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Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno ribadito l'unità del centrodestra e l'intenzione di chiedere un incarico di governo per la coalizione che ha raccolto più voti alle elezioni del 4 marzo. Matteo Salvini su questo punto, subito dopo il colloquio con Mattarella è stato chiarissimo: "Siamo disponibili a dar vita ad un governo per risolvere i problemi degli italiani. Confidiamo che Mattarella ci dia modo di trovare una maggioranza in Parlamento".

Il leader leghista davanti insieme a Berlusconi e Giorgia Meloni ha ribadito che "la coalizione spera di trovare una maggioranza in Aula". Insomma il centrodestra di fatto in modo compatto ha chiesto al Colle l'incarico per la formazione di un nuovo esecutivo. Viene dunque totalmente respinta la mossa dei Cinque Stelle che avevano espresso nuovamente il veto su Forza Italia e su Berlusconi. Un'offerta quella dei Cinque Stelle che ha creato qualche tensione della coalizione nel corso della notte dopo il vertice a palazzo Grazioli. 

Di fatto con il nuovo vertice di questa mattina, il centrodestra ha sciolto i nodi e ha trovato la quadra per una posizione chiara e comune: "L'incarico spetta noi". Un messaggio che adesso rovescia il fronte e mette ai margini Di Maio...

"Confidiamo che il presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente perché stanti così le cose la nostra coalizione rappresenta l'ambizione e la speranza di 60 milioni italiani. Confidiamo di poterci mettere nelle prossime ore finalmente a lavoro". Lo dice Matteo Salvini, a nome della delegazione del centrodestra, al termine delle consultazioni. 

I primi a salire al Quirinale sono stati gli esponenti del Movimento cinque stelle. Di Maio ha chiuso a governi tecnici e ha evidenziato che 'se c'è la buona volontà è ancora possibile un governo politico'. Il centrodestra è salito al Colle dopo un vertice in mattinata a Palazzo Grazioli. Il centrodestra, secondo quanto si è appreso, chiederà al Quirinale un mandato per andare in Parlamento a verificare la maggioranza.

"Oggi siamo in un'altra fase e io ho detto, ma su questo punto la Lega lo sapeva già, che io sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo con reddito cittadinanza, abolizione Fornero, e una serie di misure anti-corruzione", ha ribadito Di Maio al termine dell'incontro. "Quando dico - ha detto inoltre - vogliamo fare un contratto con la Lega stiamo considerando una forza politica: la novità è che siamo disposti a trovare un presidente del Consiglio insieme. 

Se abbiamo eletto delle cariche istituzionali è bene che continuino a fare le cariche istituzionali"."Se non ci sono condizioni per governo politico - ha detto ancora - consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti, allora per noi si deve tornare al voto nella consapevolezza che sarà un ballottaggio: ora è chiaro che ci sono due realtà politiche che competono per governo di questo Paese e gli italiani sceglieranno". 

"No a incarichi al buio, no a trasformismi, no a soluzioni politiche raffazzonate, si a uno sforzo super partes". Lo ha detto il reggente del Pd Maurizio Martina dopo le consultazioni al Quirinale col presidente Mattarella. "Noi - ha detto ancora - abbiamo confermato al presidente della Repubblica piena fiducia nella sua iniziativa che supporteremo fino in fondo".

Dopo le quattro saranno ricevuti Leu, le Autonomie e i gruppi misti di Camera e Senato. Alle 17.30 e alle 18 saranno sentini, infine i presidenti delle Camere.

 

 

 

 

Farò tutto il possibile fino all'ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell'emergenza del Paese che è il lavoro", ha detto Salvini. "Mi farò portatore nei prossimi giorni di trattative a Roma della diffusione della 'margherita Itala', perché è la più resistente, vince chi è più resistente, datemi tante 'margherite Itale', così vediamo di mettere in piedi questo Governo, che è un parto" ha aggiunto Salvini stamani a Genova in visita a Euroflora riferendosi al nuovo fiore che l'Istituto per la floricoltura ligure ha voluto dedicare a Italo Calvino.

