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Uscito su Youtube il video di “Faith in the atom” tratto da “DARK PLANET” e firmato da DY3-thx12-4432 La straordinaria band virtuale tra Italia e Giappone, dal nome lunghissimo e misterioso “DY3-thx12-4432” continua a stupire con il primo, visionario e strabiliante album «La canzone Faith in the atom è stata composta esattamente un anno fa, ad aprile 2021, nell'arco di due settimane. 

E’ la seconda dell' album Dark Planet ed ha certamente rappresentato, dopo la pubblicazione dell'ep, il momento della fusione delle nostre due identità sonore: quella mia e quella del mio partner artistico giapponese» - anticipa alla stampa Davide Perico, l’elemento italiano dell’originalissimo duo. «Il suono algido e scintillante delle chitarre elettriche del musicista Yowhimitsu4432, tipico della scuola giapponese, si amalgama perfettamente con i toni ruvidi e caldi dei miei sintetizzatori» - conclude convinto. Scritta in piena pandemia, Faith in the atom rappresenta un tentativo di fuga di DY3-thx12-4432 : quello da uno stato di non-esistenza. E’ una dichiarazione di fede nella scienza e nella conoscenza come unico mezzo per elevare l'uomo e garantire un futuro alla nostra specie (e civiltà). 

DY3-thx12-4432 : ricordiamo brevemente la storia. Trattasi di un duo artistico virtuale che interagisce a diecimila kilometri di distanza: l’italianissimo Davide Perico ed il giapponese Yoshimitsu4432. Il loro “incontro” è una storia affascinante e a tratti romanzesca. Si sono in realtà “sfiorati” solo virtualmente da un anno e mezzo, ma è già arrivato dallo scorso mese un album e sta per arrivare anche un film in computer grafica, nel tentativo di creare una nuova estetica di suoni ed immagini nel variegato mondo musicale (ma anche della Settima Arte). La loro esperienza musicale contaminata è vissuta a distanza. Una possibilità artistica figlia solo di una modernità 2.0, e di un futuro in continua costruzione via etere. Proprio dal loro primo e completo album dal titolo “DARK PLANET”, acquistabile su tutte le principali piattaforme digitali, è tratto il video “Faith in the atom”.. Ricordiamo anche che costituirà la colonna sonora dell’omonimo film di fantascienza, realizzato da Davide Perico in computer grafica, attualmente ancora in lavorazione. 

Racconterà l’epico racconto di un viaggio spaziale di ricerca, lotta e speranza, ma anche di solitudine e disperazione. Una metafora della ricerca dell’identità stessa dell’uomo. Soprattutto, un ulteriore prodotto geniale partorito dalla creatività unica ed inimitabile di DY3-thx 12-4432. Nel video Faith in the atom è possibile vedere in anticipo alcuni fotogrammi dell’imminente film. Il duo DY3-thx 12-4432 Davide Perico , nato a Bergamo, vive in provincia di Milano. Diplomato in studi classici e successivamente in ingegneria del suono, suona pianoforte, tastiere, basso elettrico, ed ha oltre trent’anni di esperienza come produttore, tecnico del suono e compositore di musica per film e videogiochi. 

Yoshimitsu 4432 è un artista e chitarrista giapponese, di base a Tokyo. Il suo stile affonda le radici nell’hard rock degli anni ’70/’90, e le sue ispirazioni arrivano dall’alternative rock all’EDM, dall’hip hop al funk. Ha suonato in varie formazioni giapponesi. Come membro della band CAMDEN LOCK, ha registrato un album a Londra con Ralph Jezzard, l'ingegnere dei The Wildhearts. Si è anche esibito al più grande festival musicale del Giappone, Summer Sonic, come chitarrista della band NEON GRAVITY. I video musicali per le canzoni Space D e Zero Atmospheres, creati da Davide Perico in computer grafica, hanno raccolto consensi e premi all’interno di importanti festival cinematografici internazionali (Vesuvius International Film Fest, Black Swan International Film Festival, Best Music Video Award, Buzz Vicious Underground Film Festival, London International Film Festival, Andromeda Film Festival, Paris Film Festival, Berlin Shorts Award, International Music Video Awards…). 

