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“Dall’ambientalismo all’ambiente, dall’ideologia alla realtà”. È questo il tema della ottava edizione del Festival della cultura della libertà, che si svolgerà a Piacenza venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 gennaio su iniziativa dell’Associazione Luigi Einaudi, della Confedilizia, della Banca di Piacenza, dell’Associazione liberali piacentini, di European Students For Liberty e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la direzione scientifica di Carlo Lottieri.

Venerdì 26 alle 18, la figura di Corrado Sforza Fogliani – ideatore dell’evento – sarà ricordata attraverso la presentazione del libro “Liberale di natura. Raccolta di scritti di Corrado Sforza Fogliani”, che vedrà gli interventi di Giorgio Albonetti, Daniele Capezzone e Pierluigi Magnaschi.

Sabato 27, il Festival si aprirà con i saluti di Antonino Coppolino, Giorgio Spaziani Testa e Giuseppe Nenna.

Questi i temi delle otto sessioni programmate nel corso del Festival:

Sessione I: “Unione Europea e transizione verde” (Daniele Capezzone, Francesco Ramella, Sandro Scoppa, Giorgio Spaziani Testa);

Sessione II: “Siamo troppi per il pianeta? Ecologismo e malthusianesimo” (Sergio Belardinelli, Marco Respinti, Michael Severance);

Sessione III: “Liberilibri: Le ragioni della libertà, le follie dell’ecologismo” (Roberta Modugno, Novello Papafava, Nicola Porro, Michele Silenzi);

Sessione IV: “Il dibattito scientifico tra nuove censure e nuovi dogmi” (Dario Caroniti, Raimondo Cubeddu, Riccardo Manzotti, Riccardo De Caria);

Sessione V: “Esternalità e proprietà privata. Le ragioni dell’economia” (Bernardo Ferrero, Alessio Cotroneo, Riccardo Puglisi);

Sessione VI: “L’uomo e l’ambiente: una prospettiva politico-giuridica” (Andrea Favaro, Vincenzo Nasini, Andrea Venanzoni, Luigi Marco Bassani);

Sessione VII: “Riscaldamento globale: le ragioni di una scienza libera” (Eugenio Capozzi, Stefano Magni, Martina Pastorelli);

Sessione VIII: “La mitizzazione della natura: alle radici di una cultura politica” (Guglielmo Piombini, Diana Thermes, Dario Fertilio).

Previste anche le Lectio magistralis di Loris Zanatta su “La libertà contemporanea e i suoi nemici” e di Angelo Panebianco su “La cultura della libertà di fronte alla guerra”.

Le conclusioni saranno tratte da Carlo Lottieri e Giorgio Spaziani Testa.

Dopo la chiusura del Villaggio di Natale il Castello di Santa Severa, spazio della Regione Lazio gestito dalla società regionale LAZIO crea, d'intesa con il MIC e il Comune di Santa Marinella, riparte con il consueto orario invernale di apertura al pubblico e con gli appuntamenti della domenica con le visite guidate.

Le visite prenotabili sia online che in biglietteria permettono al pubblico di scoprire la storia millenaria del complesso monumentale.

Il biglietto include anche la visita ai Musei esistenti nella fortezza. Il Museo del Castello con una superficie interna di 800 metri quadrati si snoda su tre livelli dove sono esposti alcuni dei reperti portati alla luce, grazie agli scavi svolti in contemporanea ai lavori di restauro, curati dalla Soprintendenza e dai volontari del Gruppo archeologico del territorio Cerite.

Il museo è arricchito da pannelli illustrativi, gigantografie, video-proiezioni e ricostruzioni 3D e realtà aumentata di ambienti, strumenti, armi e strumenti che raccontano la storia e la vita del Castello, del Borgo e della tenuta, dall'epoca etrusca al martirio di Santa Severa, dall'età romana e medievale ai giorni nostri. Sono visibili una ricostruzione della cucina e della mensa medievale con i resti dei pasti e gli oggetti originali rinvenuti negli scavi; il sigillo di Pietro Romano Bonaventura. Visitabili anche la cappella interna della Rocca, la sala con gli affreschi dell'epoca di Papa Urbano VIII e le due torri angolari cilindriche sul lato sud.

