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Orban al UE: Fermare l'invasione

Fermare l'invasione". Il premier ungherese Viktor Orban a margine del Consiglio europeo ha ribadito la sua linea dura sull'immigrazione, "necessaria per restaurare la democrazia".

La gente chiede due cose", ha spiegato Orban: "la prima è non più migranti che entrano, cioè fermarli. La seconda è che quelli che sono dentro devono essere riportati indietro. Questa è la volontà del popolo. Per restaurare la democrazia europea dobbiamo muoverci in questa direzione", ha concluso il premier ungherese.

Una linea quella del leader di Fidesz che stride con la proposta del presidente francese Emmanuel Macron, favorevole a una risposta europea basata su solidarietà e responsabilità. Secondo Macron "bisogna fare un lavoro fuori delle frontiere dell'Europa, alle frontiere dell'Europa e anche all'interno dell'Europa. Il capo dell'Eliseo ribadisce inoltre che al momento "non c'è una emergenza migranti, ma politica". Una visione consivisa anche dal premier del Lussemburgo Xavier Bettel che si augura che il ministro dell'Interno Tedesco, Horst Seehofer, "capisca che abbiamo bisogno di soluzioni" altrimenti "ci sarà un effetto domino".

Un incontro "spartiacque" prende il via oggi a Bruxelles. A definirlo così è il premier italiano Giuseppe Conte che è arrivato nella capitale belga per partecipare al Consiglio europeo che vede al centro la questione dell'immigrazione"L'Italia non ha bisogno di attestati ma di fatti concreti", ha detto il presidente del Consiglio italiano, "Da questo punto di vista questo incontro sarà uno sparti acque e sono pronto a tutte le conseguenze. Ho ricevuto molte manifestazioni di solidarietà. Oggi è un giorno molto importante. Ci si aspetta che le parole si traducano in fatti".Conte ha anche ribadito che un veto italiano a un accordo che non rispecchi le richieste fatte al prevertice di domenica scorsa è ancora sul tavolo: "È una possibilità che non voglio considerare, ma se dovessimo arrivare a questo sicuramente per parte mia non arriveremo a conclusioni condivise", ha detto, "Come sapete l'Italia ha elaborato una proposta assolutamente ragionevole, pienamente conforme ai principi e allo spirito dell'Europa".

Incontro bilaterale in corso tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel per preparare i lavori del Consiglio europeo. Sarà un vertice europeo "difficile". A poche ore dall'inizio dei lavori, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk usa Twitter per avvertire quanto la strada sia tutta in salita. Nel pomeriggio si parlerà di difesa e sicurezza con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, di commercio, dossier dove non ci sono particolari criticità tra i 28; ma per la cena è prevista la discussione sul tema politicamente più controverso in Europa, quello della gestione dei flussi migratori, che non solo divide i 28 ma anche molti governi, come accade ad esempio in Germania, con il ministro 'falco' Horst Seehofer che sulla questione dei movimenti secondari dei migranti dal Paese di primo ingresso verso altri minaccia di far saltare l'esecutivo di Angela Merkel.

"Negli incontri che ho avuto ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, oggi è un giorno molto importante aspettiamo che queste parole si traduccano in fatti": così il premier Giuseppe Conte entrando al vertice europeo. "L'Incontro sarà uno spartiacque", ha aggiunto. "Arriviamo a questo Consiglio Ue con proposte ragionevoli e in linea con spirito e principi europei. In questi anni l'Italia ha ricevuto manifestazioni di solidarietà a parole. Ora basta. Questa è l'occasione in cui tutti possono finalmente dimostrare la solidarietà con i fatti", ha scritto in un tweet il premier.

"Oggi capiremo se davvero l'Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Compromessi al ribasso non li accetteremo. L'Italia la sua buona volontà l'ha sempre dimostrata", ha detto poi Conte prima dell'avvio del vertice. "Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri paesi europei, potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise" sui migranti, ha detto ancora Conte.