Fonte Uff.Stampa Lisa Bernardini 

“Semo romani ma romanesco dè più”! Nell’area dell’antico Ghetto, nel cuore di Roma, dal 6 all’8 aprile la 1° edizione della manifestazione volta a rilanciare turismo, agroalimentare e settore ristorazione attraverso cultura e identità in un piatto. Menù originali creati ad hoc nei 12 ristoranti che aderiscono al Portico d’Ottavia, per gustare il carciofo tra ricette tradizionali e rivisitazioni 1° Festival del Carciofo Romanesco: nel quartiere ebraico 3 giorni all’insegna dell’ortaggio simbolo della tavola romana. Gustare il territorio tra tradizioni e sapori. Economia e salute nel piatto tra ricette e antica cultura culinaria “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan per far capire come il carciofo sia il punto di riferimento del territorio. Cuore dell’iniziativa sarà il Ghetto di Roma, dove sono nati i più celebri piatti a base di carciofo, alla romana e alla giudìa, tramandati di generazione in generazione, diventati attrattiva per i turisti e orgoglio per i romani   Si parte mercoledì 6 aprile alle 11 nella zona dell’ex ghetto: il quartiere ebraico di Roma, per tre giorni, fino all’8 aprile sarà il palcoscenico della prima edizione del Festival del Carciofo Romanesco. La manifestazione presenta diversi significati legati a questa icona gastronomica: il carciofo infatti è un prodotto del territorio laziale, che viene così valorizzato e riscoperto, ma è anche un ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca, che ne hanno declinato l’uso in numerose ricette, famose in tutto il mondo. Ma il carciofo è anche un alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione. IL FESTIVAL DEL CARCIOFO ROMANESCO – “Semo romani, ma romaneschi di più” è lo slogan, mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini, volto a rendere il carciofo punto di riferimento del territorio romano. L’inaugurazione del Festival del Carciofo Romanesco avverrà mercoledì 6 aprile alle ore 11, con la partecipazione delle istituzioni partner e della Presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi. Il 6, 7 e 8 aprile ogni giorno, a pranzo e a cena, presso i 12 ristoranti del quartiere ebraico aderenti si svolgerà una rassegna gastronomica con un menù speciale a base di carciofo a 35 €. A distinguere l’iniziativa da altre fiere o sagre sarà proprio il luogo dove si terrà l’evento, l’ex ghetto al centro di Roma, dove il carciofo ha trovato le sue prime ricette, per poi diventare orgoglio per i romani e attrattiva per i turisti. I locali partecipanti e le offerte dei menù sono consultabili sui siti web: www.festivaldelcarcioforomanesco.com e www.romaincampagna.it. Ad accogliere i visitatori ci saranno due grandi totem a forma di carciofo con la scritta: “La storia è tutta mia, gusto e fantasia, solo qui c’è la magia del carciofo alla giudia”. L’iniziativa è promossa da Confesercenti Roma e Lazio; sponsorizzata dal Centro Agroalimentare Romano e dalla Camera di Commercio di Roma – AgroCamera; patrocinata dalla Regione Lazio, da ARSIAL – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, dall’Assessorato all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, dal I Municipio, con la collaborazione di Coldiretti Lazio. IL RILANCIO DEI SERVIZI E DELLA RISTORAZIONE PASSA PER L’IDENTITÀ DEL PIATTO -  “Sono molto orgoglioso di questa manifestazione, promossa da Confesercenti Roma e Lazio, in quanto credo sia molto importante valorizzare le eccellenze del nostro territorio, i prodotti di qualità e la professionalità degli operatori del settore della ristorazione – sottolinea il Presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Valter Giammaria – Il carciofo romanesco è un prodotto che fa parte della cultura culinaria di Roma e del Lazio ed è giusto che noi, come Associazioni, attraverso questi eventi, facciamo conoscere ai nostri concittadini e ai turisti le materie prime che la nostra regione offre, la loro importanza a livello nutrizionale e il lavoro che gli chef e tutti gli operatori della filiera svolgono ogni giorno per far arrivare sulle nostre tavole queste prelibatezze. Il 1° festival del carciofo romanesco è un punto di partenza per organizzare nella nostra città sempre più eventi di questo genere che legano sempre più i cittadini e il territorio attraverso il cibo. Siamo già al lavoro per organizzare la seconda edizione che non si svolgerà solo in una zona della città, ma coinvolgerà tutto il territorio della Capitale”. Generazioni a confronto, nuovi e vecchi maestri di cucina, storia e innovazione riproposte dai ristoratori del dopo pandemia. “Riscoprire le nostre tradizioni culinarie, le ricette e i prodotti del territorio, anche riproponendole in chiave moderna e innovativa, è un’opportunità che gli imprenditori devono cogliere per rilanciare le attività di ristorazione, che è anche cultura e storia antica di generazioni, soprattutto in seguito a quanto vissuto a causa della pandemia – evidenzia Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti Roma e Lazio - Il 1° Festival del Carciofo Romanesco sarà dunque una grande occasione per riscoprire uno dei prodotti di eccellenza della nostra tradizione gastronomica e far scoprire ai turisti italiani e stranieri il forte legame che esiste tra cibo e cultura