Grazie a un'indagine antropologica sul cimitero medievale condotta dall'Università di Tor Vergata, si possono ammirare le ricostruzioni dei volti e dei costumi, l'alimentazione, le malattie, la vita e la morte della popolazione vissuta in età medievale nel Castello. Nei tre piani del Museo sono esposti gli abiti, fedelmente ricostruiti da Teresa Venuto Riccardi, che ripercorrono le varie epoche storiche.

Il Museo del mare e della navigazione antica è stato completamente rinnovato e arricchito. Sette sale e oltre cento reperti, lungo un percorso espositivo e didattico incentrato sull'archeologia subacquea e la navigazione antica, che raccoglie anche le testimonianze provenienti dai fondali del litorale cerite, tra Alsium e Centumcellae, con particolare riferimento al porto di Pyrgi.

Alle visite guidate si aggiunge la visita alla Torre Saracena, l'antica fortificazione cilindrica edificata a metà del IX secolo per volere del papa Leone IV che, a seguito di continui rifacimenti, è giunta a noi nella sua struttura visibile oggi e datata tra il XVI e il XVII secolo.

 

 

Era il vino per definizione del Re di Napoli e delle Due Sicilie e il più amato dai sovrani di tutta Europa. «OroRe Nero» è stato presentato e degustato per la prima volta nella suggestiva cornice della Reggia di Caserta. Ferdinando, monarca gaudente del Regno di Napoli, che agli obblighi di corte spesso preferiva gli spazi aperti e la caccia, ne fu grande estimatore e consumatore. Al punto che fece impiantare 16 moggi di vigna, circa cinque ettari, nella Real Tenuta del Bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta. Il vino, che tanto piaceva al Re, costantemente presente nei pranzi ufficiali e di cui si faceva dono ai più illustri ospiti in visita a corte, si chiamava Pallagrello.

Come in una favola, dopo oltre un secolo, la Cantina «Tenuta Fontana» ha fatto rinascere la Vigna della Reggia di Caserta, che ha vendemmiato per la prima volta nel 2021. Il primo nettare versato nei calici nel settembre di due anni fa fu il paglierino «OroRe Pallagrello Bianco Igt», il bianco in una parola. Ora è pronto «OroRe Nero», il Pallagrello nero igt, affinato in orci di creta e si parla già di miracolo tra gli enologi e gli appassionati.

«OroRe nero» è stato presentato in due momenti diversi nella Reggia di Caserta: prima nel Vestibolo di Palazzo Reale, dove si è svolta la cerimonia istituzionale, con il direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei; Maria Pina Fontana, di Tenuta Fontana; e una dissertazione storica sul Pallagrello della giornalista Manuela Piancastelli; e poi con una degustazione vera e propria nella sala Romanelli, guidati dall’Ais con Tommaso Luongo e Pietro Iadicicco, rispettivamente presidente campano e casertano dei sommelier. Subito prima vi erano stati interventi di Cesare Avenia, presidente di Vitica; Francesco Bartoletti, enologo di Tenuta Fontana; la chef stellata Rosanna Marziale e Mariapina Fontana della omonima Cantina. Tra il pubblico tutte le maggiori autorità campane e casertane e anche la console USA a Napoli, Tracy Roberts Pounds.

«Orore nero è il risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta – Un lavoro improntato alla valorizzazione dell’identità del Complesso vanvitelliano. La vocazione produttiva della corte borbonica trovava espressione anche nella vitivinicoltura. Nel progetto di Re Carlo e del suo architetto Luigi Vanvitelli, la Reggia doveva essere residenza reale, ma anche fucina di produttività e delle eccellenze del territorio. Oggi la Reggia di Caserta è un Museo contemporaneo e internazionale, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. OroRe è un’occasione per la Reggia di Caserta per far conoscere la sua storia, le sue origini e le sue molteplici vocazioni anche nel settore enologico. Per il pubblico, gli addetti ai lavori e il mercato per scoprire un prodotto unico al mondo, degno della tavola di un re».

Nel dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, datato 1797-1802, si può leggere: «… I vini di questa contrada sono eccellenti, e sono de’ migliori del Regno così per la loro qualità e natura, come per la grata sensazione che risvegliano al palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli e sono stimatissimi nei pranzi… ». Nonostante le infestazioni di fillossera ne decretarono un’ingloriosa fine, il Pallagrello rimase nella memoria e, forse, in qualche campo di contadini degradato a vino da taglio. Ufficialmente, quello del Re, era morto. Ma Tenuta Fontana, al Bosco di San Silvestro, è riuscita nel miracolo.

«Eravamo consci della delicatezza del ruolo che svolgevamo – spiegano Mariapina e Antonio Fontana, proprietari della Cantina, con sede a Pietrelcina, il paesino di San Pio – e lo abbiamo portato avanti con la maggior cura possibile e coordinandoci continuamente con la Reggia di Caserta e tutti gli studiosi che potevano darci indicazioni utili. Il risultato pensiamo sia un capolavoro dell’agricoltura e della vinificazione, però spetterà al pubblico deciderlo. OroRe bianco ha avuto un grande successo, ora tocca a OroRe Nero farsi conoscere e apprezzare. Ma ancor più importante è stato il processo di rinascita, un simbolo per il territorio casertano ma anche per tutto il Sud Italia e siamo fieri di aver contribuito a questo miracolo».

Un miracolo anche grazie alla lungimiranza dei direttori della Reggia, Mauro Felicori prima, con l’intuizione di far rinascere la vigna e affidarla a Tenuta Fontana, e Tiziana Maffei, poi, con la perseveranza nel portare avanti il progetto.

L’azienda, in questo ambizioso percorso attento e difficile di rinascita della vigna reale, ha coinvolto due importanti professionisti a livello nazionale. L'enologo fiorentino Francesco Bartoletti e l’agronomo livornese Stefano Bartolomei hanno utilizzato il metodo di coltivazione biologico in grado di salvaguardare l’ambiente privilegiando la qualità del prodotto, avvalendosi anche di una ong accreditata Unesco, l’Associazione «Sant’Antuono e le battuglie pastellessa», per il rispetto della convenzione sul patrimonio per la rivitalizzazione. Tanto che nel luglio 2022 la rinascita della vigna della Reggia di Caserta è stata presentata anche all’Assemblea dell’Unesco con un volume a cura di Luigi Ferraiuolo e un incontro con la partecipazione dell’ambasciatore d’Italia presso l’Unesco, il presidente dell’Unpli nazionale, il direttore della Reggia di Caserta e Tenuta Fontana.  

La vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro

Superficie: 1,2 ha

Terreno: Franco Sabbioso

Vitigno coltivato: Pallagrello bianco e Pallagrello nero da selezione Massale

Portainnesto: 420 A

Sesto di Impianto: 2,50m x 0,80m

Brevi cenni sul vitigno

Il vitigno Pallagrello viene coltivato nella regione Campania ed è molto diffuso nella provincia di Caserta, con varietà bacca bianca e a bacca nera, caratterizzato da grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla, in dialetto locale «U Pallarel».

Cenni Storici

Originario della località Monticello nel comune di Piedimonte Matese (origine attestata da un'epigrafe, ancora apposta in questa località, realizzata per volere di Ferdinando di Borbone che impediva categoricamente ai non autorizzati di attraversare i 27 moggi di vigna di pallagrello), se ne hanno numerose risultanze storiche, riconducibili secondo alcuni addirittura alla Pilleolata romana. Famosissimo sino a tutto l'Ottocento, se ne traeva uno dei vini favoriti dai Borbone. Questi, che lo tenevano in gran conto, lo offrivano come regalo di pregio ai propri ospiti e lo includevano, con il nome di Piedimonte rosso (dalla zona pedemontana del Matese da cui origina e dal nome del comune ove più consistente insiste la produzione: Piedimonte Matese, già Piedimonte d'Alife) tra i vini presenti nei menu e nelle carte dei vini per le grandi occasioni, accanto ai più titolati vini francesi. Le infestazioni di oidio e fillossera dei primi anni del Novecento, assieme alla decadenza sociale e politica delle regioni meridionali (ed al contemporaneo sviluppo industriale dell'agricoltura e dell'enologia piemontese e toscana), ne decretarono una veloce scomparsa e un sostanziale oblio nonostante le indubbie qualità ampelografiche. Rimaneva essenzialmente come uva da taglio nelle vigne dei contadini delle zone di produzione, sovente confuso con la Coda di Volpe o con cloni di Aglianico.

La Vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro

La sua bontà e fama lo fecero diventare anche il vitigno naturalmente destinato a essere coltivato per i sovrani alla Reggia di Caserta. Fu scelto come terreno quello del Bosco di San Silvestro, che domina il Parco reale. La vigna divenne subito la più importante nel servire e rifornire le reali tavole della Reggia di Caserta. Ma la caduta del regno nelle mani dei Savoia, con l’abbandono del palazzo reale, fece naturalmente abbandonare anche la vigna che praticamente sparì. Dei cinque ettari ad essa destinati nel Bosco di San Silvestro, quando Tenuta Fontana ha cominciato a recuperare il vigneto, solo un ettaro di terreno era rimasto libero per la coltivazione. Il resto era stato tutto riconquistato dal bosco.

Aspetti legati alla futura vinificazione presso Tenuta Fontana

Il progetto legato alla rinascita della vigna di San Silvestro nasce nel febbraio 2018 e ha visto la prima vendemmia nel settembre 2021, con la produzione di un migliaio di bottiglie di OroRe Pallagrello Bianco igt. Il 29 novembre 2023 ci sarà la prima presentazione pubblica di OroRe Nero, Pallagrello Nero igt. Per una corretta maturazione del vino senza interferenze del contenitore e per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche del vitigno, è stata scelta l’anfora di terracotta come contenitore per l’affinamento.

Reggia di Caserta

La Reggia di Caserta fu costruita a partire dal 1752 per volontà del Re di Napoli e di Sicilia, Carlo di Borbone. Il sovrano voleva un palazzo reale che potesse competere con quelli delle principali capitali europee. Il compito di edificare un Complesso unico al mondo fu affidato all’architetto italiano Luigi Vanvitelli. Il Maestro, di cui quest'anno si celebrano i 250 anni dalla morte, però, morì prima di terminare il progetto. Carlo Vanvitelli, suo figlio, e altri architetti della sua scuola portarono a conclusione la grandiosa residenza reale. Il Palazzo ha una superficie di circa 47.000 metri quadrati. Il Parco si sviluppa su 123 ettari, cui si aggiungono gli oltre 70 ettari del Bosco di San Silvestro. Le grandi estensioni della Reggia di Caserta non avevano solo la finalità di esprimere la grandezza del Regno, venivano utilizzate anche per finalità produttive. La corte era espressione di un antesignano sistema economico autosufficiente. La Reggia di Caserta, di cui sono parte anche il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto carolino, è oggi Museo autonomo del Ministero della Cultura. Nel 1997 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

 

Mercoledì 13 dicembre 2023, alle ore 18.00, al Museo di Roma in Trastevere viene  presentata l’esperienza sperimentale e di laboratorio di ricerca artistica di Studio Azzurro nelle collezioni di tre realtà museali romane - il Museo di Roma in Trastevere (2000-2002), il Museo Laboratorio della Mente (2008), la Collezione Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani (2013) - con l’obiettivo di approfondire con continuità e coerenza le possibilità poetiche ed espressive dei nuovi linguaggi tecnologici.

L’occasione è la riattivazione dell’ambiente multimediale “Stanza di Trilussa”, acquisito nella collezione ed esposto nel percorso espositivo permanente del Museo di Roma in Trastevere che, accanto alla memoria della trasformazione di Roma, negli anni ha consolidato la missione di essere un laboratorio di eventi e attività contemporanee riguardanti Roma e il suo territorio. Tale ripristino è stato realizzato grazie alla Regione Lazio nell’ambito dei “contributi finalizzati alla valorizzazione delle collezioni per i Musei e gli Archivi Storici iscritti alle organizzazioni regionali O.M.R. e O.A.R. del Comune di Roma (ex L. 42/90)”.

Commissionato nel 2000 e allestito nelle sale della collezione permanente nel 2002, l’ambiente multimediale è dedicato al poeta romano Carlo Alberto Salustri - in arte Trilussa (Roma, 6 ottobre 1871 - 21 dicembre 1950) ed è pensato per raccontare la figura del poeta nella sua complessità di uomo pubblico e privato, con le amicizie e le donne che lo hanno circondato.