"Noi siamo disponibili a prendere l'attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l'unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza".

"Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone - ha detto Matteo Salvini a Luigi Di Maio -, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferiscono litigare lo faremo da soli. Bloccare anche la partenza dei lavori delle commissioni parlamentari è da irresponsabili".

Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha convocato per lunedì un nuovo giro di consultazioni per la formazione del governo. Le consultazioni si terranno in un unico giorno. Il capo dello Stato pressa i partiti: ""A distanza di due mesi - si sottolinea al Quirinale - le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi - si rileva - è tramontata anche la possibilità di un'intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Pd. Il presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni, in un'unica giornata, quella di lunedì per verificare se i partiti abbiano altre prospettive di maggioranze di governo".

"L'auspicio è semplice: speriamo e auguriamo che presto si trovi un soluzione. Avevo già detto che assicuravamo preghiere al presidente Mattarella, mi pare che le dobbiamo aumentare ancora di più". Così ha risposto il sostituto della Segreteria di Stato vaticana, mons. Angelo Becciu richiesto dai cronisti di un commento sulla fase politica di stallo. "Noi - ha precisato - siamo spettatori, auguriamo e preghiamo che al più presto si trovi la soluzione migliore per il Paese".

L'Italia resta fanalino di coda d'Europa per la crescita, la più bassa dei 28 Paesi assieme a quella del Regno Unito. Per entrambi i Paesi il pil 2018 crescerà di 1,5%, per poi rallentare a 1,2% nel 2019. La più alta è quella di Malta (5,8% nel 2018 e 5,1% nel 2019) seguita da Irlanda (5,7% e 4,1%). E' quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue

Gli sforzi strutturali fatti dall'Italia per il 2018 "sono pari a zero, questi sono fatti che emergono dalle nostre previsioni e possiamo anche trarne delle conclusioni in termini di sorveglianza dei conti ma non è una lezione da trarre oggi, ne parleremo nel pacchetto di primavera" del 23 maggio: lo ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici rispondendo a chi gli chiedeva se l'Italia avesse fatto lo sforzo di 0,3% che la Ue aveva chiesto al Governo.

lntanto inizia la direzione del Pd al Largo del Nazareno. Dopo le tensioni di ieri non è escluso che nella riunione possa esserci un voto anche se nelle ultime ore renziani e 'governisti' starebbero cercando di trovare una mediazione per evitare fratture.  Lo si apprende da diverse fonti Dem. Il testo, che confermerebbe la fiducia a Maurizio Martina, rischia però di non convincere una parte della minoranza del partito, che vorrebbe "chiarezza" sulla linea politica e circostanziare meglio il mandato di Martina, per evitare che Renzi continui a esercitare una guida di fatto del partito.

"Chiederemo il voto su un documento che affermi il No a Salvini e No a Di Maio. Voteremo sicuramente tutti anche la fiducia a Maurizio Martina fino all’assemblea" che dovrà essere convocata per decidere se eleggere un segretario o indire il congresso. È la linea affermata da fonti renziane qualificate, a ridosso della direzione. Se si andrà alla conta sul documento che dice no alle ipotesi di governo con M5S o Lega, i renziani sono convinti di avere già i numeri: 120 membri della direzione a favore, contro 80. Secondo fonti "governiste", invece, il fronte che sostiene Martina avrebbe 96 voti contro i 112 dei renziani: al netto delle assenze, sostengono, i numeri sarebbero sul filo e perciò una parte della minoranza contesta il voto dei venti membri della segreteria renziana, perché in grado di condizionare il risultato.

"Non credo ci sia questo punto all'odg, Martina non è in discussione, gode della fiducia di tutto il partito", sottolinea anche Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, risponde a chi, a Radio Radicale, gli domanda se ci sarà oggi in direzione un voto pro o contro il segretario reggente Maurizio Martina.

Cosi resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto. Intanto continuano i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio ribadisce di voler fare "di tutto" per tentare la formazione di un governo ma si dice anche a disposizione di un tavolo con i pentastellati sulle riforme. 

"Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!", ha scritto su Twitter Di Maio postando una dichiarazione del leader leghista del 2012 in cui Salvini diceva "no a possibili assi tra Carroccio e il Cavaliere", "nessun leghista è disposto a puntare ancora su un'alleanza con Berlusconi".

Non resta che tornare subito al voto. Noi non abbiamo alcun problema nel farlo perchè ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perchè, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l'Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito. Al voto". 

"In questi 55 giorni i bugiardi Renzi e Berlusconi si sono sempre sentiti ma la verità è che anche Renzi e Salvini si sentivano - ha detto Luigi Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta -. Se l'obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito. Salvini lo dica: se vuole andare al voto non è vero quello che sto dicendo ma se non vogliono andare al voto lo devono dire a tutti gli italiani". "A me è costato molto" offrire un contratto di governo al Pd, ma "il mio obiettivo era dare un governo al Paese". Poi Di Maio aggiunge: "Mi è costato perchè quello che pensavo del Pd lo penso tuttora. Secondo conosco i problemi del Pd e poi molti nostri attivisti e amministratori stanno combattendo il Pd nei territori". 

Poi il segretario della Lega Matteo Salvini, alludendo alle accuse lanciategli da Luigi Di Maio, ha detto: "Le mie sono scelte politiche dettate unicamente dalla coerenza, dalla lealtà e dal rispetto del voto degli italiani. Chiunque parli di soldi, prestiti, fideiussioni, regali e ricatti inesistenti a me e alla Lega, se finora è stato ignorato, da domani sarà querelato". 

 

 

 

"Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi", ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Aspettiamo - prosegue il presidente della Camera Fico - anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato ".  "Io penso - ha aggiunto - sia importante ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini". 

I Dem con Maurizio Martina hanno sottolineato i passi in avanti di M5s, ma anche le diversità rispetto ai pentastellati e fatto sapere che sarà la direzione del Pd a decidere la linea da tenere rispetto al confronto avviato. Luigi Di Maio, dal canto suo, è tornato a chiudere con la Lega. "Accordo col Pd o si torna al voto", ha detto.

Dopo il termine del secondo round di consultazioni si attende la riunione della riunione della direzione del PD fissata per il 3 maggio. Intanto nel centrodestra Matteo Salvini ribadisce la fedeltà al centrodestra. "I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi ? - dice mentre è in Friuli in campagna elettorale per le regionali - Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d'ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra".

"Lasciare Berlusconi - ha sottolineato - non è l'unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi". "Se Mattarella regala agli italiani - ha detto ancora - una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana", ha aggiunto Salvini "e così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano".

Intanto e' un nuovo scontro a distanza tra Di Maio e Berlusconi. "Bisogna mettere mano a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini", ha detto Luigi Di Maio al termine del colloquio con il Presidente Fico.

"Ha detto così? E' una cosa molto grave" perché "non c'è possibilità commerciale" che Mediaset "possa prendere partito per qualcuno perché eliminerebbe dalla sua audience gli altri", ha replicato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "Mi lamento come sia sempre con tutti e un po' meno con noi, per non essere televisione partigiana", ha aggiunto riferendosi a Mediaset. 

"Il linguaggio di Di Maio è preoccupante - ha detto il leader di Forza Italia -, si vuole toccare un avversario politico nella sua attività privata e sul patrimonio, da esproprio proletario da anni 70, è un pericolo per la democrazia e la libertà". 

Poi in serata Berlusconi rincara la dose: "Un grande grande lavoro da fare è riorganizzare tutto ciò che è pubblico in Italia", ma "non lo può certo fare un ragazzino che ha trent'anni, non ha mai lavorato e non è neanche mai riuscito a laurearsi", ha detto durante un incontro con i cittadini al Teatro Palamostre di Udine. 

"Non mi sento assolutamente minacciato - ha detto ancora replicando alle affermazioni di ieri di Di Maio- dalle tv di Berlusocni. Ognuno è libero di scrivere o raccontare quello che vuole: non penso che in Italia ci siano rischi di questo tipo", ha aggiunto.

"Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle - ha concluso - sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani". "Fossi un elettore dei Cinquestelle avrei o problemi o vergogna: però ognuno fa le proprie scelte".

"Non ci si può fossilizzare sull'idea di difendere per partito preso tutto quello che hanno fatto i governi in questi anni: dal voto del 4 marzo sono emerse delle richieste chiare sui problemi del precariato, sugli insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, sulle grandi opere inutili". Luigi Di Maio pronuncia queste parole nel suo intervento al termine dell'incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. 

E nel Pd la frase non passa inosservata e viene presa come una richiesta di discontinuità irritando più di un dirigente renziano. Un altro passaggio poco apprezzato è quello in cui Di Maio fa un distinguo tra i Dem: "Chiedo uno sforzo al Pd - afferma il capo del M5s - non si può chiedere al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche...ho visto alcune dichiarazioni in questi giorni" di esponenti del Pd, "e non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo".

"Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd", ha detto Di Maio al termine del colloquio della delegazione M5s con Fico. "Capisco - ha detto ancora - chi nel M5s dice 'mai col Pd' e chi dal Pd dice 'mai col M5s' ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un'ottica che non è di schieramento". 

"Non so - ha detto ancora - come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all'altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno", così come "con i loro tempi che rispettiamo gli organi" del Pd faranno le loro valutazioni. Infine, un attacco a Berlusconi: "Bisogna mettere mano - ha detto il Cav - a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini".

 

 

Farò tutto il possibile fino all' ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell'emergenza del Paese che è il lavoro", ha detto Salvini. "Mi farò portatore nei prossimi giorni di trattative a Roma della diffusione della 'margherita Itala', perché è la più resistente, vince chi è più resistente, datemi tante 'margherite Itale', così vediamo di mettere in piedi questo Governo, che è un parto" ha aggiunto Salvini stamani a Genova in visita a Euroflora riferendosi al nuovo fiore che l'Istituto per la floricoltura ligure ha voluto dedicare a Italo Calvino.

"Noi siamo disponibili a prendere l'attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l'unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza".

"Sono umilmente a disposizione da oggi pomeriggio, quando e dove si vuole, con chi si vuole, in diretta o non in diretta, a sederci attorno a un tavolo con il M5S - dice Salvini - partendo dalla riforma delle pensioni, del lavoro, del sistema fiscale, del sistema giudiziario, del sistema scolastico, punto per punti, senza professoroni, per decidere come si fanno queste riforme".

Resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto. Il PD si prepara alla direzione mentre continuano i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio ribadisce di voler fare "di tutto" per tentare la formazione di un governo ma si dice anche a disposizione di un tavolo con i pentastellati sulle riforme. "Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!".

Intanto braccio di ferro nel Pd in vista della direzioni. I renziani predispongono un documento per chiedere che non vi siano conte. Ma i 'non renziani' starebbero valutando la richiesta di un voto sul mandato di Martina

Niente "conte interne" alla Direzione di domani: lo "stallo" politico è "frutto dell'irresponsabilità" di M5s e centrodestra; sì al confronto ma niente fiducia "a un governo guidato da Salvini o Di Maio". Sono questi i tre punti di un breve documento predisposto dai renziani sui quali da ieri è partita una raccolta di firme tra i parlamentari e i membri della Direzione del Pd. Al momento sarebbero state raccolte le firme di 77 deputati su 105 e 39 senatori su 52. Tra i firmatari anche i capigruppo Delrio e Marcucci. "Siamo parlamentari eletti con il PD e membri della Direzione - esordisce il Documento - Proveniamo da storie e percorsi diversi. 

Non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte" "

1. Crediamo dannoso - si legge ancora - fare conte interne nella prossima Direzione. È più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia. 

2. Crediamo che lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell'irresponsabilità del Centrodestra e del Movimento Cinque Stelle che con la loro campagna elettorale permanente hanno messo e stanno continuando a mettere in difficoltà il nostro Paese. 

