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L'Europa chiede alla Grecia nuove misure di austerità

L'Europa torna alla carica. Placati gli animi, l'Eurogruppo torna a chiedere austerità alla Grecia; praticamente "vuole quel poco di sangue che potrebbe avere sulle vene" per poter tornare a parlare del debito. Insomma la vuole ridurre alla fame, a mio avviso.

Il Pil quindi scende e lo si scorge quotidianamente in ogni settore produttivo del paese. Lo scorso dicembre il fatturato industriale greco ha subìto un crollo significativo, pari al 13,5%. E i consumi? Scesi, del 4%. E la disoccupazione? Risalita a oltre il 24%. Per cui - è la vulgata che sta circolando con insistenza, non solo a Berlino - questa Grecia non potrà riuscire a raggiungere un avanzo di bilancio del 3,5% così come previsto dal memorandum. Dove la troika chiede nuove misure, tra cui l'iva al 24%, il governo si oppone ad una nuova austerity, chiedendo che non ci siano nuovi provvedimenti di tagli alla spesa e nuove imposte oltre quelli previsti negli accordi già presi in passato. Ma nel frattempo lo stallo non consente il pagamento della prossima tranche di prestiti di salvataggio a favore di Atene. 

L'Eurogruppo ha deciso che la Grecia deve approvare un 'pacchetto di contingenza', con nuove misure di austerità, che scatteranno se Atene non rispetterà i target di bilancio fissati per il 2015 e 2016. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Il Governo greco deve ora approvare questo pacchetto, e se ci sarà anche un accordo con i creditori su tutte le altre misure, giovedì prossimo ci sarà un Eurogruppo per sbloccare gli aiuti. 

Dieci giorni fa gli emissari dei creditori internazionali ad Atene la “troika” Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europea dopo due giorni e due notti di serrate trattative, hanno lasciato la capitale ellenica senza un punto di contatto con il governo Tsipras che sull'argomento ha avuto una conversazione telefonica con la cancelliera Angela Merkel.

"Serve un pacchetto di contingenza che includa misure di austerità addizionali", ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem dopo la riunione informale che si è tenuta ad Amsterdam tra i ministri delle Finanze dell'Eurozona. "Questo meccanismo deve essere credibile, automatico e deve essere basato su obiettivi fattuali", ha aggiunto Dijsselbloem, "Siamo pronti a lavorare il più velocemente possibile nei prossimi giorni su questo meccanismo contingente. Poi si potrà aprire una seria discussione sul debito, come promesso in agosto". Secondo Dijsselbloem, tuttavia, bisognerà capire se misure sul debito pubblico saranno effettivamente "necessarie e tutti gli obiettivi saranno completati". Su questo argomento il ministro olandese ha sottolineato che non si discuterà eventualmente di un taglio, ma "la possibilità di riprofilare il debito e lavorare sulle maturità". Una riunione definitiva dovrebbe arrivare giovedì prossimo, quando sarà convocato un nuovo eurogruppo

"Il pacchetto di contingenza sono misure che vanno attuate nel caso in cui non si raggiungono i target fissati. Devono essere basate su fattori oggettivi che indichino quando le misure scattano", ha detto Dijsselbloem. Quali misure e cosa le fa scattare saranno decisioni prese assieme al ministro greco Tsakalotos, con il quale "lavoriamo costruttivamente". "Se abbiamo un pacchetto possiamo avere un nuovo Eurogruppo giovedì prossimo", e può anche cominciare la discussione sul debito, ha chiarito. L'Eurogruppo ha dato mandato a Dijsselbloem di individuare le modalità di un possibile alleggerimento del debito, che dovrà rispettare comunque i limiti fissati dalla discussione dell'anno scorso. Ovvero: no ad un taglio del debito, si potrà considerare solo un 'reprofiling', con estensione delle scadenze o dei periodi di grazia

Le misure di contingenza "devono essere approvate in anticipo, devono essere credibili, scattare con precisione. Sono fiduciosa che tutti possiamo lavorare insieme costruttivamente". Lo ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, che ha anche ribadito che il Fondo non cambia posizione sulla necessità di un alleggerimento del debito: "Il programma deve andare su due gambe, le misure e la sostenibilità del debito. Niente è deciso finché tutto è deciso".

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