Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 02 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:121 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:195 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:405 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:855 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:892 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1121 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1565 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1667 Crotone

Dal 19 luglio al 31 agosto 2014, a Palazzo Tovegni di Murazzano (CN), si terrà la mostra Situazioni 2 che presenterà le opere di sei fotografi, rappresentati da altrettante gallerie, tra quelle più interessanti e attive del panorama italiano.

L’esposizione è il primo appuntamento di Fotograficamente 14 – La Fotografia incontra, la rassegna che, da luglio a settembre 2014, proporrà una serie di iniziative legate al mondo dell’immagine concentrate sul territorio dell’alta Langa, organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (CN) che si conferma come un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica.

SituAzioni 2, giunta alla sua seconda edizione, è curata da Daniela Trunfio, che ha pensato gli spazi destinati alle gallerie come vere e proprie ‘stanze d’artista’. I soggetti coinvolti sono: Spazio Nuovo Contemporary Art, Roma (Marco Maria Zanin), Weber & Weber, Torino (Luca Gilli), Galleria Spaziofarini 6, Milano (Francesco Pergolesi), Paola Sosio Contemporary Art, Milano (Mario Daniele), Alberto Peola, Torino (Eva Frapiccini), Fabbrica Eos, Milano (Giuseppe Mastromatteo) e la Fondazione Teatro San Carlo - MeMus, Napoli (Luciano Romano).

“In tempi di forte crisi economica - afferma la curatrice Daniela Trunfio -, che rischiano di mettere in serio pericolo non solo la programmazione culturale, ma anche la sopravvivenza di prestigiose strutture museali, credo che sia importante pensare anche a  nuovi modelli espositivi che includano con più forza i diversi protagonisti della progettualità artistica. Lavorare in modo partecipativo con galleristi e artisti non significa mettere il luogo “pubblico” / museo, nelle mani della mercificazione e del collezionismo ‘privato’, ma saper sfruttare al meglio, invece, professionalità e progettualità diversificate per realizzare proposte espositive più originali e attuali, che possano dialogare con più efficacia con il tessuto culturale esterno”.

Il percorso espositivo inizia con una riflessione a specchio sullo spazio. Quello urbano, esasperato nella sua modernità degradante e intriso di dolente umanità, delle due grandi opere di Marco Maria Zanin (Spazio Nuovo Contemporary Art, Roma) si confronta con quello sul vuoto e sulle impeccabili geometrie bianche degli interni pre-abitati di Luca Gilli (Weber & Weber, Torino), recente vincitore del premio BNL-BNP Paribas, all’edizione 2014 di MIA Fair, la prima e unica fiera interamente dedicata alla fotografia.

Le due stanze centrali presenteranno gli “Heroes” di Francesco Pergolesi (Galleria Spaziofarini6, Miano), una ricognizione sulla resistenza degli artigiani, che premia un microcosmo sociale messo in bella mostra grazie al lavoro di restyling degli interni delle botteghe e dal sapiente utilizzo della luce teatrale del giovane fotografo milanese.

Si prosegue con la ricerca sul paesaggio, uno dei soggetti preferiti da Mario Daniele (Paola Sosio Contemporary Art, Milano), e qui rappresentato dalla serie “Quel sentiero per il lago”: si tratta di una fotografia lenta, fatta di attese e ritorni sui luoghi, per fissare quella luce limpida e abbagliante che rende omaggio alla vastità dei laghi alpini piemontesi, e a una natura apparentemente incontaminata.

La terza sezione diventa “luogo del teatro”. Lo sguardo attento e rispettoso di Luciano Romano (Fondazione Teatro San Carlo - MeMus, Napoli) restituisce la complicità tra fotografo e artista-scenografo, elemento fondamentale per segnare la distinzione tra fotografia documentaria e fotografia di teatro. Il ciclo “Opera ad Arte” è frutto di una rara e intelligente operazione che lega una prestigiosa committenza (quella del Teatro San Carlo di Napoli) ad artisti e fotografi, per generare non solo memorie d’archivio, ma anche una straordinaria valorizzazione della progettualità artistica e della produzione.

Accanto alle immagini di Luciano Romano, s’incontrerà la serie di Eva Frapiccini (Alberto Peola, Torino) liberamente ispirata al dramma incompiuto di Bertolt Brecht “La Caduta dell’Egoista Johann Fatzer”, scritto tra il 1926 e il 1930. Il testo racconta di vite allo sbando, imperialismo, opportunismo, rovina e corruzione delle aspettative umane. Eva Frapiccini, tra le più rigorose e determinate fotografe contemporanee, pone il viaggiatore Fatzer nella Berlino dei nostri giorni in cui la frattura ancora evidente tra Est e Ovest, tra decadenza e modernità diventa metafora del viaggio della nostra vita in continua oscillazione tra passato e futuro, tra certezze e precarietà.

Chiude il percorso il video “Homogenic” di Giuseppe Mastrommatteo (Fabbrica Eos, Milano) che mette in fila otto sguardi che si dispongono ritmicamente mantenendo fissa la frontalità della posa.

La sensazione è quella di assistere al movimento, e insieme alla trasformazione, di un unico soggetto, volta per volta riprodotto con nuove e sorprendenti variabili. La forma del viso cambia, gli occhi sono gli stessi. Mastromatteo espone una personalissima interpretazione dei rinnovati concetti di identità, omologazione e serialità, ai tempi della massificazione mediatica e crea i presupposti per una presa di coscienza percettiva.

sabato 6 e domenica 7 settembre 2014, alle Cantine Conterno-Fantino di Monforte d’Alba (via Ginestra 1) si terranno delleConversazioni con importanti fotografi, per avvicinare il pubblico a questa forma d’arte in una piacevole atmosfera conviviale, accompagnate da degustazioni enogastronomiche.

Protagonisti dei due incontri saranno Monika Bulaj Luciano Romano.

Monika Bulaj è fotografa, reporter, documentarista tra le più interessanti nel panorama contemporaneo internazionale. Nata a Varsavia nel 1966, ha studiato filologia polacca all’Università di Varsavia; concentra da sempre la sua ricerca sui confini delle fedi (mistica, archetipi, divinazione, possessione, pellegrinaggi, corpo, culto dei morti), minoranze, popoli nomadi, migranti, intoccabili, diseredati, in Asia, Europa e Africa.

Luciano Romano, fin di suoi esordi, indaga sul rapporto tra fotografia e teatro. Collabora da anni con il Teatro San Carlo di Napoli e con La Scala di Milano alla cui Accademia insegna Fotografia. I suoi lavori, incentrati sulla rappresentazione dello spazio, sono presenti in numerose raccolte pubbliche e private, quali la collezione di fotografia del MAXXI a Roma, la Robert Rauschenberg Foundation a New York. La conversazione verterà sugli intrecci tra fotografia, arte, regia e spazio scenico.

Domenica 14 settembre 2014, alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (via Marconi 16) è in programma la Lettura portfolio in Fondazione. Sarà un momento di approfondimento e di confronto tra nuovi autori, selezionati da una commissione, ed esperti del mondo dell’immagine, come critici, galleristi, curatori e photo editor.

Lettori/Ospiti: Maria Teresa Cerretelli, Gigliola Foschi, Roberto Mutti e Riccardo Costantini.

Per questa edizione, i portfolii dovranno vertere su alcuni temi nati dalle suggestioni fotografiche del romanzo di Mario Lattes L’amore è niente, come paesaggio reale, paesaggio virtuale, paesaggio mentale; l’inutilità dello sguardo; la fotografia contemporanea e il rapporto tra impegno ed estetica; il noir e il surreale nella fotografia.

Con il patrocinio della presidenza greca dell’Unione Europea, mercoledì 18 giugno 2014 alle 17.00 sarà inaugurata presso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura la collezione di opere del Prof. Efthymios Warlamis dedicata all’Apostolo Paolo. Sarà presente il cardinale James Michael Harvey.

Da molti anni l’artista e architetto, Prof. Efthymios Warlamis si è dedicato a temi cristiani specifici con opere di pittura e architettura religiosa. Il 2010, l’artista ha avuto l’occasione di una udienza privata con Papa Benedetto XVI presso il Vaticano e ha informato il Santo Padre sulla progettazione delle sue opere per Apostolo Paolo.

In una lettera all’artista, il papa em. Benedetto XVI dimostrò entusiasmo per i quadri e si pronunciò a favore della realizzazione di una mostra sul ciclo di San Paolo da realizzare nella Basilica di San Paolo a Roma: “è evidente che i quadri non sono realizzati superficialmente; in un certo senso è come se provenissero dall’intimo, dove Lei ha incontrato San Paolo, per poi poterlo presentare all’uomo d’oggi.”

