Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 02 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:103 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:190 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:400 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:849 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:888 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1110 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1561 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1665 Crotone

Quando le imbarcazioni umanitarie non sono in acque Sar libiche o, comunque, a zonzo nelle vicinanze e pronte a intervenire, praticamente nessun migrante viene messo in mare. E su questo, fanno sapere fonti vicine al Viminale, si sta indagando da tempo. Ciò che accadde il 6 novembre 2017, quando nel tentativo di raggiungere a nuoto la nave di Sea Watch, cinque migranti annegarono, descrive bene ciò che succede. 

In quel momento stava intervenendo, per recuperare gli immigrati che erano in navigazione su un barcone, una motovedetta libica, all'epoca già in servizio attivo dopo gli accordi con Tripoli del ministro Marco Minniti. L'equipaggio dell'imbarcazione Ong invitò gli extracomunitari a salire a bordo, nonostante la Guardia costiera stesse cercando di fare il suo lavoro. Da lì la tragedia. Insomma, gli immigrati non vogliono essere riportati indietro, ma sperano nel traghettamento sicuro di quelli che, ormai, sono veri e propri taxi del mare. Certo, i numeri non sono quelli di un tempo, proprio grazie alle azioni che si stanno mettendo in campo e al fatto che entrare in Italia è ora molto più difficile del passato. Ma i trafficanti di esseri umani sanno perfettamente che quando le navi delle Ong sono in mare basta segnalare la presenza del gommone affinché i volontari dei recuperi partano.

Laddove i dubbi insistano, resta la granitica certezza dei dati, che parlano chiaro. L'ultimo recupero in mare risale al 19 gennaio ed è quello a cura di Sea Watch 3, che ieri ha fatto scendere i 47 migranti che aveva a bordo, a Catania, dopo giorni di tira e molla tra Ong e governi europei. Una sola partenza, su due gommoni, è avvenuta dalla Libia in questi dodici giorni ed è quella del 22 gennaio, quando la Guardia costiera libica ha salvato un totale di 332 immigrati. Eppure, fatta eccezione del 23 e dei giorni successivi, in cui c'è stato maltempo, le condizioni meteo non erano così sfavorevoli da impedire le partenze. Da inizio anno sono sbarcati in Italia 155 migranti, ovvero il 96,29 per cento in meno rispetto allo scorso anno e il 96,53 per cento in meno rispetto al 2017. La maggior parte di questi è stata recuperata dalle Ong o grazie a una segnalazione delle stesse. Quasi tutte le chiamate di soccorso da parte dei migranti partono da un Alarm Phone gestito da Organizzazioni non governative.  

L'intelligence italiana starebbe indagando sugli affondamenti di alcuni gommoni. È vero che sono fatti di materiale fragile, ma non tutti devono necessariamente sgonfiarsi facendo naufragare gli occupanti. Perché i video realizzati dall'equipaggio delle navi del soccorso mostrano quasi tutti gommoni che stanno affondando?  

Guardando ai dati del passato i conti tornano tutti. Nel 2017, ad esempio, i recuperi avvenuti grazie alle Ong furono 6.609, contro i 3.485 delle navi dell'operazione Sophia.

Quando al fatto dei «poveri migranti che scappano dalla guerra», sono ancora i dati a smontare le fandonie di chi tenta di riempire l'Italia di clandestini. Su 155 sbarcati quest'anno, 57 vengono dal Bangladesh, 38 dall'Iraq, 31 dalla Tunisia, 13 dall'Iran, 9 dall'Egitto e le altre nazionalità a seguire. Di libici, invece, in Italia non ne è sbarcato neanche uno. 

I tecnici del Ministero sono già al lavoro e sarebbero partiti dalla Convenzione Onu sui diritti della navigazione e in particolare dall'articolo 19 secondo cui il passaggio di una nave in acque territoriali "pregiudizievole se la nave è impegnata in attività di minaccia o impiego della forza contro la sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica dello Stato costiero". E poi c'è l'articolo 17 che "vieta il passaggio in caso di carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero e ogni altra attività che non sia in rapporto diretto con il passaggio".

Una volta approvata la nuova normativa, per farla rispettare l'Italia potrà schierare i pattugliatori per bloccare le navi "vietate" che puntano verso le nostre coste già in acque internazionali. Se un'imbarcazione dovesse sfuggire ai controlli ed entrare in acque territoriali, le motovedette della Guardia costiera potranno scortarle fuori dai confini.

Non solo: l'idea è anche quella di inserire nel decreto una norma che preveda l'applicazione dell'articolo 650 del codice penale che punisce chi non rispetta il provvedimento. In questo modo gli equipaggi non potrebbero più farla franca e tornare in mare. Proprio come è accaduto con la Sea Watch.

Intanto la Guardia costiera, ha rilevato nella sua ispezione alcune criticità che impediscono all'imbarcazione di riprendere il mare per "pattugliare" le coste libiche in attesa di avvisitare gommoni e barconi in difficoltà. Sono state individuate una serie di "non conformità" relative sia alla sicurezza della navigazione sia al rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino. E fino a che non saranno risolte "anche con l'intervento dell'amministrazione di bandiera, cioè l'Olanda, in cooperazione con gli ispettori specializzati" la nave "non potrà lasciare il porto di Catania".