identitaria di un popolo; il tutto con uno sfondo d’eccezione, il quartiere Sant’Angelo di Roma con il complesso del Portico d’Ottavia”. “Questo festival si distingue da altre fiere legate all’ortaggio in quanto si svolge all’insegna della degustazione nelle diverse varianti in cui il carciofo può essere proposto – commenta Angelo Di Porto, Vicepresidente Fiepet Roma – Il valore aggiunto di questo festival è nel luogo stesso dove si svolge, il quartiere ebraico nel cuore di Roma, laddove le ricette del carciofo alla romana e alla giudia sono nate e si conservano attraverso tradizioni secolari tramandate di generazione in generazione. In particolare, nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, si valorizza un patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella cucina povera dei secoli del ghetto, quando gli ebrei furono costretti a fare di necessità virtù e a trarre il meglio da ciascuna situazione, a partire dall’alimentazione, dal consumo del pesce povero e delle verdure. Pertanto proporremo piatti come la Vignarola, le fettuccine cernia e carciofi, abbacchio e coratella con carciofi, oltre ai classici antipasti e a tante altre prelibatezze”. Per brindare con questi piatti contribuirà il vino bianco Fiano di Terre di Petrara, un uvaggio che ben si associa all’ortaggio per sentori persistenti e proprietà organolettiche. Il vino prodotto da questa cantina, autentica eccellenza italiana, è uno dei più apprezzati del 2021, premiato anche da Decanter e Winemag. A chiudere la degustazione il gelato al carciofo e al vino creato dal gelatiere di Cocciano Roberto Troiani, tra sperimentazione e creatività. UN CONVEGNO UNIVERSITARIO SULL’IDENTITÀ DEL CARCIOFO – Il progetto è stato presentato nel corso del Convegno del 31 marzo presso l’Universitas Mercatorum nello splendido Palazzo Costaguti di Piazza Mattei "Il carciofo romanesco: risorsa per l'agricoltura, la salute, il turismo e l'identità di Roma". Introdotti da Giovanni Cannata, Rettore Universitas Mercatorum, sono intervenuti Aurora Cavallo, Francesco Maria Olivieri, Giovannangelo Oriani della Universitas Mercatorum; Valter Giammaria, presidente Confesercenti; Daniele Leodori, Vice Presidente Regione Lazio; Sabrina Alfonsi, Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Comune di Roma; Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo Comune di Roma; David Granieri, Presidente Coldiretti Lazio; Lorenza Bonaccorsi, Presidente I Municipio Roma; Claudio Pica, Presidente Fiepet Roma; Massimo Pallottini, AD Centro Agroalimentare Roma; Mario Ciarla, Presidente ARSIAL; Silvia Migliaccio, Segretario Società Italiana Scienza Alimentazione (SISA); Angelo Di Porto – Vicepresidente Fiepet Roma e Presidente Associazione Portico di Ottavia. A moderare il giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore de “L’Italia Che Va…” Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta”. “Il carciofo romanesco non è solo una specialità agronomica, un prodotto della biodiversità vegetale laziale che è possibile acquistare e consumare secondo criteri di stagionalità e territorialità – afferma l’Assessora Sabrina Alfonsi – Il carciofo romanesco è prodotto dell'ingegno e della capacità dell'uomo di agire sulla natura per trasformarla a suo benefico vantaggio. In quanto prodotto dell’abilità trasformativa dell’uomo, il carciofo romanesco è espressione e prodotto di cultura. Un prodotto di cultura che ha reso il Cynara Scolymus un ortaggio dotato del massimo dell'efficienza alimentare. Un'efficienza pensata, voluta e perseguita attraverso procedimenti di selezione e di sperimentazione che hanno dato luogo a un ortaggio in cui la parte destinata allo scarto è stata resa minima a vantaggio della resa alimentare, della palatabilità e dell'esperienza gustativa. Il Carciofo romanesco, insomma, è arte botanica, sostenibilità nel piatto, singolarità gastronomica. È identità a tavola”. “Creare un appuntamento che valorizzi la tipicità della cucina romana è fondamentale per sviluppare l’identità di Roma nel mondo. I turisti cercano sempre di più prodotti di qualità tipici della nostra città per vivere un’experience da ricordare” sottolinea l’Assessore Alessandro Onorato. I NUTRIZIONISTI E LE PROPRIETÀ DEPURATIVE DEL CARCIOFO - “I carciofi (Cynaria Scolymus) sono un ortaggio che appartiene alla famiglia delle composite, la stessa del cardo – spiega la Prof.ssa Silvia Migliaccio – I carciofi hanno poche calorie, 22 calorie per 100 grammi di parte edibile, e sono un ortaggio molto ricco in fibre che modulano e rallentano l’assorbimento dei carboidrati semplici e riducono anche l’assorbimento di colesterolo con conseguente azione ipocolesterolemizzante. Inoltre, contengono elevate quantità di sali minerali, quali il potassio e il ferro. È interessante sapere che i carciofi devono molte delle loro proprietà nutrizionali benefiche alla cinarina, un polifenolo con elevate capacità anti-ossidanti, che sappiamo essere importanti per contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi sulle cellule del nostro organismo. In particolare, anche l’azione epatoprotettrice del carciofo sembra sia dovuta all’azione di questo polifenolo benefico per il fegato, la nostra centralina metabolica”. Julia-Sandra Virsta Roma, 31 marzo 2022.

