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Farò tutto il possibile fino all'ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell'emergenza del Paese che è il lavoro", ha detto Salvini. "Mi farò portatore nei prossimi giorni di trattative a Roma della diffusione della 'margherita Itala', perché è la più resistente, vince chi è più resistente, datemi tante 'margherite Itale', così vediamo di mettere in piedi questo Governo, che è un parto" ha aggiunto Salvini stamani a Genova in visita a Euroflora riferendosi al nuovo fiore che l'Istituto per la floricoltura ligure ha voluto dedicare a Italo Calvino.

"Noi siamo disponibili a prendere l'attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l'unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza".

"Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone - ha detto Matteo Salvini a Luigi Di Maio -, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferiscono litigare lo faremo da soli. Bloccare anche la partenza dei lavori delle commissioni parlamentari è da irresponsabili".

Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha convocato per lunedì un nuovo giro di consultazioni per la formazione del governo. Le consultazioni si terranno in un unico giorno. Il capo dello Stato pressa i partiti: ""A distanza di due mesi - si sottolinea al Quirinale - le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi - si rileva - è tramontata anche la possibilità di un'intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Pd. Il presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni, in un'unica giornata, quella di lunedì per verificare se i partiti abbiano altre prospettive di maggioranze di governo".

"L'auspicio è semplice: speriamo e auguriamo che presto si trovi un soluzione. Avevo già detto che assicuravamo preghiere al presidente Mattarella, mi pare che le dobbiamo aumentare ancora di più". Così ha risposto il sostituto della Segreteria di Stato vaticana, mons. Angelo Becciu richiesto dai cronisti di un commento sulla fase politica di stallo. "Noi - ha precisato - siamo spettatori, auguriamo e preghiamo che al più presto si trovi la soluzione migliore per il Paese".

L'Italia resta fanalino di coda d'Europa per la crescita, la più bassa dei 28 Paesi assieme a quella del Regno Unito. Per entrambi i Paesi il pil 2018 crescerà di 1,5%, per poi rallentare a 1,2% nel 2019. La più alta è quella di Malta (5,8% nel 2018 e 5,1% nel 2019) seguita da Irlanda (5,7% e 4,1%). E' quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue

Gli sforzi strutturali fatti dall'Italia per il 2018 "sono pari a zero, questi sono fatti che emergono dalle nostre previsioni e possiamo anche trarne delle conclusioni in termini di sorveglianza dei conti ma non è una lezione da trarre oggi, ne parleremo nel pacchetto di primavera" del 23 maggio: lo ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici rispondendo a chi gli chiedeva se l'Italia avesse fatto lo sforzo di 0,3% che la Ue aveva chiesto al Governo.

lntanto inizia la direzione del Pd al Largo del Nazareno. Dopo le tensioni di ieri non è escluso che nella riunione possa esserci un voto anche se nelle ultime ore renziani e 'governisti' starebbero cercando di trovare una mediazione per evitare fratture.  Lo si apprende da diverse fonti Dem. Il testo, che confermerebbe la fiducia a Maurizio Martina, rischia però di non convincere una parte della minoranza del partito, che vorrebbe "chiarezza" sulla linea politica e circostanziare meglio il mandato di Martina, per evitare che Renzi continui a esercitare una guida di fatto del partito.

"Chiederemo il voto su un documento che affermi il No a Salvini e No a Di Maio. Voteremo sicuramente tutti anche la fiducia a Maurizio Martina fino all’assemblea" che dovrà essere convocata per decidere se eleggere un segretario o indire il congresso. È la linea affermata da fonti renziane qualificate, a ridosso della direzione. Se si andrà alla conta sul documento che dice no alle ipotesi di governo con M5S o Lega, i renziani sono convinti di avere già i numeri: 120 membri della direzione a favore, contro 80. Secondo fonti "governiste", invece, il fronte che sostiene Martina avrebbe 96 voti contro i 112 dei renziani: al netto delle assenze, sostengono, i numeri sarebbero sul filo e perciò una parte della minoranza contesta il voto dei venti membri della segreteria renziana, perché in grado di condizionare il risultato.

"Non credo ci sia questo punto all'odg, Martina non è in discussione, gode della fiducia di tutto il partito", sottolinea anche Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, risponde a chi, a Radio Radicale, gli domanda se ci sarà oggi in direzione un voto pro o contro il segretario reggente Maurizio Martina.

Cosi resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto. Intanto continuano i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio ribadisce di voler fare "di tutto" per tentare la formazione di un governo ma si dice anche a disposizione di un tavolo con i pentastellati sulle riforme. 

"Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!", ha scritto su Twitter Di Maio postando una dichiarazione del leader leghista del 2012 in cui Salvini diceva "no a possibili assi tra Carroccio e il Cavaliere", "nessun leghista è disposto a puntare ancora su un'alleanza con Berlusconi".

Non resta che tornare subito al voto. Noi non abbiamo alcun problema nel farlo perchè ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perchè, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l'Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito. Al voto". 

"In questi 55 giorni i bugiardi Renzi e Berlusconi si sono sempre sentiti ma la verità è che anche Renzi e Salvini si sentivano - ha detto Luigi Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta -. Se l'obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito. Salvini lo dica: se vuole andare al voto non è vero quello che sto dicendo ma se non vogliono andare al voto lo devono dire a tutti gli italiani". "A me è costato molto" offrire un contratto di governo al Pd, ma "il mio obiettivo era dare un governo al Paese". Poi Di Maio aggiunge: "Mi è costato perchè quello che pensavo del Pd lo penso tuttora. Secondo conosco i problemi del Pd e poi molti nostri attivisti e amministratori stanno combattendo il Pd nei territori". 

Poi il segretario della Lega Matteo Salvini, alludendo alle accuse lanciategli da Luigi Di Maio, ha detto: "Le mie sono scelte politiche dettate unicamente dalla coerenza, dalla lealtà e dal rispetto del voto degli italiani. Chiunque parli di soldi, prestiti, fideiussioni, regali e ricatti inesistenti a me e alla Lega, se finora è stato ignorato, da domani sarà querelato". 

 

 

 

Farò tutto il possibile fino all' ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell'emergenza del Paese che è il lavoro", ha detto Salvini. "Mi farò portatore nei prossimi giorni di trattative a Roma della diffusione della 'margherita Itala', perché è la più resistente, vince chi è più resistente, datemi tante 'margherite Itale', così vediamo di mettere in piedi questo Governo, che è un parto" ha aggiunto Salvini stamani a Genova in visita a Euroflora riferendosi al nuovo fiore che l'Istituto per la floricoltura ligure ha voluto dedicare a Italo Calvino.

"Noi siamo disponibili a prendere l'attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l'unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza".

"Sono umilmente a disposizione da oggi pomeriggio, quando e dove si vuole, con chi si vuole, in diretta o non in diretta, a sederci attorno a un tavolo con il M5S - dice Salvini - partendo dalla riforma delle pensioni, del lavoro, del sistema fiscale, del sistema giudiziario, del sistema scolastico, punto per punti, senza professoroni, per decidere come si fanno queste riforme".

Resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto. Il PD si prepara alla direzione mentre continuano i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio ribadisce di voler fare "di tutto" per tentare la formazione di un governo ma si dice anche a disposizione di un tavolo con i pentastellati sulle riforme. "Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!".

Intanto braccio di ferro nel Pd in vista della direzioni. I renziani predispongono un documento per chiedere che non vi siano conte. Ma i 'non renziani' starebbero valutando la richiesta di un voto sul mandato di Martina

Niente "conte interne" alla Direzione di domani: lo "stallo" politico è "frutto dell'irresponsabilità" di M5s e centrodestra; sì al confronto ma niente fiducia "a un governo guidato da Salvini o Di Maio". Sono questi i tre punti di un breve documento predisposto dai renziani sui quali da ieri è partita una raccolta di firme tra i parlamentari e i membri della Direzione del Pd. Al momento sarebbero state raccolte le firme di 77 deputati su 105 e 39 senatori su 52. Tra i firmatari anche i capigruppo Delrio e Marcucci. "Siamo parlamentari eletti con il PD e membri della Direzione - esordisce il Documento - Proveniamo da storie e percorsi diversi. 

Non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte" "

1. Crediamo dannoso - si legge ancora - fare conte interne nella prossima Direzione. È più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia. 

2. Crediamo che lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell'irresponsabilità del Centrodestra e del Movimento Cinque Stelle che con la loro campagna elettorale permanente hanno messo e stanno continuando a mettere in difficoltà il nostro Paese. 

3. Crediamo che il PD debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell'esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. 

Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. È utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale", conclude il documento.

Elsa Fornero torna a gettare odio. Lo fa in un momento politico difficile in cui servirebbero toni sobri anziché attacchi violenti e personali.

Da cittadina - ha detto ospite di Circo Massimo su Radio Capital - mi preoccupa un governo a guida Salvini". Che tra i due non scorra buon sangue, non è certo un mistero. Matteo Salvini non l'ha mai perdonata per la riforma previdenziale che, dopo essere stata attuata sotto il governo Monti, ha fatto piangere migliaia di italiani per diversi anni. E lei, l'ex ministro del Lavoro, non ha mai digerito gli attacchi (politici) alla riforma, che porta il suo nome, e le continue promesse del centrodestra di cancellarla.

Accanto al contrasto dell'immigrazione clandestina e alla flat tax, i punti cardine di un eventuale governo di centrodestra a guida Salvini c'è proprio l'abolizione della riforma Fornero. Il leader del Carroccio si è fatto carico di questa promessa con migliaia di esodati. Che il lavoro dell'ex ministro, scelto dall'allora premier tecnico Mario Monti per eseguire i diktat di Bruxelles sul piano previdenziali, sia un pasticcio, adesso lo dice anche l'Unione europea. 

Nei giorni scorsi, infatti,l' atteso "Pension Adequansy Report 2018 della Commissione Europea ha bocciato la Fornero e l'adeguamento automatico dell'età pensionabile legato alle aspettative di vita e ha invitato ad "affrontare gli effetti collaterali negativi delle riforme pensionistiche all'insegna dell'austerità". Anche davanti all'evidenza, per, l'ex titolare del Welfare non è disposta al mea culpa. Anzi, preferisce attaccare a testa bassa Salvini.

 

 

"Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi", ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Aspettiamo - prosegue il presidente della Camera Fico - anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato ".  "Io penso - ha aggiunto - sia importante ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini". 

I Dem con Maurizio Martina hanno sottolineato i passi in avanti di M5s, ma anche le diversità rispetto ai pentastellati e fatto sapere che sarà la direzione del Pd a decidere la linea da tenere rispetto al confronto avviato. Luigi Di Maio, dal canto suo, è tornato a chiudere con la Lega. "Accordo col Pd o si torna al voto", ha detto.

Dopo il termine del secondo round di consultazioni si attende la riunione della riunione della direzione del PD fissata per il 3 maggio. Intanto nel centrodestra Matteo Salvini ribadisce la fedeltà al centrodestra. "I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi ? - dice mentre è in Friuli in campagna elettorale per le regionali - Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d'ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra".

"Lasciare Berlusconi - ha sottolineato - non è l'unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi". "Se Mattarella regala agli italiani - ha detto ancora - una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana", ha aggiunto Salvini "e così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano".

Intanto e' un nuovo scontro a distanza tra Di Maio e Berlusconi. "Bisogna mettere mano a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini", ha detto Luigi Di Maio al termine del colloquio con il Presidente Fico.

"Ha detto così? E' una cosa molto grave" perché "non c'è possibilità commerciale" che Mediaset "possa prendere partito per qualcuno perché eliminerebbe dalla sua audience gli altri", ha replicato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "Mi lamento come sia sempre con tutti e un po' meno con noi, per non essere televisione partigiana", ha aggiunto riferendosi a Mediaset. 

"Il linguaggio di Di Maio è preoccupante - ha detto il leader di Forza Italia -, si vuole toccare un avversario politico nella sua attività privata e sul patrimonio, da esproprio proletario da anni 70, è un pericolo per la democrazia e la libertà". 

Poi in serata Berlusconi rincara la dose: "Un grande grande lavoro da fare è riorganizzare tutto ciò che è pubblico in Italia", ma "non lo può certo fare un ragazzino che ha trent'anni, non ha mai lavorato e non è neanche mai riuscito a laurearsi", ha detto durante un incontro con i cittadini al Teatro Palamostre di Udine. 

"Non mi sento assolutamente minacciato - ha detto ancora replicando alle affermazioni di ieri di Di Maio- dalle tv di Berlusocni. Ognuno è libero di scrivere o raccontare quello che vuole: non penso che in Italia ci siano rischi di questo tipo", ha aggiunto.

"Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle - ha concluso - sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani". "Fossi un elettore dei Cinquestelle avrei o problemi o vergogna: però ognuno fa le proprie scelte".

"Non ci si può fossilizzare sull'idea di difendere per partito preso tutto quello che hanno fatto i governi in questi anni: dal voto del 4 marzo sono emerse delle richieste chiare sui problemi del precariato, sugli insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, sulle grandi opere inutili". Luigi Di Maio pronuncia queste parole nel suo intervento al termine dell'incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. 

E nel Pd la frase non passa inosservata e viene presa come una richiesta di discontinuità irritando più di un dirigente renziano. Un altro passaggio poco apprezzato è quello in cui Di Maio fa un distinguo tra i Dem: "Chiedo uno sforzo al Pd - afferma il capo del M5s - non si può chiedere al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche...ho visto alcune dichiarazioni in questi giorni" di esponenti del Pd, "e non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo".

"Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd", ha detto Di Maio al termine del colloquio della delegazione M5s con Fico. "Capisco - ha detto ancora - chi nel M5s dice 'mai col Pd' e chi dal Pd dice 'mai col M5s' ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un'ottica che non è di schieramento". 

"Non so - ha detto ancora - come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all'altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno", così come "con i loro tempi che rispettiamo gli organi" del Pd faranno le loro valutazioni. Infine, un attacco a Berlusconi: "Bisogna mettere mano - ha detto il Cav - a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini".

 

 

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