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Mercoledì, 16 Luglio 2025

Silvia Nocentini, Direttrice Creativa, Manager Culturale, Social Innovator e International PR presso il progetto da lei stessa creato e gestito “NoOx Worldwide” fa sapere che: “NoOx, nell'industria musicale, mette a ponte Italia, Nuove generazioni e Africa Sub Sahariana, a partire dal Senegal e Mozambico. Mi occupo di cultura, ma soprattutto di industrie culturali e, in modo specifico, seguo il mondo dell'industria musicale: il mio si può definire, a tutti gli effetti, un lavoro di cooperazione internazionale. Sono da sempre stata appassionata di musica ricercata, del mondo dell’hip hop a 360 gradi, a partire dal lato della danza, del breakin’ (più comunemente ma erroneamente “break dance”), nata contemporaneamente alle altre discipline dell'Hip Hop, Dj'ing, Writing, Mc'ing. Ritengo che queste tipologie creative artistiche, nate all’interno di una comunità, possano veicolare valori e culture diverse in grado di valorizzare la sonorità tipica di origine in un contesto di pluralità trans-culturale. La musica rappresenta la chiave di volta per creare lavoro e per cambiare in positivo il sistema attuale fornendo innovazione sociale e interscambio culturale. La città di Genova è da sempre aperta al Mediterraneo dove i vari paesi si incontrano fra di loro così come viene rappresentato negli antichi dipinti a Palazzo Ducale. La mia passione artistica nella danza e nella musica mi ha portato a laurearmi in management di arte, cultura e eventi alla Facoltà di Firenze dandomi così la possibilità di seguire l’industria musicale come project manager di progetti di musicali di artisti afrodiscendenti iniziando a gestire il mio primo progetto con un ragazzo di origine senegalese cresciuto in Calabria, F.U.L.A.  Il periodo legato al Covid e al relativo lockdown mi ha permesso di sviluppare e mettere in pratica importanti progetti in grado di costruire ponti culturali e umani fra l’Italia e il Senegal intensificando sempre di più rapporti di collaborazione e di business a vantaggio reciproco delle due realtà. Tramite la frequentazione e il lavoro con il Senegal sono riuscita a ripensare completamente e valorizzare in modo diverso il mercato musicale rivalutandolo come opportunità di scambio fra i due paesi. Nel 2021 ho fondato la mia start up srl in maniera pionieristica e avveniristica concretizzando i contatti sviluppati per contribuendo, assieme agli artisti stessi, a dare vita a una vera e propria community rappresentata dalla musica afro urban e del suo mercato in Italia tramite l’incremento del mercato musicale internazionale fra Italia e Africa Subsahariana, in particolare il Senegal. Non ho solo aumentato il management, ma sono riuscita a creare una etichetta discografica che mancava dando vita a un contenuto artistico a 360 gradi nell’arco di 5 anni grazie a una decostruzione interna e contemporanea costruzione di una community formata da diversi professionisti. Sono convinta che l’innovazione sociale debba partire dalla propria generazione di appartenenza: io ho 30 anni e ho trovato il modo di cambiare in positivo il sistema grazie alla musica, agli eventi e alla promozione culturale, fra cui la mobilità internazionale. E’ importante e fondamentale per la nostra generazione rendersi parte attiva nel sistema del mondo in cui viviamo e io, tramite la società che ho fondato, stimolo continuamente rapporti con le varie ambasciate, lavoro come project management, parlo diverse lingue per comunicare e cerco di mediare con le culture con cui  la ho a che fare negli svariati contesti di origine.  In Mozambico, altro territorio con cui collaboro, il capacity building in Music Management del progetto Costruire con la musica, interessa come autodefinizione e autorealizzazione degli artisti e dei professionisti, il movimento dell’industria creativa è un’opportunità nei mercati del lavoro per valorizzare il patrimonio culturale. Siamo il presente e perciò dobbiamo vivere nel presente, abbiamo bisogno ora, e non nel futuro, di identificarci e di essere rappresentati. L’industria culturale e creativa genera economia con un forte impatto e risvolto positivo all’interno della società umana. La musica crea spazi sicuri di lavoro e, insieme alla cultura, dà vita all’industria creativa che offre modelli costruttivi di identificazione sociale e di valorizzazione culturale grazie anche alle community degli artisti. Dal momento in cui gli artisti mi trasmettevano la loro musica, si creava una partnership basata su progetti di libertà artistica da cui scaturivano vere collaborazioni e scambi internazionali fondati su diversi linguaggi musicali con laboratori creativi ad effetto sorpresa in una economia circolare virtuosa. I giovani artisti africani, per esempio, hanno una forte energia creativa e rivendicano con orgoglio la propria identità patriottica che riproducono in tutta la loro arte: i progetti che porto a Genova sono improntati a questo tipo di riconoscimento e valorizzazione a livello musicale. La community è formata dai rapporti umani e sociali che, con energia e lavoro culturale, sviluppano e potenziano diverse forme di creatività artistica. Attraverso la musica ho scoperto e accolto dentro di me il mondo in una modalità di embracement, di accoglienza dell’anima che trasforma l’essere: grazie ai diversi punti di vista è possibile avviare l’arricchimento esistenziale. Il mondo musicale, i progetti afro-soul, afro-pop, afro-house, afro urban, in generale, fanno della mia professione una mediazione culturale che mi apre sempre di più verso forme di di interscambio umano profondo e proficuo per realizzare davvero la community internazionale fondata sulla collaborazione cross culturale che incrocia vari contesti e ecosistemi nel valore della giustizia comune”.

