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Un discorso di 75 minuti che ha confermato punto per punto il contratto di governo siglato tra Lega e Cinque stelle. Confermando l'appartenenza all'alleanza atlantica e il rispetto dei parametri europei, in una Ue più equa. Ma anche riorientando la politica estera italiana verso Mosca. Giuseppe Conte si è preso la scena parlamentare elencando oggi al Senato le priorità dell'esecutivo che sta nascendo. Partendo da una duplice premessa: il contratto è "una pagina scritta che vincola" e per il Paese ora "soffia un vento nuovo" 

Nessun imbarazzo nell'autodefinirsi "populista e anti-sistema". "Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo", ha garantito tra gli applausi. Un'ora un quarto nella quale il premier ha detto che procederà con "umiltà e con determinazione" lanciando il "daspo" e l'agente sotto copertura contro i corrotti, l'inasprimento delle pene per alcuni reati come la violenza sessuale, il carcere per i grandi evasori, la riforma della legittima difesa, i tagli alle pensioni d'oro, la riforma della prescrizione e tanto altro. 

Il premier Conte assicura "la convinta appartenenza all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato". Ma annuncia "una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche" e si cercherà "una revisione del sistema delle sanzioni". Più "ortodossa" la posizione europea: "l'eliminazione del divario di crescita tra l'Italia e l'Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati".

Il premier le ha definite "misure rivoluzionarie". Si tratta dell'ormai conosciuta Flat tax, ovvero usando le sue parole, "una riforma fiscale caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell'imposta, in piena armonia con i principi costituzionali". Misura che verrà accompagnata con l'inasprimento "dell'esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori".

Intanto la prima soddisfazione per l Italia :  quello che è successo al vertice dei ministri a Lussemburgo "è una vittoria per noi, sono molto soddisfatto". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentando la posizione di 7 Paesi che si sono detti contrari alla proposta della presidenza bulgara sulla riforma di Dublino. "Noi - ha aggiunto - avevamo una posizione contraria ed altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee".

Infatti sette Paesi si sono detti contrari alla proposta della presidenza bulgara sulla riforma di Dublino, come base di lavoro per il vertice dei leader di giugno. Sono: Italia, Spagna, Austria, Romania, Ungheria, Slovenia e Slovacchia. Tre Paesi: Estonia, Polonia e Gran Bretagna, non si sono espressi. Gli altri 18, pur non soddisfatti lasciano la porta aperta al negoziato, al summit. Tra questi Grecia, Malta, e Cipro, spaccando così il fronte mediterraneo. Si apprende da fonti a Lussemburgo. Il testo della proposta di riforma della presidenza bulgara passerà ora all'attenzione del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che deciderà come portare avanti la discussione al summit dei leader. Altre fonti osservano comunque che resta poco tempo per una trattativa molto complicata che, anche alla luce della posizione espressa dalla Germania, appare avviarsi su un binario morto.   

L'Austria considera l'Italia "un alleato forte" e se non ci sarà un'intesa sulla proposta per la riforma del regolamento di Dublino sul tavolo, al vertice dei leader Ue di giugno, alla riunione informale Affari interni di Innsbruck, a settembre (durante la presidenza austriaca), "annuncerò qualcosa come un piccola rivoluzione copernicana" sulla politica di asilo. Così il ministro dell'Interno austriaco Herbert Kickl, entrando al consiglio a Lussemburgo, spiega che in giornata si sentirà al telefono con Matteo Salvini