Nello stesso periodo si svolge anche l’esposizione “Cristo oggi” di Efthymios Warlamis presso la Chiesa Santa Maria dell'Anima, con circa 200 opere per la prima volta esposte nel Kunstmuseum Waldviertel, e in seguito nel Museo Bizantino di Salonicco e nel Pavlio Centro di Veria.L’opera è una testimonianza artistica alla ricerca infinita di un incontro con Cristo e la quasi impossibile rappresentazione della sua doppia natura.

L’artista e architetto Prof. Makis Efthymios Warlamis è nato in Grecia. Egli vive a lavora da più di 50 anni in Austria, dove ha insegnato arte applicata all’Università, e dove ha fondato due istituzioni: L’IDEA-Designcenter e il Kunstmuseum, nella Bassa Austria.

Da più di trent’anni Warlamis realizza mostre in molti paesi del mondo.
Come cristiano praticante, l’artista dedica parte consistente del suo lavoro a temi cristiani, in forma di opere pittoriche e architettura sacra. È in progetto una cripta di Paolo nel nord della Grecia.

10256699_10152428418293812_7480571734000119880_o

 

Una mostra d’arte fatta “a regola di donna”: questa è Point Of View Of Woman, la collettiva inaugurata martedì 13 maggio presso il Comitato elettorale dei candidati consiglieri comunali Francesco e Fabiola Ventricelli. La rassegna artistica è stata allestita nei sotterranei del Comitato in corso Giuseppe Garibaldi, 78 e chiuderà i battenti l’8 giugno. Madrina d’eccezione della serata il candidato sindaco alle imminenti elezioni comunali di San Severo, Maria Anna Bocola, che ha “sciolto il nastro rosa” e dato il via ufficiale alla manifestazione.

«Point Of View Of Woman è una mostra d’arte che vede protagoniste tre donne: Roberta Tardio, Olga Delle Vergini e Lorenza Marchetti Felici Giunchi – dice Giorgio Ventricelli, art director della mostra, che continua – la mostra nasce con il doppio fine di dare uno spazio espositivo agli artisti locali, i quali hanno difficoltà a trovare un luogo che li accolga e dia loro visibilità e possibilità di far conoscere al pubblico le proprie opere d’arte, e di recuperare e promuovere gli ipogei sotterranei che caratterizzano la città di San Severo».

10320937_10152428420043812_730780451563702173_o

 

L’arte, dunque, come mezzo per recuperare la memoria storica di luoghi caduti nell’oblio, attraverso il “punto di vista della donna”, motore non solo artistico ma anche sociale ed espressione di un movimento underground che potrebbe trovare a San Severo un nuovo modo di fare arte; attraverso tele e disegni realizzati con tecniche diverse, le artiste raccontano se stesse, il loro modo di esprimere un concetto o, semplicemente, la propria sensibilità.

«San Severo è una città d’arte e come tale deve dare la possibilità agli artisti, soprattutto quelli giovani e alle prime armi, di esprimere la loro arte fatta di passione, sofferenza, abnegazione, inventiva e sacrificio – dice Maria Anna Bocola a latere della mostra, che continua – iniziative come questa sono lodevoli e meritano supporto non solo morale ma tecnico e logistico da parte sia dell’amministrazione comunale, sia dei privati cittadini, perché attraverso l’arte c’è una crescita tanto personale quanto collettiva dell’intera comunità».

10329948_10152428418298812_6427518811650299305_o

 

«L’arte non ha una bandiera politica, è la forma espressiva più democratica che l’uomo ha inventato perché lo caratterizza all’interno della sua evoluzione naturale dalle altre forme viventi, ed è insita in ognuno di noi – dichiarano Francesco e Fabiola Ventricelli, che continuano – ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare se fossimo stati amministratori politici di questa città, e la risposta si è concretizzata dando alle artiste un luogo dove far conoscere le loro opere: questo per noi è fare politica, ascoltare la gente, prodigarsi affinché possano realizzare i loro sogni e dare la possibilità all’intera cittadinanza di condividere l’arte».

La mostra è aperta ogni giorno dalle ore 19 fino a tarda sera.

10339346_10152428421113812_3406616558074866541_o

Afrodite di Cnido di Prassitele, marmo © Fondation Pierre Gianadda, Martigny

Afrodite di Cnido di Prassitele, marmo © Fondation Pierre Gianadda, Martigny

 

Il British Museum di Londra è stato fondato nel 1753 con l’ambizione di riunire nello stesso luogo oggetti provenienti da tutto il mondo, del passato e del presente, per indurre il visitatore a istituire dei confronti e verificare come ogni popolo abbia interpretato e risolto in modo diverso problemi comuni a tutta l’umanità.
Le collezioni del British Museum sono costituite da oltre sette milioni di oggetti, provenienti da tutti i continenti. Una parte di queste ricchezze, raccolte in 24 stanze, raccontano Roma e l’antica Grecia dall’inizio della preistoria all’età bizantina.
Come celebrare la bellezza del corpo maschile e femminile? Un tema affascinante che riporta a momenti di vita: dalla nascita allo sport, al matrimonio, alla morte, e anche l’amore e il desiderio. Tutti momenti documentati da straordinari reperti archeologici.
Tra le opere greche, ve ne sono alcune celeberrime: suggestiona ed incanta la bellezza del celebre Discobolo, statua-simbolo di una civiltà, che rappresenta un giovane atleta nudo, dal corpo perfetto, nell’atto di lanciare il disco. Questa scultura in marmo del II secolo a. C. è una copia romana di un originale in bronzo, dello scultore greco Mirone, risalente al V sec. a. C., che non ci è pervenuto. Altrettanto incantevole il famoso Diadumeno, statua attribuita al grande maestro greco Policleto, anch’essa replica di un originale in bronzo del V sec. a. C., che rappresenta un giovane atleta con la testa cinta dalla benda della vittoria, trovata nel 1862 in una località della provenza e in seguito acquisito dal British Museum.
Tra le opere dedicate al corpo femminile, colpisce la statuetta di giovane donna che corre, dalla mirabile fattura, molto stilizzata, forse proveniente da Sparta, dove le donne, contrariamente che nelle altre città greche, erano ammesse ai giochi olimpici. La tunica è indossata secondo l’usanza descritta da Pausania, lasciando un seno scoperto. Una terracotta greca del 300-200 a. C. colpisce per la postura e le vesti eleganti (con un pregevole copricapo appuntito), i cui panneggi sono sottilmente allusivi di temi e forme legate al sesso e al desiderio.
L’esposizione comprende una sezione dedicata ad alcuni eccezionali ritrovamenti locali: un paio di sculture scoperte a Martigny nel corso di scavi eseguiti nel 2011, costituite da torsi maschili in marmo di epoca romana, provenienti dal Mediterraneo orientale, forse appartenenti ad un complesso termale; ed una statuetta marmorea di Venere, anch’essa ritrovata a Martigny, nel 1939, replica dell’Afrodite di Cnido di Prassitele, figura ammirevole nella perfezione delle sue forme, che, nello splendore della sua nudità, si appresta al bagno. Prestigioso oggetto che ornava una domus del Forum Claudii Vallensium.
La mostra è curata da Ian Jenkins, Senior Curator del Dipartimento delle antichità greche e romane del British Museum, ed è arricchita da uno splendido catalogo, che riproduce tutte le opere esposte. L’eccezionale manifestazione sarà aperta al pubblico fino al 9 giugno 2014.

Il Discobolo, Marmo, periodo romano, II sec. d. C . ©  The Trustees of the British Museum (2014)

Il Discobolo, Marmo, periodo romano, II sec. d. C . ©  The Trustees of the British Museum (2014)

La Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e la Galleria civica di Modena celebrano la ricorrenza del 450° anniversario della morte di Michelangelo con la mostra "Michelangelo e il Novecento", evento dedicato alla fortuna della figura e dell'opera dell'artista nel corso del secolo scorso che apre al pubblico a Firenze dal 18 giugno e a Modena dal 20 giugno, per chiudersi, in entrambe le sedi, il prossimo mese di ottobre.

Basata su un progetto scientifico comune e accompagnata da un catalogo unico, l'esposizione, realizzata per la sede fiorentina con i contributi determinanti dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dell’Associazione MetaMorfosi, Roma e, per la sede modenese con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e con il contributo dell'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, è strutturata su due nuclei tematici specifici: uno riferito ai centenari novecenteschi della morte e della nascita dell’artista che hanno coinvolto nel 1964 e nel 1975 la Casa Buonarroti e altre istituzioni fiorentine e italiane; l’altro, più in generale, legato alla presenza di Michelangelo nella cultura visiva del XX secolo, un’influenza che spazia dalla citazione diretta al richiamo ideale e che abbraccia scultura, pittura, architettura, grafica, fotografia, video, design e che continua a esercitare il suo fascino anche sugli esiti recenti della ricerca artistica internazionale.