3. Crediamo che il PD debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell'esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. 

Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. È utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale", conclude il documento.

Elsa Fornero torna a gettare odio. Lo fa in un momento politico difficile in cui servirebbero toni sobri anziché attacchi violenti e personali.

Da cittadina - ha detto ospite di Circo Massimo su Radio Capital - mi preoccupa un governo a guida Salvini". Che tra i due non scorra buon sangue, non è certo un mistero. Matteo Salvini non l'ha mai perdonata per la riforma previdenziale che, dopo essere stata attuata sotto il governo Monti, ha fatto piangere migliaia di italiani per diversi anni. E lei, l'ex ministro del Lavoro, non ha mai digerito gli attacchi (politici) alla riforma, che porta il suo nome, e le continue promesse del centrodestra di cancellarla.

Accanto al contrasto dell'immigrazione clandestina e alla flat tax, i punti cardine di un eventuale governo di centrodestra a guida Salvini c'è proprio l'abolizione della riforma Fornero. Il leader del Carroccio si è fatto carico di questa promessa con migliaia di esodati. Che il lavoro dell'ex ministro, scelto dall'allora premier tecnico Mario Monti per eseguire i diktat di Bruxelles sul piano previdenziali, sia un pasticcio, adesso lo dice anche l'Unione europea. 

Nei giorni scorsi, infatti,l' atteso "Pension Adequansy Report 2018 della Commissione Europea ha bocciato la Fornero e l'adeguamento automatico dell'età pensionabile legato alle aspettative di vita e ha invitato ad "affrontare gli effetti collaterali negativi delle riforme pensionistiche all'insegna dell'austerità". Anche davanti all'evidenza, per, l'ex titolare del Welfare non è disposta al mea culpa. Anzi, preferisce attaccare a testa bassa Salvini.

 

 

Al via le consultazioni di Fico: nel suo ufficio a Montecitorio il presidente della Camera che vedrà alle 14:30 il Pd e alle 18 il M5s. Mattarella ha dato a Fico fino a giovedì per verificare la possibilità di una maggioranza parlamentare tra i due partiti per costituire il Governo. "La nostra disponibilità al confronto c'è. E' Fico il candidato a premier del M5S?", dice il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci, che non è ottimista - "non vedo le condizioni" perché i programmi di Pd e M5s si possano allineare, rileva - ma aggiunge che "le sorprese in politica sono sempre dietro l'angolo".

Al giro di boa impresso dal Capo dello Stato con l’incarico esplorativo a Roberto Fico, l’imbarcazione di Matteo Salvini rimane indietro e quella di Silvio Berlusconi evita di scuffiare. Cosa che sarebbe successa se la Lega avesse spezzato la corda del centrodestra per fare un governo con M5S. L’ex Cavaliere non solo ha scampato questo pericolo, ma si è preso la soddisfazione di vincere le Regionali in Molise, ha evitato il sorpasso dell’alleato leghista e ha ribaltato i pronostici favorevoli ai pentastellati che lo hanno sempre tenuto fuori dalle trattative costruite dal Carroccio. L’ex Cavaliere è stato accusato dai grillini di essere colluso con la mafia e di rappresentare il male assoluto della politica italiana.

Ora Berlusconi, dopo aver fatto fallire il tentativo di Salvini, spera che fallisca anche quello di un governo M5S-Pd. Punta a quella che il leader di Forza Italia considera «l’unica soluzione possibile», il «governone», più o meno tecnico, con il sostegno di tutti. Già Salvini mette le mani avanti e dice «mai, piuttosto il voto». Ma questo è il copione che verrà scritto dalla prossima settimana e già vede distanti e divisi i partiti del centrodestra. Oggi invece lo sono sull’atteggiamento nei confronti del Quirinale.

Per Salvini la regola numero uno in democrazia è rispettare il voto degli italiani: «Significa far ragionare i primi due arrivati, i terzi restano invece in panchina. Non mi sembra che sia corretto che governino secondi e terzi e i primi restino fuori. 