Già ieri da Sea Watch si erano lamentati di non poter ripartire subito: "Costretti a rimanere a Catania per la notte, il cambio di equipaggio previsto ci è stato negato", spiegavano dalla ong, "A bordo continuano le richieste di informazioni da parte della polizia. Nel frattempo il Mediterraneo rimane senza navi civili di soccorso". E oggi torna ad attaccare:

"Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l'attività di soccorso in mare", scrivono sulla pagina Twitter italiana della Ong tedesca, confermando che la loro nave battente bandiera olandese - la Sea Watch 3 - è in stato di fermo.

Peccato che il "pretesto tecnico" sia ben altro. E a spiegarlo è Danilo Toninelli che in un post su Facebook spiega il perché del fermo amministrativo: "Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come pleasure yacht, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare", spiega il ministro dei Trasporti, "E mi pare ovvio, visto che è sostanzialmente uno yacht. In Italia questo non è permesso. Se tu, milionario, compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia Costiera libica o di altri Paesi. Voglio ringraziare le Capitanerie di Porto per il loro grande lavoro sul fronte della legalità. Ma soprattutto mi chiedo: il governo olandese non ha nulla da dire rispetto a una imbarcazione di una Ong tedesca che chiede e ottiene la bandiera dei Paesi Bassi per scorrazzare nel Mediterraneo agendo fuori dalle regole?".

 

Oggi 30 gennaio 2019, alle ore 10:30, in Roma, presso l’Ambasciata d’Austria in Italia, il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC), ha restituito al Dirigente dell’Archivio di Casa, Corte e di Stato Direttore Mag. Thomas Just e all’Ambasciatore, S.E. dottor René Pollitzer, un manoscritto autografo del pittore Pietro Strudel (Cles 1660 – Vienna 1714), datato 1689, asportato dall’Archivio Statale di Vienna.

La restituzione è il frutto di un’indagine condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine nell’ambito dell’Operazione internazionale denominata Pandora II – Athena, finalizzata al contrasto del traffico illecito di beni culturali.

La Procura della Repubblica di Trento, concordando con le evidenze investigative dei militari del reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri, in ordine alla compravendita on-line di materiale archivistico disponeva una perquisizione domiciliare che permetteva, nel novembre 2017, di individuare in una abitazione privata di Cles (TN) uno storico cartiglio che, visto il rilevante pregio, induceva i Carabinieri del Nucleo TPC di Udine a procedere al sequestro d’iniziativa al fine di preservarlo da eventuali future alienazioni.

I successivi accertamenti tecnici effettuati in collaborazione con le Soprintendenze archivistiche provinciali di Trento e Bolzano nonché con le competenti Autorità  austriache, consentivano di determinarne l’originalità, l’attribuzione, nonché la provenienza dal Fondo dei Conti Paar dell’Österreichisches Staatsarchiv da dove il manoscritto, una lettera reversale che descrive l’attribuzione di privilegi postali all’autore che rientra nel patrimonio archivistico austriaco, era stato sottratto ed illecitamente esportato anni addietro.

La cerimonia odierna dimostra come la restituzione della preziosa opera garantisca la ricomposizione dei percorsi storici e culturali altrimenti leggibili solo parzialmente e costituisca ulteriore prova della fattiva collaborazione intercorsa tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, le Soprintendenze delle Province autonome di Trento e di Bolzano, le Autorità austriache e l’Archivio di Stato austriaco a Vienna.

 

 

 

Sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno è pronta a partire la II edizione della Giornata Mondiale della Lingua e della Cultura Ellenica di Roma e del Lazio. L’8 febbraio 2019 presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia della “Sapienza”, un gruppo nutrito di studenti dei licei classici  di Roma e del Lazio si riunirà per celebrare la Giornata Mondiale e per mostrare il loro modo di interpretare “Le idee dei Greci”, che è il tema proposto per l’evento di quest’anno. Alle ore 9:00 l’Ambasciatore di Grecia, Dott.ssa Tasìa Athanasiu, insieme con le autorità Politiche e Accademiche inaugureranno la manifestazione con i saluti di rito. 

La giornata rinnoverà il copione dello scorso anno (così riuscito che qualche istituzione ha pensato in autonomia di clonare l’evento il giorno 9) con qualche presenza in più (si prevedono più di novecento ragazze e ragazzi rispetto ai settecento della scorsa edizione). In apertura avrà luogo la premiazione del concorso “Ve lo racconto io, il Mito!” con i ragazzi delle scuole elementari e medie che hanno partecipato. 

Il macrotema delle “Idee dei Greci” impegnerà nella prima parte della giornata i ragazzi liceali su specifici temi di estrema attualità nella rivisitazione delle figure di “Antigone”, di “Medea”, di luoghi come “Itaca”, di concetti come “Bellezza”, “Simposio”, “Xenia”, “Labirinto”, “Tempo”, “Straniero”, “Accoglienza”, “Diritto”, “Europa”. Nella parte pomeridiana (all’Odeion della Facoltà di Lettere della “Sapienza”) gli interventi di studiosi e specialisti arricchiranno il panorama culturale delle “idee” dei Greci con approfondimenti su: Grecia (M. Bettini), Bellezza (P. Boitani), Politica (G. Floris), Città (F. Castanò), Atena (L. Godart), Sport (G. Guidorizzi) e Salute (L. Perilli). 

Chiuderà l’evento una performance del Progetto Theatron-Teatro Antico alla Sapienza e un immancabile brindisi greco. Doveroso il ringraziamento alle numerose istituzioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI