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L'aborto non è un diritto ma una tragedia

Certe volte si aspetta che qualcuno affronti e soprattutto scriva meglio di noi su un determinato argomento. Ecco che Mario Giordano su La Verità di ieri scrive proprio bene quello che avrei voluto scrivere anch'io. Mi riferisco alla questione dell’aborto e in particolare come viene affrontata nella Regione Marche governata da un presidente di Fratelli d’Italia. La questione è nata perchè la Ferragni, compagna di Fedez, se ne è uscita sostenendo che negli ospedali marchigiani, alle donne viene impedito di abortire, ergo se alle prossime elezioni vince il Centrodestra e diventa presidente del Consiglio Giorgia Meloni in tutto il Paese le donne non potranno più abortire. Magari, hanno scritto gli amici dell’associazionismo pro-vita.

Dopo tanto parlare di gas, tasse e immi­grazione, in campagna eletto­rale irrompono i temi etici grazie a una protagonista d'eccezione, Chiara Ferragni, che accusa Fratelli d'Ita­lia di aver «reso praticamen­te impossibile abortire nelle Marche». Certo non doveva essere proprio la Ferragni ad accendere il dibattito su un tema così fondamentale. Dunque, l’aborto irrompe nel dibattito, “ma i conservatori - scrive Giordano - sembrano andare a rimorchio della Ferragni. E Fratelli d’Italia anziché difendere i nascituri, assicura che, dove governa, se ne stroncano nel grembo tanti quanti nelle altre regioni: ma allora facciamo prima ad eleggere la Bonino”. (Mario Giordano, Sui temi etici la destra mostri gli attributi, 26.8.22, La Verità)

Il fondo di Giordano è abbastanza polemico con il centrodestra, “Se davvero hanno a cuore questi argomenti, forse sarebbe be­ne che i nostri leader avesse­ro la forza di imporli, impo­standoli secondo le loro idee e i loro programmi. Non an­dando a rimorchio di una in­fluencer”. Così si rischia di dover andare dietro alle logiche abortiste della sinistra. Infatti, FdI, “nell'ansia di smentire l'attacco della Ferragni s'è affrettato a ri­vendicare l'alto tasso di abor­ti nelle Marche”. Nessun accenno alle vite salvate, ai bambini fatti nascere, ai drammi evitati. “Macché - scrive Giordano - Fratelli d'Italia ha fatto sape­re con orgoglio che nelle strutture pubbliche marchi­giane si stroncano vite na­scenti come e più che altrove. Sono soddisfazioni, si capi­sce. La Ferragni sarà contenta, forse i nascituri un po' me­no. Ma anche qualche eletto­re della Meloni, che sperava in un cambiamento nelle po­litiche della natalità, si starà domandando: possibile che l'unico argomento etico che esce dalla campagna eletto­rale del centrodestra sia la rivendicazione degli aborti nelle Marche?”.

Certo non è così, sia Giordano che il sottoscritto, sappiamo che nel programma di FdI, Lega e Forza Italia, ci sono proposte che vanno a sostegno della famiglia e delle nascite, certamente non vanno dietro all’”agenda Zan” del centrosinistra. E per questo che il 25 settembre “butterò” nell’urna il mio voto al Centrodestra, sapendo però che bisogna fare molto altro. E soprattutto so anche che la politica non salverà il nostro Paese. Basta osservare ogni giorno cosa succede in Italia. A questo proposito, ricordo di un manifesto di alcuni decenni fa di Alleanza Cattolica, dove c’era scritto: “Vota anticomunista, ma non fermarti lì!” Proprio così non basta votare, occorre lavorare nel pre-politico, preparare l’azione politica, formare classe dirigente, avere a cuore l’attività culturale, dare spazio a uomini e donne che intendono sensibilizzare la società sui principi etici. Come il professore Tommaso Romano che da decenni con la sua attività editoriale delle Edizioni Thule, fa un lavoro culturale straordinario. Finora si è parlato d'altro, scrive Giordano. I politici del centrodestra, sui principi etici sensibili, tacciono imbarazzati. Non prendono posizio­ne. Non si espongono. L'unica cosa che dicono, su questi ar­gomenti, è che nelle Marche si fanno tanti aborti. Evviva. E qui ancora Giordano punzecchia i politici del centrodestra: “Capisco benissimo che gli uffici marketing e le «bestie» che organizzano i social con­iano di girare alla larga da certi temi. Capisco benissi­mo che le flat tax e i blocchi navali funzionano di più, ga­rantiscono più like e vento in poppa nei sondaggi. Capisco benissimo che le posizioni dei tre partiti su alcuni argo­menti non sono perfetta­mente sovrapponibili (gene­roso eufemismo) per cui, a volte, conviene soprassedere per non mostrarsi divisi. E infine capisco benissimo che c’è anche un bisogno folle di essere accettati, meno demonizzati, riconosciuti nei salotti buoni, e questo riconoscimento non passa soltanto per la posizione in politica estera[...]”.

C'è un limite a tutto. “Se per vince­re, bisogna rivendicare con orgoglio l'uccisione di molti bambini, qualche elettore del centrodestra potrebbe chie­dersi: ma allora perché devo votare costoro?” Attenzione, tutte queste riflessioni, ci informa Giordano, non sono frutto di estremismi o di integralismi. Al Centrodestra si chiede soltanto più coraggio, per una “svolta pro­fonda e vera a questo Paese, anche sui temi della vita, del­la morte, della famiglia e dei nostri figli. Dicendo chiaro dove si vuole andare. Magari senza aspettare di essere ti­rati per la giacchetta da una influencer”.

 

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