La riforma del regolamento di Dublino è morta". Così il segretario di stato all'Asilo belga Theo Francken (N-VA), al termine della prima parte di lavori del consiglio Affari interni a Lussemburgo. "Non c'è una base sufficiente per andare avanti nella discussione. Molti Paesi hanno espresso resistenze importanti", ha affermato Francken. Francken ha auspicato un "approccio australiano" per arrivare ad "uno stop completo dell'immigrazione illegale", ed un accordo Ue-Tunisia, sul modello di quello fatto con la Turchia, in modo tale che quando i migranti "partiranno dalla Libia potranno essere intercettati in mare e portati in Tunisia". Una volta che "le frontiere saranno chiuse, tutti i Paesi mostreranno solidarietà - ha detto l'esponente del governo belga -. Ma questo non accadrà fino a quando la porta è ancora aperta. Prima chiudiamo le frontiere, poi potremo trovare un accordo su chi fa cosa".Dal nuovo governo italiano "mi aspetto una stretta sulla migrazione. Seguo il nuovo ministro Salvini da mesi, già durante la sua campagna. La posizione dell'Italia sulla migrazione, è piuttosto severa. Ma anche il Belgio ha un governo di destra, quindi anche noi siamo piuttosto duri. Penso che sia positivo se l'Italia inizia rifiutare i migranti sulle proprie coste, e non li lascia più entrare in Sicilia". Così il segretario di stato belga all'Asilo Theo Francken parlando della nuova linea dell'Italia, auspica si trovi un modo per poter tornare a fare i respingimenti.

L'Italia, però, insieme agli altri Paesi del 'Med', ha già opposto il suo veto irremovibile, ribadendolo ancora nelle ultime due settimane, alle modifiche peggiorative chieste dai Paesi di Visegrad contrari alla ripartizione dei migranti tra tutti gli stati membri. E che preferiscono quindi lo status quo, in cui questi restano un problema del Paese in cui sbarcano

La Germania "è aperta ad una discussione costruttiva" sulla proposta della presidenza bulgara per la riforma del regolamento di Dublino, "ma com'è attualmente non la accettiamo". Così il segretario di stato tedesco Stephan Mayer al suo ingresso al consiglio Affari interni, a Lussemburgo, dove il primo punto della discussione è dedicato alla riforma del sistema di asilo europeo. "Non c'è solo l'Italia ad opporsi, anche i Paesi Visegrad sono contrari, e il governo tedesco critica punti precisi", ha detto.

Il compromesso della presidenza bulgara mette insieme elementi della proposta originaria della Commissione ma resta lontano da quella dell'Europarlamento che arriva quasi ad annullare il criterio di primo ingresso. E ha inglobato le pressioni in primis di Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia, che vogliono che la responsabilità per i Paesi di primo ingresso sia di 8 anni contro i massimo 2 chiesti da Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta. Altra partita chiave, quella del bilancio Ue per il 2021-2027. E' qui, infatti, che la Commissione ha proposto da una parte di aumentare di 2,5 volte i fondi per la sicurezza (33 miliardi dai 13 attuali) con un ruolo chiave per l'ex Frontex, già trasformata nell'Agenzia per le frontiere, in modo che abbia le risorse per diventare un vero corpo di 'guardiacoste Ue' e abbia più mezzi per i rimpatri, che già oggi effettua (150mila nel 2017). L'aumento dei rimpatri, però, dipende anche dagli accordi bilaterali con i Paesi d'origine, che vogliono in cambio fondi per cooperazione e sviluppo, ma anche dalla rapidità con cui ogni stato membro valuta il dossier di ogni singolo migrante, se economico oppure con diritto all'asilo.

"L'Europa ha bisogno di un'intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa c'è un problema per raggiungere un compromesso oggi. C'è un clima politico più duro. Non si tratta solo dell'Italia, ma anche la Slovenia", ad esempio. Così il ministro alla migrazione svedese Helene Fritzon, al suo arrivo al consiglio europeo Affari interni, a Lussemburgo.

Per Pasqua avremo un compromesso" sulla riforma del regolamento di Dublino "ma non so ancora in quale anno". Con questa battuta il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn riassume la situazione sul negoziato, al suo arrivo al consiglio Affari interni Ue, a Lussemburgo.

Perché se gli aspetti della questione sono molteplici - dal ruolo di Frontex ai rimpatri sino ai fondi Ue - il nodo da cui dipende l'esito del gioco è la modifica del sistema d'asilo europeo. Solo questo, infatti, nell'architettura delle regole Ue sulla migrazione, può fare davvero la differenza sul peso che l'Italia deve sostenere di fronte agli arrivi dei rifugiati.

 E dall'altra parte, Bruxelles ha previsto per la prima volta il criterio 'migranti' per l'assegnazione dei fondi Ue, in modo che vadano più risorse a quei Paesi e regioni che hanno costi più alti dovuti alla gestione dei rifugiati ma anche alla loro integrazione (400 euro per migrante). Una busta che, insieme al nuovo criterio della disoccupazione, consentirebbe all'Italia di essere uno dei pochi stati membri a vedere crescere i soldi targati Ue, con ben +2,4 miliardi rispetto al 2014-2020.

