Si avvicina la scadenza del 31 ottobre e il rischio di chiusura dell’aeroporto Sant’Anna mi induce a richiedere ancora una volta che le istituzioni facciano presto a creare le condizioni per il salvataggio dello scalo crotonese.
Come imprenditore e come cittadino di questo territorio comprendo a pieno che bisogna in tutti i modi salvaguardare questa infrastruttura, la cui esistenza rappresenta un elemento irrinunciabile per lo sviluppo. Ed è proprio partendo da questo convincimento che una cordata di operatori privati locali tra il 2012 ed il 2013 ha partecipato al capitale con 320.000 euro, tra cui anche il sottoscritto. Un investimento sul futuro del territorio, che nell’attuale situazione di dissesto non sarà recuperabile per i soci sottoscrittori, ma tale perdita era stata messa in conto.
Grazie alla partecipazione dei privati la società è riuscita a restare in bonis e continuare la gestione anche adeguando la struttura con i servizi torre necessari per l’avvio dei voli Ryanair. Ed inoltre si è finalmente avviato il processo di revisione sulla situazione finanziaria della società che ha portato alla predisposizione di un accordo di ristrutturazione/concordato per il ripianamento dei debiti strutturali della società maturati negli anni precedenti.
Da tempo si ritiene che le royalties possano rappresentare lo strumento finanziario con cui sorreggere il Sant’Anna, ma resta evidente che ancora oggi nonostante dichiarazioni di principio e vari provvedimenti amministrativi della Regione Calabria i fondi non sono disponibili.
Si è perso tempo prezioso alla ricerca di partner esterni che sono svaniti come neve al sole, a questo punto serve concretezza, costituendo il nuovo soggetto giuridico che potrà rilevare la gestione dello scalo prima che sia troppo tardi. Sono certo che le sorti del Sant’Anna stiano a cuore agli imprenditori locali, così come del resto dimostrato nel recente passato, per cui auspico che si trovino le formule adatte per consentire anche all’imprenditoria crotonese di giocare un ruolo positivo.
In tale direzione occorre che il mondo della politica e quello economico dialoghino, condividendo il percorso di salvataggio. Giungere ad un coinvolgimento delle imprese solo a cose fatte, sottoponendo un piano elaborato in solitudine non sarebbe un buon viatico per raggiungere i risultati attesi.
Cesare Spanò
Imprenditore e Consigliere Comunale