Salvini deluso con il Colle per il mandato al presidente della Camera, bollandolo come «una presa in giro». «Il Pd ha perso in Italia, ha perso in Molise, se ci date una mano straperderà domenica anche in Friuli Venezia Giulia. Io non voglio vedere Renzi, Serracchiani o la Boschi al governo per i prossimi 5 anni. Non è giusto, non è normale, non è rispettoso. Certo, bisogna rispettare sempre le indicazioni del Presidente eccetera eccetera, ma farò di tutto perché non accada questa presa in giro». 

Dalla Meloni però non sono arrivate le stesse bordate di Salvini contro il Colle. Moderate anche le reazioni da parte di Forza Italia. Le capigruppo Gelmini e Bernini sostengono semplicemente che chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Un po’ più duro Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi parlamentari di Fi: «Ogni ipotesi diversa dal governo che parta dal centrodestra sarebbe il tradimento della volontà popolare espressa il 4 marzo e nel Molise». Di fatto nessuna forzatura, ma un modo per evitare che Salvini possa accusare l’alleato azzurro di volere «inciuciare» con governi tecnici o del presidente. Che è il vero approdo cui spera Berlusconi. «Se poi il Pd si scongela e fa un governo con Di Maio - osserva una parte di Forza Italia - noi andremo all’opposizione. Tutto il centrodestra andrà all’opposizione e per noi sarà una rigenerazione». Silvio invece vuole evitare questo «disastro per l’Italia». 

Poi Salvini, in campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia, butta lì una frase sibillina: «Alla fine possiamo tirarci su le maniche e provare a far da soli». Sembra riferirsi all’ipotesi che il centrodestra possa cercarsi in Parlamento i voti che gli mancano. C’è solo un «piccolo» impedimento: Sergio Mattarella non darà mai a Salvini l’incarico di provarci. Anche se questa è sempre stata la proposta di Giorgia Meloni. «Una strada che, se fosse stata percorsa sin dall’inizio, ci avrebbe probabilmente evitato settimane di balletti incomprensibili agli italiani», afferma la leader di Fratelli d’Italia, che considera il mandato di Fico «un tentativo con poche possibilità di riuscita». 

il Presidente della Repubblica ha dato mandato al presidente della Camera "per sondare quale governo? Pd-5Stelle hanno perso in Italia, hanno perso in Molise, se ci date una mano straperderanno domenica in Fvg. Io non voglio vedere Renzi, Serracchiani o la Boschi al governo per i prossimi cinque anni. Non è giusto, non è normale, non è rispettoso". "Bisogna rispettare sempre le indicazioni del Presidente ecc. ecc. ma farò di tutto perché non accada questa presa in giro", ha aggiunto. "Per il Governo si potrebbe fare la stessa cosa che avete fatto voi con la ricostruzione - ha detto il leader della Lega dal Friuli facendo un parallelo con la ricostruzione dopo terremoto -: se quelli con cui dovreste ricostruire cominciano a litigare e non si mettono d'accordo, alla fine possiamo tirarci su le maniche e provare a far da soli". 

"Non sono arrabbiato ma deluso perché gli italiani non meritano questo", ha detto Salvini rispondendo a una domanda sulla possibilità di un accordo tra Pd e M5S."Sono stanco, da un mese sento gente che litiga mentre io che avrei teoricamente potuto accampare pretese per fare il premier avendo vinto il centrodestra e avendo la Lega nella coalizione preso più voti, sono stato il primo a dire se serve faccio un passo a lato, mentre altri continuano a dire io io io". "I 5Stelle non possono pretendere che pezzi del centrodestra stiano alla finestra e Berlusconi non può pretendere che i 5Stelle restino a guardare. Mi auguro per gli italiani che non ci sia un governo 5Stelle-Pd perché fiscalmente parlando temo che sarebbe un disastro. Riportare al governo quelli che sono stati ultrasconfitti mi sembrerebbe una cosa irrispettosa nei confronti degli italiani. Se metti insieme M5S e sinistra tassano anche l'aria, anche il tombino, quindi mi auguro che non sia così". 