"La proposta del Parlamento europeo per la riforma di Dublino è l'unica che mette insieme fermezza e solidarietà. E' su questa base che gli Stati membri e il Consiglio devono lavorare". Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Il presidente dell'Europarlamento ha quindi ribadito che "per fermare l'immigrazione clandestina serve un piano Marshall per l'Africa e un accordo con la Libia e i Paesi di transito come quello fatto con la Turchia"

 

 

"L'Italia non può essere trasformata in campo profughi. Lavoreremo per sensibilizzare i nostri vicini" in ambito Europeo: lo ha ribadito il neoministro dell'Interno, e leader della Lega, Matteo Salvini, intervistato a Non stop news su Rtl 102.5. "Spero - ha aggiunto in chiusura - di essere all'altezza, vorrei dare un po' di sicurezza in più agli italiani, a cominciare dagli uomini delle forze dell'ordine".

"Occorre buonsenso - ha scritto poi Matteo Salvini su twitter -. Quello degli sbarchi e dell'accoglienza di centinaia di migliaia di 'non profughi' non può continuare ad essere un problema solo Italiano. O l'Europa ci dà una mano a mettere in sicurezza il nostro Paese, oppure dovremo scegliere altre vie". 

Ieri Matteo Salvini era a Catania a fianco del candidato a sindaco del centrodestra, Salvo Pogliese. "Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso", ha detto il ministro dell'Interno."Quello che non è scritto nel contratto Cinquestelle-Lega non sarà preso in discussione, così eviteremo di litigare", ha detto ancora.

"Il centrodestra non è demolito, ma continuerà ad esistere e noi applicheremo il programma del centrodestra contenuto nel patto di governo". "Basta alla Sicilia campo profughi d'Europa. Non assisterò senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi. Servono centri per espellere", ha aggiunto Salvini.  

"Le contestazioni ? Chissenefrega, ci sono cose più importanti che dobbiamo fare", ha anche detto Salvini in piazza Verga circondato da decine e decine di persone tra giornalisti e sostenitori. "Con i giornalisti - ha detto Salvini - parlo dopo, adesso fatemi incontrare la gente assieme al candidato sindaco di Catania Salvo Pogliese". Diversi cori accompagnano la lenta passeggiata di Salvini: quelli dei contestatori si alternano a quelli dei sostenitori del leader della Lega.

"Il governo italiano dirà no la settimana prossima alla riforma del regolamento di Dublino e a nuove politiche di asilo, occorre ricontrattare in Ue" il dossier migranti, ha spiegato Salvini parlando dall'hotspot di Pozzallo. E a chi gli ricordava la solidarietà di Germania e Francia Salvini ha risposto: "Aspettiamo che passino dalle parole ai fatti". 

Parlando della Tunisia ha aggiunto: "E' un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti", a proposito dei casi di intemperanza registrati nei centri di accoglienza che avrebbero tra i protagonisti migranti tunisini. "Parlerò con il mio omologo tunisino", ha aggiunto Salvini.

Salvini ha anche parlato anche del lavoro svolto dal suo predecessore alla guida del Viminale. Minniti, ha detto, "ha fatto un discreto lavoro, non smonteremo nulla di ciò che di positivo è stato realizzato, lavorerò per rendere ancora più efficaci le politiche di controllo, di allontanamento, di espulsione".

"Sarebbe sciocco non riconoscere" se è stato fatto "qualcosa di utile e intelligente anche se indossava una diversa maglietta", ha detto ancora Salvini. Quanto al al vertice dei ministri dell'Interno europei sull' immigrazione convocato domani a Lussemburgo, Salvini - che domani sarà in Parlamento per il voto di fiducia - ribadisce: "Invieremo una nostra delegazione per dire no: il documento in discussione penalizzerebbe ulteriormente l'Italia"