Un appuntamento all’insegna del dialogo culturale e dell’amicizia tra nazioni: sabato 18 maggio, alle ore 16.30, la storica Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura a Roma ospiterà un evento musicale di particolare rilievo, dedicato alla tradizione e all’anima corale della Grecia.

Protagonista della serata sarà la regione della Calcidica, che porterà nella capitale italiana tre cori uniti in un’unica, emozionante esibizione. In primo piano, il coro dell’Associazione Culturale di Nea Moudania “O Faros”, guidato dalla direttrice Revekka Felekidou, figura di spicco nel panorama musicale ellenico.

L’iniziativa, aperta gratuitamente al pubblico italiano e greco, intende valorizzare il patrimonio musicale della Grecia, promuovendo al contempo le eccellenze culturali e turistiche della Calcidica, territorio noto per i suoi paesaggi mozzafiato, la ricchezza storica e una solida offerta turistica. Situata a pochi chilometri da Salonicco, la regione è tra le mete più apprezzate del Paese.

L’evento è organizzato con il patrocinio dell’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo (G.N.T.O.) e il supporto di enti pubblici e privati, in un clima di cooperazione internazionale che fa della cultura e dell’arte strumenti di dialogo e comprensione reciproca.

Una serata da non perdere, per lasciarsi trasportare dalla musica e riscoprire i legami profondi che uniscono i popoli del Mediterraneo.

 

A Tolosa, capitale della regione sudoccidentale francese dell’Occitania, ogni angolo e ogni scorcio è una colorata pennellata d’artista. La tonalità dominante è sicuramente il rosa, colore a cui rimanda anche l’epiteto di “Ville rose”, per i mattoni dei suoi edifici che risaltano al tramonto. Ma non solo: sono tante le diverse cromie che caratterizzano e arricchiscono la tavolozza della città, tra cui il blu dei pigmenti che ne fecero la fortuna economica durante il Rinascimento, il verde dei suoi parchi e il rosso-nero della divisa della squadra di rugby locale. Incoronata come «Miglior Città 2025» dalla guida Best in Travel della Lonely Planet, è la meta ideale da visitare durante la bella stagione, quando le variegate sfumature danno il meglio di sé, anche approfittando della Giornata Mondiale del Colore (6 maggio).

 Viola: tra romanticismo, sapori originali e passione calcistica

 Nell’arcobaleno di cui si tinge la città di Tolosa spunta il viola, per via dell’antico legame tra la destinazione e la violetta. Leggenda vuole infatti che un soldato napoleonico ne abbia regalato un mazzetto alla sua amata, di ritorno dalle campagne d’Italia, e che lei abbia deciso di piantarlo. A fare il resto, la combinazione favorevole tra terreno e clima, tanto che nel XIX secolo si contavano fino a 600 famiglie coltivatori di violette.

