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Se Napoli sprofonda nella classifica per la qualità della vita, ultima secondo la recente indagine annuale stilata dal Sole 24 ore, lo si deve anche alle tante opere pubbliche incompiute che si trascinano da lustri. Spicca tra queste un’opera fondamentale per il trasporto pubblico e per la soluzione dei problemi legati alla viabilità, che affliggono il capoluogo partenopeo. Era il 22 dicembre 1976, un mercoledì, quando sul palco allestito in piazza Medaglie d’Oro, nella zona collinare di Napoli, cominciava, alla presenza dell’allora sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi, con la posa della prima pietra, con una linea sulla carta e senza un centesimo in cassa, l’avventura della costruzione di quella che venne poi chiamata la linea 1 della metropolitana. Nei prossimi giorni saranno decorsi ben 37 anni da quella data ed ancora il sogno di vedere la metropolitana completa non si è realizzato. Un progetto che nel 1963 fu redatto dall’Ente Autonomo Volturno e regalato all’amministrazione comunale per la costruzione della quinta funicolare che doveva collegare piazza Medaglie d’Oro con il rione Sanità. Trent’anni dopo, nel 1993, s’inaugurava la prima tratta Vanvitelli - Colli Aminei. Praticamente c’è voluta più di una generazione perché il collegamento con almeno una parte delle stazioni entrasse in funzione. Allo stato i cantieri in corso da diversi lustri dovrebbero consentire entro la fine di quest’anno, ma il condizionale è d’obbligo visti i precedenti, di arrivare con i treni fino a piazza Garibaldi. Successivamente dovrà essere aperto l’ultimo tratto fino all’aeroporto di Capodichino, passando sotto il Centro Direzionale, per completare l’intero percorso con una sorta di cerchio ferroviario. Quando ciò accadrà non è dato sapere, anche perché non tutte le opere sono al momento finanziate, ma di certo occorreranno ancora diversi anni. Con l’occasione rilancio la proposta, già formalizzata tempo addietro, d’intitolare il metrò collinare al suo ideatore, a colui che agli inizi degli anni ’70, in posizione quasi isolata, si batté per dare impulso a quest’opera attingendo agli appositi finanziamenti della legge 1042 del 1969. Nelle polemiche che caratterizzano all’epoca lo scontro tra i due partiti di maggioranza, democristiani e socialisti, l’opera dell’allora assessore comunale ai trasporti Luigi Buccico fu fondamentale per portare avanti il progetto di una metropolitana per collegare l’area collinare con il centro cittadino. Solo dopo l’approvazione, avvenuta il 31 marzo 1972, da parte del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, del piano regolatore generale di Napoli, che comprendeva anche il piano dei trasporti,voluto proprio da Buccico, nel quale piano la collinare veniva considerata prioritaria, fu possibile sbloccare il finanziamento di 42 miliardi stanziati appunto con la legge 1042. Se oggi Napoli si sta dotando di un sistema moderno di metropolitana che, sebbene ancora incompleto, viene elogiato anche all’estero, il merito va principalmente a Luigi Buccico che ebbe la lungimiranza, sin dagli anni ’70, di comprendere l’importanza, per la soluzione dei problemi del traffico napoletano, di un sistema integrato di trasporto su ferro. A lui giustamente deve essere intitolata quella che oggi viene denominata semplicemente “linea 1 della metropolitana” di Napoli.

Flessione del 2,6% per le compravendite di abitazioni a Napoli, inclusi i comuni della provincia, nel primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, sono state 7.134 le unità immobiliari scambiate nei primi sei mesi dell’anno nel capoluogo campano e nella sua provincia.

Questi dati, calcolati sulla base delle quote di proprietà (NTN, numero di transazioni normalizzate), sono riportati nello studio pubblicato oggi dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con l’Ufficio Provinciale - Territorio di Napoli, e confermano il trend negativo registrato a livello nazionale per le abitazioni compravendute nella prima metà del 2013.

Stessa tendenza per il mercato regionale che, se confrontato con l’anno precedente, ha subito un calo degli scambi del 8,3%, equivalente a 13.470 NTN; il calo riscontrato è stato inferiore a quello medio nazionale (-11,6%), anche a seguito delle dismissioni immobiliari eseguite nel capoluogo regionale campano che fanno registrare un trend di Napoli - città positivo per il 7,9%.

Focus. Nel 1° semestre 2013, le compravendite di unità immobiliari a destinazione abitativa sono state 7.134, di cui il 55% ubicate nella provincia di Napoli. Analizzando i dati dal 2004, solo a partire dal 1° semestre 2006 si evidenzia un arretramento significativo del mercato residenziale abitativo napoletano: rispetto al picco della serie storica, il mercato delle abitazioni nel capoluogo ha perso una quota consistente di compravendite circa  (- 36%),   nettamente inferiore a quella persa nei comuni della provincia (-54%).

Quotazioni. Se si analizza l’andamento dei prezzi nominali delle abitazioni, tra il 1° semestre 2013 ed il 2° semestre 2012, si osserva ancora come la ridotta contrazione delle compravendite abbia comportato un lieve assestamento della quotazione media residenziale (-3%), dopo il picco di valori raggiunto nel 2° semestre 2008. Questo segnale di flessione ha riguardato con modeste variazioni i comuni della provincia (-3,1% su base semestrale) ed il capoluogo (-2,9% su base semestrale).

Per maggiori informazioni, la Nota può essere consultata sul sito internet dell’Agenzia, www.agenziaentrate.gov.it, nella sezione Documentazione > Osservatorio del Mercato Immobiliare > Pubblicazioni > Note territoriali.

Vomero luminarie spente

 

“Nell’area collinare del capoluogo partenopeo quest’anno, per quanto riguarda le luminarie natalizie, si possono individuare grosso modo tre zone – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che nelle scorse settimane aveva lanciato la proposta, anche attraverso una petizione, di gemellare il Vomero con la città di Salerno per far arrivare le luci d’artista anche a Napoli -. La prima zona, che raccoglie, per così dire, le strade di serie A, come via Scarlatti e via Luca Giordano, dove le luminarie, così come negli anni scorsi, sono state installate a cura e spese dell’amministrazione comunale e dell’ente camerale, senza esborsi da parte dei commercianti; la zona B, che comprende le strade, o meglio i tratti di strada, dove le luminarie sono state poste da ditte private con esborsi economici a carico dei commercianti interessati, ed esclusivamente nei pressi dei loro negozi; e la zona C, che comprende gran parte delle strade e delle piazze della municipalità collinare, dove ad illuminare le festività natalizie non vi sarà sulla pubblica via neppure un lumino “.

“Ma ciò che accomuna tutte le zone – prosegue Capodanno - è che, al momento, nonostante che le luminarie siano state installate da diversi giorni e nonostante il dato che in altre città, a partire proprio da Salerno, le luci sono già state accese da tempo, al Vomero le luminarie sono ancora spente, benché già da domenica scorsa molti esercizi commerciali abbiano già deciso di rimanere aperti “.

“Una situazione – puntualizza Capodanno - che, in uno alla mancanza di un programma di eventi per il Natale, che non si riduca ad una mera elencazione di date ed orari nei quali rimanere aperti ma che comprenda una serie di attività che possano fungere da attrattore per turisti e per non residenti, non aiuta certo a risollevare le sorti del terziario commerciale dalla profonda crisi nella quale è caduto, con decine di esercizi chiusi solo negli ultimi mesi, mentre altri potrebbero seguire subito dopo le festività “.

“E’ auspicabile – afferma Capodanno – che tale stato di cose muti a partire già dal prossimo fine settimana, con l’accensione delle luminarie nelle strade nelle quali sono state installate e con il varo di un vero e proprio programma di attività per il periodo natalizio che coinvolga commercianti ed acquirenti. Non abbandonando la prospettiva che, attraverso un accordo da siglare in tempi brevi, si possa comunque fare in modo che le “luci d’artista”da Salerno arrivino anche al Vomero, per abbellire le numerose strade ancora prive di addobbi “.

Via Kauffmann tombino rotto

 

Con l’autunno e con le piogge di questi giorni si ripropone a Napoli, con maggiore urgenza, la necessità di porre rimedio alla situazione disastrosa nella quale versano molte strade del capoluogo partenopeo con dissesti che ogni anno mietono tantissime vittime, anche con un tributo di sangue. Danni incalcolabili per la società civile ma anche per le casse comunali, alla luce delle numerose sentenze per il risarcimento delle vittime, fondi che potrebbero essere più proficuamente investiti per il risanamento delle strade interessate. Da tempo la vicenda è finita anche sul social network Facebook, dove Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione del Vomero, uno dei quartieri dove si osserva un elevato numero di dissesti stradali, ha fondato un gruppo, che conta oltre 2.600 iscritti, dal titolo: “ Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi “ ( https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee/ ), gruppo dove vengono indicati le buche e gli avvallamenti presenti in numerose strade e piazze della Città.

 

“ Questo gruppo – spiega Capodanno - nasce con il precipuo scopo di consentire ai cittadini di segnalare alla pubblica amministrazione, con foto e racconti, le buche rilevate sulle carreggiate e sui marciapiedi delle strade napoletane, che, in molti casi, sono presenti da tempo, senza che si provveda a ripararle. Numerosi i passanti vittime dei dissesti sui marciapiedi. Altrettanto folta la pattuglia degli automobilisti e, principalmente, dei motociclisti vittime di buche e voragini sulle carreggiate. Problemi che si ripercuotono anche sulla colonna vertebrale, per i continui sbalzi determinati dalle precarie condizioni di molte strade “.

 

“ Con frequenza quasi quotidiana pervengono segnalazioni di nuove buche e nuove voragini che si aprono sui marciapiedi e sulle carreggiate delle strade – afferma Capodanno -. L’ultima segnalazione riguarda un tombino posto al centro della carreggiata in via Angelica Kauffmann nel quartiere Arenella con il coperchio spaccato in due. Per evitare che le auto potessero finire dentro qualcuno ha provveduto a coprirlo ponendo su di esso due contenitori per la raccolta dei rifiuti. Altre segnalazioni riguardano le numerose fonti d’albero da tempo vuote e non coperte che, con le piogge, si trasformano in una vera e propria trappola per i pedoni “.

 

“ L’auspicio – prosegue Capodanno – è che si ponga rimedio a questa preoccupante situazione che incide, principalmente, sulla pubblica incolumità, con ripercussioni anche sulle parti meccaniche dei veicoli quando i dissesti riguardano le carreggiate “.

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