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World Watch List 2024: i cristiani perseguitati nel mondo sono 365 milioni

Sono oltre 365 milioni (5 milioni in più rispetto all'anno scorso) i cristiani nel mondo che subiscono un livello alto di persecuzione per la loro fede, 317 milioni se si considerano solo i 50 Paesi nei quali il livello di persecuzione è estremo. Il dato emerge dal rapporto World Watch List 2024 della Ong Open Doors/Porte aperte, che denuncia l'aumento della persecuzione ai cristiani, mai così intensa in 30 anni.

Il fenomeno riguarda un cristiano su 7, che diventa uno su 5 in Africa e 2 su 5 in Asia. Nel dossier si sottolinea che si mantiene, in termini assoluti, una impressionante accelerazione delle persecuzioni negli ultimi dieci anni. Il rapporto raccoglie le analisi di circa quattromila persone, tra reti locali, ricercatori ed esperti esterni e prende in esame "Chiese storiche", comunità di espatriati o di immigrati e quelle convertite al cristianesimo.

Quello che è emerge è che durante il periodo preso in considerazione, che va dall’ottobre 2022 al settembre 2023, si è registrato il livello più alto di persecuzione mai accertato dalla nascita, 31 anni fa, della World Watch List, continuando un trend in costante aumento da dieci anni. Una condizione che è valida sia a livello assoluto – i cristiani perseguitati sono aumentati di cinque milioni rispetto allo scorso anno – sia a livello relativo, sommando i vari parametri. “Questo accade”, spiega ai media vaticani il direttore di Porte Aperte Cristian Nani, “perché nelle nostre analisi i punteggi di ogni singolo Stato che viene analizzato nelle cinque aree della vita del cristiano – privata, famigliare, nazionale, chiesa, e società - sono tutti peggiorati, così come è peggiorato anche l’indicatore della violenza anticristiana”.

«Impressionante» anche il dato degli attacchi o delle chiusure di chiese e altre proprietà pubbliche cristiane (ospedali, scuole e simili): si è passati dai 2.110 casi del 2022 ai 14.766 del 2023, soprattutto a causa dell’oppressione portata avanti dal Partito comunista in Cina, dove sono avvenuti circa 10mila casi.

I cristiani nel mondo non patiscono soltanto una persecuzione fatta di violenza. Esiste anche la realtà della discriminazione che in molti paesi, come il Pakistan, si esprime in molte forme: discriminazione sul lavoro, mancato accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione di soccorsi dopo calamità naturali e burocrazia che impedisce l’autorizzazione alla costruzione di edifici per il culto.

«Non solo i massacri e i rapimenti, ma le oltre 14.000 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse, le oltre 27.000 attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una “Chiesa profuga” che grida aiuto».

L’aumento della persecuzione anticristiana è dovuto soprattutto all’estremismo religioso, in particolare quello islamico nell’Africa subsahariana e nel Medio oriente, e alle paranoia delle dittature comuniste, a partire da quella che governa il Nicaragua, che l’anno scorso è salito dal 50mo al 30mo posto della classifica.

Va infine sottolineato l’inquietante fenomeno della «persecuzione digitale», modello sviluppato dalla Cina soprattutto durante la pandemia di Covid-19 e poi esportato ad altri paesi come Myanmar, India, Vietnam e Russia.

Il periodo preso in considerazione va dall'ottobre 2022 al settembre 2023. Su cento Paesi monitorati, 78 hanno un livello di persecuzione considerato almeno "alto", mentre quelli a livello "estremo" sono passati in un anno da 11 a 13. Il primo in classifica è, come sempre dal 2002, la Corea del Nord, dove è impossibile vivere la fede cristiana. Seguono Somalia, Libia, Eritrea e Yemen. Paesi dove, si legge nel rapporto, "la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani - soprattutto quelli convertiti - rischiano la morte".

Al sesto posto c'è la Nigeria, che detiene il record di cristiani uccisi a causa della violenza jihadista. Sono 4.118 sui 4.998 totali nel mondo - il secondo è la Repubblica Democratica del Congo con 261. Si tratta di uno dei pochi numeri assoluti in calo rispetto allo scorso anno, quando i cristiani uccisi furono 5.621. Secondo Porte Aperte il calo è dovuto ai mesi antecedenti alle elezioni in Nigeria, periodo in cui i massacri si sono fermati per poi ricominciare dopo il voto.

Nel Paese africano c'è stato anche il numero più alto di rapimenti di cristiani, 3.300 sui 3.906 globali, ma in generale è tutta la fascia del Sahel a essere particolarmente difficile a causa dei gruppi islamisti. Il Pakistan - costantemente tra le prime dieci nazioni in cui la vita dei cristiani è più difficile - si trova al settimo posto ed è il secondo per le violenze contro i cristiani. Sale all'ottavo posto dal decimo il Sudan, seguito dall'Iran.

Decimo posto per l'Afghanistan, dove la violenza sui cristiani è calata dopo le persecuzioni degli anni precedenti che hanno portato molte comunità a fuggire. "La vita dei cristiani non è ora più sicura", si legge, "ma semplicemente i talebani hanno smesso di cercarli". L'India - undicesimo in classifica - è lo Stato con il maggior numero di cristiani arrestati - 2.332 su 4.125, seguito da Eritrea (400), Cuba (75) e Nicaragua (60).

Tra i nuovi Paesi in cui la persecuzione ha raggiunto il livello "estremo" ci sono la Siria e l'Arabia Saudita. Fra gli altri dati emersi globalmente ci sono anche 14.766 attacchi alle Chiese e ai luoghi di culto mentre sono decine di migliaia le aggressioni personali e alle attività economiche. La ong Porte Aperte dichiara inoltre che è difficile raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della fede: in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali.

Tuttavia, un dato minimo di partenza, secondo stime incrociate con testimonianze raccolte, è 2.622 (erano 2.126 l'anno scorso), a cui si sommano oltre 609 matrimoni forzati. Questi sono la punta di un iceberg ben più imponente. La vulnerabilità domestica colpisce specificamente le donne e i bambini appartenenti alle minoranze. In Nigeria la violenza sessuale viene usata come arma per terrorizzare le comunità cristiane, così come in Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Camerun e Repubblica Centrafricana. Ma abusi si sono registrati anche in Siria, Pakistan, Arabia Saudita e India.

Fonte Fonte Vaticana /agi / tempi / e varie agenzie

 

 

 

 

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