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Goro si ribella contro gli immigrati

Sono scesi in piazza e hanno impedito l'arrivo del bus, alla fine hanno vinto loro, obbligando il prefetto a spostare a Ferrara e Comacchio i migranti.

Goro si ribella. Si è ribellata alla decisione del prefetto di requisire un intero piano dell'ostello del piccolo paese per metterci 12 donne e 8 bambini

Il prefetto di Ferrara, Michele Tortora, ha requisito l'ostello di Gorino per ospitare profughi, ma i cittadini di Goro e Gorino hanno costruito barricate in serata, bloccando le strade, per impedire il passaggio del pullman scortato dalle forze dell'ordine. Bancali di legno sono stati posizionati in tre punti d'accesso a Gorino e sarebbe in corso una mediazione con le decine di manifestanti aggregati ai blocchi. 

Cosi ha vinto la protesta a Gorino e Goro, nel ferrarese, dove alcuni cittadini ieri notte avevano eretto barricate per impedire l'arrivo di 12 profughe (una incinta) che sarebbero state ospitate in un ostello requisito dal Prefetto per l'accoglienza in emergenza. «L'ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell'ordine pubblico, non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce», ha comunicato Michele Tortora, prefetto di Ferrara.

Confrontata al protrarsi della crisi dei migranti, la Commissione europea ieri ha proposto di prolungare per mesi i controlli alle frontiere in Germania, Austria, Danimarca, Svezia e Norvegia. Ma anche gli incidenti a Goro creano allarme, nel momento in cui l’Italia è sempre più sotto pressione. Secondo il Commissario agli Affari interni, Dimistris Avramopoulos, i cittadini e le autorità locali devono mostrare «umanità» nei confronti dei migranti.

Il giorno dopo la rivolta pacifica i cittadini di Goro sono tornati a spiegare alla stampa le loro ragioni. "Noi paghiamo le tasse - hanno detto - e questo paese è nostro". Stranieri, insomma, non sono i bemnvenuti. Goro e Gorino sono due paesi strani. Anche gli altri ferraresi li considerano un mondo a parte, un posto che "vive per i fatti suoi". Luoghi di persone che vivono grazie alle vongole e che non vogliono rischiare di ritrovarsi situazioni che possano mettere a rischio l'economia locale.

"Non ci hanno detto nulla - hanno detto al Messaggero  - E poi il locale sequestrato a lavoratori onesti, che pagano le tasse....". Appena 450 abitanti ci sono a Gorino. Circa 6mila a Goro. "Mi hanno dato dei fogli - dice Sanela Nikolic, proprietaria dell'ostello il cui primo piano era stato requisito dal prefetto - Mi hanno detto: le sei camere sono sequestrate, che tu voglia o no. Eppure noi avevamo comunicato alla prefettura che non eravamo disposti ad ospitare i migranti, è il primo anno che guadagniamo qualcosa".

Il sindaco di Gorino, Diego Viviani, non ci sta a passare da razzista. "Siamo disponibili come gli altri - ha detto - siamo italiani: ci dispiace che il ministro Alfano ci abbia bollato come incivili".

Una vignetta che fa discutere. Dopo le barricate a Goro e Gorino nel Ferrarese contro gli immigrati, Vauro ha voluto commentare a modo suo la vicenda.

E lo ha fatto con una vignetta che di certo non avrà fatto piacere a chi è sceso in strada per dire no all'arrivo dei migranti. Nell'immagine appare un uomo che cerca la strada per Gorino. Sopra una didascalia introduce la "vignetta": "Migranti, Gorino chiusa". In basso l'indicazione stradale per Gorino. E il passante che esclama tra la puzza: "Chiudetela meglio che arriva ancora puzza di merda". Una frase forte che di fatto punta il dito contro chi è sceso in strada per opporsi al prefetto che ha requisito un ostello per far spazio ad alcuni immigrati. E sui social non tutti hanno accettato la vignetta di Vauro. Maurizio Gasparri su Twitter commenta: "Ecco la sinistra violenta e razzista di @VauroSenesi , che vergogna W #Goro". E ancora: "Non so ancora se Vauro sia più cretino o ignorante: Comunque #pericoloso". Infine c'è chi fa una domanda precisa a Vauro: "Ma quanti extracomunitari ci sono a casa sua o li' vicino?".

E mentre a Lesvos in Grecia mettono fuoco, e la Francia sgombera il maxi campo profughi di calais e l Italia affronta la oiu imponente ivasione di immigrati di sempre Bergoglio lancia un nuovo appello all'accoglienza. "In alcune parti del mondo sorgono muri e barriere - denuncia il Pontefice nella catechesi dell'uduienza generale - sembra a volte che l'opera silenziosa di molti uomini e donne che, in diversi modi, si prodigano per aiutare e assistere i profughi e i migranti sia oscurata dal rumore di altri che danno voce a un istintivo egoismo". A feronte di questi insegnamenti papa Francesco torna a spronare i fedeli ad aprire le porte dei propri Paesi e delle proprie case agli immigrati. "L'impegno dei cristiani - incanza il Santo Padre - in questo campo è urgente oggi come in passato".

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