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È online SudLavoro.it, nuovo spazio informativo nato con l’obiettivo di dare visibilità alle migliori opportunità di impiego provenienti dal Sud Italia.
Il sito, consultabile gratuitamente all’indirizzo www.sudlavoro.it, si fonda sull’idea di favorire l’incontro tra domanda ed offerta in un contesto economico globale sempre più complicato e in un’area specifica – il Mezzogiorno – dove la disoccupazione è ai massimi livelli (rapporto Svimez 2015).
Il portale, prossimo alla registrazione come testata giornalistica, può già contare su una redazione incaricata della selezione, verifica e stesura delle notizie, offrendo all’interno degli articoli tutti i riferimenti necessari per rispondere agli annunci.
Dalle ricerche di personale presso grandi aziende e privati alle selezioni in corso curate dalle maggiori agenzie per il lavoro, fino ad una ricca panoramica su concorsi e pubblico impiego, il portale offre una copertura completa di tutte le regioni meridionali: Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia.
Non solo occasioni di impiego. Sulle pagine del portale spazio anche agli approfondimenti “Guida Lavoro” per fornire consigli ed indicazioni per chi è alla ricerca di occupazione e “Storie&Imprese”, sezione che intende raccogliere le testimonianze virtuose delle aziende del Sud che continuano ad investire e a generare ricchezza.
Il sito stesso nasce dall’incontro tra le idee di un ragazzo del Sud, Donatello Lorusso, e quelle di un giovane giornalista romano, Andrea Palazzo. A guidare il progetto la convinzione di riaffermare l’importanza delle proprie radici e la certezza che emigrare, abbandonare le città del Meridione, non sia l’unica soluzione possibile.

“I ghiacciai e il permafrost si stanno riducendo ad un ritmo che non ha precedenti negli ultimi secoli. Tutto questo ha importanti conseguenze sulla disponibilità di acqua dolce, sul ciclo idrologico e sulla stabilità dei versanti, originando spesso situazioni di rischio per la popolazione e le infrastrutture.

La calda estate del 2015, con temperature senza precendenti nel mese di luglio da quando esistono rilevamenti di dati, è soltanto l’ultimo episodio di una serie di eventi climatici che stanno compromettendo la risorsa glaciale delle Alpi, modificando rapidamente gli ambienti alpini e noi saremo proprio in questi posti dove assisteremo in diretta al distacco dei ghiacci”ha affermato al Corriere del sud il professore Roberto Seppi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia .

“Il Ghiacciaio del Belvedere, al cospetto della maestosa parete est del Monte Rosa, è un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni in atto nel paesaggio glaciale delle Alpi. Si tratta di una delle aree più studiate e meglio documentate dell’intero arco alpino – ha continuato Seppi -  dove, negli ultimi decenni, più volte si sono verificate situazioni di rischio ambientale legate alla dinamica evoluzione degli ambienti glaciali. Da questo punto di vista, l’area del Ghiacciaio del Belvedere è unica nelle Alpi italiane. Ricordiamo soltanto i due episodi principali, la rotta glaciale del Lago delle Locce nel 1979, che ha alluvionato i tratti a valle danneggiando gli impianti di risalita, e la comparsa del lago epiglaciale denominato “Effimero”, che dal 2001 al 2003 ha rappresentato una seria minaccia di alluvione per tutta la Valle Anzasca”.

 

Il 26 Settembre la stampa italiana e straniera avrà la grande opportunità di essere direttamente sui ghiacciai accompagnati dai massimi studiosi delle Alpi e del fenomeno di scioglimenti dei ghiacciai. Si potranno osservare e filmare crolli attivi di seracchi di ghiaccio.

 

“Con il Press Tour  osserveremo La parete nord-orientale del Monte Rosa, che si innalza fino agli oltre 4500 m di quota delle vette più elevate. Si tratta  - ha proseguito Seppi - di una delle più imponenti pareti rocciose delle Alpi che, per le sue caratteristiche, è stata spesso paragonata agli ambienti himalayani. Negli ultimi decenni, questo settore del Monte Rosa ha avuto un’evoluzione particolarmente dinamica, legata alle trasformazioni della criosfera in relazione ai cambiamenti climatici. Imponenti frane, valanghe di roccia e ghiaccio, distacco di seracchi ne stanno rapidamente cambiando l’aspetto e i fenomeni in atto hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale che ne ha documentato i possibili meccanismi. Si potranno osservare ed eventualmente filmare crolli attivi di seracchi di ghiaccio.

 

Vedremo Il Ghiacciaio del Belvedere,dove sarà possibile osservare le imponenti  lingue del ghiacciaio che, con una superficie di circa 4,5 km2 rappresenta il più esteso ghiacciaio delle Alpi piemontesi. Si tratta di un ghiacciaio particolare, la cui lingua terminale raggiunge una quota molto bassa (circa 1800 m) ed è completamente coperta di detriti. I ghiacciai di questo tipo sono definiti “ghiacciai neri” e caratterizzano soprattutto le valli himalayane, mentre sono molto più rari nelle Alpi. L’osservazione del Ghiacciaio del Belvedere offrirà l’occasione per parlare della situazione dei ghiacciai alpini e italiani e dell’intensa fase di riduzione che li sta caratterizzando a causa dei cambiamenti climatici in atto. Si parlerà anche dei numerosi episodi di rischio ambientale che si sono succeduti negli ultimi decenni in questa area”.

E’ un evento esclusivamente riservato ai giornalisti per l’anteprima stampa della Settimana del Pianeta Terra la più imponente kermesse di promozione delle Geo – scienze , ideata e voluta da Rodolfo Coccionidell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia , realizzata con il supporto delle Università Italiane , i Centri ed Istituti di Ricerca , dall’intero mondo delle Geo – Scienze . Un grande evento solo italiano , riconosciuto ufficialmente dal MIUR  durante il quale ci emozioneremo dinanzi all’Italia , al lavoro dei ricercatori, ai geo – siti di valore universale rimanendo affascinati da quanto gli scienziati di tutta Italia faranno vedere o racconteranno.  Scenderemo in grotte , visiteremo i Musei di Scienze Naturali, i siti archeologici nuovi, sconosciuti ma bellissimi . Eventi per tutti i gusti : 237 in contemporanea in tutto il Paese.

“Lo studio cristallochimico di rare fasi minerali rinvenute nelle miniere abbandonate delle Alpi Apuane meridionali (provincia di Lucca) da parte di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra - Università di Pisa, ha portato alla scoperta di una diffusa
mineralizzazione a tallio (Tl) in questo territorio, sinora passata del tutto inosservata. Il tallio è un elemento chimico particolarmente tossico per l’uomo e altri organismi viventi” . Lo ha affermato al corriere del sud il professore Massimo D’Orazio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa .  La Settimana del Pianeta Terra 2015 , in programma solo in Italia con ben 236 eventi , ideata e costruita da Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia , riconosciuta dal MIUR , vedrà in campo ricercatori, Università , i massimi Enti di Ricerca e l’apertura di tantissimi musei di Scienze , geo- siti unici al mondo, siti archeologici nuovi e sentieri da esplorare a qualsiasi quota.
“La ricerca che descriveremo durante La Settimana del Pianeta Terra, divulgandola  ai cittadini – ha concluso D’Orazio -  rappresenterà un caso emblematico per comprendere come la ricerca scientifica “di base possa avere delle importanti ricadute sulla società ed anche sulla vita di tutti i giorni.  Inoltre il tallio viene facilmente rilasciato dalle rocce che lo contengono, anche attraverso l’azione di batteri, e viene disperso nell’ambiente attraverso l’acqua acida che fuoriesce dalle gallerie minerarie abbandonate e i torrenti. L’evolversi delle ricerche, che hanno presto assunto un carattere multidisciplinare, con il coinvolgimento di geologi, agronomi e biologi, ha portato alla identificazione di una significativa contaminazione da tallio delle
acque potabili nell’area di Pietrasanta (Versilia). L’origine della contaminazione è stata subito individuata in una importante sorgente d’acqua ubicata proprio nel cuore dell’ex area mineraria. Tale sorgente, che è stata isolata dalla rete idrica, ha alimentato l’acquedotto pubblico di Valdicastello e di parte di quello di Pietrasanta per alcuni decenni. L’esposizione degli abitanti di questo territorio alla contaminazione da tallio è stata dimostrata dagli esiti delle prime campagne di analisi eseguite sulla popolazione locale dalle autorità sanitarie (ASL) e da enti di ricerca  (CNR).
Questa “storia” sottolinea il ruolo fondamentale che la ricerca scientifica dovrebbe avere in ogni società civile come guida per una corretta gestione dell’ambiente e delle sue risorse da parte delle autorità preposte”.

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