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Cancellieri, pronta a lasciare, non mi faccio dimezzare

''Ovviamente non parlerò di oggi'' ma ''sono molto serena'' ha detto il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri in una conferenza stampa a Strasburgo riferendosi all'informativa dello stesso ministro in programma nel pomeriggio di oggi in Parlamento sulla vicenda Ligresti.

''Invitiamo calorosamente e convintamente il ministro Cancellieri a rimanere a fare il ministro della Giustizia come lo sta facendo'' ha detto il vicepremier Angelino Alfano arrivando alla Fiera di Rho-Pero sottolineando che ''da parte nostra c'è il massimo sostegno'' e che il Ministro ''è una persona per bene''. Ma secondo il Gruppo PDL in Camera e in Senato la questione e diversa e si legge dal mattinale :

l caso Cancellieri trascende la questione specifica. L’attacco subito dal ministro sulla base di una telefonata in cui ha messo in campo semplicemente buon senso e umanità, apre a considerazioni essenziali per il presente e il futuro dell’Italia in relazione alla giustizia.

Ci limitiamo a fare un elenco di capitoli.

Tutti rientrano precisamente negli elementi di una riforma “necessaria e urgente” della giustizia, quale è stata indicata da Enrico Letta nel discorso al Senato sulla fiducia del 2 ottobre.

1) Custodia cautelare. In carcere oggi sono circa 12.350 i detenuti in carcerazione preventiva, in attesa anche del primo giudizio. Un numero identico di persone è recluso essendo ancora innocente secondo Costituzione non essendo ancora stati condannati in via definitiva. Giulia Ligresti per cui la Cancellieri è intervenuta con una semplice telefonata di allerta, era in custodia cautelare, in condizione tragiche di salute. La questione della custodia cautelare e della “riduzione della (sua) area applicativa” è compresa nel messaggio del capo dello Stato alle Camere, da cui attingiamo le cifre appena proposte.

2) Intercettazioni. Il caso è stato sollevato a causa di una intercettazione in cui è rimasto impigliato il ministro. Pur non avendo alcuna rilevanza penale, come già conclamato dalla Procura di Torino, essa è stata diffusa. Come e perché? Si può andare avanti con questo sistema? La relazione dei “saggi” già nell’aprile del 2013 indicava le intercettazioni e la legge che le regola tra le cose da cambiare.

3) Condizione carceraria. La vita nelle carceri italiane è stata paragonata alla “tortura” dalla Corte dei diritti umani di Strasburgo. Amnistia, indulto, pene alternative devono essere poste immediatamente all’ordine del giorno.

4) Rito ambrosiano. Legge uguale per tutti. Non è possibile che per un comportamento identico, e motivato da ragioni umanitarie, e dunque legittimo, una procura – quella di Milano - decida per l’incriminazione fino a ottenere una condanna per concussione per costrizione, ed un’altra – quella di Torino – consideri perfettamente lecita la condanna del ministro.

5) In che Paese viviamo? Si può vivere in un Paese così, dove la giustizia è nelle mani di chi la usa per distruggere reputazione e umanità?

"Se il Paese me lo chiederà farò un passo indietro". Ma lei, assicura, mai si presterà a fare da ministro 'dimezzato': "devo affrontare temi molto delicati, o me li fanno affrontare a testa alta o se ne trovino un altro". Alla vigilia del suo intervento in Parlamento sul caso Ligresti, pressata dalle polemiche e dalla mozione di sfiducia dei Cinque Stelle ma forte del sostegno del premier e dei suoi colleghi di governo, Anna Maria Cancellieri mette a disposizione il suo incarico non senza togliersi qualche sassolino della scarpa. E da Strasburgo, dove incontra i vertici del Consiglio d'Europa e della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo per illustrare il piano del Governo per risolvere le criticità del sistema giudiziario italiano, anticipa quella che nella sostanza sarà la sua linea di difesa in Parlamento dove, annuncia, ribatterà alle accuse "punto per punto".

"Non mi sono mai occupata di scarcerazione, è una falsità. Non ho mai fatto nulla che non sia un mio preciso compito. Chi dice questo è falso, bugiardo e ignorante". Soprattutto, "non mi sarei mai permessa di intervenire sulla magistratura, sono falsità". Quindi stop alla "caccia alle streghe" perchè, assicura, "non sono mai venuta meno ai miei compiti per un mio amico: non lo farei neppure per un fratello". Tanto meno per il figlio che, precisa, "non c'entra con questa vicenda. E' adulto. E non ha bisogno che mi occupi di lui". E poi chiarisce: in tre mesi dal suo ministero sono partiti "110 interventi, non tutti miei personali: 40/50 della segreteria, altri in gran parte miei. In alcuni casi ho fatto anche telefonate, ricordo di aver parlato con detenuti di Firenze, Siracusa, Padova e Roma". Quindi se "la politica fa la sua strada la faccia, ma non strumentalizzando me. A me interessa solo la verità".

