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Rigassificatore: Piombino nion molla

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha firmato davanti ai giornalisti l'autorizzazione all'installazione del rigassificatore a Piombino in veste di commissario straordinario per l'opera.

"Siamo più di 3mila, questa è la risposta dei piombinesi contro l'arroganza del commissario Giani che non ci ha voluto incontrare.

Una storia che viene dal senso di abbandono dopo la crisi dell'acciaio e dai problemi di salute pubblica e che mette su fronti opposti politici degli stessi partiti. Ma il commissario del governo Giani e 35 enti assicurano che non ci sono pericoli

Piombino non molla, Giani faccia quel che vuole, giù le mani dalla nostra città"
E' il messaggio lanciato dai manifestanti alle varie manifestazioni a Piombino (Livorno) che hanno protestato contro il progetto del rigassificatore nel porto cittadino.

"Erano anni che  manifestazioni del genere non si vedevano in città - dicono i comitati anti rigassificatore da un improvvisato palco durante i comizi  delle manifestazione, mentre la gente ai cortei grida 'Se la nave arriverà bloccheremo la città -sono manifestazioni trasversali, qui c'è l'anima di Piombino, e i politici non hanno capito niente. Non ci fermeremo qui, la nostra è una risposta alla Regione e al Governo". Tanti i negozi che hanno esposto cartelli contro il rigassificatore e abbassato le saracinesche al passaggio dei vari cortei.

"Dal nostro punto di vista la firma dell'autorizzazione alla realizzazione dell'opera da parte del commissario Eugenio Giani non sposta il punto: aveva annunciato già giorni fa a coda della Conferenza dei servizi che sarebbe andato avanti e l'ha fatto. Dopo tutto, volontà già affermata fin dal primo giorno. Altrettanto, noi avevamo risposto che avremmo impugnato l'autorizzazione di fronte al Tar e lo faremo" dichiara il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari.

Lo sfondo è un pezzo d’Italia che si sente vittima dello Stato dopo avere perso la sua identità, il regno liquefatto dell’acciaieria Lucchini di cui restano esili spoglie senza più il fuoco dell’altoforno che faceva gonfiare il petto agli operai. Tra i protagonisti un sindaco di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari, il primo di destra dopo una supremazia solida di sinistra, che guida la protesta senza più l’appoggio iniziale della premier del suo partito, Giorgia Meloni, e un Pd che col presidente della Regione Toscana e commissario straordinario del governo, Eugenio Giani, ha firmato l’autorizzazione al gassificatore ma a livello locale è spaccato tra chi lo vuole (pochi) e chi lo teme, “per ragioni però diverse da quelle della destra”.  

"Ritengo che tutto questo contribuisca alla chiarezza della procedura che significa per 60 milioni di italiani l'abbassamento delle bollette, la possibilità di offrire un servizio, la possibilità di dire che il gas è qualcosa che si può con più facilità avere in Italia senza dipendere dalla Russia. Il mio principale motivo nello svolgere questa funzione è il servizio a 60 milioni di italiani" ha detto durante la conferenza stampa in Giunta. "Il sindaco di Piombino - sottolinea Giani - ha detto che la questione ormai non è più politica ma amministrativa, e quindi ritiene come tale, da un punto di vista amministrativo, di ravvisare degli elementi nella procedura che vuole affrontare in sede di ricorso amministrativo al Tar. È nelle sue facoltà, lo può fare, non ne sono assolutamente risentito".

"Il percorso amministrativo, così come impostato dal Commissario straordinario Giani, è stato proiettato fin da subito - afferma Ferrari - a concedere l'autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell'opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato. Inoltre, lo ha addirittura voluto blindare attraverso l'intesa Stato Regione, un atto prettamente politico. Il decreto che disciplina l'iter burocratico parla chiaro: il Governo propone l'opera e la Regione si fa garante del territorio chiedendo anche un parere alla Provincia e al Comune. Il parere del Comune - continua il sindaco di Piombino - è stato ovviamente negativo ma Eugenio Giani, questa volta in qualità di presidente della Regione, ha comunque firmato l'intesa. 

L'intero procedimento, però, fa acqua da tutte le parti e pone le basi concrete sulle quali costruiremo il ricorso. Poco importa se l'intesa e la relativa autorizzazione sono condizionate all'accettazione del Memorandum; un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto per il rilancio del territorio. Quel documento è una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze di Piombino. Da quel documento emerge chiaramente quanto il commissario Giani sia poco aggiornato sulla storia della città e non conosca minimamente il territorio, il suo cambio di passo e le relative nuove esigenze. A onor del vero - conclude - una cosa è evidente da tempo: se Giani conoscesse Piombino certamente non avrebbe scelto di essere il promotore di un rigassificatore nel suo porto".

Marco Stevanin su linkedin  che è Amministratore della  Società TERRA e membro della commissione tecnica regionale ambiente (CTRA)  ha scritto :
Ieri è stato approvato il rigassificatore a Piombino. Con 79 prescrizioni. Come ufficio e team di lavoro abbiamo cercato di far emergere le criticità di varia natura per tutelare il decisore quindi a supporto delle decisioni. Crediamo che per sorreggere azioni strategiche servano basi solide. Cosa che francamente non vediamo. 79 prescrizioni sono il primo indicatore di una procedura che di tecnico ha tante, troppe forzature che rendono le azioni successive di alto profilo di rischio. Rischio anche reputazionale. Vedremo cosa deciderà il TAR...

Come sottolinea il Corriere del sud, il 18 Ottobre, nella sede dell’ Associazione Stampa Estera in Italia a Roma, era stata organizzata la conferenza stampa per la presentazione del video reportage “Il Metodo Piombino – L’Italia oltre la legge” del giornalista Max Civili.e sono intervenuti : Mario Tozzi geologo e divulgatore scientifico, Stefano Tamburini giornalista, Alessandro Dervishi chirurgo/attivista NO rigassificatore. 

«Questo documentario – si legge nella nota stampa – non racconta solo la storia di un rigassificatore che vogliono piazzare per caso e al più presto in un piccolo porto, inadatto a ospitare perché le case sono vicine, perché ci sono oltre cento corse di traghetti che gli passerebbero a pochi metri con gravi rischi di collisione, perché in quel porto possono esserci altri incidenti (incendi, esplosioni).
Non solo perché ci sono aziende che coltivano pesce e molluschi in prossimità della nave rigassificatrice che scaricherebbe in mare ogni giorno tonnellate di acqua fredda ed ettolitri di varechina. Non solo perché quelle aziende danno lavoro a centinaia di persone e rappresentano il primo polo del settore in Italia.
E non solo perché quel rigassificatore comprometterebbe la rinascita di un territorio devastato da molte altre scelte simili all’insegna del “prendi e fuggi”, come quelle delle acciaierie e degli altiforni.
Questa non è solo la storia di un rigassificatore che non potrebbe starci perché qualsiasi valutazione di impatto ambientale darebbe un responso negativo, e infatti proprio per questo il governo l’ha esclusa. La storia del rigassificatore di Piombino è la storia di una diga dei diritti dei cittadini contro l’autoritarismo nel nome di una non meglio precisata “emergenza nazionale”.

Fonte Varie agenzie 

 

 

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