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Caso Regeni secondo il quotidiano Al-Akhbar "i servizi lo seguivano"

L'ultima foto che abbiamo di Giulio è del 15 gennaio, il giorno del suo compleanno - dice Paola Regeni - quella in cui lui ha il maglione verde e la camicia rossa. Non si vede, ma davanti a lui c'è un piatto di pesce e intorno gli amici, perché Giulio amava divertirsi. Il suo era un viso sorridente, con uno sguardo aperto. E' un'immagine felice". Poi ce un'altra immagine. Quella che "con dolore io e Claudio cerchiamo di sovrapporre a quella in cui era felice", quella all'obitorio. "L'Egitto ci ha restituito un volto completamente diverso. 

Il 5 aprile gli inquirenti egiziani vedranno i colleghi italiani. Ci si aspetta che con sé portino tutto quel materiale che finora, del giorno in cui Giulio Regeni è sparito, non è stato mostrato. E se dal governo sono arrivate ancora ieri rassicurazioni sull’intenzione dell’Italia di andare fino in fondo, a oggi le risposte che arrivano dal Cairo sono tutto tranne che soddisfacenti e le pressioni italiane forse insufficienti.

Alle promesse del generale egiziano, alle rassicurazioni delle istituzioni a Roma, si somma la voce di chi vorrebbe un segnale forte se non altro diplomatico e chiede alla Farnesina di andare oltre quel teorico “se non ci sarà collaborazione, trarremo le conseguenze” affidato dal ministro Paolo Gentiloni alle pagine del Corriere della sera. Pur nella consapevolezza che all’alleato Sisi l’Italia non è disposta a rinunciare.

Cosi arrivano le prime indiscrezioni sul dossier che il Cairo deve fornire all'Italia sul 'caso Regeni' mentre la sua famiglia ha invitato il governo ad azioni forti.  Intanto, inquirenti e investigatori italiani chiedono di acquisire i tabulati telefonici e il traffico di celle di una decina di persone, tra cui amici e conoscenti di Giulio Regeni per ricostruire gli spostamenti compiuti dal ricercatore italiano nei giorni precedenti la sua scomparsa. 

Nell'"esaustivo dossier" che "una delegazione della sicurezza egiziana" consegnerà martedì al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ci sono anche i risultati di indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri dal giovane ricercatore friulano con ambulanti e sindacalisti al Cairo: citando "fonti della sicurezza", lo scrive Al-Akhbar, uno dei maggiori quotidiani egiziani oggi in edicola.

Il dossier, precisa il giornale, comprende "molti documenti e informazioni importanti" tra cui "foto" e "tutte le indagini su Regeni dal suo arrivo al Cairo fino alla sua scomparsa", ovvero "gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati sui quali conduceva ricerche e studi".

Nel dossier, secondo il quotidiano Al-Akhbar, ci sono "anche le deposizioni dettagliate dei suoi amici sugli spostamenti durante i suoi ultimi giorni al Cairo" e quelle "dei vicini dell'appartamento in cui viveva" nella capitale egiziana. Il giornale scrive che nel rapporto del ministero dell'Interno egiziano per la Procura di Roma ci sono anche "informazioni importanti" sulla banda di criminali uccisi al Cairo e che avevano rapinato "l'italiano David qualche mese fa". La delegazione egiziana inoltre consegnerà "gli effetti" personali di Regeni, tra cui il passaporto, trovati nell'abitazione della sorella del capobanda, preannunciano le fonti del giornale, senza fornire nuovi elementi su chi ne sarebbe stato in possesso prima del fratello della donna....

L’Egitto del 2016 è un Paese in cui poco rimane delle speranze inizialmente accese dai moti del 2011, che cacciarono Hosni Mubarak. È piuttosto un Paese che si trova a fare i conti con un indotto turistico azzerato dalla minaccia del terrorismo, che qui ha colpito più volte, nonostante le promesse delle autorità e lo sbandierato impegno nel Sinai.

È un Paese da cui nessuno si attende un’assunzione di responsabilità per la morte e le torture subite da un giovane italiano. In cui le mille ipotesi investigative emerse fino a oggi sulla stampa egiziana, trapelate dai corridoi della procura di Giza, hanno il profilo netto di un tentativo di depistaggio.

Questo nonostante chi meglio conosce carceri e metodi degli egiziani non fatichi a credere che dietro l’uccisione di Giulio Regeni ci sia infine lo Stato: squadracce in borghese o servizi che siano. Tanto che a stupire, al diffondersi della notizia che il 28enne era stato ritrovato senza vita – e lo scrisse bene sul Guardian Yasmin El-Rifae – non furono i segni della tortura sul suo corpo, ma che potesse capitare persino a lui: uno straniero, un occidentale

Intanto "ne una lacrima, ma tanto dolore". Un "dolore necessario", da affrontare "tutti insieme". Paola Regeni ha lo sguardo fiero, una sciarpa gialla dello stesso colore dello striscione con cui chiede verità e giustizia, la forza di una madre che combatterà fino all'ultimo per avere quell'unica risposta che conta: perché Giulio è stato ridotto in quel modo. Accanto al marito Claudio, nella sala del Senato dedicata ai morti di Nassiriya, Paola affronta decine di giornalisti con la consapevolezza di chi sa che la morte del ricercatore è un fatto enorme che non ha cambiato soltanto la vita della sua famiglia.

Ed infatti: "La morte di Giulio non è un caso isolato. Non è morbillo, non è varicella. La parte amica dell'Egitto ci ha detto che l'hanno torturato e ucciso come un egiziano. Forse non saranno piaciute le sue idee. E forse - scandisce Paola - era dai tempi del nazifascismo che un italiano non moriva dopo esser stato sottoposto alle torture. Ma Giulio non era in guerra, non era in montagna come i partigiani, che hanno tutto il mio rispetto. Era lì per fare ricerca. Eppure lo hanno torturato". Per un attimo, prima di affrontare i media, i genitori di Giulio hanno pensato ad un gesto estremo per smuovere le acque, diffondere la foto di Giulio all'obitorio della Sapienza.

Come fece già Patrizia Aldrovandi, come continua a fare Ilaria Cucchi. Poi alla fine ci hanno ripensato, anche se non è escluso che più avanti possano cambiare idea, soprattutto se dall'Egitto continueranno ad arrivare depistaggi. "Crediamo che le parole della madre siano più forti" ha detto il loro avvocato, Alessandra Ballerini.

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