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Un nuovo Snowden?

A 14 mesi di distanza dallo scandalo Datagate, il governo degli Stati Uniti ritorna a fare i conti con una nuova fuga di notizie e con nuovi documenti e informazioni segrete messe in circolazione da una nuova possibile talpa.

Poco più di un anno fa, Snowden aveva scatenato un polverone mostrando al mondo intero come la National Security Agency statunitense si fosse servita di una fitta rete di intercettazioni per tenere sotto controllo una porzione consistente della popolazione, non solo di quella americana.

E ora Snowden è ritornato, quanto meno i suoi ideali. Lo scorso martedì, la notizia di una nuova fuga di informazioni è stata riportata per la prima volta dall’emittente americana CNN, che ha riferito della diffusione del contenuto di un fascicolo top secret, relativo alle liste sui sospetti terroristi statunitensi.

A scatenare nuovi rumori sono state le pubblicazioni diffuse da ‘The intercept’, il sito web fondato Glenn Greenwald, il giornalista che ha pubblicato le migliaia di file copiati dall’ex contractor della Nsa, svelando il sistema di sorveglianza di massa antiterrorismo, e a cui lo stesso Snowden aveva consegnato i documenti trafugati un anno prima.

Anche questa volta le rivelazioni sono scioccanti. ‘The intercept’ si appella ad un documento segreto che risale all’ agosto 2013, ad alcune settimane dopo che Snowden era già fuggito a Mosca, rendendo noto che gli Stati Uniti hanno compilato una lista di 680 mila «potenziali terroristi». Di questi, 280.000 persone non hanno alcun legame riconosciuto con gruppi e organizzazioni terroristiche.

Nei mesi precedenti, il sito aveva reso noto come fosse facile finire sulla lista dei presunti terroristi e come ‘prove inconfutabili’ o ‘fatti concreti’ non siano necessarie per finire negli elenchi del terrore.

Greenwald non ha voluto né confermare né smentire l’esistenza di una nuova fonte. I documenti sono classificati come ‘segreti’ e ‘noforn’, cioè da non condividere con i Paesi alleati.

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