Sebbene con il tempo il commercio di questa pianta si sia ridimensionato negli anni, è ancora un’eccellenza locale: coltivate in gran parte nelle serre municipali che vantano oggi ben trecento varietà (di cui cento provenienti da altri paesi del mondo), ogni anno, a febbraio (al momento della fioritura), questo fiore viene celebrato con mercatini ed eventi nel corso della Festa della Violetta. Ma si può portare a casa anche in forme diverse, grazie ad alcune botteghe locali: la Maison de la Violette, che dal 1993 protegge e valorizza questo patrimonio regionale, e produce prelibatezze gourmet sia dolci sia salate, ma anche cosmetici e profumatori per la casa, e Papilles Cocktails (dalla vicina città occitana di Albi), con il suo originale cocktail alla violetta. Il fiore all’occhiello è poi la prima squadra di calcio maschile, il Toulouse Football Club (TFC), che omaggia la città con la sua divisa viola, portandola in alto nel massimo campionato francese.

 

  

 

Blu: tra pigmenti “magici” e botteghe artigiane

 Altra tonalità la cui storia è estremamente intrecciata con quella della città è il blu, ricordo del passato glorioso di Tolosa. Infatti, durante il Rinascimento qui si commerciava il “pastel”, un pigmento dal colore blu intenso che si considerava quasi magico per il complesso processo di estrazione: si ricavava dalla pianta di pastel (o guado, in italiano), le cui foglie, pressate e ridotte in poltiglia, venivano lasciate essiccare per due settimane prima della lavorazione finale. Oggi, questa tradizione si può ritrovare in alcune botteghe come AHPY, che da oltre vent’anni valorizza questa tecnica antica creando abbigliamento e accessori tinti con il blu di pastel e che organizza anche laboratori di tintura, e La Maison du Pastel, che offre una vasta gamma di prodotti, dall’abbigliamento alla cosmetica.

 Verde: l’anima green della città

 E dal blu di pigmenti e prodotti tessili, si giunge alle placide acque del più grande fiume della regione, la Garonna, caratterizzate dal verde dei platani secolari che vi si riflettono. Altro corso d’acqua caratteristico, che scorre fino al Mediterraneo, è il Canal du Midi: Patrimonio mondiale dell'UNESCO, anche lui interamente costeggiato dai tipici platani del sud della Francia, è ideale da scoprire in bicicletta, a piedi o con escursioni in barca. Ma, per un’esperienza davvero coinvolgente, si può scegliere di cenare a bordo dell’Occitania, un ristorante-péniche galleggiante: imbarcazione che può accogliere fino a 80 ospiti, dove degustare raffinati piatti, cullati dal movimento delle acque e immersi nella vivace atmosfera primaverile della capitale occitana.

 A chi volesse godere ancor di più di ogni sfumatura di questo colore, il verde, dall’effetto calmante e capace di stabilizzare l’umore, la meta offre numerosi parchi: luoghi dove lasciarsi andare a lunghe passeggiate, lezioni di yoga, picnic o al semplice relax. Tra i principali polmoni verdi di Tolosa, non meno di 170 in totale e ognuno con le sue peculiarità, sbocciano in tutta la loro bellezza, ad esempio, i più antichi che risalgono al XVIII secolo, come il Jardin des Plantes e quello du Gran Rond. Se il primo conserva ancora un centinaio di specie botaniche diverse, retaggio della sua funzione originaria (qui gli studenti analizzavano le piante medicinali), il secondo, un tempo rotatoria a servizio di quattro strade principali, è oggi un’esplosione di fiori, alberi, piante. A impreziosire l’anima “green”, ci sono poi: il Jardin Raymond VI, intorno al museo d’arte contemporanea; il Parc de la Reynerie, nei pressi dell’omonimo castello, giardino “alla francese” (organizzato dunque rigorosamente secondo leggi matematiche); infine l’esotico Giardino Giapponese, angolo di pace ispirato alla tradizione del Sol Levante.

