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Il cessate il fuoco appare già in bilico in Ucraina

Resta altissima la tensione diplomatica lungo la linea Bruxelles-Mosca, con il Cremlino che esplicitamente minaccia di reagire nel caso in cui l'Unione Europea dovesse confermare il nuovo pacchetto di sanzioni, del resto gia' decise e la cui formalizzazione e' attesa lunedi'. "Se la nuova lista di sanzioni della Ue entra in vigore - avverte il ministero degli esteri russo - ci sarà sicuramente una reazione da parte nostra"

Il leader di Fi, Silvio Berlusconi, dichiara "a causa di una malaugurata carenza di leadership internazionale" si sta assumendo "un atteggiamento ridicolmente e irresponsabilmente sanzionatorio nei confronti della Federazione Russa, che non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa che considera come fratelli".

Il cessate il fuoco appare già in bilico in Ucraina orientale e il braccio di ferro fra Mosca e occidente è tutt'altro che archiviato. Sono giorni cruciali nella delicatissima crisi sul fronte est: una partita che nelle ultime ore si gioca sempre di piu' su due tavoli, quello militare e quello diplomatico. Sul campo di battaglia la tregua scattata appena l'altro ieri alle 18 locali, e sancita dall'accordo di Minsk tra Kiev e i ribelli filo-russi, ha retto per alcune ore. I presidenti ucraino Petro Poroshenko e russo Vladimir Putin hanno avuto un nuovo colloquio telefonico in cui si sono detti soddisfatti di come le parti in conflitto rispettino "globalmente" l'intesa.

In effetti si tratta solo di un primo passo dopo un conflitto di 5 mesi che ha provocato 2.600 morti e oltre un milione di profughi. E in serata, dopo qualche accusa reciproca di violazioni episodiche, notizie dalla città portuale di Mariupol sono giunte a mettere tutto in discussione. Almeno una persona  è morta a seguito di una serie di spari nella città: si tratta della prima vittima accertata da quando è scattata la tregua tra Kiev e i separatisti pro-russi, venerdì.

Russia e Usa terranno consultazioni a Mosca l'11 settembre sulle reciproche preoccupazioni riguardo al trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (Inf) siglato tra Reagan e Gorbaciov nel 1987 e che pose fine alla vicenda degli euromissili. Lo rende noto il ministero degli Esteri russo.«Noi partiamo dal principio che questo sia un trattato importante e debba essere pienamente attuato. Abbiamo un certo numero di richieste vecchie e nuove, interrogativi e preoccupazioni sulla politica Usa e noi solleveremo tali questioni», ha dichiarato Mikhail Ulianov, direttore del dipartimento del ministero degli Esteri russi per la non proliferazione e il controllo degli armamenti, che guiderà probabilmente la delegazione russa. «Chiederemo spiegazioni agli americani», ha aggiunto. La delegazione Usa dovrebbe essere capeggiata dal sottosegretario per il controllo degli armamenti e la sicurezza nazionale Rose Gottemoeller. Intanto :

Berlusconi che si è sentito più volte con Putin nei giorni scorsi ha telefonato anche ai leader degli stati europei e dell’Unione europea con i quali mantiene rapporti per intessere quella autonoma rete diplomatica che potrebbe rivelarsi preziosa in futuro sotto diversi profili. Al di là della volontà di rafforzare i rapporti con Mosca con l’obiettivo di coinvolgerla ancora di più nel sistema occidentale, Berlusconi si fa portavoce anche dei fortissimi malumori che stanno emergendo fra le imprese italiane che potrebbero subire notevoli contraccolpi dalla interruzioni o dall’indebolimento dei rapporti economici con i russi. «Oltre all’interruzione di un processo di avvicinamento valoriale di Mosca all’Occidente - spiega l’eurodeputato di Forza Italia Giovani Toti - Non vanno sottovalutate ragioni di realpolitik. L’Italia è il secondo partner commerciale della Russia e ci sono settori strategici del made in Italy come quello dei macchinari industriali e dell’agroalimentare dei prodotti di maggior pregio che potrebbero soffrire duramente sul piano dell’export». «Secondo Berlusconi in queste crisi regionali la ragione non sta mai da una parte sola - spiega Toti - L’Ucraina è un paese complesso, abitato in parte da gente che si sente russa. Il caso della Crimea è evidente da questo punto di vista. Dunque non c’è sciovinismo nell’atteggiamento russo e di conseguenza gli europei e la Nato dovrebbero evitare di intervenire con modalità che allontanano la Russia dall’Occidente». Berlusconi ieri ha parlato anche della situazione in Medio Oriente: «Provo sgomento per la riesplosione dell'Islam con le sue pratiche feroci e disumane - ha detto il leader di Forza Italia - e con la sua carica di odio soprattutto nei confronti di Israele che, stanno tornando a dirlo, deve essere cancellata dalla carta geografica». Berlusconi ha poi aggiunto: «Israele, che è l'unica democrazia del Medioriente, ha reagito ai missili di Hamas e l'Occidente redarguisce Israele. Mi sento di dire: in che mani siamo!»

Non è certo una sorpresa, ma sicuramente si conferma una voce fuori dal coro - almeno di quello ufficiale - dei capi di stato e di governi occidentali.Silvio Berlusconi ieri - nel giorno in cui è stato violato il cessate il fuoco fra l’esercito ucraino e i ribelli filorussi - ha ribadito che sul caso Ucraina si schiera con le ragioni della Russia e attacca la Nato. Il leader di Forza Italia, la cui amicizia con il leader russo Vladimir Putin è consolidata, ieri ha pronunciato parole nettissime: «A causa di una malaugurata carenza di leadership internazionale a livello Nato si sta assumendo un atteggiamento ridicolmente e irresponsabilmente sanzionatorio nei confronti della Federazione Russa, che non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa che considera come fratelli». Le frasi in favore della Russia di Vladimir Putin sono state pronunciate dall’ex presidente del Consiglio durante un collegamento telefonico con il raduno dei giovani di Forza Italia, a Giovinazzo (Bari), dove era in corso l’ultima delle tre giornate di lavori. «Siamo in angoscia per la profonda crisi dell’economia che va di male in peggio – ha spiegato Berlusconi – e ancor più per la situazione internazionale e per le decisioni dei vertici occidentali, americani, la Nato, i vertici europei che, direi incredibilmente e irresponsabilmente, hanno cancellato e stanno cancellando il grande lavoro e i risultati che avevamo conseguito noi, nel 2002, con il trattato di Pratica di Mare, mettendo fine a mezzo secolo di guerra fredda che ci aveva angosciati». Ma quelle di Silvio Berlusconi non sono state le uniche frecciate italiane contro la Nato. Anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Cernobbio per l’annuale appuntamento Ambrosetti, non è stato da meno: «Mi sembra demenziale - ha detto Salvini - che la Nato, con tutto quello che sta succedendo in Medio Oriente, vada a rompere le palle al confine con la Russia». «A meno che – ha aggiunto il leader del Carroccio – non ci siano interessi americani in ballo, che però non mi interessano». La sortita di Berlusconi non ha sorpreso nessuno. Fin dallo scorso 2 settembre, data del suo rientro a Roma dal riposo estivo, Berlusconi ha fatto filtrare alla stampa la sua forte preoccupazione per la situazione internazionale e si è dato da fare per far sentire la sua voce e far valere i suoi ottimi rapporti con Putin.

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