All’interno della sala sono collocati oggetti ed elementi di arredo provenienti dalla casa-studio di Trilussa che ne rievocano la quotidianità. Tra i vuoti lasciati nella fitta trama di quadri, mensole e soprammobili, sono proiettate immagini in movimento che completano il racconto degli oggetti. Un proiettore rotante si ferma a sorpresa su quattro punti delle pareti e mostra brevi azioni. Una scacchiera appartenuta a Trilussa viene animata da una partita ancora in corso. Giornali e lettere dell’epoca si srotolano uno sopra l’altro, ripercorrendo la carriera del poeta. All’interno di una cornice scorrono i suoi ritratti. Anna Magnani recita alcune delle sue poesie, in video d’archivio.

Con questa modalità prendono forma, una dopo l’altra, le testimonianze dirette della vita privata e pubblica di Trilussa, che permettono al visitatore di comprenderne la poesia alla luce della quotidianità dei suoi oggetti e della sua vita. In questa stanza narrativa, una collezione – troppo vasta per essere interamente esposta – viene rievocata virtualmente e diviene collegamento tra il pubblico e il mondo personale di Trilussa.

Per ripercorrere le esperienze museali delle collezioni di Studio Azzurro a Roma, interverranno Ilaria Miarelli Mariani, Direttrice della Direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina; Micol Forti, Curatore della Collezione Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani; Pompeo Martelli, Direttore Museo Laboratorio della Mente, Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 1; e con Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro.

L’evento, a cura di Roberta Perfetti con Silvia Telmon, è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura

Studio Azzurro


Nel 1982 Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi danno vita a un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche; a loro si aggiunge, dal 1995 al 2011, Stefano Roveda, esperto di sistemi interattivi.

Con la realizzazione di video-ambienti, ambienti sensibili, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni.

La ricerca artistica inizialmente si orienta verso la realizzazione di video-ambientazioni, in cui viene sperimentata l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, in modo da rendere centrale lo spettatore e i percorsi percettivi in cui è iscritto. Nel 1995 inizia la realizzazione degli ambienti sensibili, ambienti che reagiscono alle sollecitazioni di chi li pratica, e in cui la narrazione deriva dalla presenza delle persone e dai loro gesti. L’interazione coi dispositivi avviene attraverso interfacce naturali innescate dalla gestualità quotidiana: toccare, calpestare, emettere suoni.

Con gli anni Duemila il bisogno di un confronto con il territorio fa orientare la progettazione verso mostre e percorsi museali, offrendo una nuova modalità di fruizione per temi legati alle comunità territoriali e alla valorizzazione della loro memoria, inaugurando la formula dei musei di narrazione e successivamente quella dei portatori di storie.

 

Fonte Zètema Progetto Cultura

Torna anche nel mese di dicembre l’opportunità di visitare gratuitamente, nella prima domenica del mese, gli spazi del Sistema Musei di Roma Capitale e alcune aree archeologiche della città. Domenica 3 dicembre saranno aperte a ingresso libero l’Area Sacra di Largo Argentina (via di San Nicola De’ Cesarini di fronte al civico 10, dalle ore 9.30 alle ore 16.00 ultimo ingresso ore 15.00), l’area archeologica del Circo Massimo (dalle ore 9.30 alle ore 16.00, ultimo ingresso ore 15.00) e i Fori Imperiali (ingresso dalla Colonna Traiana 09.00 – 16.30, ultimo ingresso un’ora prima della chiusura).

L’offerta si completa con i seguenti Musei Civici aperti: Musei Capitolini; Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali; Museo dell’Ara Pacis; Centrale Montemartini; Museo di Roma a Palazzo Braschi; Museo di Roma in Trastevere; Galleria d’Arte Moderna; Musei di Villa Torlonia; Serra Moresca di Villa Torlonia; Museo Civico di Zoologia; Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco; Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese; Museo Pietro Canonica a Villa Borghese; Museo Napoleonico; Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina; Museo di Casal de’ Pazzi; Museo delle Mura; Villa di Massenzio.

L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Ingresso libero compatibilmente con la capienza dei siti. Prenotazione obbligatoria solo per i gruppi al contact center di Roma Capitale 060608 (ore 9 - 19).

A ingresso gratuito sia le collezioni permanenti che le esposizioni temporanee, a partire dai Musei Capitolini (piazza del Campidoglio 1) dove sarà possibile ammirare la nuova esposizione FIDIA ospitata nelle sale di Villa Caffarelli. La prima esposizione monografica dedicata al più grande scultore greco dell’età classica si compone di un percorso inaspettato e coinvolgente tra installazioni multimediali, reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni, alcuni esposti per la prima volta.

A Palazzo dei Conservatori, nelle sale piano terra, prosegue la mostra I sommersi. Roma 16 ottobre 1943, a cura di Yael Calò e Lia Toaff, che commemora attraverso l’esposizione di documenti, giornali, disegni, fotografie ma soprattutto oggetti di vita quotidiana di persone – donne, uomini, bambini – le storie di chi quel giorno, da tutti i quartieri della Capitale, fu arrestato e non tornò mai più.

Nella Pinacoteca Capitolina, ultimo giorno utile per ammirare la Deposizione di Cristo, spettacolare capolavoro del celebre pittore veneziano Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, il pittore più geniale e anticonformista del Rinascimento veneziano.

Nella Sala degli Arazzi del Palazzo dei Conservatori la mostra VRBS Roma in cui ammirare il vetro dorato raffigurante la dea Roma, personificazione della città secondo l’iconografia diffusa, con l’elmo e la lancia, rinvenuto nel corso degli scavi per la realizzazione della stazione della Metro C a Porta Metronia e per la prima volta esposto al pubblico.

Nelle sale al terzo piano di Palazzo Caffarelli La Roma della Repubblica, secondo capitolo (dopo la mostra La Roma dei Re del 2018) del ciclo Il Racconto dell’Archeologia, basato principalmente sulle collezioni di proprietà comunale conservate nei magazzini e nei musei della Soprintendenza. La mostra è arricchita da contenuti multimediali che narrano in maniera evocativa e coinvolgente le vicende della storia repubblicana di Roma attraverso i secoli.

Infine nella Sala della Lupa e dei Fasti antichi di Palazzo dei Conservatori, ne L’eredità di Cesare e la conquista del tempo, si narra la storia di Roma dalle sue origini fino agli albori dell’età imperiale, mentre a Palazzo Clementino è ospitata I Colori dell’Antico. Marmi Santarelli ai Musei Capitolini, un’ampia panoramica sull’uso dei marmi colorati, dalle origini fino al XX secolo, attraverso una raffinata selezione di pezzi provenienti dalla Fondazione Santarelli.

Duplice offerta per i Musei di Villa Torlonia (via Nomentana 70). Nelle sale della dipendenza della Casina delle Civette sarà possibile ammirare la nuova esposizione Nel segno di Cambellotti. Virgilio Retrosi artista e artigiano. Il progetto espositivo, dedicato a Virgilio Retrosi (Roma 1892-1975), artista presente nelle collezioni del Museo di Roma con i 14 piatti da parata dedicati ai Rioni storici di Roma, intende presentare al grande pubblico la figura di un artista che ha dedicato la sua vita alle arti applicate. Al Casino dei Principi la prima mostra in Italia di FERRARI SHEPPARD (Chicago 1983), considerato attualmente uno degli artisti americani più interessanti delle ultime generazioni. L’esposizione, dal titolo “CRUCIBLE” e a cura di Ludovico Pratesi, presenta diciotto opere, delle quali undici realizzate appositamente per la mostra romana, oltre al video Be in My Mind.

Al Museo di Roma a Palazzo Braschi prosegue l’esposizione Vis-à-vis. Tenerani Spina. Dialogo in immagini: un “incontro-confronto” tra venticinque modelli per sculture in marmo di Pietro Tenerani, che ritraggono personaggi di spicco della società italiana e internazionale dell’Ottocento, e le immagini fotografiche di Luigi Spina, tra i maggiori fotografi di arte contemporanei.

Per il programma di arte italiana contemporanea QUOTIDIANA, ospitato nelle sale al piano terra e promosso dalla Quadriennale di Roma, in esposizione, per la sezione PAESAGGIO, le opere degli artisti Francesco Arena, Rossella Biscotti, Claire Fontaine, nata a partire da un testo di Daphne Vitali, mentre per la sezione PORTFOLIO sarà esposta l’opera The Adoubement. Ceremony for Extremophiles Bodies. Estremofilo 4 (2022) della giovane artista Camilla Alberti. (www.museodiroma.it)

Nelle sale della Galleria d’Arte Moderna (via Francesco Crispi 24), numerose le proposte, fra cui “La poesia ti guarda". Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023) una selezione di opere di uno dei sodalizi artistici più interessanti sorti nel contesto delle neoavanguardie e delle ricerche verbovisuali italiane, in occasione della ricorrenza dei sessant’anni dalla nascita del Gruppo 70. Le altre sale della GAM ospitano inoltre L'allieva di danza di Venanzo Crocetti. Il ritorno, una delle prime sculture di grande formato dedicate al tema della danza di Crocetti, che torna in tutta la sua magnificenza dopo circa due anni di un accurato e specialistico restauro da parte dei tecnici dell’ICR. E ancora, Laboratorio Prampolini #2 - Taccuini, disegni e progetti inediti dal Futurismo all'Art Club, un progetto esclusivo per mezzo del quale s’intende riportare l’attenzione sul multilinguismo artistico e l’interdisciplinarietà di Enrico Prampolini, nell’arco di tempo che va dagli anni Trenta ai Cinquanta del Novecento, all’apice quindi della carriera e dell’esuberanza progettuale dell’artista. Infine, nel chiostro-giardino è ancora possibile ammirare Sten Lex. Rinascita - Intervento artistico site specific e stendardo urbano, appositamente realizzato per la Galleria in collaborazione con Wunderkammern Gallery..

Il Museo Pietro Canonica a Villa Borghese ospita la mostra El Dorado, a cura di Alessandra Mammì con opere di Renata Boero, Paolo Canevari, Valerio D'Angelo, Gianni Dessì, Rä di Martino, Flavio Favelli, Sabina Mirri, Elisa Montessori, Luigi Ontani e Alfredo Pirri. La figurazione a “fondo oro”, tecnica di cui si hanno tracce fin dall’epoca paleocristiana e bizantina, non ha mai smesso di attrarre gli artisti influenzando le loro pratiche e stimolando nuove interpretazioni fino a giungere alla contemporaneità.

Al Museo Carlo Bilotti, sempre a Villa Borghese la mostra tense intense, con le opere di Barbara Doser e Hofstetter Kurt, esponenti dell'arte concettuale contemporanea austriaca. Un affascinante percorso espositivo costellato da video, installazioni, stampe di immagini, proiezioni e sculture, il cui filo conduttore è l'intreccio e la simultaneità degli opposti. 

Al Museo delle Mura la mostra "Patrimonio Mondiale: la Natura e le Impronte Umane", che presenta alcune importanti testimonianze dei luoghi Patrimonio Mondiale, attraverso 51 immagini fotografiche di Michele Spadafora, suddivise in 7 aree tematiche: Civiltà scomparse, Natura e paesaggio, Disegno urbano, Architettura difensiva, Luoghi di culto, Tradizione e vita, Eredità del passato. 

Tre le mostre che si possono ammirare al Museo di Roma in Trastevere (piazza S. Egidio, 1/b) in questa domenica a ingresso gratuito. La nuova esposizione Illustrazioni per libri inesistenti. Artisti con Manganelli, in occasione del centenario della nascita dello scrittore Giorgio Manganelli presenta una cospicua mole di scritti da lui dedicati alle arti visive, oltre a opere d’arte esplicitamente ispirate ai suoi testi, soprattutto quelle degli artisti amici e compagnons de route. Nelle sale del piano terra Philippe Halsman. Lampo di genio, esposizione fotografica dedicata a Philippe Halsman, tra i più originali ed enigmatici ritrattisti del Novecento con oltre cento immagini di vario formato, tra colore e bianco e nero, che percorrono la sua intera carriera, selezionate da Contrasto e Archivio Halsman di New York. 

Fanno eccezione alla gratuità: Helmut Newton. Legacy, al Museo dell’Ara Pacis (con ingresso alla mostra da Via di Ripetta n. 180) esposizione nata in accordo con la Newton Foundation, e curata da Matthias Harder e Denis Curti, che attraverso circa 250 fotografie, riviste e documenti racconta con un nuovo sguardo l’unicità, lo stile e il lato provocatorio del celebre fotografo.  la visita immersiva del Circo Massimo in realtà aumentata e virtuale, Circo Maximo Experience. Ingresso a tariffa ridotta per i possessori della MIC Card.

Fonte Zètema Progetto Cultura.

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