 Rosso-nero: dai Consoli del Campidoglio allo Stade Toulousain, la squadra di rugby della città

 A chiudere la tavolozza di cromie tolosane c’è l’abbinata di rosso e nero, che ancora una volta uniscono la storia allo sport, come nel caso del viola. Simbolo di nobiltà e giustizia, questa combinazione di colori faceva infatti parte delle toghe dei Capitouls, i consoli del Capitole (il Campidoglio, oggi sede del Municipio), ovvero i magistrati della città. Oggi, invece, le due tinte sono indossate dai beniamini dello Stade Toulousain, squadra di rugby locale: la più titolata di Francia e d’Europa, fu fondata nel 1907 da Ernest Wallon che, in quanto giurista e professore di diritto, scelse per le divise questo accostamento in omaggio alla storia cittadina.

In occasione della recente inaugurazione della “Tenda della Sindone” a Torino, il Professor Bruno Barberis, docente di Fisica Matematica all’Università di Torino ed esperto in sindonologia, ha tenuto la conferenza “La Sindone e il mondo” sulle sue esperienze più significative. Ecco uno stralcio del suo intervento: “Da ormai 50 anni mi occupo della Sindone, da quando, dopo la laurea in Matematica, conseguita all’Università degli Studi di Torino nel 1975, e l’inizio della carriera universitaria nel Dipartimento di Matematica, iniziai per caso a interessarmi dell’argomento. Nello stesso istituto in cui lavoravo incontrai un anziano professore, Tino Zeuli che, all’epoca, era Presidente della Confraternita del Santissimo Sudario e del Centro Internazionale di Sindonologia che incominciò a coinvolgermi nei suoi studi sulla Sindone. Finora ho tenuto più di 3.800 conferenze non solo in tutte le regioni di Italia, ma anche in numerose nazioni sparse nei vari continenti. Ho parlato della Sindone a moltissime persone fra le più diverse per età, ceto sociale, cultura, fede, interessi e conoscenze. In questa occasione di incontro pubblico racconterò alcune delle esperienze più significative che ho vissuto cominciando da due esperienze italiane. Ricordo che a Giulianova, in Abruzzo, per ben 8 anni consecutivi, dal 2007 al 2014, ho tenuto numerose conferenze che hanno accompagnato la “Passio Christi”, una delle più suggestive e affollate rievocazioni storiche che ci sono in Italia della Passione di Gesù che animava per diverse serate le strade della città e che attirava fedeli da tutto l’Abruzzo. Nel 2009 a Forlì partecipai a una iniziativa del Vescovo dell’epoca, Monsignor Lino Pizzi, che convocò in Cattedrale circa 2.000 studenti delle scuole secondarie di II grado della città per i quali tenni 6 incontri distribuiti in 3 giorni. Per quanto riguarda invece le esperienze fatte al di fuori dai nostri confini nazionali, un ricordo particolare risale al 22 luglio 2006. Presso l’Istituto Pontificio Notre Dame di Gerusalemme che si trova a pochi passi dalla Basilica del Santo Sepolcro e di fronte alla Porta Nuova di Gerusalemme che immette nel quartiere cristiano della Città Vecchia. Fui invitato ad inaugurare una mostra permanente sulla Sindone intitolata “Chi è l’uomo della Sindone?” che è la prima e unica presente nella Terra Santa. Il merito di questa iniziativa è della Congregazione dei Legionari di Cristo che, da 50 anni, hanno ricevuto dalla Santa Sede, proprietaria di questo edificio, l’incarico di gestire questo importante punto di riferimento per i pellegrini che si recano a Gerusalemme. La mostra è ospitata in un’ala del grande palazzo sede del Centro e, essendo situata a pochi metri dalla Porta Nuova, costituisce per i numerosi pellegrini che la visitano un vero e proprio completamento del pellegrinaggio nei luoghi Santi della Città Vecchia. In America Latina (in Brasile, Perù e, per ben cinque volte, in Messico), ho avuto l’occasione di parlare della Sindone a grandi assemblee, in Università, parrocchie e comunità fra le più diverse, composte da centinaia di persone quasi tutte e ho riscontrato un altissimo interesse ed entusiasmo. Nel 2010 fui invitato in Perù a tenere 11 conferenze, a Lima e sulle Ande, in ambienti sociali diversissimi, dalle Università alle parrocchie e alle scuole, compresa quella che non dimenticherò mai e che ritengo la conferenza più importante ed emozionante tra tutte quelle che ho tenuto nella mia vita. Si svolse in una baracca situata sulle ripidissime pendici di una collina desertica nel cuore di una delle più grandi baraccopoli di Lima, detta “Pueblo Joven”, in cui vivono diverse centinaia di migliaia di persone, un popolo di poveri migranti senza futuro. Le abitazioni sono ammassate sulle pendici di una collina completamente desertica e sono composte di legno o di lamiera. Le scuole, gli ospedali, i negozi e tutti i servizi sono situati in città, cioè alla base di questa grande collina e, pertanto, non sono raggiungibili a piedi dagli abitanti che stanno in cima alla collina stessa che altrimenti dovrebbero percorrere a piedi diversi chilometri di strade ripide e sterrate, piene di buche o lunghissime scale di migliaia di gradini in ripida ascesa o discesa. Nelle baracche non arriva né l’elettricità né l’acqua corrente che è fornita da autobotti che, a pagamento, vengono riempite una volta alla settimana in grandi bidoni di plastica situati lungo la strada polverosa che attraversa la baraccopoli. Mancando la corrente elettrica non potei mostrare al pubblico nessuna diapositiva della Sindone e pertanto feci circolare fra i partecipanti alcune fotocopie dell’immagine sindonica spiegandola in lingua spagnola. Nonostante questa situazione limite, non dimenticherò mai non solo la grande attenzione che si leggeva sui volti di bambini, giovani e adulti, ma anche la profonda partecipazione e commozione: quante lacrime ho visto sul viso di quelle persone! Ecco perché è stata una esperienza veramente indimenticabile e che ritengo la più importante della mia vita sindonica”.

 

Si sono spenti i riflettori sull’XI ed ultima Edizione del Premio San Valentino -Città di Atripalda 2025. Grazie alla determinazione e alla resilienza della Presidente ACIPeA, Lucia Gaeta, che anche in questa recente edizione è riuscita a far confluire centinaia di persone, fra poeti e artisti, da tutta Italia, isole comprese, giunta, come nelle precedenti edizioni, oltre i confini nazionali.
Il suo principale obiettivo è stato quello di far conoscere orgogliosamente le bellezze storico-culturali della sua città natia, divenuta anche “città degli innamorati”.
Una cerimonia particolarmente sentita dalla fondatrice Lucia Gaeta che in questa mission dedicata alla poesia ha costantemente investito cuore e anima negli ultimi undici anni, superando non poche difficoltà al fine di far crescere di anno in anno il prestigio della manifestazione.
Si conclude così, fra gli applausi e gli apprezzamenti generali, un impegno ultradecennale che ha dato grandi soddisfazioni, per far posto ad una nuova sfida targata ACIPeA che vedrà nel corso del 2026 il suo debutto.
A dare il via alla serata, assieme alla Presidente di ACIPeA e alla giornalista e saggista letteraria Daniela Cecchini, consolidata madrina dell’evento, è stato il primo cittadino di Atripalda, avv. Paolo Spagnuolo.
La serata dello scorso 26 aprile, che ha avuto luogo presso l'Hotel Bel Sito le Due Torri in Manocalzati, ha visto la premiazione di poeti ed artisti delle sezioni adulti, nonché il conferimento di riconoscimenti alle eccellenze culturali e professionali prescelte; due nomi illustri del territorio irpino hanno ricevuto, infatti, il Premio alla Carriera Abellinum: il gen.le Antonio Caputo e la Presidente delle Donne del Vino, Daniela Mastroberardino. Un ulteriore Premio alla Carriera Abellinum è stato consegnato al pluripremiato poeta di Pontecagnano, Vittorio Di Ruocco, già vincitore del Premio San Valentino per tre edizioni consecutive, anche quest'anno classificatosi con ben due testi al primo e al secondo posto, conquistando così di diritto al riconoscimento più ambito.
Colonna sonora della serata i Monagnan Duo, nelle persone di Verdiana Leone e Ivan Barbone.
Di seguito i nomi dei premiati nei podi delle varie sezioni dell’XI Edizione del Premio San Valentino - Città di Atripalda 2025 :

