Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 02 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:104 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:191 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:401 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:850 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:889 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1112 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1563 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1666 Crotone

Luca Parmitano era tornato dallo spazio il 6 febbraio dopo 200 giorni sulla Stazione spaziale internazionale. Una seconda missione da record dopo quella del 2013, con quattro passeggiate per una complessa riparazione e il ruolo di primo italiano al comando della base orbitale.

Luca Parmitano, l’astronauta sapeva del virus da novembre. Prima ancora che la notizia della diffusione dell’epidemia Cina si diffondesse, Luca e la sua equipe sapevano già tutto. Infatti, dalla stazione orbitante, il gruppo era già intento a monitorare quanto stava accadendo sulla Terra. Luca Parmitano, lo ha affermato per ben due volte, prima che la notizia diventasse ufficiale solo a partire dal mese di gennaio

Quando è sbarcato ha trovato un pianeta malato, prigioniero di un invisibile nemico che rapidamente si diffondeva come nessun romanzo di fantascienza aveva così drammaticamente immaginato. «Purtroppo — continua — è l’espressione di malattie più grandi e più profonde. Non sono sorpreso, ma semmai preoccupato per la direzione in cui stiamo andando nella vita sulla Terra. L’aggressione del virus è un segnale forte per tutti, dobbiamo cambiare il modo di pensare. Ci atterrisce, perché ci colpisce direttamente come umani, dimenticando, intanto, tanti altri problemi gravi. Noi siamo solo una delle componenti di una natura vulnerata nel magnifico pianeta che ci ospita».

L'ufficiale dell’Aeronautica Militare con 25 anni di servizio e sei missioni spaziali alle spalle, come riporta David Rossi in difesa online, per ben due volte afferma in merito al coronavirus: «A bordo abbiamo un collegamento quotidiano con le realtà terrestri; abbiamo anche accesso alla rete internet; possiamo comunicare con i centri di controllo e già da novembre, avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente soltanto nei paesi asiatici, poi al mio rientro i primi contagi in Europa…» e ancora: «sulla stazione abbiamo seguito quello che stava succedendo sulla Terra: anche prima del mio rientro già da novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’occhio proprio in Europa poco prima del mio rientro».

Cosi il colonnello Luca Parmitano, ufficiale dell’Aeronautica militare, era a conoscenza del pericolo pandemico rappresentato dal coronavirus già nel mese di novembre. Possibile che Giuseppe Conte, che ha anche la delega ai servizi segreti, non ne sapesse nulla? È la domanda legittima posta da David Rossi per difesa online, e la risposta appare scontata. No, non è possibile credere che il premier a novembre ne sapesse meno del comandante della Iss, che in due recenti interviste sulla Rai ha rivelato dei particolari tutt’altro che banali.

A bordo abbiamo un collegamento quotidiano con le realtà terrestri - ha svelato lo scorso 25 aprile durante la trasmissione Petrolio ma anche a David Rossi in difesaonline.i - abbiamo anche accesso alla rete internet e già da novembre avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente solo nei paesi asiatici, poi al mio rientro i primi contagi in Europa”.

Poi un paio di settimane più tardi Parmitano ha confermato in toto la sua versione al Tg2: “Già a novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’olio proprio in Europa poco prima del mio rientro”.

Difficile credere che una persona dell’autorevolezza e del grado di Parmitano possa aver detto una sciocchezza, però involontariamente ha reso ancora più scomoda la posizione del governo Conte: come diamine ha fatto a farsi trovare impreparato, pur sapendo dell’epidemia con oltre tre mesi d’anticipo rispetto a quando poi è scoppiata in Italia?

L'ipotesi è che il colonnello Parmitano sapesse, grazie alle informazioni in arrivo dall'intelligence americana, della presenza di un pericolo per la salute mondiale. Secondo difesa on line  l’intelligence americana avvertì gli alleati e altri governi, fra cui quello israeliano, già a novembre 2019, mentre ancora ufficialmente la Cina comunista non dichiarava alcuna epidemia da coronavirus.

Secondo l articolo di David Rossi in difesa on line se così fosse sono stati molti i paesi a sapere della presenza della pandemia in corso, Italia inclusa, ma nessuno ha fatto nulla. Non almeno in Occidente. Corea e Giappone, reduci di sars e mers si erano adeguati, ma in Occidente nessuno ha prestato attenzione all'imminente pericolo, con le conseguenze note a tutti. L'ipotesi è quindi che i governi sapessero della pericolosità del Covid, ma nessuno avrebbe preso provvedimenti. 

Pare che il virus circolasse addirittura da Ottobre, come riportato da alcuni atleti che hanno preso parte ai giochi di Wuhan il 18-27 ottobre e la domanda che si pone dunque Rossi è: perché il premier Conte che, verosimilmente sarebbe stato al corrente delle stesse informazioni di Parmitano, non ha fatto nulla se non dopo molti mesi quando ormai l'epidemia era al limite dell'incontrollabile?

Quello stesso rapporto, sicuramente già disponibile per tutti i leader prima del 28 novembre, secondo tutte le fonti avvertiva che il dilagare di una siffatta pandemia avrebbe provocato “un evento catastrofico”. Lo faceva, con dovizia di prove, molte settimane prima che il compianto dottor Li Wenliang, martire per la libertà assassinato da funzionari comunisti (in Rolls Royce) della Cina continentale, annunciasse al mondo il pericolo imminente.

E ancora a Tg2 Storie, il 9 maggio. «Sulla stazione abbiamo seguito quello che stava succedendo sulla Terra: anche prima del mio rientro già da novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’occhio proprio in Europa poco prima del mio rientro».


 


 

Una festa virtuale, a distanza, ma più che mai vissuta con la presenza, forte e universale, di Santa Rita. Questa è la rivelazione offerta oggi dalla Festa di Santa Rita da Cascia, una giornata storica, vissuta con grande gioia, unione e partecipazione virtuale di devoti.

“Siamo profondamente felici di aver portato virtualmente a Cascia e accanto alla loro amata Santa Rita, attraverso la nostra maratona in diretta, decine di migliaia di pellegrini, anche in questa festa così particolare. La nostra amata Santa Rita ha mostrato, ancora una volta, a noi e al mondo, che nulla è impossibile a Dio. Nulla è stato impossibile oggi, per il popolo cristiano che custodisce in sé la presenza viva di Rita, in Italia e nel mondo. Unito contro ogni divisione, ha festeggiato colei che ogni giorno ci ricorda la potenza dell’amore e della speranza, ringraziando il Signore per il dono così prezioso che ci ha concesso”. Queste le parole della Madre Priora del Monastero Santa Rita, Suor Maria Rosa Bernardinis.

#MARATONAFESTASANTARITA, LA FESTA IN EDIZIONE SPECIALE - Pur non potendo essere a Cascia, ai piedi di Rita, l’immensa famiglia di devoti si è oggi ritrovata come sempre per celebrare la sua Madre spirituale. Invitata ed accolta dalle monache agostiniane, che hanno costruito per l’occasione una strada nuova e pioneristica verso Cascia, lo ha fatto in un modo virtuale, ma non meno capace di trasmettere affetto, vicinanza e devozione, le stesse emozioni che ogni anno si respirano tra la folla interminabile di devoti. C’erano tutti per Rita, soprattutto quest’anno, in cui la mancanza fisica si è trasformata in ricchezza di comunione umana e spirituale. Questo ha dimostrato la storica #MaratonaFestaSantaRita di 8 ore, in diretta streaming mondiale dalla Basilica di Santa Rita e in contemporanea sui canali social del monastero di Cascia, attraverso la quale la Festa di Santa Rita ha valicato ogni confine ed è arrivata nelle case di ogni devoto. Un’intera giornata per raccontarsi, condividere, riflettere e gioire, nel nome di Santa Rita.

La maratona, condotta da Alessia Nicoletti (Fondazione Santa Rita da Cascia), si è aperta con il messaggio di auguri delle monache ai devoti. In attesa della Messa Solenne, celebrata in Basilica dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia Mons. Renato Boccardo, grazie a numerosi ospiti la diretta è trascorsa rivivendo momenti della festa che non si sono potuti ripetere quest’anno, parlando della figura di Santa Rita, di devozione, ma anche di attualità, con la situazione post Coronavirus e sisma in Valnerina e i collegamenti dai Santuari o Chiese d’Italia dove è vivo il culto della taumaturga di Cascia, da Milano, Torino, Tolentino, Bergamo e Palermo. La maratona ha parlato dei miracoli di Santa Rita, del clima devozionale presente e dell’importanza del messaggio di ritiano. Spazio anche alle Donne di Rita, donne premiate negli scorsi anni con il “Riconoscimento Internazionale Santa Rita”, che quest’anno non si è potuto ripetere, per aver incarnato nell’oggi i valori di perdono, pace, sofferenza e amore. Tra le altre tematiche, poi, l’iniziativa “Le Rose di Santa Rita”, le opere di carità ritiana portate avanti dal monastero, l’Alveare di Santa Rita, la Rivista “Dalle Api alle Rose” e la “Pia Unione Primaria Santa Rita”, con il collegamento da Conversano (BA) e Genazzano (RM).

LA ROSA VIRTUALE DI SANTA RITA PER IL PAPA - Durante la #MaratonaFestaSantaRita è stata lanciata l’iniziativa della Rosa di Santa Rita virtuale, personalizzata con il proprio nome, che i devoti hanno potuto e possono ancora scaricare dal sito santaritadacascia.org/rosa, a fronte di una donazione, che va a sostenere le opere di carità del monastero, prima fra tutte l’Alveare di Santa Rita, che da oltre 80 anni accoglie e cresce bambine e ragazze provenienti da famiglie in difficoltà. Un piccolo segno a ricordo di questa Festa di Santa Rita virtuale, che non rinuncia al calore umano e nella speranza dei più bisognosi, avvicina i devoti allo spirito di carità di Santa Rita. Proprio all’interno di questa iniziativa, una particolare sorpresa sarà rivolta a Papa Francesco. Santa Rita, morente, ricevette in dono dal Signore la rosa sbocciata miracolosamente in mezzo alla candida neve, dopo aver superato, in Lui e per Lui, le tante spine della vita. Così, in questi tempi difficili, il Monastero Santa Rita ha simbolicamente voluto donare a sua volta al Signore, per le mani del Pontefice, vicario di Cristo in terra, una rosa ma virtuale: un dono d’amore che rappresentala fragilità dell’umanità, che oggi vediamo ancor più chiare e contemporaneamente il profumo meraviglioso della santità, che Santa Rita ci invita a conquistare nel quotidiano per costruire uomini migliori per un mondo migliore.

La Rosa di Santa Rita virtuale, con il nome “Papa Francesco” sarà pubblicata in diretta durante la maratona in streaming alle 13.15 circa, sull’account Instagram del monastero @monasterosantarita e inviata al Papa taggando l’account @pontifex_ita.

ROSE BENEDETTE PER UNIRE IL MONDO - Virtuale e non, il simbolo di questo 22 maggio in edizione speciale, è stata senza dubbio la rosa, fiore che universalmente richiama Santa Rita e che ogni devoto le dona, affidandole le proprie intenzioni. Infatti, il momento della Benedizione delle Rose, al termine della Messa Solenne, è stato anche quest’anno uno trai i più attesi ed emozionanti. La benedizione, che in via straordinaria è valsa anche per chi da casa ha alzato al cielo le rose, così come avrebbe fatto dipingendo di rosso il viale della Basilica di Cascia, oppure per chi ha condiviso sui social la sua speciale Rosa di Santa Rita virtuale, è stata più che mai sentita. Durante la cerimonia, sono state benedette 45 rose, che le monache agostiniane invieranno al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella (1 rosa), al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte (1 rosa), ai Presidenti delle Regioni d’Italia (20 rose), al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinale Gualtiero Bassetti (1 rosa), ai Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali (16 rose). Una rosa, inoltre, viene consegnata al Sindaco di Cascia, mentre le ultime 5 rose, che rappresentano simbolicamente i cinque continenti, saranno inviate a Papa Francesco, come custode del popolo cristiano nel mondo.

 

 

Sarà presentato venerdì 22 maggio, alle ore 15, in un webmeeting che si terrà in Zoom, il Rapporto della Fondazione Farefuturo su come la Cina agisce per sottomettere l’Italia, con quali “armi”, con quali connivenze e con quali obiettivi.

Interverranno Giulio Terzi, Laura Harth e gli altri autori del documento, insieme con esperti di geopolitica, parlamentari, ambasciatori, giornalisti e imprenditori.
Introdurrà Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir.
Saranno presenti, tra gli altri, anche i parlamentari Raffaele Volpi, Lega, presidente Copasir; Enrico Borghi, PD; Lucio Malan ed Enrico Aimi, Forza Italia; Antonio Zennaro, Cinque Stelle; Carlo Fidanza e Andrea Del Mastro, Fratelli d’Italia.

Il rapporto, curato da Giulio Terzi e Laura Harth, sarà presentato nello stesso giorno in cui a Pechino si apriranno i lavori dell’Assemblea nazionale del Popolo che dovrebbe rivendicare la “vittoriosa battaglia” contro il coronavirus del regime comunista.

“Purtroppo, la realtà è ben diversa - rileva il presidente di Farefuturo, Adolfo Urso - e, come documenta il nostro Rapporto, chiama direttamente in causa proprio la responsabilità del Partito comunista cinese nella drammatica diffusione della pandemia in Italia e nel mondo. La vicenda del coronavirus è emblematica di quale sia la natura del regime e di come vi sia ormai una acquiescenza negli organismi internazionali, in tal caso innanzi tutto della Organizzazione Mondiale della Sanità, e le modalità di condizionamento in diversi Stati, persino in alcuni che aderiscono alla Alleanza Atlantica”.

Il Rapporto di Farefuturo evidenzia come negli ultimi anni, l’attenzione all’interno dei Paesi democratici verso le iniziative di regimi autoritari volte a minare la stabilità, nonché i principi e i valori costituzionali, delle democrazie liberali è cresciuto esponenzialmente, in particolare oltreoceano, ma anche nell’Unione europea. Ne sono testimoni le ormai innumerevoli pubblicazioni internazionali che mirano innanzitutto a fare luce sulla natura di tali regimi, i loro obiettivi e le tattiche impiegate, al fine di istruire il dibattito politico e pubblico circa tali temi.

Considerata la dichiarata ambizione egemonica della Repubblica popolare cinese, e la particolare esposizione della Repubblica italiana nei confronti del Partito comunista cinese in un quadro di crescente tensione internazionale, il Rapporto di Farefuturo fornisce una serie di elementi con lo stesso obiettivo quindi di creare innanzitutto conoscenza e dibattito, che saranno poi oggetto del dibattito  durante la presentazione con esperti di geopolitica, ambasciatori e opinion makers, in un confronto a cui sono stati invitati parlamentari di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione.

A tal fine, questo rapporto - una prima assoluta in lingua italiana - raccoglie delle sintesi di contributi internazionali autorevoli nonché dichiarazioni aperte del regime cinese stesso circa l’opera del Partito comunista cinese di rovesciare i principi e i valori sottostanti le nostre democrazie occidentali, e le varie armi impiegati nel conseguimento di tale obiettivo anche nel nostro Paese. Dal quadro presentato emerge chiaramente quanto Pechino cerchi attivamente di utilizzare le nostre stesse risorse nazionali - i settori economici, tecnologici e strategici, il mondo politico e culturale, e i mass media - non solo per censurare le critiche nei suoi confronti, ma anche per creare una dipendenza sempre maggiore con dei risvolti concreti di sinesizzazione anche del nostro sistema Paese stesso, che mettono a rischio il posizionamento della Repubblica italiana all’interno delle alleanze storiche.

Il rapporto inoltre dedica particolare attenzione al capitolo legato alla pandemia del COVID_19, in quanto abbia reso visibile le incongruenze del regime cinese circa la gestione della crisi e il suo rapportarsi con la comunità internazionale, nonché la sua forte pressione di censura nei confronti di istituzioni nazionali e internazionali. Dalle varie ricostruzioni e contributi contenuti in questo rapporto, emerge un evidente quadro di tentativo di insabbiamento circa lo scoppio e la gestione della pandemia, in violazione delle International Health Regulations e dei Trattati sul Global Health. Inoltre, continua il rifiuto netto di Pechino di aprire ad una vera indagine internazionale e indipendente circa le origini del virus, opera essenziale per evitare simili scenari futuri con impatto devastante sulla popolazione e l’economia mondiale. Come ha rivelato il Rappresentante dell’OMS in Cina il 1° maggio scorso, tutt’ora l’organizzazione creata a tutela della salute mondiale è esclusa dalle indagini nazionali in corso all’interno della Repubblica popolare.

Secondo gli autori del Rapporto, Giulio Terzi e Laura Harth, “L’istituzione di una vera Commissione Internazionale di Inchiesta su origine e modalità di diffusione della pandemia è un dovere per tutta la Comunità Internazionale, una responsabilità per i Governi degli Stati colpiti nei confronti dei loro cittadini, e per lo stesso Governo cinese. Se non vuole essere soltanto simulacro a ulteriori fini propagandistici, tale indagine andrebbe svolta in modo veramente imparziale e tempestiva, e non come attualmente proposta dall’Ams, con bene placet del Presidente Xi Jinping, come un’indagine effettuato dall’Oms sull’operato dello stesso Oms. Organizzazione che, come dimostrato in questo rapporto, ha contribuito in modo significativo alle operazioni di insabbiamento e propaganda da parte di Pechino”.

Pertanto, la Fondazione Farefuturo ritiene che “il fatto che Pechino sia riuscito a capovolgere la richiesta internazionale di una vera e propria indagine tempestiva nelle origini e la gestione della crisi dimostra ancora una volta che quanto descritto in questo rapporto circa la sua opera di minare le regole internazionali, imponendo un sistema con “caratteristiche cinesi”, ha messo e continuerà a mettere in pericolo la salute e la vita della popolazione mondiale. Va ribadito con urgenza la necessità di una vera Commissione internazionale d’Inchiesta, che possa agire in modo tempestivo anche sul territorio cinese per accertare tutte le responsabilità sull’origine e la gestione della crisi.”  

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI