Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 02 Maggio 2024

"Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare in Ucraina" che "noi dobbiamo aiutare a difendersi", ma "entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale "". Non usa mezzi termini il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel bocciare l'idea più volte ribadita da Macron, che non esclude l'invio di forze di terra occidentali nel Paese. 

"I nostri militari fanno bene quello che fanno nel Mar Rosso a proteggere le nostre navi, fanno bene quello che fanno in Libano, in Africa, in Iraq. I nostri militari sono portatori di pace, garanzia e libertà. Noi non siamo in guerra con la Russia" ha aggiunto il capo della Farnesina in un colloquio con Bruno Vespa a LitExpo.

"Tutte le persone di buon senso non vorrebbero" l'escalation del conflitto ha aggiunto il ministro, che è anche tornato sulle parole del Papa che hanno innescato polemiche nelle cancellerie di mezzo mondo. "Il Papa cosa ha detto: io voglio la pace. Mettetevi a un tavolo e fate la pace" ha detto Tajani, "Ma il Papa fa il Papa, deve dire questo. Non mi scandalizza ne' preoccupa"

Macron ha suscitato polemiche in febbraio quando ha detto che non era escluso l'invio di truppe di terra in Ucraina. La sua affermazione ha trovato scarsa eco tra gli alleati, ma anche tra la popolazione francese, con il 68% che disapprova tale annuncio, secondo un sondaggio d'opinione del quotidiano Le Figaro.

Intanto circa il 79% dell'opinione pubblica Francese si è detto contrario all'invio di truppe da combattimento in Ucraina e il 47% ha dichiarato di non volere che le truppe francesi intraprendono missioni di addestramento in Ucraina.  

Un sondaggio d'opinione pubblicato questo mese dal quotidiano La Tribune indica un indebolimento del sostegno pubblico francese agli aiuti economici e finanziari per l'Ucraina, con un calo delle opinioni favorevoli di 11 punti percentuali rispetto al giugno dello scorso anno, fino ad arrivare all'attuale 39%. 

Pero il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che limitare il sostegno all'Ucraina nella sua guerra contro la Russia potrebbe portare alla sconfitta di Kiev e distruggere la credibilità e la sicurezza dell'Europa. "Se la Russia vince questa guerra, la credibilità dell'Europa sarà ridotta a zero", ha dichiarato Macron in un'intervista alle emittenti francesi TF1 e France Television. Definendo il conflitto in Ucraina "esistenziale per la nostra Europa e per la Francia", Macron ha affermato che chiunque sostenga "limiti" agli aiuti all'Ucraina "sceglie la sconfitta". Il presidente francese ha detto che ci sono stati "troppi limiti nel nostro vocabolario" dopo l'invasione russa del febbraio 2022.

"Due anni fa abbiamo detto che non avremmo mai inviato carri armati. Lo abbiamo fatto. Due anni fa abbiamo detto che non avremmo mai inviato missili a medio raggio. Lo abbiamo fatto", ha affermato. "Chi dice 'non sosteniamo l'Ucraina' non fa la scelta della pace, fa la scelta della sconfitta", ha aggiunto. Per la Francia "tutte le opzioni" sono sul tavolo nel suo sostegno all'Ucraina, ha detto Macron. "Se la situazione dovesse peggiorare, saremo pronti" a impedire una vittoria russa, ma ha anche detto che il suo Paese "non passera' mai all'offensiva" nella guerra. "Non prenderemo mai l'iniziativa", ha detto. 

In settimana, la maggioranza di entrambe le camere del parlamento ha appoggiato la strategia di Macron per l'Ucraina, con l'astensione del partito di estrema destra RN e il voto contrario della sinistra radicale, i cui deputati hanno accusato Macron di "fare la guerra". Alla domanda di oggi sull'invio di truppe di terra in Ucraina, Macron ha risposto: "Oggi non siamo in quella situazione".

Questa settimana il primo ministro francese Gabriel Attal ha avvertito che una vittoria del presidente russo Vladimir Putin sarebbe un "disastro" per il potere d'acquisto delle famiglie francesi, perché i prezzi di cibo ed energia salirebbero alle stelle. 

 

Fonte agi e varie agenzie 

Nella cornice di Roma Antica presso la Pontificia Università Gregoriana e in collaborazione con l'Istituto Acton si è svolto ieri un evento che ha risvegliato le coscienze e ispirato all'azione. “Verità, Giustizia & Libertà in un Mondo Pluri-antropologico”, tenutosi in auditorium gremito, ha affrontato con coraggio e determinazione le sfide che minacciano la nostra comprensione della verità, della giustizia e della libertà nel mondo contemporaneo.
Tra gli illustri relatori che hanno portato la loro visione e la loro esperienza alla discussione sono stati il Prof. Myroslav Marynovych, vicerettore dell'Università Cattolica ucraina di Lviv e co-fondatore di Amnesty International Ucraina e ha presentato una testimonianza toccante della sua lotta per la verità. Come sopravvissuto al regime totalitario sovietico, Marynovych ha offerto una prospettiva unica sul costo umano delle ideologie oppressive e sull'importanza vitale di resistere all'oppressione in difesa dei diritti umani fondamentali. La sua voce ha risuonato con forza, ricordandoci che la lotta per la libertà è un impegno perenne che richiede coraggio e sacrificio.
Inoltre, il discorso appassionato del Dr. Michael Miller, ricercatore senior presso l'Acton Institute, ha illuminato le radici della nostra comprensione antropologica, mettendo in luce il ruolo cruciale del Vangelo di Gesù Cristo nel contrastare le filosofie disperate che minano la dignità umana. Attraverso una profonda analisi delle antropologie fallaci che permeano la nostra società, Miller ha offerto una prospettiva rinvigorente sulla bellezza e la forza dell'antropologia cristiana nel guidare il nostro pensiero e le nostre azioni.
Parallelamente, il Rev. Prof. Joao Vila-Cha della Pontificia Università Gregoriana ha evidenziato l'importanza cruciale della difesa della verità e della giustizia in un contesto politico dominato da ideologie tecniche e “woke”. Attraverso un'analisi pungente della politica della persona, Vila-Cha ha invitato ai partecipanti a riflettere sulle implicazioni politiche della nostra comprensione della dignità umana, sottolineando la necessità di un impegno costante per il bene comune e la giustizia sociale.
Infine, il Rev. Robert Sirico, fondatore dell'Acton Institute for the Study of Religion and Liberty a Grand Rapids, nel Michigan, ha offerto una prospettiva unica e potente su impresa, libertà e società civile, secondo l'autentica antropologia. Attraverso una rilettura della dottrina sociale della Chiesa, Sirico ha evidenziato il ruolo cruciale dell'impresa e della libertà nel promuovere la dignità umana e la prosperità sociale, sottolineando l'importanza di una visione antropologica autentica nel plasmare le politiche economiche e sociali.
Nel contesto dell’evento, Michael Severance, direttore dell'Istituto Acton di Roma, ha spiegato che è essenziale risvegliare la coscienza collettiva e riaffermare la bellezza e la forza dell'antropologia giudeo-cristiana. “Ormai tutto è a rischio di essere tagliato dal piano divino per l'uomo stesso e per la sua felicità e realizzazione giusta. Mi riferisco a una sorta di "self-made man" che si è emancipato da Dio per creare il "plastic man", "trans man" o "economic man", i quali, insieme, rappresentano visioni false o parziali della persona umana e, di conseguenza, minacciano una pericolosa e falsa applicazione ideologica dell'antropologia umana nella costruzione di una società libera. Così, in questi termini, ci ha ammonito San Giovanni Paolo II nella sua profetica enciclica Centesimus Annus nel lontano 1991”, ha dichiarato. 
 
Inoltre, Severance ha aggiunto che “qualche studente mi ha chiesto prima dell’evento se avremmo parlato del tema dell’Eco Imprenditore; invece, ho ribadito che dell’Eco Imprenditore no, ma dell’Ego Imprenditore sì, nel senso che tutti ormai vogliamo reinventare il nostro ego secondo una visione egoista”. 
 
In conclusione, “Verità, Giustizia & Libertà in un Mondo Pluri-antropologico” ha offerto una piattaforma straordinaria per il dialogo e la riflessione, riunendo menti illuminate e cuori appassionati in una missione comune per svelare le tenebre e illuminare il cammino verso una nuova alba di verità, giustizia e libertà. L'evento ha dimostrato che, anche di fronte alle sfide più grandi, il coraggio, la determinazione e la solidarietà possono aprire la strada a un futuro più luminoso e giusto per tutti.
L'Acton Institute è un think tank la cui missione è promuovere una società libera e virtuosa, caratterizzata dalla libertà individuale e sostenuta da principi religiosi.


C'è un nuovo fascicolo su spiate, accessi illeciti alle banche dati e dossieraggio. Oltre alla Procura di Perugia retta da Raffaele Cantone, quella di competenza dal momento che ci sono magistrati coinvolti, indaga anche quella di Roma. Anche dopo l’allontanamento di Pasquale Striano, il finanziere indagato che ha fatto materialmente migliaia di accessi alle banche dati riservate dello Stato, dalla Direzione nazionale antimafia dove era stato distaccati, "sono continuati gli accessi abusivi al sistema di Segnalazione di operazioni sospette su cui si concentra l’indagine della procura di Perugia", spiega il Corriere della sera. Lo aveva detto ieri Cantone stesso, e come riporta il quotidiano ci sarebbe già un'inchiesta aperta nella Capitale.

“Da qualche parte qualcuno ha messo in piedi dei metodi che di solito si usano nei regimi illegali, per cercare di gettare fango a chi non gli stava simpatico: penso che questa sia una cosa gravissima, penso che sia molto più ampia di quello che stiamo vedendo perchè ci sono i politici” ma anche “tantissime persone normali e bisogna capire per quali interessi siano state fatte oggetto di dossieraggio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a “Dritto e rovescio” su Retequattro. “Voglio ringraziare il procuratore Melillo e il procuratore Cantone per il lavoro che stanno facendo, perchè bisogna anche capire quali erano i mandanti, perchè questi metodi in uno stato di diritto non sono previsti”. Quello che “mi indigna più del fatto in sé è che qualcuno provi a difendere quello che è accaduto trincerandosi dietro la libertà di stampa che è sacra, ma proprio per questo non prevede che si usino metodi illegali per gettare fango su chi non ci fa simpatia”.

«Speculazioni» e «disinformazione» sulla vicenda dei presunti dossieraggi, falle nel sistema della sicurezza informatica e la minaccia esistente di un mercato parallelo di informazioni riservate. Sono alcune delle denunce del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo nella sua audizione fiume di mercoledì 6 in commissione parlamentare antimafia, durata circa quasi cinque ore, alla quale lui stesso aveva chiesto di essere ascoltato, così come il titolare dell’inchiesta a Perugia Raffaele Cantone. Gli sviluppi si rincorrono di ora in ora ma un punto chiave è l’esistenza o meno di eventuali complici di Pasquale Striano, il finanziere indagato, per la non escludibile esistenza di una regia occulta. Le sue condotte «mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale», dice Melillo.

Una banca dati con software di sicurezza rigorosi, custode delle segnalazioni riservate di operatori e professionisti. Ci sono regole e strumenti precisi per la gestione delle Sos (acronimo di segnalazioni di operazioni sospette), che hanno lo scopo di portare a conoscenza dell’Unità di informazione finanziaria (organo che collabora ai fini dell’individuazione di anomalie) le operazioni per le quali «si sa, si sospetta o si hanno ragionevoli motivi» per sospettare che vi siano in corso oppure che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Nell’inchiesta di Perugia le Sos sono l’elemento al centro dell’indagine degli inquirenti, secondo cui le informazioni potrebbero essere state utilizzate per il presunto dossieraggio su politici e vip.

Secondo Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, intervenendo a “Tagadà”, su La7. “Trovo davvero odioso che ci possano essere pratiche del genere. Quello che mi stupisce di più è che un finanziere possa fare 10 mila accessi a banche dati che contengono dati sensibili, e il Paese lo sappia perché un ministro, Guido Crosetto, fa una denuncia. Ma se il ministro non avesse fatto la denuncia che cosa sarebbe successo? Io immagino che se c'è qualcuno che fa un certo numero di accessi, il sistema informatico che gestisce questi database lo dovrebbe segnalare”.

Fonte Il Tempo / Italpress / sole24, e varie agenzie 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI