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Benjamin Netanyahu ha vinto le elezioni in Israele: ad oltre il 95% dello scrutinio, il suo Likud ha 29 seggi, mentre Campo sionista solo 24. A questo punto, secondo i media e contro gli exit-poll, Netanyahu sarebbe in grado di formare una maggioranza di destra forte di oltre 60 seggi (su 120).

Nei primi commenti, in molti rendono omaggio alla capacità di Netanyahu di recuperare negli ultimi due-tre giorni lo svantaggio che aveva di fronte a Herzog e ad aggiudicarsi un successo personale che ha stupito il suo stesso partito. In Campo Sionista immediate le prime autocritiche: in particolare, viene affermato, sembra essere stato un errore trasformare la campagna elettorale in una sorta di referendum sulla figura di Netanyahu. Domani il presidente Reuven Rivlin riceverà i dati definitivi dell'elezione e non avrà altra scelta che affidare a 'Bibi' l'incarico di formare il nuovo governo.

Netanyahu desidera includere Moshe Kahlon, il leader del partito Kulanu che si batte per l'emancipazione delle masse popolari e ha ottenuto 10 seggi. Col suo sostegno il premier potrebbe formare una coalizione di 67-68 deputati con cui affronterebbe la nuova legislatura con pieno controllo del parlamento. Netanyahu raggiungerebbe dunque l'obiettivo fissato nel novembre scorso quando a sorpresa aveva deciso di puntare alle elezioni anticipate per non essere più prigioniero di una coalizione indisciplinata e per lui «ingovernabile».

L'amministrazione Obama si congratula con gli israeliani per il voto e attende ora che si formi un governo di coalizione: questa le prima reazione della Casa Bianca sull'esito delle elezioni in Israele. Gelo sulla vittoria di Benjamin Netanyahu: nessun cenno, infatti, nelle parole di David Simas, assistente del presidente americano.

Cosi con un successo smagliante, il leader del Likud Benyamin Netanyahu si e' aggiudicato la conferma alla carica di primo ministro, per la quarta volta.

Cifre alla mano, e' adesso in grado di formare un governo omogeneo di destra con il sostegno di partiti nazionalisti e confessionali. La vittoria del Likud ha colto di sorpresa gli israeliani perche' non era stata prevista in alcun modo né dai sondaggi di opinione delle ultime settimane nè dagli exit poll della scorsa notte. In definitiva il Likud ha ottenuto 29 dei 120 seggi della Knesset (potrebbero salire a 30 con la conta dei voti dei soldati), mentre i rivali diretti di Campo Sionista (Isaac Herzog e Tzipi Livni) ne hanno conquistati 24. Significativo il successo della Lista araba unita che ha ottenuto la cifra record di 14 seggi, ma resterà relagata all'opposizione.

Sono veramente fiero per la grandezza di Israele. Nel momento della verità, ha preso la decisione giusta. Ora dovremo formare un governo forte e stabile», ha detto Netanyahu. «Formerò un governo entro due- tre settimane». Il premier - ha spiegato il partito - parlerà subito con «gli altri leader che prenderanno parte alla coalizione».

Il leader del centrosinistra Herzog si è congratulato per telefono con Netanyahu per la «chiara vittoria» ottenuta dal suo partito. «Da parte nostra - ha aggiunto - continueremo a batterci per una società migliore».

Scontro tra l'Anm e il governo sul tema delle tangenti e della corruzione. "Uno Stato che funzioni - va all'attacco il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli a 'Uno Mattina' - dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità". Ma in Italia è accaduto il contrario: "i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati".

Renzi non ci sta e replica duramente all'Anm che ha accusato i governi di "accarezzare i corrotti e schiaffeggiare i pm". Il suo esecutivo, attacca il premier usando un gioco di parole, combatte per uno stato di pulizia e non di polizia e replica cos'ì ad accuse che bolla come "false e ingiuste"

Il riferimento di Sabelli è a una serie di interventi legislativi che avrebbero favorito i corrotti, a cominciare dall'epoca di Tangentopoli, per arrivare nel 2002 "alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione". "Chi semina vento raccoglie tempesta", ha perciò concluso il presidente dell'Anm, che ha anche chiesto a "chi ha responsabilità della cosa pubblica" di dare "il buon esempio" perché nel Paese possa "diffondersi la cultura della legalità".

"Lo Stato - dice il premier all'inaugurazione della Scuola Superiore di Polizia - non dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. E' una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l'idea stessa delle istituzioni". "Si può contestare un singolo fatto: è legittimo e doveroso", ma "è falso" che lo Stato dia carezze ai corrotti, continua Matteo Renzi alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico 2015 della Scuola Superiore di Polizia, commentando le affermazioni del presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli sulle ultime vicende giudiziarie. "C'è bisogno non della difesa del governo pro tempore o del partito ma di un gruppo dirigente del Paese che riconosca che con le istituzioni non si scherza e c'è un senso di appartenenza che va oltre la polemica quotidiana", sottolinea il presidente del Consiglio.

Il premier è intervenuto anche sulla questione della corruzione con il ddl in materia che sta per arrivare in Aula al Senato.

Che un reato arrivi a "prescrizione nega la dignità allo Stato" - ha detto Renzi - ed è "inaccettabile prescrivere la corruzione: per questo stiamo intervenendo".  Nella sfida alla corruzione c'è bisogno innanzitutto di "un passaggio culturale ed educativo". L'Autorità anticorruzione "era un acronimo. Noi lo abbiamo preso e messo in campo perché appalto per appalto, casa per casa, sporcizia per sporcizia, si può intervenire e fare pulito".

Renzi ha parlato anche della riforma della polizia. Dopo la fine della riforma della Pubblica amministrazione "è difficile che siano ancora cinque le forze di polizia. Stiamo lavorando a un pezzo di riforma che riguarda anche voi".

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"Pontida è sempre un appuntamento importante per la salute della Lega, questa non è in assoluto la più importante perché ci sono stati tanti altri appuntamenti carichi di aspettative ed emozioni. Però questo è un appuntamento importante in cui si diranno tante cose che certamente influiranno sulla scena politica, perché la Lega è sempre determinante e ancora una volta gioca un ruolo da grande protagonista": lo ha detto il ministro Roberto Maroni parlando a Varese.

"La manovra la presenteremo nei giorni immediatamente successivi alla verifica del 22 giugno, all'inizio della settimana successiva. Abbiamo le idee chiare e non siamo preoccupati dell'impatto che potrà avere sull'opinione pubblica". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi al termine del consiglio dei ministri sottolineando di essere ''intimamente convinto che non ci sia un'alternativa per l'Italia a questa maggioranza e a questo governo".

Laconico il ministro dell'interno Roberto Maroni. ''Rimando a Pontida. E Berlusconi ascoltera' attentamente'', ha detto seduto accanto al premier.

In mattinata il leader della Lega Umberto Bossi aveva fatto il segno del pollice verso ai cronisti che gli chiedevano un commento sulle chance di durata del governo: un segno come ad indicare una bocciatura nei confronti dell'esecutivo. Poi l'ufficio stampa ha precisato che il Senatur si stava rivolgendo ai cronisti. Versione poi confermata dal viceministro del Carroccio Roberto Castelli (''Ha fatto un segno scherzoso ai giornalisti e non alla domanda'') e da Berlusconi che si dice sicuro della tenuta della maggioranza: 'Non ho paura di nessuno'.

Il provvedimento sui rifiuti di Napoli e della Campania non e' andato sul tavolo del Consiglio dei ministri. Secondo quanto si apprende da fonti di governo informate sull'argomento. Alla base dello slittamento ci sarebbe la necessita' di apporre ''ulteriori approfondimento''. La questione riguarda la possibilita' che i rifiuti prodotti in Campania possano essere trasportati in altre regioni, cosa che invece viene vietata a causa del codice europeo identificativo per quella tipologia di lavorazione di rifiuti. E' passata invece in Cdm la stretta sull'immigrazione. ''Abbiamo approvato un decreto che contiene una procedura di espulsione coattiva immediata per gli extracomunitari clandestini e per i comunitari che commettono violazioni'', ha detto il premier. Maroni ha annunciato che ''e' stato prolungato il tempo di trattenimento nei Cie da sei a 18 mesi, attraverso una procedura di garanzia che passa dal giudice di pace'' ed ha sottolineato che le norme sull'espulsione sono 'coerenti con quelle europee''. Approvato anche un provvedimento che stanzia 26 milioni di euro di aiuti a Lampedusa, ha reso noto il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Domani sara' firmato con il Consiglio Nazionale di Transizione libico (Cnt), un accordo di ''cooperazione per prevenire e contrastare il flusso di immigrati irregolari, inclusa la problematica dei rimpatri''. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini che successivamente ha precisato 'l'UNHCR non e' coinvolta nelle attività di rimpatrio''. E' quanto sottolinea, in una nota, la Farnesina spiegando che ''Frattini  - spiega in una nota la Farnesina - si riferiva invece alla prospettiva che con il Cnt si possano finalmente dischiudere quelle auspicate prospettive e opportunità di collaborazione tra la nuova Libia e l'UNHCR che erano state tuttavia negate con il regime di Gheddafi''.

Il presidente del Consiglio prenderà la parola nell'aula della Camera il prossimo mercoledì alle 11 per la verifica parlamentare richiesta dal capo dello Stato dopo la nomina dei nuovo sottosegretari: lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che ha fissato il 'timing' della giornata parlamentare che però ha gli esiti ancora aperti: non si sa, ancora se quelle del governo saranno comunicazioni o una semplice informativa. Nel primo caso ci sarebbe un voto di fiducia, ma la maggioranza con Fabrizio Cicchitto spiega che la fiducia verrà posta solo se l'opposizione presenterà un proprio documento. Eventuali dichiarazioni di voto su documenti su cui verrebbe posta la fiducia si terrebbero tra le 17:30 e le 19, con a seguire il voto. "I gruppi di maggioranza e di opposizione - spiega il capogruppo del Pd Dario Franceschini - potranno presentare documenti fino all'ultimo. La maggioranza non mi pare abbia intenzione di presentare nulla. Noi ci riserviamo di valutare che tipo di conclusione dare al dibattito di martedì". E Cicchitto chiarisce: "Non capiamo che cosa voglia fare l'opposizione. Se presenteranno un documento il governo chiederà la fiducia, diversamente ci sarà soltanto un confronto sul'informativa".

'Berlusconi dovrebbe fare un gesto d'amore per l'Italia e per il centrodestra, prendere atto che vivacchiare e' difficile e dannoso per il Paese e passare la mano. Ma non lo fara'. E il governo collassera' come un mobile pieno di termiti''. Ne e' convinto il leader di Fli e presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in una lunga intervista al Corriere della Sera, assicura che appoggerebbe ''un governo che adottasse l'agenda Draghi, le quattro o cinque priorita' per il Paese''. Ma avverte che, se si dovesse andare ad elezioni anticipate, ''i poli saranno tre, senza accordi neoulivisti tra forze unite solo dall'idea di sconfiggere Berlusconi''. Il 22 giugno, comunque, secondo il presidente della Camera ''non succedera' nulla'', anche se il premier dovrebbe andare in Aula a ''riconoscere che il programma del 2008 non c'e' piu'. Minimizzare sostenendo che la sconfitta e' dovuta al mancato taglio delle tasse significa nascondere la testa sotto la sabbia''.

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