I numeri della solidarietà dicono che la povertà continua a crescere in Città: tra il 2018 e il 2019, gli interventi compiuti dai servizi della Caritas Diocesana di Catania sono aumentati di circa 10 mila unità, passando da 225 mila a oltre 237 mila. Lo rivela il secondo report “Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore”, realizzato dall'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse dell'organismo diocesano, che conferma una tendenza negativa in atto nel corso degli ultimi anni e una decisa crescita della componente italiana che ormai ricopre circa il 60% delle richieste. Rispetto all’edizione dello scorso anno, l’osservazione è stata allargata anche ad altre parrocchie della Città e dei comuni limitrofi dell’Arcidiocesi di Catania con quasi 7 mila persone aiutate. Preoccupa, inoltre, la proiezione sul 2020 a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che, provocando una crisi economica senza precedenti, ha coinvolto sempre più le famiglie numerose e i lavoratori del sommerso, determinando, rispetto al 2019, la preparazione di circa un centinaio di pasti in più al giorno.
I CENTRI DI ASCOLTO. I Centri di Ascolto sono il cuore del servizio della Caritas Diocesana di Catania. Gestiti da persone formate e specializzate nell’ascolto e nel supporto psicologico e pastorale – assistenti sociali, medici, psicologi, presbiteri e diaconi – sono dei luoghi aperti a quanti si trovano in situazioni di difficoltà materiale e/o spirituale e permettono di intessere relazioni e studiare le strategie migliori per uscire dalla condizione di disagio.Al Centro di Ascolto dell’Help Center della Stazione Centrale sono stati ascoltati, nel corso del 2019, 1.427 utenti, tra cui 294 nuovi assistiti (registrati per la prima volta), ed effettuati altrettanti interventi economici, soprattutto per titoli di viaggio, farmaci e disbrigo pratiche per il rinnovo dei documenti e relativi costi annessi. Il profilo degli assistiti è abbastanza specifico: uomo (81%), straniero (76%) ed età compresa tra 19 e 34 anni (54%). Tra le attività presenti nel corso dell’apertura mattutina dell’Help Center, si registrano, inoltre, la distribuzione della colazione – grazie alle donazioni di bar e panifici della Città – per circa 20 mila prodotti all’anno e il servizio vestiario che ha consentito di fornire agli assistiti 1.740 capi di indumenti vari. Il Centro di Ascolto Diocesano, che si trova in via Acquicella 104, ha effettuato 815 ascolti – numero in calo del 43% rispetto al 2018, anche a causa dell’incidenza del Reddito di Cittadinanza verso cui sono state sensibilizzate tutte le persone che chiedevano aiuto – ed effettuato 508 interventi (-30% rispetto alla precedente rilevazione). La stragrande maggioranza delle persone ascoltate è italiana. Altro dato da rilevare riguarda l’ormai consolidato rapporto con le parrocchie dell’Arcidiocesi, che anche quest’anno hanno indirizzato al Centro di Ascolto Diocesano, previa lettera di presentazione del parroco, i parrocchiani in difficoltà per essere ascoltati e aiutati. Sono state ben 45 le parrocchie aiutate, principalmente nella Città di Catania, ma anche a Paternò, Belpasso, Mascalucia, Gravina di Catania, Misterbianco e Motta Sant’Anastasia.
LE MENSE. Le mense della Caritas Diocesana si trovano a Librino, dove opera a pranzo per quattro giorni a settimana la “Beato Dusmet”, e alla Stazione Centrale di Catania, dove attraverso l'Help Center si garantisce la cena dal lunedì al sabato e il pranzo domenicale. Ogni giorno i volontari hanno preparato e servito circa 500 pasti all'Help Center, inclusi quelli dell'Unità di Strada (UdS), e 190 alla “Beato Dusmet”. Andando nel dettaglio, sono stati 167.400 i pasti preparati nella mensa cittadina, includendo l’UdS che ogni sera distribuisce pasti alle persone senza dimora, e altri 36 mila nella periferia. Il profilo dell’utente medio che usufruisce di questo servizio è differente tra le due strutture: all’Help Center un utente su due è extracomunitario (complessivamente gli stranieri costituiscono il 61% del totale) mentre alla “Beato Dusmet” la presenza è quasi esclusivamente italiana (circa il 90%).
GLI ALTRI SERVIZI. Il servizio di consulenza legale, avviato nel 2009, è stato operativo tramite la disponibilità di alcuni volontari dell’organismo diocesano e, in particolare, negli ultimi due anni, grazie alla collaborazione col “Centro Astalli” e con gli “Avvocati di strada” a cui la Caritas ha segnalato e presentato i vari casi. Tra il 2013 e il 2019 si sono registrate 119 prese in carico dai legali volontari della rete Caritas, principalmente per questioni legate a locazioni, letture contratti e visione atti pubblici con procura, sfratti abitativi e disbrigo pratiche permessi di soggiorno e ricorsi. È italiano il 70% degli utenti che ha chiesto questo servizio. L’Unità di Strada, oltre ad aver distribuito circa 26 mila pasti, ha consegnato alle persone senza dimora poco meno di 6 mila capi di vestiario tra biancheria intima, calze, coperte, giubbotti, cappelli di lana e sacchi a pelo. La Rete di Accoglienza Sanitaria, che opera nell’ambulatorio dell’Help Center della Stazione Centrale e garantisce un’accoglienza sanitaria di primo livello, ha avuto 285 pazienti per un numero complessivo di 568 visite. Il soggetto tipo è uomo (79%) e straniero (70%). Per quanto riguarda l’ospitalità, è attivo il progetto Housing First 2 all’interno di un immobile sequestrato alla criminalità organizzata e concesso in comodato d’uso dal Comune di Catania alla Caritas Diocesana. Nel corso dell’ultimo quinquennio (2015-2019) sono state ospitate 55 persone tra donne e minori. Per l’ospitalità è operativa, ormai da diversi anni, anche la collaborazione con altri enti religiosi che fanno accoglienza diurna e notturna. Sono state avviate, inoltre, diverse iniziative con la rete delle associazioni Caritas per attività ludico ricreative o di formazione con i minori e con gli adulti.
