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Cerrelli (Lega): “L’hot spot non si farà”

“È ufficiale, come da me auspicato, la struttura temporanea per l’identificazione dei migranti (hot spot), che era stata predisposta presso il porto di Crotone, non si farà”; è quanto afferma l’avv. Giancarlo Cerrelli, Segretario della Lega Crotone.

L’avv. Cerrelli, nei giorni scorsi, infatti, aveva invitato il Ministro dell’Interno a esaminare con attenzione il dossier Crotone sull’immigrazione e sulla reale necessità della struttura temporanea da destinare a centro per la prima accoglienza e preidentificazione dei migranti, che si sarebbe voluta istallare presso il porto di Crotone.

Era stato, infatti, firmato il 12 giugno c.a. presso la Prefettura di Crotone il contratto tra Invitalia e la stessa Prefettura, che prevedeva l’istallazione, presso il porto della citta pitagorica, di una struttura temporanea costituita da moduli prefabbricati da destinare a centro per la prima accoglienza e preidentificazione dei migranti.

Il Segretario della Lega Crotone, Giancarlo Cerrelli plaude a questa decisione del Ministero e afferma che: “Crotone, dai precedenti governi è stata trattata come centro di servizio per “interessi nazionali”; questa strategia politica, però, accettata supinamente dalle recenti amministrazioni comunali, non solo non ha portato ricchezza al nostro territorio, ma ha permesso che solo alcuni si arricchissero sulla pelle di diseredati”.

“Crotone ha fatto e fa la sua parte sul piano dell’accoglienza, ma non sempre quest’accoglienza si può definire vera, se facilmente si nota che molti di questi immigrati, che vivono nel nostro territorio, non sono integrati socialmente e culturalmente e non hanno un lavoro.

Molti di tali immigrati li si vede chiedere l’elemosina nei parcheggi o sostare fuori dai supermercati, alcuni li si nota prostituirsi, altri spacciare droga, o partecipare a risse; questa non si può definire vera accoglienza, ma è un modo per far arricchire solo alcuni che lucrano sulla pelle di questi poveri immigrati e anche di propiziare il rischio di un’implosione sociale.”

 

 

 

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