Squarci di vita vissuta. Racconti per immagini di un mondo parallelo, che si muove solo di notte. Un mondo fatto di ansie, dolori, disperazioni e poca gioia. Dove l’obiettivo principale è quello del divertimento sfrenato solo per dimenticare lo stress del quotidiano. E’ la poetica di Aldo Giuseppe Brafa, pittore comisano, che dal 14 al 29 marzo esporrà alla Creative Art Gallery di via Sant’Anna a Ragusa con la personale “Nightlife”. Un artista poliedrico Brafa, i cui quadri raccontano di una fase molto intensa della propria vita, di un pianeta sconosciuto ai più, da cui, chi vi entra, ha difficoltà ad uscire se non a prezzo di molte fatiche. Un pianeta fatto di night, locali, aperitivi e piazze stracolme di giovani e meno giovani, che hanno in comune l’obiettivo di passare la serata in maniera spensierata e di rimandare sempre all’indomani i problemi quotidiani. Un pianeta in cui ci si immerge soprattutto nelle grandi città dove tutto diventa “Nightlife”. L’artista si mette a nudo e si racconta. “Ho cominciato a mostrare interesse per la pittura sin dall’adolescenza – dice – ed essendo nato a Comiso, città d’arte e cultura, è stato in qualche modo facile intercettare ispirazioni e sensazioni. A diciannove anni sono arrivati i primi inviti a mostre collettive. Ed è in quel periodo che ho cominciato a frequentare la bottega del corniciao comisano Nunzio Messinese dove ho conosciuto, tra gli altri, il prof. Salvatore La Ferla, uomo di grande cultura, che mi incoraggiò con una serie di consigli che, ancora oggi, sono fondamentali per la mia pittura”. Fino al 1998, Brafa espone con continuità. Ma Comiso comincia a stargli stretta. E così decide di partire per un lungo tour per il Nord Italia. Tralascia per un poco la pittura, dedicandosi alla nobile arte della falconeria dove riesce a conquistare un ruolo importante dentro le varie associazioni dedicate a questo sport. Nel frattempo, conosce e viene attratto dalla vita notturna. Uno spaccato di altra umanità che lo colpisce in maniera diretta e che al suo rientro in Sicilia, nel 2008, lo spinge a riprendere i pennelli per dare il giusto volto ad un mondo che “molte volte – dice – con un certo bigottismo viene attaccato con estrema facilità per la sua facciata”. L’occhio, nelle sue opere, è puntato oltre che sulle sinuosità delle ballerine di lap, sul fatto che sono loro le carnefici e non le vittime, raffigurando uomini che sono disposti a finirsi il salario, sudato nella vita reale, per un briciolo di paradiso. Oppure sulle discoteche dove giovani e meno giovani cercano paradisi artificiali in cui sprofondare per cancellare dalla mente le varie difficoltà che li attanagliano. E, ancora, sulle baldorie alcoliche in piazza, sulle scelte di chi, più o meno liberamente, decide di svolgere la propria vita in strada. Le opere di Brafa sono la rappresentazione di un mondo che appare distante da noi ma che, poi, in realtà non lo è affatto.