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Cresce l'onda degli euroscettici

"Dobbiamo anzitutto imparare a distinguere. Non dobbiamo commettere l'errore di mettere tutto nel calderone della "estrema destra". Con i movimenti o i partiti della destra radicale che sono contro l'Europa è ovvio che non si transige, che non è possibile fare accordi. Ma c'è anche un universo di partiti che non sono contro l'Europa, sono piuttosto euroscettici oppure pongono dei problemi come la convenienza della permanenza dell'euro o simili. Con questi partiti che non sono in linea di principio contro l'Europa ma pongono problemi all'Europa, dobbiamo imparare a dialogare". E' quanto afferma alla Stampa, il candidato alla Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Sugli eurobond, Juncker osserva: "Nell'attuale quadro sì, li escludo, non ci sono le condizioni per una mutualizzazione dei debiti al livello europeo. Tuttavia, se nei prossimi cinque anni dovessimo riuscire a progredire ulteriormente con il progetto europeo, se dovessimo riuscire a mettere insieme le politiche dei conti pubblici, allora è pensabile l'introduzione degli eurobond. Io non sono contrario, in linea di principio. Ma aggiungo: io resto anche convinto che con il deficit e i debiti non si creino una maggiore crescita o più posti di lavoro". "I governi - aggiunge Juncker - devono imparare a mandare a Bruxelles commissari che siano politici di razza, ne abbiamo bisogno".

Incassato il bottino alle municipali francesi, Marine Le Pen punta a fare il botto alle Europee. Sul voto del 25 maggio ha scommesso tutto.
E i sondaggi sembrano essere dalla sua parte. Tanto che sembra esser già stata nominata come leader di riferimento per tutti i partiti euroscettici. Formazioni politiche che andranno a imporsi pesantemente nella composizione del nuovo parlamento. Con un sogno in testa: l'abolizione della moneta unica. "L'euro è uno strumento che è stato messo in atto per forzare l'unione politica e per forzare l'indebolimento della sovranità popolare a favore dell'oligarchia europea - spiega la Le Pen al Giornale.it - questa esperienza disastrosa si fermerà o a causa del caos, dello sconvolgimento e del dramma sociale o perché il popolo avrà deciso di unirsi per poter organizzare, tranquillamente e serenamente, il ritorno della moneta nazionale".

Lasciate perdere parole come 'populismo' che non significano nulla e sono solo la spia della pigrizia mentale di chi le usa - spiegava giorni fa Angelo Panebianco sul Corriere della Sera - lasciate perdere persino il termine anti europeismo: essere contro l'Unione così com'è non significa necessariamente essere anche contro l'Europa in quanto tale". Perché, finalmente, si può dire (senza essere azzannati al collo) che l'Unione europea così com'è non va affatto bene. Va rivoltata come un calzino

In Italia secondo il Giornale le spinte sono variegate e vanno in ordine sparso. A farla da padroni sono sicuramente i Cinque Stelle che alle Europee puntano a superare ampiamente la soglia del 20% e a piazzare una settantina di eurodeputati. Da qualche giorno Beppe Grillo sta portando in giro per l'Italia il tour "Te la do io l'Europa", una sorta di comizio elettorale a pagamento per tirare la volata a candidati inesperti. "Dobbiamo riprenderci la lira, con un referendum. Poi svalutare la lira per far diventare i nostri prodotti concorrenziali all'estero", tuona il comico avvolto, come un fantasma, nella bandiera della Ue. Quello che propone è un referendum sulla moneta unica: "L'Italia ha perso la sua sovranità monetaria senza che i cittadini fossero interpellati". Peccato che solo fino a qualche mese fa la pensasse diversamente. Anche Gianroberto Casaleggio, nel 2013, se ne andava in giro a dire: "Se usciamo dall'euro, non risolviamo i nostri problemi...

"La più grande dimostrazione di democrazia, e la base di ogni democrazia al mondo, è la scelta dei cittadini, cioè del popolo: non possiamo pensare che qualcuno governi sulla testa della gente". Lo ha detto Massimiliano Fedriga (LN) ad Agorà (Rai3). "Bisogna dare parola al popolo e il referendum sull'autonomia è lo strumento che permette ai cittadini di far decidere come essere governati". "Andare di fronte alle prefetture, con atti assolutamente pacifici, perché noi non abbiamo mai commesso violenze, a differenza di chi magari sta vicino ad altre forze politiche, è un atto forte per dire che lo Stato non può andare nei nostri territori a mettere in galera delle persone innocenti". "Qualcuno pensava, e faccio riferimento in particolar modo al centrosinistra, che eliminando le riforme della Lega, dalla devolution al federalismo fiscale, anche con terrorismo psicologico sostenendo che le persone non avrebbero più avuto l'ospedale, la gente sarebbe stata comunque zitta: così non è, la gente si arrabbia e la Lega difenderà sempre queste persone contro l'euro e contro lo Stato centrale", ha aggiunto. In particolare, "una via può essere quella di pagare gli avvocati alle persone arrestate. La seconda via può essere quella di andare a protestare, in modo forte e sempre pacifico, occupando le prefetture". "Queste sono 24 persone che non hanno commesso alcun tipo di atto di violenza e hanno solo voluto esprimere liberamente la loro opinione e sono in galera: penso ci sia poco da ridere", ha concluso.

Adesso non resta che aspettare scrive Andrea Intini : le elezioni del 25 maggio saranno un vero spartiacque. In Italia i partiti anti euro potrebbero totalizzare oltre il 30% delle preferenze: il M5S è dato intorno al 25%, la Lega Nord tra il 5 e il 6%, Fratelli d'Italia è appeso al 4% (soglia di sbarramento per entrare a Strasburgo). Sapranno far fronte comune? Chi guiderà la nuova formazione euroscettica, di per sé troppo variegata per portare avanti un progetto strutturato? E soprattutto: l'euro ha davvero i giorni contati?

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