"Con Putin c'è un legame di stima, ritengo abbia fatto tanto per il suo popolo e con interventi contro il terrorismo islamico - ha detto Salvini -, come l'intervento in Siria: e lo dico gratis, perché lo penso. Penso che con la Russia sia meglio avere un rapporto di scambio. Dalla Russia non ho mai avuto una lira, né una matrioska, né un colbacco. L'economia italiana avrebbe solo da guadagnare da buoni rapporti con la Russia. Il nemico in questo momento è il terrorismo islamico, non l'espansionismo della Russia". Il ministro dell'Interno risponde sulle parole di Soros, che ha espresso preoccupazione sulla "vicinanza del nuovo governo alla Russia" e ha avanzato l'ipotesi che Mosca "finanzi" la Lega. "Ho già querelato persone che in passato avevano detto che la Russia mi pagava", ha aggiunto Salvini, sottolineando che Soros "è uno speculatore che 20 anni fa provocò uno dei più grandi disastri economici italiani".

Mi sono insediato al ministero del Lavoro e come primo atto ho voluto incontrare i rider, una categoria di lavoratori che fa parte dei nuovi lavori, simbolo di una generazione abbandonata che non ha né tutele e a volte nemmeno un contratto". Così il neoministro del Lavoro, Luigi Di Maio, incontrando i giornalisti e sottolineando la necessità di dare loro diritti come "l'assicurazione ed una paga minima dignitosa".

"Li ho voluti incontrare perché iniziamo un percorso che passa attraverso un modello di lavoro meno precario, più dignitoso e che abbia salario orario minimo", ha detto ancora Di Maio.

"E' un primo piccolo passo ma vogliamo dare un segnale a chi ha un lavoro e chiede un po' di dignità. Lo possiamo fare con le leggi, con una paga minima oraria e soprattutto favorendo un confronto tra i grandi gruppi internazionali e i ragazzi che chiedono i diritti minimi e non chiedono la luna".

Continuano i "attacchi" da tutte le parti al nuovo Governo per fino Napolitano che scrive : "Qualunque intesa per rendere possibile il governo del Paese deve fare i conti con i sempre più gravi e allarmanti segnali che vengono dalle vicende europee nel quadro globale e deve dunque dare risposte non retoriche ma puntuali e decise sul rapporto tra l'Italia e l'Unione e sulle fondamentali questioni con cui dobbiamo misurarci. Ogni discorso che rimanga sfuggente in proposito costituisce un inganno.
Questo è il solo banco di prova su cui possa essere valutato l'impegno del nuovo governo. E sul quale va misurata anche la serietà delle forze di opposizione". A dirlo in un messaggio, il presidente emerito Giorgio Napolitano in vista del voto di fiducia a cui non parteciperà per motivi di salute.Mentre Fiano del pd : "Il Parlamento dovrebbe avere qualche certezza in più sui rapporti tra Lega, M5S e la Russia.

Utilizzeremo gli strumenti del sindacato ispettivo in Parlamento per capirne di più. Penso che la Russia in questi anni sia stata interessata ad avere relazioni con partiti che avessero una volontà di forte cambiamento dell'Europa. Sarebbe normale se fosse solo un rapporto politico, se poi ci fossero dei patti stipulati vedremo...". Lo ha detto Emanuele Fiano, deputato del Pd, su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano, a proposito delle accuse di Soros alla Lega di avere rapporti stretti con Putin...

"Sono molto preoccupato" della vicinanza del nuovo governo alla Russia. Lo ha detto il magnate americano-ungherese, George Soros, ricordando che "questo è un aspetto su cui si trova d'accordo il nuovo governo, hanno detto che sono a favore della cancellazione delle sanzioni contro la Russia". Putin "cerca di dominare l'Europa, non vuole distruggerla ma sfruttarla perché ha la capacità produttiva, mentre l'economia russa sotto Putin può solo sfruttare le materie prime e le persone". E' "una forte minaccia e sono davvero preoccupato, c'è una stretta relazione tra Matteo Salvini e Putin". George Soros è stato ospite del Festival dell'Economia di Trento.

"Sono molto preoccupato" della vicinanza del nuovo governo alla Russia. Lo ha detto il magnate americano-ungherese, George Soros, ricordando che "questo è un aspetto su cui si trova d'accordo il nuovo governo, hanno detto che sono a favore della cancellazione delle sanzioni contro la Russia". Putin "cerca di dominare l'Europa, non vuole distruggerla ma sfruttarla perché ha la capacità produttiva, mentre l'economia russa sotto Putin può solo sfruttare le materie prime e le persone". E' "una forte minaccia e sono davvero preoccupato, c'è una stretta relazione tra Matteo Salvini e Putin". George Soros è stato ospite del Festival dell'Economia di Trento..

 

Con Giuseppe Conte presidente del Consiglio e Giovanni Tria ministro dell'Economia, nasce il governo di Movimento Cinque Stelle e Lega. A quasi tre mesi dalle elezioni e a un passo dal ritorno alle urne. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che saranno ministri e vicepremier, siglano l'accordo al termine di un lungo faccia a faccia alla Camera. A sbloccare l'impasse è soprattutto un cambio di ruolo di Paolo Savona, il professore anti-euro cui Sergio Mattarella aveva negato l'Economia: avrà la delega alle Politiche europee. "E' stato raggiunto l'accordo per un governo politico M5s-Lega", recita una nota di Di Maio e Salvini alle sette di sera. "Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi del contratto, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani", sono le prime parole di Conte da premier, dopo aver letto al Quirinale, tre ore più tardi, la lista dei suoi ministri. 

Savona viene spostato al dicastero senza portafoglio degli Affari europei. Per l'Economia spunta Tria, preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, professore che ha lavorato con Renato Brunetta, è "tiepido" sull'Euro e sostiene la Flat tax anche a costo di aumentare l'Iva. Agli Esteri arriva Enzo Moavero Milanesi, una vita nelle istituzioni europee e già ministro all'Ue con Monti e Letta. Affiancherà Conte a Palazzo Chigi, con il delicato incarico di sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti. Salvini sarà ministro all'Interno, Di Maio prenderà il super-dicastero di Lavoro e Sviluppo Economico (dovrebbe chiamarlo "Welfare"). Alla Difesa Elisabetta Trenta, Alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), Giulia Grillo (M5s) alla Sanità, Riccardo Fraccaro (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, alle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s), Marco Bussetti (M5s) all'Istruzione, Alberto Bonisoli (M5s) ai Beni Culturali

"Si è concluso un complesso itinerario", chiosa il capo dello Stato, che alle 16 riceverà al Colle il nuovo presidente del Consiglio e la squadra dei diciotto ministri, tra cui cinque donne, per il giuramento. Nasce un governo politico, dunque. Un governo giallo-verde. Con Di Maio e Salvini vicepremier. E due professori, Conte e Tria, a Palazzo Chigi e via XX Settembre. Nascerà ufficialmente, all'inizio della prossima settimana, con il voto di fiducia in Parlamento di M5s e Lega. Dice "No" Forza Italia, che annuncia "battaglia per i cittadini". E annunciano un'opposizione dura Partito democratico e Liberi e uguali: "Costruiremo l'alternativa - dice Maurizio Martina - al governo populista e di destra che ha un programma pericoloso, antieuropeo e iniquo". Fratelli d'Italia, che era disponibile al "Sì" alla fiducia, sceglie la linea dell'astensione. "Per patriottismo - dichiara Giorgia Meloni - diamo una mano perché l'Italia è sotto attacco e non ci possiamo permettere il voto a luglio". E' questo un passaggio chiave per la nascita del governo: M5s era infatti contrario a dare ministeri al partito di Meloni e solo lo stop di Salvini all'alleata sblocca l'intesa, nella lunga trattativa finale tra M5s e Lega.

A riaprire i giochi è stata mercoledì sera la disponibilità data da Di Maio al Quirinale a spostare Savona dall'Economia a un altro ministero. Salvini si prende una notte di riflessione. Poi interrompe la sua campagna elettorale per le comunali e nella mattina di giovedì torna a Roma. Dopo un incontro con Meloni a Montecitorio, si riunisce in conclave con Di Maio per comporre il rebus finale dei ministeri. Restano riuniti l'intero pomeriggio, a un certo punto qualcuno li fotografa su un terrazzo della Camera. 

Intanto li raggiunge Conte, che arriva in treno da Firenze dopo aver tenuto una lezione all'università. Alle 19, la fumata bianca. "Forse finalmente ci siamo dopo tanti ostacoli, attacchi, minacce e bugie", scrive Salvini su Facebook prima di partire per un comizio a Sondrio. Dopo pochi minuti Carlo Cottarelli, cui il presidente della Repubblica aveva affidato l'incarico di formare un esecutivo "neutrale" per portare al voto anticipato, sale al Quirinale a rimettere il mandato. "E' stato un grande onore servire il Paese anche se per poco. Un governo politico è di gran lunga la migliore soluzione anche per l'incertezza che deriverebbe dalle elezioni", dichiara ringraziando i suoi potenziali ministri. La sala stampa applaude. Mattarella lo ringrazia "per senso delle istituzioni". 

Il premier Giuseppe Conte è uscito dalla sua abitazione, nel centro di Roma, per andare a Montecitorio. E' salito su un taxi e ai cronisti che l'aspettavano ha detto: "Emozionato? Beh sì, un po' emozionato lo sono".

"Grande forza, grande entusiasmo e determinazione vogliamo lavorare nell'interesse del paese degli italiani cercheremo di fare il nostro massimo. Il Paese ha bisogno di fiducia, ha bisogno che si creino i presupposti per poter andare tutti fieri e orgogliosi di questo paese". Così il neo presidente del Consiglio Conte ha risposto ieri sera all' uscita da una pizzeria romana. Ai cronisti che gli hanno chiesto se il governo nasce debole Conte ha risposto: "Dimostreremo coi fatti che non lo è".

Romano, classe 1948, Tria, forte di un esordio con laurea in giurisprudenza alla Sapienza nel 1971 a cui hanno fatto seguito più di 35 anni di esperienza accademica e professionale nel mondo dell'economia, ha detto la sua su alcuni dei cavalli di battaglia della coalizione Lega-M5S. Uno di questi la Flat tax, obiettivo perseguibile a suo parere eventualmente anche passando per l'aumento dell'Iva. Proprio a proposito dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote.

Proprio a proposito dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote

"Tuttavia sarebbe preferibile - è il suo punto di vista - contare meno sulle scommesse e far partire la riforma con un livello di aliquota o di aliquote, che consenta in via transitoria di minimizzare la perdita di gettito, per poi ridurle una volta assicurati gli effetti sulla crescita. Inoltre - incalza - non si vede perche non si debba far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell'Iva per finanziare parte consistente dell'operazione".

Durante la sua lunga carriera accademica e professionale ha spaziato tra sviluppo, ciclo economico e crescita, investimenti pubblici e ruolo della governance. Un corposo CV che lo vede tra l'altro presidente della scuola nazionale dell' amministrazione, membro della Società economia italiana, membro dell'American Economic Association, professore di Politica Economica a Tor Vergata, delegato del governo italiano nel Board of directors dell'Ilo (International Labour Office)

"Non ha ragione chi invoca l'uscita dall'euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali", ma non ha ragione neppure chi sostiene che l'euro è irreversibile. Bisogna cercare soluzioni condivise e cambiare insieme perché uscire dall'euro da soli "significa pagare solo costi senza benefici". Con queste parole Giovanni Tria affidava il suo 'pensiero europeo' a un intervento scritto lo scorso anno sul Sole 24 Ore a quattro mani con Renato Brunetta. Il profilo del nuovo responsabile di Via XX Settembre, attuale preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, si rivela dunque conciliante rispetto a uno dei nodi che maggiormente sono stati fonte di preoccupazione dell'opinione pubblica e del Capo dello Stato, ovvero il rapporto tra l'Italia e l'euro, ma decisamente più estremo quando si toccano problemi quali ad esempio quello fiscale e dell'Iva in particolare. 

Angela Merkel sarà "aperta" a collaborare con il nuovo governo italiano e aspetta, prima di commentare, che questo si costituisca. Lo ha ribadito il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, rispondendo in conferenza stampa a Berlino a una domanda sul nuovo governo.

"Il governo tedesco non dà valutazioni sugli elenchi dei ministri dei Paesi partner e non lo farà neppure nel caso del gabinetto italiano", ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, rispondendo a chi chiedeva una reazione alla composizione del nuovo esecutivo, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio ministri e vice premier, che hanno tuttavia rinunciato ad affidare a Savona il ministero dell'Economia.

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