Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Martedì, 14 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:382 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:418 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:630 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1049 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1049 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1423 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1692 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1797 Crotone

Oggi, 6 settembre 2022, a New York, presso la sede della Procura Distrettuale di Manhattan diretta dal Procuratore Alvin Bragg, sono restituiti all’Italia 58 pezzi pregiati che nell’arco degli ultimi decenni erano finiti negli Stati Uniti, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e riportati a casa dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) insieme ai colleghi di Homeland Security Investigations (H.S.I.). Presenti il Console Generale d'Italia a New York, dott. Fabrizio Di Michele, il Comandante dei Carabinieri TPC, Gen.B. Roberto Riccardi, e il Vice Procuratore del District Attorney’s Office di Manhattan, Col. Matthew Bogdanos.
I reperti, che resteranno a New York in attesa di essere rimpatriati con spedizione diplomatica, appartengono alle civiltà romana, etrusca, magnogreca e apula e la datazione si colloca fra l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C., il valore complessivo può essere stimato in circa 19 milioni di dollari.

Certe volte si aspetta che qualcuno affronti e soprattutto scriva meglio di noi su un determinato argomento. Ecco che Mario Giordano su La Verità di ieri scrive proprio bene quello che avrei voluto scrivere anch'io. Mi riferisco alla questione dell’aborto e in particolare come viene affrontata nella Regione Marche governata da un presidente di Fratelli d’Italia. La questione è nata perchè la Ferragni, compagna di Fedez, se ne è uscita sostenendo che negli ospedali marchigiani, alle donne viene impedito di abortire, ergo se alle prossime elezioni vince il Centrodestra e diventa presidente del Consiglio Giorgia Meloni in tutto il Paese le donne non potranno più abortire. Magari, hanno scritto gli amici dell’associazionismo pro-vita.

Dopo tanto parlare di gas, tasse e immi­grazione, in campagna eletto­rale irrompono i temi etici grazie a una protagonista d'eccezione, Chiara Ferragni, che accusa Fratelli d'Ita­lia di aver «reso praticamen­te impossibile abortire nelle Marche». Certo non doveva essere proprio la Ferragni ad accendere il dibattito su un tema così fondamentale. Dunque, l’aborto irrompe nel dibattito, “ma i conservatori - scrive Giordano - sembrano andare a rimorchio della Ferragni. E Fratelli d’Italia anziché difendere i nascituri, assicura che, dove governa, se ne stroncano nel grembo tanti quanti nelle altre regioni: ma allora facciamo prima ad eleggere la Bonino”. (Mario Giordano, Sui temi etici la destra mostri gli attributi, 26.8.22, La Verità)

Il fondo di Giordano è abbastanza polemico con il centrodestra, “Se davvero hanno a cuore questi argomenti, forse sarebbe be­ne che i nostri leader avesse­ro la forza di imporli, impo­standoli secondo le loro idee e i loro programmi. Non an­dando a rimorchio di una in­fluencer”. Così si rischia di dover andare dietro alle logiche abortiste della sinistra. Infatti, FdI, “nell'ansia di smentire l'attacco della Ferragni s'è affrettato a ri­vendicare l'alto tasso di abor­ti nelle Marche”. Nessun accenno alle vite salvate, ai bambini fatti nascere, ai drammi evitati. “Macché - scrive Giordano - Fratelli d'Italia ha fatto sape­re con orgoglio che nelle strutture pubbliche marchi­giane si stroncano vite na­scenti come e più che altrove. Sono soddisfazioni, si capi­sce. La Ferragni sarà contenta, forse i nascituri un po' me­no. Ma anche qualche eletto­re della Meloni, che sperava in un cambiamento nelle po­litiche della natalità, si starà domandando: possibile che l'unico argomento etico che esce dalla campagna eletto­rale del centrodestra sia la rivendicazione degli aborti nelle Marche?”.

Certo non è così, sia Giordano che il sottoscritto, sappiamo che nel programma di FdI, Lega e Forza Italia, ci sono proposte che vanno a sostegno della famiglia e delle nascite, certamente non vanno dietro all’”agenda Zan” del centrosinistra. E per questo che il 25 settembre “butterò” nell’urna il mio voto al Centrodestra, sapendo però che bisogna fare molto altro. E soprattutto so anche che la politica non salverà il nostro Paese. Basta osservare ogni giorno cosa succede in Italia. A questo proposito, ricordo di un manifesto di alcuni decenni fa di Alleanza Cattolica, dove c’era scritto: “Vota anticomunista, ma non fermarti lì!” Proprio così non basta votare, occorre lavorare nel pre-politico, preparare l’azione politica, formare classe dirigente, avere a cuore l’attività culturale, dare spazio a uomini e donne che intendono sensibilizzare la società sui principi etici. Come il professore Tommaso Romano che da decenni con la sua attività editoriale delle Edizioni Thule, fa un lavoro culturale straordinario. Finora si è parlato d'altro, scrive Giordano. I politici del centrodestra, sui principi etici sensibili, tacciono imbarazzati. Non prendono posizio­ne. Non si espongono. L'unica cosa che dicono, su questi ar­gomenti, è che nelle Marche si fanno tanti aborti. Evviva. E qui ancora Giordano punzecchia i politici del centrodestra: “Capisco benissimo che gli uffici marketing e le «bestie» che organizzano i social con­iano di girare alla larga da certi temi. Capisco benissi­mo che le flat tax e i blocchi navali funzionano di più, ga­rantiscono più like e vento in poppa nei sondaggi. Capisco benissimo che le posizioni dei tre partiti su alcuni argo­menti non sono perfetta­mente sovrapponibili (gene­roso eufemismo) per cui, a volte, conviene soprassedere per non mostrarsi divisi. E infine capisco benissimo che c’è anche un bisogno folle di essere accettati, meno demonizzati, riconosciuti nei salotti buoni, e questo riconoscimento non passa soltanto per la posizione in politica estera[...]”.

C'è un limite a tutto. “Se per vince­re, bisogna rivendicare con orgoglio l'uccisione di molti bambini, qualche elettore del centrodestra potrebbe chie­dersi: ma allora perché devo votare costoro?” Attenzione, tutte queste riflessioni, ci informa Giordano, non sono frutto di estremismi o di integralismi. Al Centrodestra si chiede soltanto più coraggio, per una “svolta pro­fonda e vera a questo Paese, anche sui temi della vita, del­la morte, della famiglia e dei nostri figli. Dicendo chiaro dove si vuole andare. Magari senza aspettare di essere ti­rati per la giacchetta da una influencer”.

 

Le elezioni politiche nazionali del 25 settembre si avvicinano e i partiti iniziano a schierarsi su diversi temi. Lavoro in primis, ma anche ambiente, giovani, immigrazione. E tra i tanti argomenti al centro del dibattito torna, finalmente, anche la questione relativa al gioco d’azzardo pubblico e legale.

Ad attirare l’attenzione su un tema caldo per diversi aspetti, economici e normativi, è stato direttamente l’intervento dell’Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes, durante la Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico. A parlare c’erano il Procuratore di Brindisi, Antonio De Donno, che si è avvalso dei pareri tecnici del Dottor Baldazzi e dell’Avvocato Sambaldi. Proprio quest’ultimo ha ricordato che la normativa antimafia sia uno strumento rigoroso e validi per contrastare le infiltrazioni criminali, ma allo stesso tempo ha lanciato un allarme: il gioco illegale è uno dei giri d’affari prediletti dalle famiglie mafiose.

Un rischio che si deve stoppare sin da subito, con leggi all’avanguardia ma anche con sostegni e aiuti al gioco legale. Quest’ultimo infatti, tanto nella componente fisica che in quella a distanza, costituisce un vero e proprio baluardo nei confronti del gioco pubblico. Infatti le piattaforme di casinò online regolamentate in Italia partecipano al circuito ufficiale e istituzionale di ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, e sono garanzia di sicurezza tanto per gli investitori quanto per i giocatori. All’interno di queste piattaforme, infatti, si possono trovare strumenti di sostegno in caso di dipendenza, assistenza tecnica, suggerimenti su comportamenti di gioco nocivi, protezione dei dati personali e della privacy.

Aspetti positivi e virtuosi che spesso passano sotto traccia. Una delle questioni che i partiti dovranno affrontare è proprio quella di una maggiore informazione legata al discorso del gioco in Italia. Un concetto che ormai è diventato tabù da quando la pubblicità sul gambling è stata proibita. Una mossa normativa che è stata citata come modello negativo, proprio pochi giorni fa, in Belgio, dove la Associazione nazionale di operatori del gaming ha citato il modello italiano come esempio di mala gestione: "La pubblicità non è solo uno strumento indispensabile per le aziende per far conoscere se stesse, la pubblicità svolge anche una funzione sociale molto importante nella canalizzazione degli utenti verso un'offerta legale e controllata - si legge nella nota diffusa alla stampa - Un divieto quasi totale della pubblicità per i giochi d'azzardo legali comporterà inevitabilmente una significativa perdita di visibilità degli operatori legali."

Senza una revisione di questa norma, infatti, il gioco illegale rischia di crescere sempre di più. E a renderlo possibile saranno proprio le nostre leggi.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI