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A partire dal 2013 la rivista "Gradiva. International Journal of Italian Poetry" è pubblicata dalla Casa editrice Olschki in collaborazione con l'Associazione Gradiva.
"Gradiva", attualmente diretta da Luigi Fontanella, è uno dei più longevi periodici di poesia e poetologia italiana diffusi a livello internazionale. Pubblica sia testi originali che studi critici ed è particolarmente attenta alla produzione letteraria novecentesca e contemporanea.
Fondata da Adriano Berengo nel 1976 come rivista di letteratura e psicanalisi, dal 1982 ha aperto le porte anche a nuove impostazioni critiche e a testi poetici inediti, per assestarsi nel 2000 sulla sola poetologia. Tra i suoi collaboratori può vantare, per il passato, Cesare Garboli, Dante Della Terza, Alfredo Giuliani, Glauco Cambon, Octavio Paz, Edoardo Sanguineti, Giuliano Manacorda, e attualmente Giorgio Baroni, Luigi Bonaffini, Alfredo De Palchi, Barbara Carle, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Jonathan Galassi, Laura Lilli, Valerio Magrelli, Plinio Perilli, Robert Pinsky, Rebecca J. West.
Fedele alla sua vocazione internazionale, "Gradiva" dedica ampio spazio alla traduzione di poeti italo-americani e propone in versione inglese una selezione della migliore poesia italiana contemporanea.
L'annata 2013 è costituita ancora da un fascicolo doppio, mentre a partire dal 2014 la rivista uscirà con cadenza semestrale in fascicoli singoli.

Per l’edizione Capone è stato pubblicato l’ultimo lavoro di Orazio Ferrara :"Navi uomini e deità nel Mediterraneo antico".

Orazio Ferrara, nato a Pantelleria nel 1948, vive in provincia di Salerno.

Il libro narra della affascinante storia degli uomini che vivevano sul Mediterraneo antico.

Narra dei miti, dei riti, delle scoperte, delle battaglie, dei trionfi sul mare, delle navi che solcavano le azzurre acque di quello che i romani chiameranno poi Mare Nostrum.

L’autore racconta di Melqart, Colui che estende l’orizzonte, che apriva nuove e sempre più lontane rotte ai marinai spingendoli a raggiungere quella sottile linea blu, dove il cielo incontra il mare, e della benefica Asherah, Colei che cammina sul mare, che al mattino indicava ai naviganti la via del giorno e alla sera quella della notte.

Ma racconta anche della nave siro-palestinese di Ulu Burun della tarda Età del bronzo e del suo ricchissimo carico; dell’ammiraglio cartaginese Annone che, superato lo Stretto di Gibilterra, naviga in quel vasto e sconosciuto oceano, dove tramonta definitivamente il sole; della splendida Nike di Samotracia, esaltazione plastica del divino che scende e celebra l’uomo, spingendolo a cercare il suo destino più alto sul mare.

Nel presente volume Maria Montessori descrive con estrema chiarezza la figura del fanciullo, quella del maestro/a, i loro ruoli, il tipo di relazioni che si stabiliscono o si dovrebbero stabilire tra entrambi per favorire un sano sviluppo dell’intelligenza e della personalità nel corso del processo educativo. In questa sede l’autrice intende porre l’attenzione all’ambiente, considerato particolarmente importante, per applicare il metodo montessoriano. Il bambino è un esserino facilmente influenzabile per il quale l’adulto deve impegnarsi a creare un ambiente adatto che risponda ai suoi bisogni, proprio come la Montessori si propone di realizzare nelle famose “case dei bambini”. In quelle scuole sceglie un arredamento a misura del bambino, composto da mobili piccoli, leggeri, facili da spostare e da lavare. I panni devono essere multicolori e le scope colorate. Ogni oggetto infatti deve essere per l’infante attraente. Egli deve essere libero di compiere tutte le sue azioni che per lui sono quasi più importanti del nutrimento. Spesso nel bambino sono latenti alcune forze che ha la necessità di manifestare. Per questo motivo desidera intervenire ed agire. Non vuole ricevere alcun aiuto dall’adulto se non nei momenti di reale bisogno. Vuole essere autonomo. A questo proposito deve essere libero di sbagliare, di commettere errori per apprendere. Deve provare gioia ed essere entusiasta nello svolgere le attività che ha scelto.

Il/la maestro/a si deve limitare ad osservarlo e sorvegliarlo, senza impedire un suo naturale sviluppo. Talvolta deve evitare di dare continuamente consigli e correggerlo per rivelare la sua bravura. Non deve sostituirsi al bambino ma deve imparare ad aspettare che tutti i movimenti del bambino provengano dal suo interno, siano il risultato di una organizzazione della vita interiore (pp. 41-42). L’insegnante deve stare calmo/a e pronto/a ad intervenire per assecondare lo sviluppo intellettuale e sentimentale con amore e confidenza.

Deve formare l’umanità servendosi di un materiale didattico e creare le condizioni per favorire la concentrazione. Quest’ultima sarà utile per insegnare a leggere, a scrivere, a far di conto e per l’apprendimento delle lingue straniere.

Lo stesso metodo, sopra ricordato, potrà essere applicato anche dai genitori senza cercare mai di escludere il bambino dalla vita familiare. Al contrario dovranno fare in modo che possa sempre prender parte.

Maria Montessori, Il bambino in famiglia, Milano, Garzanti elefanti, ristampa 2008, pp. 144, 10 euro.