'Siamo e resteremo alternativi a M5s', ha detto il presidente del Pd, Matteo Orfini. "Ascolteremo ovviamente con rispetto e attenzione Fico, con rispetto sia per lui che per la funzione che rappresenta. Ma il mio parere resta quello dei giorni scorsi: eravamo, siamo e resteremo alternativi ai Cinque Stelle per cultura politica, programmi e idea della democrazia. Quindi non ci sono le condizioni per un accordo politico tra Pd e M5s. L'abbiamo sempre detto e lo ribadiamo nel merito". 

Secondo il segretario del Pd, Maurizio Martina: "Ci confronteremo con il presidente Fico con spirito di leale collaborazione secondo il mandato conferitogli dal presidente Mattarella". "Lo faremo con serietà e coerenza a partire da una questione fondamentale e prioritaria: la fine di ogni ambiguità e di trattative parallele con noi e anche con Lega e centrodestra. Per rispetto degli italiani, dopo 50 giorni di tira e molla, occorre su questo totale chiarezza".

Intanto il ministro Calenda frena su un possibile accordo: "Vedo il serio rischio - scrive su Twitter - che Pd sia troppo antisistema per allearsi con M5s attuale". 

Una passione per i 100 metri e la fisarmonica come hobby, Fico è nato a Napoli nell'ottobre del 1974. Diploma di liceo classico, laurea con 110 e lode in Scienze della Comunicazione a Trieste con una tesi sulla comunicazione di massa. Nel 2005 fonda il meetup 'Amici di Beppe Grillo' organizzato in un pub di Mergellina, dentro a una grotta di tufo. Sono anni di battaglie sui temi dell'acqua pubblica su cui nascono i comitati, dei rifiuti, della tutela dell'ambiente. Il suo primo successo politico è il ritiro di una delibera dell'Ato per la privatizzazione dell'acqua. "Sono stati anni importanti - racconta lo stesso Fico - che hanno contribuito a rafforzare la nostra consapevolezza. Le idee di comunità, di mutuo intervento, di responsabilità collettiva erano chiare già prima del Movimento".

Nel 2009 nasce M5s e Fico è subito in prima linea. Eletto in Parlamento nel 2013, già allora era considerato in corsa per lo scranno più alto di Montecitorio. Diventa invece, a soli 38 anni, presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai con l'obiettivo, dice subito dopo la proclamazione, di "staccare la politica dall'informazione e dalla tv di Stato che è di tutti i cittadini". Nel mirino mette gli stipendi d'oro nella tv pubblica, un tema sul quale non è mai andato leggero. Nel giugno scorso l'attacco a Fabio Fazio per il suo stipendio, non temendo di definirlo un "classico comunista col cuore a sinistra e portafogli a destra

Una citazione di Giovanni Falcone "Possiamo sempre fare qualcosa" e un proposito: "Possiamo aver commesso errori, ma il nostro impegno a migliorare la comunità è ancora lì. Intatto". Così Roberto Fico si racconta nella biografia che compare sul suo sito. Campano, grillino della prima ora, il nuovo presidente della Camera è il leader degli 'ortodossi' del M5s. L'ala considerata più 'a sinistra' e più 'purista' del MoVimento. E', di fatto, l'unico tra i big pentastellati ad aver più volte duellato con Luigi Di Maio. Nell'agosto dello scorso anno - tanto per citare un esempio - dopo gli sgomberi dei migranti con gli idranti a Piazza Indipendenza, andò all'attacco: "Uno Stato così non mi rappresenta", mentre l'attuale leader del partito si schierava a difesa di Virginia Raggi e dell'operato delle forze dell'ordine.

E poco più tardi, a settembre, dopo che Fico aveva deciso di non correre alle primarie dei 5Stelle, ci fu un momento di tensione alla kermesse di Rimini, la festa per incoronare Di Maio. Una vicenda che si risolse alla fine solo con una 'pax provvisoria' tra i due grazie alla mediazione di Beppe Grillo e Davide Casaleggio.

 

 

 

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