 

Prendersi cura del proprio cane non è sempre semplice e richiede un grande senso di responsabilità. Non bisogna limitarsi solo alle coccole o all’acquisto di giocattoli talvolta costosi. Se amiamo il nostro cane e vogliamo che stia davvero bene, bisogna prendersene cura sotto tutti i punti di vista, senza sottovalutare alcun aspetto, per garantirgli una vita lunga e serena. Per prendersi cura del proprio cane, è possibile seguire una serie di consigli in merito ad alimentazione, attività fisica, toelettatura e tutto quanto ruota intorno al suo mondo.

L’igiene e la pulizia rappresentano la cura principale per il proprio cane. Bisogna considerare l’importanza anche della pulizia delle orecchie e degli occhi, dove spesso si annidano sporco, ma anche parassiti e batteri, che potrebbero creare danni alla salute del cane, specie ai cani con le orecchie lunghe, le quali sfiorando il suolo si sporcano facilmente. C’è poi la pulizia dei denti, molto importante in quanto se non attuata, è possibile incorrere in infezioni della bocca, proprio per l’accumulo di residui di cibo.

Bisogna abituare il proprio cane fin da cucciolo a tale azione; nei negozi per il mondo animale, si trovano spazzolini appositamente studiati per i cani, così come dentifrici adatti a loro. Anche se può sembrare strano, nella cura dei denti un ruolo essenziale gioca anche l’alimentazione, in quanto i cibi secchi come le crocchette, aiutano il cane a pulire la bocca in modo naturale, proprio in virtù della durezza della crocchetta, coadiuvata dal movimento della masticazione.

Non a caso il marchio Amusi propone crocchette naturali per cani, senza conservanti ed additivi, con la giusta ripartizione di nutrienti fondamentali per una sana crescita. Peraltro fornisce anche alimenti che contribuiscono alla pulizia dei denti, risultando anche appetibili; quindi l’ideale per i nostri amici.

Infatti l’alimentazione rappresenta il fulcro principale del suo stato di salute. La giusta dose di ciascuna sostanza nutritiva apporta dei benefici specifici, senza la quale il nostro amico a quattro zampe non sarebbe capace di mantenere il tono muscolare, rinforzare denti ed ossa, la massa muscolare o comunque, in linea generale, non riuscirebbe a svolgere le normali attività quotidiane.

Ad esempio, le proteine elargiscono una fonte di energia che contribuiscono ad aiutare la crescita muscolare. I grassi invece, coadiuvano il funzionamento del cervello, oltre che mantenere il pelo lucido. I carboidrati forniscono una fonte di energia immediata, così da permettere al cane di essere attivo. I minerali e le vitamine, spesso sottovalutate, detengono un ruolo fondamentale, ovvero sia quello di aiutare la conduzione nervosa, prevenire le malattie e rinforzare il sistema immunitario così da aiutare a combattere eventuali infezioni.

 

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