Esempio di pienezza intellettuale, di magistero artistico e dignità morale, Michelangelo resta per il Novecento uno straordinario punto di riferimento della vita culturale moderna e contemporanea, della sua storia, della società, delle arti e della civiltà produttiva: lascia una traccia indelebile nell’opera degli artisti che si sono confrontati con lui, tanto da costituire un focus di interesse e di approfondimento che continua a tradursi in dibattiti, convegni e mostre, che supera i confini degli studi sul Rinascimento e si inserisce in una prospettiva interdisciplinare e aperta della scena culturale internazionale.

La mostra è un'occasione di studio e di ricerca per tentare di comprendere quanto sia stata vasta e profonda l'influenza di Michelangelo sulla scena culturale del secolo scorso, per quanto riguarda la scultura, l'architettura, il design e le arti visive in generale.

La presenza e il forte carattere iconico dell'artista non hanno eguali. Altri grandi del Rinascimento, come ad esempio Raffaello o Leonardo da Vinci, non hanno dato origine sul piano figurativo ad una ricaduta come quella cui ha dato vita l'opera michelangiolesca, talmente presente nell'immaginario del '900 che se ne è fatto uso e abuso, fino alla recente rappresentazione del David armato di mitragliatrice in una discussa pubblicità americana. Le icone michelangiolesche sono un unicum, dalla Pop Art in poi ritornano continuamente, spesso ridotte a oggetti kitsch o di consumo, o a statuette da bancarella.

Le opere in mostra a Firenze sono una settantina; a Modena, dove l'allestimento propone opere monumentali e di grandi dimensioni, oltre una trentina. In entrambe le sedi esse si confrontano con disegni originali di Michelangelo, sette a Firenze, due a Modena, una prima assoluta per la città emiliana che non ha opere dell'artista nelle collezioni estensi.

La rassegna, inserita ufficialmente nelle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di Michelangelo, è a cura di Emanuela Ferretti, Marco Pierini, Pietro Ruschi e si avvale del contributo di un Comitato scientifico composto da Claudia Conforti, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Emanuela Ferretti, Università degli Studi di Firenze, Carlo Francini, Responsabile Ufficio Unesco del Comune di Firenze, Tommaso Mozzati, Università degli Studi di Perugia, Alina Payne, Harvard University, Marco Pierini, Direttore della Galleria civica di Modena, Pina Ragionieri, Direttrice della Fondazione Casa Buonarroti, Pietro Ruschi, Università degli Studi di Pisa, Davide Turrini, Università degli Studi di Ferrara.

La mostra di Firenze avrà, dal 6 al 20 ottobre 2014, una preziosa appendice alla Biblioteca di Scienze Tecnologiche dell'Università di Firenze, sede storica della Facoltà di Architettura. La sezione ospiterà filmati e video, oltre a volumi e riviste di proprietà dell'Università di Firenze che illustrano la fortuna del mito michelangiolesco fra gli anni Venti e gli anni Settanta del Novecento nell'arte e nell'architettura italiana.

Aurelio Amendola, BBPR, Sylvano Bussotti, Nado Canuti, Mario Ceroli, Joe Colombo, Tano Festa, Alberto Giacometti, Emilio Greco, Gigi Guadagnucci, Renato Guttuso, Vassily Kandinsky, Le Corbusier, Arturo Martini, Napoleone Martinuzzi, Henry Matisse, Roberto Melli, Giovanni Michelucci, Henry Moore, Luigi Moretti, Fabio Novembre, Eduardo Paolozzi, Claudio Parmiggiani, Giò Ponti, Aldo Rossi, Giulio Aristide Sartorio, Grazia Sgrilli, Francesco Somaini, Giuseppe Terragni, Robert Venturi, Bruno Zevi.

Aurelio Amendola, Michelangelo Antonioni, Gabriele Basilico, Jan Fabre, Kendell Geers, Yves Klein, Robert Mapplethorpe, Ico Parisi, Thomas Struth.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI