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Fedriga stravince in Friuli Venezia Giulia

Nessuna sorpresa alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia: il governatore uscente Massimiliano Fedriga è stato riconfermato col 64% mentre il suo sfidante candidato da Pd-M5S, Massimo Moretuzzo, si è fermato al 29%. "E' un onore essere stato rieletto", dice il governatore confermato che incassa subito i complimenti della premier Giorgia Meloni: "Una vittoria che premia il modello amministrativo e il buongoverno del centrodestra e che ci sprona a fare sempre meglio".

Percentuali letteralmente bulgare, quindi, e vittoria schiacciante per un centrodestra che riesce così a bissare il successo ottenuto da Attilio Fontana in Lombardia lo scorso mese di febbraio, e a collezionare un en plein che gli garantirá di fatto il dominio incontrastato nell’intero Nord, dalla Liguria al Friuli, passando per Piemonte, Lombardia e Veneto.

Ma le brutte notizie per i dem non finiscono certo qua. C’è addirittura di peggio. I dati provenienti dal Friuli Venezia Giulia restituiscono infatti un risultato ancor più preoccupante, ovverosia quello relativo alla coalizione. Al primo vero banco di prova il tanto atteso tandem Conte-Schlein floppa clamorosamente. Massimo Moretuzzo, candidato del centrosinistra, si è infatti fermato ad un insoddisfacente 28,4%, staccato di quasi 36 punti percentuali dal candidato di centrodestra, l’uscente Massimiliano Fedriga, confermato trionfalmente governatore con il 64,26% dei voti.

In Friuli Venezia Giulia non c'è stato il sorpasso di Fratelli d'Italia, la cui lista si è fermata al 18%, mentre la Lega è primo partito al 19%, quando mancano duecento sezioni sulle 1.360 complessive. Al terzo posto la lista Fedriga che supera il 17%, segue il Pd che tiene al 16,7%.

Staccata Forza Italia, a poco più del 6%. Il candidato di centrosinistra, Massimo Moretuzzo, sconfitto, ha pagato probabilmente il peso di una coalizione dall'andamento incerto, se si pensa alle sorti nazionali del campo largo Pd-M5S. Non c'è stata l'ondata FdI ma non c'è stato nemmeno l'effetto Schlein, che sembrava potesse scardinare più di un equilibrio. Cala M5s al 2,4% superato persino dalla galassia No Vax: la loro candidata, Giorgia Tripoli, ottiene il 4,6% sorpassando il Terzo polo il cui candidato, Alessandro Maran, si ferma al 2,7% ("Un risultato deludente", dice Calenda). Cala l'affluenza, seguendo un andamento generalizzato delle ultime tornate elettorali, con un 45% di votanti che segna uno dei dati più bassi in regione di presenza alle urne.

L'effetto Schlein c'è. Ma al momento non si vede. Il voto in Friuli Venezia Giulia segna il tonfo del campo largo Pd-M5s che crollano sotto il 20%. Le elezioni che riconsegnano la guida della Regione per altri cinque anni nelle mani del leghista Massimiliano Fedriga, certificano la prima battuta d'arresto per la segreteria dem. Il centrodestra vola oltre il 60%. 

Nel fronte progressista si leccano le ferite. La «pupilla» di Carlo De Benedetti conquista il primo record della sua gestione: è riuscita a fare peggio di Enrico Letta all'esordio elettorale. Alle Politiche il disastroso e bistrattato Letta aveva ottenuto con il Pd il 18,4% in Friuli. Con Elly Schlein i dem si fermano al 16,6. La segretaria ammette la sconfitta: «Complimenti a Fedriga, che ha vinto nettamente in Friuli-Venezia Giulia. Ringraziamo Moretuzzo e tutta la coalizione che l'ha sostenuto per l'impegno. Riorganizzeremo insieme un'opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza, ma con determinazione».

Nel M5s è notte fonda. Giuseppe Conte viene doppiato dalla candidata no vax. Nella terra dell'ex ministro Stefano Patuanelli i Cinque stelle raccolgono un misero 2,4%. Con queste cifre i grillini sarebbero fuori dal Parlamento. Alle Politiche Conte aveva ottenuto il 7,9. Un risultato in linea con i voti conquistati dalla lista M5s alle regionali di 5 anni fa. Più che dimezzati i voti in 6 mesi. Disfatta senza appelli. Pd e Cinque stelle si presentavano uniti a sostegno di Massimo Moretuzzo. Doveva essere la prima tappa della rimonta della corazzata Schlein-Conte-Landini. Per il rinato campo largo Pd-M5s è già tempo di riflessione

Fonte Varie Agenzie e il Giornale

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