La cancelliera tedesca, dopo aver incassato l'ok da Spagna e Francia sulla collaborazione dei movimenti migratori secondari, ora cercherà di stringere nuovi accordi. Il premier greco Alexis Tsipras al Finacial Times ha detto di essere disponibile. E anche con l'Italia sembra ci siano margini per un'intesa, in cambio di un riconoscimento sulla compartecipazione alla responsabilità sugli sbarchi, un superamento di fatto di Dublino, sul modello di quanto avvenuto nei casi di Aquarius e Lifeline. Una linea rossa su cui il premier Giuseppe Conte potrebbe arrivare a bloccare le conclusioni del vertice, sulla parte migrazione. I segnali che arrivano da Berlino lasciano la porta aperta.

La cancelliera tedesca anche stamani ha ribadito: "Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino III. Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28, andremo avanti con una coalizione dei volonterosi". Intanto il premier spagnolo Pedro Sanchez invita l'Italia ad abbassare i toni. "I discorsi incendiari possono essere efficaci in termini elettorali, ma non lo sono come risposta a questi drammi".

Al vertice Ue sulla questione migranti "l'alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee" all'interno delle regole Ue e di Schengen "alle frontiere europee, fuori delle frontiere europee e in seno all'Ue sulla base dei principi di responsabilità e solidarietà": così il presidente francese Emmanuel Macron al suo arrivo, sottolineando che il problema migranti "non è nuovo" e l'Ue "lo vive dal 2015".

"Questo è un vertice cruciale perché credo che l'Europa debba prendere delle decisioni - ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani entrando al vertice europeo -. Farò di tutto affinché gli Stati membri decidano cosa fare sulla migrazione, che è il problema numero uno del'Europa oggi. Rinvii, ritardi, o assenza di decisioni sarebbero perniciosi". 

Intanto la crisi provocato anche dalle politiche di austerita Europee vediamo prendendo un esempio a Roma in Via Barberini che oggi è una via fantasma dove il tempo sembra essersi fermato. Di quella strada elegante e piena di vita resta soltanto il ricordo. Un ricordo offuscato, come le vetrine dei negozi vuoti da mesi.Non importa se qui siamo nel cuore di Roma, a due passi dalla Via Veneto della dolce vita e a poche centinaia di metri da via del Corso: colpa della crisi e degli affitti troppo alti, molte attività sono state costrette ad abbassare la serranda. Ovunque campeggiano i cartelli affittasi, ma di locatari non c’è neanche l’ombra. 

“Qui si parte da 7mila euro al mese per pochi metri quadri, la maggior parte delle aziende non ce la fanno a sostenere cifre del genere”, commenta David Di Veroli, titolare di un negozio di abbigliamento. “La maggioranza degli immobili – ci spiega - è di proprietà di grandi costruttori che non hanno interesse ad abbassare il prezzo”. Così i locali sono rimasti vuoti, e si sono trasfomati in piccole discariche e ricoveri per i senzatetto che vagano per la città.All’altezza del civico 68 una clochard romena ha sistemato cartoni e coperte tra la grata e la porta di un locale commerciale che assomiglia ad una ex gioielleria. 

“Di giorno va in giro a chiedere l’elemosina, poi di notte torna e si mette a dormire qua”, ci dice Rosario, un senza fissa dimora italiano che ha sistemato i suoi pochi effetti personali sul basamento di travertino del negozio a fianco. “Anche io passo la notte qui”, ci confessa. Come lui ce ne sono altri, confermano i commercianti che cercano di sopravvivere in una strada che romani e turisti non percorrono quasi più. “È normale, se vedi l’immondizia vai da un’altra parte, il passaggio diminuisce e quindi calano anche gli affari”, si lamenta Aldo Msellati, storico orologiaio della Capitale, nominato cavaliere del lavoro dopo aver eseguito il restauro dell’orologio ad acqua del Pincio. 

Uno spettacolo indecoroso per residenti e turisti. “Qui è una catastrofe”, commenta un professionista che lavora nella zona. “Quelli che consideriamo Paesi del Terzo Mondo ormai ci hanno abbondantemente superato”, ironizza davanti ad un cumulo di pattume. “In passato siamo stati costretti a tenerci i rifiuti all’interno del locale per non lasciarli davanti al bar - spiega la proprietaria di una caffetteria bio – con tutti i problemi che questo comporta”. “Siamo stati costretti a farlo visto che sarebbe stato paradossale tenere la spazzatura accatastata davanti alla porta di un’attività incentrata sul rispetto dell’ambiente”, continua.

 

 

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