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Dopo quasi vent’anni dall’apparizione del volume La Crusca risponde (1995), ne appare il seguito: La Crusca risponde. Dalla carta al web (1995-2005), a cura di Marco Biffi e Raffaella Setti, con prefazione di Nicoletta Maraschio, da alcuni anni presidente dell’Accademia della Crusca. Il volume esce presso Le Lettere (pp. 260, € 22). Sono riportate le risposte a circa duecento nuovi quesiti sul lessico e sulla grammatica dell'italiano, fornite dagli esperti linguistici della celebre Accademia, i quali affrontano i più svariati casi di sintassi, etimologia, pronuncia, grafia, spaziando dai neologismi ai forestierismi, dal parlato allo scritto al linguaggio in uso nei nuovi mezzi di comunicazione. La “Consulenza Linguistica” della Crusca risponde - sia attraverso il semestrale La Crusca per voi, sia mediante il sito accademiadellacrusca.it - a domande che arrivano a centinaia ogni anno. Il dialogo con scuole e "amatori della lingua", inaugurato dall’allora presidente dell’Accademia Giovanni Nencioni nel 1990 con la fondazione della rivista, è proseguito sotto la direzione di Francesco Sabatini e si è ampliato, grazie alla rete, in modo straordinario. In tal modo si è aperto a un pubblico vasto ed eterogeneo, perfino non italiano.

Esce nei giorni di apertura del semestre greco di Presidenza UE il libro del giornalista Francesco De Palo edito da Albeggi Edizioni
Una fotografia della Grecia tra scandali e degrado sociale, accanto a storie d’onore e di coraggio di ieri e oggi
Sulla copertina, i riflessi di un’acqua cristallina e poi uno strappo, dal quale fuoriescono mani con il palmo aperto: è il gesto della mounza, una protesta-insulto divenuto simbolo della reazione alla troika e al Governo di Atene durante i giorni dei raduni in piazza, quando i greci si facevano fotografare con le mani alzate contro il Parlamento. Il libro di De Palo è una fotografia della Grecia di oggi, alle prese con disperazione e fame, con scandali e sprechi e con il fenomeno inquietante di Alba dorata. Accanto a questa fotografia, storie di coraggio, passate e presenti, pulite, alte ed edificanti che questa terra - che ha dato i natali alla filosofia, alla democrazia, alle arti e alla medicina - è riuscita ad esprimere. Da queste storie, sostiene l’autore, occorre ripartire per risorgere e cambiare di nuovo le sorti della Storia.

Il confronto è impietoso: da una parte il coraggio con cui Leonida alle Termopili pronunciò la celebre frase “Veniteci a prendere!”, o quello di Athanasios Diakos, uno dei protagonisti della resistenza greca contro i turchi, con la sua “Nato greco, morirò greco”, dall’altra parte la pervicacia con cui le classi dirigenti greche hanno trasformato un paradiso terrestre in un luogo dove oggi è tornata la tubercolosi, dove i malati di cancro devono pagare la chemioterapia, dove un greco su quattro vive con meno di seicento euro al mese, dove in alcune scuole di Atene i bambini si accasciano sui banchi per la fame, mentre illustri membri della Casta affollano la lista degli evasori tra fondi neri e lingotti d’oro in Svizzera, come ha cercato di dimostrare il giornalista greco Kostas Vaxevanis, di cui nel libro si pubblica un’intervista. E poi il razzismo: la Grecia trabocca di immigrati (3 milioni su 11 di popolazione totale) la maggior parte dei quali vive in condizioni disumane. I cittadini si ribellano, la politica estrema cavalca l'onda della protesta per iniettare il veleno della xenofobia in un tessuto sociale già altamente provato. Ecco allora la richiesta di Alba Doratadi garantire le cure solo ai cittadini greci, di non dare elemosine agli immigrati, di mettere mine antiuomo alle frontiere, di arresto immediato ed espulsione di tutti gli immigrati illegali. Ecco le frasi da choc in stile hitleriano, le ronde e i pestaggi.

 

I greci si sono visti diminuire stipendi, pensioni e indennità del 20%, introdurre nuove tasse, aumentare l’IVA al 23%. Duemila i suicidi dall’inizio della crisi; quasi un quarto di cittadini ellenici disoccupati; record dei paesi Ocse dei bambini sottopeso; il numero dei senzatetto raddoppiati in dodici mesi ad Atene. La “casta” ellenica continua però ancora imperterrita a sprecare il denaro pubblico. E’ la politica, sostiene l’autore, che ha prodotto la voragine finanziaria che lascia l’eurozona col fiato sospeso: la stessa politica che proprio in quel lembo di Mediterraneo tremila anni fa ha avuto origine oggi sta dando il peggior spettacolo della Storia.


Allora, è proprio da questa Grecia in cui si forgiò la prima forma di unione europea, proprio da questa Grecia in crisi, che occorre far partire una nuova strategia, secondo l’autore.

Non sia tabù riflettere - dichiara Francesco De Palo - ora che ha preso il via l’anno “Mediterraneo” di presidenza europeo, (semestre greco e italiano), sull’eventualità di un doppio binario di Unione e sulla necessità di un nuovo Rinascimento “euromediterraneo”. Perché l’Europa, o è Mediterranea, o non è.

Biografia dell’autore: Francesco De Palo, barese classe ’76, è giornalista freelance, scrittore e blogger. Laureato in giurisprudenza, scrive di Mediterraneo e di politica per Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Formiche, Rivista Il Mulino e dirige il magazine Mondo Greco. Profondo conoscitore della Grecia che frequenta assiduamente dal 1996, parla il greco moderno: ha seguito in loco nel 2012 le elezioni greche e il dossier troika.

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