NON SOLO ASSISTENZA. Negli ultimi dieci anni sono state undici le startup nate grazie alla mediazione del Microcredito della Caritas Diocesana che, inoltre, consente a famiglie e persone in momentanea difficoltà economica di poter accedere a prestiti bancari agevolati tramite istituti di credito convenzionati con l’organismo diocesano, al fine di alleviare e prevenire situazioni di potenziale esclusione sociale. Complessivamente, tra il 2010 e il 2019, sono state avviate 178 pratiche per 799.700 euro erogati. Si tratta di piccole somme di denaro che sono servite ai beneficiari per studiare, formarsi, sistemare casa, rifarsi una vita e, appunto, anche a lanciare sul mercato un'idea, un'attività.
CENTRI DI ASCOLTO PARROCCHIALI. Per la prima volta hanno partecipato alla rilevazione anche i Centri di Ascolto delle Caritas parrocchiali, coinvolti dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse che, guidato dalle parole dell’Arcivescovo Monsignor Salvatore Gristina contenute nella Lettera “Popolo e Pastori insieme per divenire Oasi di Misericordia” (30 novembre 2015), li considera punti di osservazione privilegiati. Complessivamente sono stati coinvolti 9 Vicariati su 15 e censite 33 parrocchie su 157 dell’Arcidiocesi di Catania. Sono state aiutate 6.929 persone, soprattutto per alimenti, utenze e farmaci.
LE PREVISIONI: I NUOVI POVERI FARANNO TRIPLICARE LE RICHIESTE. Il peso economico dell’emergenza Covid-19 si è rapidamente esteso al sistema economico cittadino. Le criticità già rilevate nel corso del 2019 sono state soltanto parzialmente arginate dalle misure statali di sostegno, come il Reddito di Cittadinanza o la Cassa Integrazione. Per alcuni cittadini tale misura si è rilevata poco incisiva per l’inadeguatezza delle risorse assegnate, per le difficoltà relative alla gestione razionale di un sussidio o per l’assenza delle informazioni adeguate per accedervi. Con l’emergenza, poi, agli utenti tradizionalmente inseriti nei circuiti di assistenza della Caritas, si sono aggiunte le nuove facce della povertà – lavoratori del sommerso, famiglie numerose, occupati stagionali – che porteranno, in caso di rimodulazione o di conclusione dei sussidi, a triplicare le richieste già a partire dal 2021.
DON PIERO GALVANO, DIRETTORE CARITAS CATANIA: “SUSSIDI NON EDUCATIVI”. «Crediamo che i sussidi da soli non siano sufficienti per aiutare le persone, perché non sono educativi. Per la dignità stessa della persona è opportuno che siano finalizzati al lavoro, alla ricerca di un modo per potersi guadagnare il pane col sudore della fronte. Anche per questo pensiamo che una volta terminata l’erogazione del reddito di cittadinanza, la povertà possa crescere molto di più».
SALVO PAPPALARDO, RESPONSABILE ATTIVITÀ: “ULTERIORE PEGGIORAMENTO CON L’EMERGENZA SANITARIA”. «L’emergenza sanitaria ha provocato un’emergenza economica senza precedenti in Città. Alcune famiglie, percependo sussidi statali insufficienti per soddisfare il fabbisogno mensile, si rivolgono a noi per un bisogno primario come l’alimentazione o ancora per farmaci o per utenze domestiche. Temiamo che, in vista della fine o della rimodulazione dei sussidi, la richiesta possa triplicarsi già nel 2021 e creare nuovi poveri non sempre disponibili a integrarsi nel mondo del lavoro in quanto “educati” all’assistenzialismo. Per il periodo relativo ai mesi del lockdown e a quelli immediatamente successivi, abbiamo già registrato una media di circa 100 pasti giorno in più (rispetto ai 450/500 del periodo pre-covid, ndr) preparati presso l’Help Center della Stazione Centrale».
CARMELA IMPEDUGLIA, REFERENTE OPR: “MOLTITUDINE DI SITUAZIONI DI VULNERABILITÀ”. «La rilevanza dei dati che emerge da questo Report fa capire quanta operosità, scaturita dalla donazione di sé, c'è alla base, quanto amore scorre nelle nostre realtà senza che a volte ce ne accorgiamo, ma nello stesso tempo esprime una moltitudine di situazioni di vulnerabilità, spesso correlate a povertà culturali, affettivo-relazionali, educative, di salute a cui in molti casi non possiamo dare risposte risolutive, tuttavia riusciamo a dare supporto, ad alleviare sofferenze e solitudine, specialmente attraverso progettualità integrate».