SEZIONE LINGUA
1) Maria Sapio da Napoli – Vienimi a cercare
2) Campagna Epifania Grazia da Nissoria (EN) – Se non mi trovi
3) Alba Contino da Squinzano (LE)- Per sempre noi
SEZIONE VERNACOLO
1) Massimo De Mellis da Sant’Anastasia (NA) - A la fenesta toja, je vularrìa
2) Maria Clotilde Cundari da Napoli – Pazzo d’ammore
3) Santina Paradiso da Mazzarrone (CT) - Quannu 'u ma' cori fu arrubbatu
SEZIONE AMORE MALATO
1) Annalena Cimino da Anacapri (NA) - Le rose orfane di dicembre
2) Francesca Patitucci da Salerno – Le tue rose rosse
3) Alfonso Gargano da Salerno – D’improvviso
SEZIONE BACIO D'AMORE
1) Massimo Lo Pilato da Mirabella Eclano (AV) – Ho vissuto
2) Domenico Tonziello da Trentola Ducenta (CE) - Respiro di vento
3) D’Onofrio Serena da Cervinara (AV) – Preghiera d’amore
SEZIONE ARTE
1) Modesto Furchì da Roma - Estasi
2) Gaetano Mele da Albano Laziale (RM) - Quell'abbraccio che ti trasporta dentro al sogno
3) D’Onofrio Serena (Sere NArt) da Cervinara – Siamo fatti di cuore
SEZIONE WORLD WIDE
1) Lilla Omobono dal Canada – A toi – A te
2) Odujebe Oluwole Olaniyi dalla Nigeria - Let my kisses - Lascia che i miei baci
3) Gori Stafa dalla Florida – Touch - Tocco
Cinque i Premi Città di Atripalda assegnati: Grazia Maremonti da Taranto, Giuseppe Vallario da Firenze, Aurelio Zucchi da Roma, Anna Francesca LA Rosa da Rende (CS) e Anna Santo Sgro da Agropoli (SA)
Il Premio “Parole e Note” a cura dell’associazione gemellata “Artisti e Mercanti del Conte Ruggero”, è stato conferito al poeta romano Renato Fiorito, grazie all'eclettica artista Stefania Siani che ha scelto il suo testo “Legami” e l’ha musicato.
Nella seconda giornata, quella del 27 aprile, la manifestazione si è svolta presso la Sala Consiliare del Comune di Atripalda con la premiazione dei giovanissimi poeti. Alla presenza di un folto pubblico, Lucia Gaeta ha dato il via alla cerimonia, dopo i saluti dell’assessore alla Pubblica Istruzione Lello Labate, dell’assessore alla Cultura Lello Barbarisi e di alcuni membri della giuria, tra i quali la prof. Giovanna Maffeo, il prof. Marciano Casale e la poetessa Laura Russo.
Gli studenti che si sono distinti sul podio sono i seguenti:

SEZIONE STUDENTI - MEDIE
1) Niglio Greta – A te, il mio tutto
2) Renzullo Sabino - Nel cielo tenue si accende la sera
3) Curcio Flavia - Attimi d'amore
SEZIONE STUDENTI - SUPERIORI
1) Postiglione Giada - Quanto dura per sempre?
2) Bozzaotra Roberta - L'amore oltre l'eternità
3) Ferrigno Ludovica - Un verso nudo al fronte
Presenti in sala anche i due vincitori primi classificati per le sezioni degli adulti: sez. Lingua, Sapio Maria, e sez. Vernacolo, Massimo De Mellis.
La mattinata si è conclusa nella Piazzetta degli Artisti con l'inaugurazione dell’ultima stele in ceramica con le quattro poesie vincitrici del Premio San Valentino 2025.
L’opera è stata sempre realizzata dal ceramista Giuseppe Tedeschi di Mugnano del Cardinale e resterà in buona compagnia, a futura memoria, con le altre dieci installazioni, ad abbellire la Piazzetta atripaldese.

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