel Vangelo, ha ripreso il Papa, il Signore ci fa vedere l'immagine di un altro servo, "che invece di servire gli altri si serve degli altri". E, ha sottolineato, "abbiamo letto cosa ha fatto questo servo, con quanta scaltrezza si è mosso, per rimanere al suo posto". "Anche nella Chiesa - ha avvertito Papa Francesco - ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E' triste dirlo, no? La radicalità del Vangelo, della chiamata di Gesù Cristo: servire, essere al servizio di, non fermarsi, andare oltre sempre, dimenticandosi di se stessi. E la comodità dello status: io ho raggiunto uno status e vivo comodamente senza onestà, come quei farisei dei quali parla Gesù che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri". Quindi ci sono "due immagini di cristiani, due immagini di preti, due immagini di suore. Due immagini".

"Quando la Chiesa è tiepida, chiusa in se stessa, anche affarista tante volte" non è "al servizio, bensì si serve degli altri", ha aggiunto il Papa invocando il Signore che ci dia "quel punto d'onore di andare sempre avanti, rinunciando alle proprie comodità tante volte e ci salvi dalle tentazioni".

Nella Chiesa si debbono evitare "le tentazioni di una doppia vita", ha detto il Papa nella messa a Santa Marta. "Che il Signore ci salvi dalle tentazioni - ha pregato -, da queste tentazioni che in fondo sono tentazioni di una doppia vita: mi faccio vedere come ministro, cioè come quello che serve, ma in fondo mi servo degli altri".

"Anche nel nostro tempo ci sono ancora tanti feriti, a causa dei briganti di oggi, che li spogliano non solo degli averi, ma anche della loro dignità", ha aggiunto Francesco nell'udienza ai Centri per la Vita richiamando la figura del Vangelo del buon samaritano che soccorre l'uomo assalito dai briganti.

Intanto Papa Francesco ha nominato monsignor Jozef De Kesel arcivescovo di Malines-Bruxelles e Ordinario militare per il Belgio. De Kesel, finora vescovo di Bruges, prende il posto di mons. André Leonard.

L'ex primate del Belgio, arcivescovo di Malines-Bruxelles, è stato condannato a indennizzare fino a 10.000 euro ad un ex-seminarista, Joel Devillet. Il giovane aveva subito tra il 1987 e il 1991 abusi sessuali da parte di un sacerdote lussemburghese, sul quale in seguito il vescovo Leonard non sarebbe intervenuto adeguatamente. Nella sua sentenza, la Corte ha rilevato che l'arcivescovo non si rese conto allora, in modo adeguato, della situazione di vittima di Joel Devillet, ne' prese misure per allontanare il sacerdote, che fu recidivo nella zona di Namur.

 

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