Quella che intende riportare oggi prima al Senato e poi alla Camera, avendo al suo fianco il capo del governo che lei sostiene: "a me interessa che il governo Letta vada avanti e continui perché è l'unica e giusta risposta ai bisogni del Paese. Io posso servire l'Italia anche da libera cittadina". Quello che sarà il giudizio del Parlamento si conoscerà presto. Fra tre giorni ci sarà anche un voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S che chiede le dimissioni del ministro su cui, affermano nella mozione, pende "un'ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico". Ma le posizioni in campo dei partiti sono ormai note anche se il Pd, diviso, oggi prende tempo e annuncia diplomaticamente di voler attendere la sua relazione prima di decidere. Lo dice il segretario Guglielmo Epifani, lo dice Gianni Cuperlo, lo dice il responsabile giustizia Danilo Leva: "Il passaggio in Parlamento non può essere vissuto come un fastidio. Il Pd non accetta processi sommari come propone il M5S, nè strumentalizzazioni come quelle tentate dagli esponenti del Pdl. Ma di certo non sono ammissibili minimizzazioni di alcun genere''. Ma, ad esempio, un deputato del Pd vicino al sindaco di Firenze Matteo Renzi come Paolo Gentiloni 'suggerisce' al ministro "meno indignazione. Perche' ha molto da chiarire". "Le diatribe del congresso del Pd debbono restare fuori. Non possiamo avere posizioni preconcette ai soli fini congressuali" avverte però Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Pd mentre l'altro candidato, Pippo Civati, non gradisce "l'autodifesa della Cancellieri. E nel mio partito - attacca - o sono troppo taciturni o troppo imbarazzati''. Il Pdl continua invece a sostenere il Ministro anche per adombrare un parallelo con il Cavaliere. "Il governo Letta rischia più per la Legge di Stabilità" assicura, ad esempio, il senatore Pdl Lucio Malan. Il governo, invece, appare compatto. La difesa del Guardasigilli convince, tra gli altri, il ministro Graziano Delrio ("sono sicuro che rimarrà al suo posto"),il ministro Mario Mauro e il vice ministro dell'Interno, Filippo Bubbico.

La vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti e l'entrata in scena del ministro della giustizia Annamaria Cancellieri si sviluppano lungo due percorsi paralleli e, a quanto risulta, del tutto indipendenti fra loro.

Ecco le tappe.

17 luglio - Giulia Ligresti viene arrestata (cosi' come il padre, Salvatore, che viene messo ai domiciliari) su richiesta della procura di Torino. Il ministro telefona a Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore: "Sono veramente dispiaciuta. Qualsiasi cosa posso fare conta su di me". "Una umana manifestazione di affetto", dira' la Fragni.

2 agosto - Giulia Ligresti chiede di patteggiare la pena.

5 agosto - Valeria Climaco, responsabile dei servizi educativi all'interno del carcere di Vercelli, dove Giulia e' detenuta, segnala alla psicologa referente, Emanuela Ghisalberti, un "peggioramento delle condizioni di salute" di Giulia. Comincia un ciclo di visite.

6 agosto - Il gip Silvia Salvadori, nonostante il parere favorevole della procura, respinge l'istanza di scarcerazione.

14 agosto - La direttrice pro-tempore del carcere, Giuseppina Piscioneri, riceve dalla Climaco e da Samuela Cuccolo, comandante della polizia penitenziaria, la relazione della psicologa Ghisalberti (redatta il 12 agosto) e la trasmette subito agli Uffici Giudiziari di Torino.

17 agosto - Il "Corriere della Sera" pubblica un articolo sui problemi di salute di Giulia Ligresti. Nel pomeriggio (ore 18:54) Gabriella Fragni telefona ad Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, e gli chiede di contattare il ministro.

18 agosto - Antonino Ligresti tenta di contattare la Cancellieri per due volte: alle 17:19 non riceve risposta, alle 19:33 lascia un messaggio.

19 agosto - Il procuratore Vittorio Nessi affida al medico legale Roberto Testi il compito di visitare Giulia. Alle 13:33 la Cancellieri chiama Antonino Ligresti, che alle 14:25 telefona alla Fragni: "Ho stabilito il contatto". Il ministro dira' al procuratore Nessi che il giorno stesso (''a memoria, il 18 o il 19 agosto'') ha "sensibilizzato" i due vicecapi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, "perche' facessero quanto di loro stretta competenza".

20 agosto - La Fragni viene interrogata in procura a Torino per dare conto delle telefonate.

21 agosto - Antonino Ligresti invia un sms al ministro chiedendo se ci sono novita'. La Cancellieri risponde di avere segnalato la cosa.

22 agosto - Il procuratore Vittorio Nessi va a Roma per ascoltare la Cancellieri.

26 agosto - Il medico Testi visita Giulia. "La permanenza in carcere costituisce un concreto danno per la salute del soggetto", scrive nella relazione.

28 agosto - Su richiesta della procura di Torino, Giulia Ligresti ottiene gli arresti domiciliari.

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