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Celebrato a Frignano il Capodanno del Mugnaio, la festa della trebbiatura

“Capodanno del Mugnaio” il solo nome richiama il mese più freddo dell’anno, cenoni e maglioni sono all’ordine del giorno. E invece no, il Capodanno è una festa agricola antica per celebrare la trebbiatura del grano. Il Mulino Caputo di Napoli, a  Frignano in provincia di Caserta, nei campi dell’azienda agricola di Francesco D’Amore  si è tenuta nei giorni scorsi una  grande festa contadina in occasione della mietitura. Venendo da Napoli, uscendo dall’autostrada, non è stato difficile trovare il campo, un tripudio di bandiere hanno accompagnato gli ospiti fino all’ingresso. Per di più il distributore di benzina lungo la strada si chiama “Buonopane” ! Ad accogliere i tanti ospiti, oltre che  Francesco D’Amore, l’Amministratore delegato dei Mulini Caputo Antimo Caputo, insieme a Michele Meninno, della Green Farm. Un trattore preistorico, fra sbuffi di fumo, ha sottolineato che solo con le antiche tradizioni si può mirare al futuro.

Eccolo il Grano Nostrum spuntare in uno dei Campi Caputo, quello dell’azienda di Frignano gestita da Francesco D’Amore,  dove si è svolta sia la trebbiatura pubblica, con la festa del Capodanno del Mugnaio, sia la nuova stipula del patto di filiera che vede uniti, in questo progetto, i contadini, gli agronomi della Green Farm e il Mulino Caputo.

Tutti i protagonisti di questo accordo, che ha preso l’avvio cinque anni fa a Latina e che, da tre anni, è decollato in Campania per poi estendersi ad altre regioni del Sud Italia, si sono incontrati in una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Giorgio dell’Orefice , nel corso della quale sono stati resi noti i risultati raggiunti e gli obiettivi sfidanti per il futuro.

Nel 2019 abbiamo raggiunto tremila ettari di terreno coltivati a Grano Nostrum italiano - ha dichiarato Antimo Caputo, Ad del Mulino - consentendo di produrre più di 170 mila quintali di grano 100% italiano che, conti alla mano, permetteranno di realizzare oltre un  milione di pizze.”

Il Capodanno Del Mugnaio è stato anche l’occasione per presentare ufficialmente la nuova referenza di farina Caputo, frutto di questa selezione e denominata, orgogliosamente, “100% grani italiani”.     

 

I vantaggi sono davvero tanti: la filiera, sostenibile sia da un punto di vista agronomico che economico, fa sì che al consumatore finale arrivi un prodotto di alta qualità, certificato, esente da impurità e selezionato in base alle differenti esigenze di utilizzo ovvero quelle di panificazione, pizzeria e pasticceria; ai contadini, impegnati nel progetto, si riconoscono dei premi alla qualità per consentire loro di coltivare le terre in maniera ottimale.  Una visione imprenditoriale molto avanzata, grazie alla quale sempre più coltivatori di grano tenero desiderano prendere parte al progetto “Campo Caputo”. Ad oggi, sono coinvolti campi presenti in Campania, con il 50% circa degli ettari coltivati, basso Lazio, Basilicata, Molise e Puglia.

Michele Meninno, responsabile della Green Farm, che ha preso in prestito dalla viticoltura il concetto di terroir, evidenziando l’interazione virtuosa tra varietà, territorio e microclima, ha annunciato che il prossimo obiettivo, già in fase di realizzazione, sarà quello di ottenere la Certificazione di Sostenibilità Ambientale dal Ministero dell’Agricoltura, ha inoltre illustrato l’utilizzo del satellite per seguire le fasi di coltivazione del grano in un’estensione tanto vasta.

Intanto si è festeggiato, brindando alle sei varietà di grano coltivate, tra le quali il “Don Carmine”. Non senza emozione, Carmine Caputo, ha raccontato: “Il Don Carmine non è dedicato a me, ma a mio nonno, Carmine Caputo che, nel 1924, non lontano da qui, diede inizio alla nostra attività, quella di mugnai. Noi abbiamo proseguito con passione, dedizione e serietà, fieri di aver preso il testimone e di aver condotto il Mulino Caputo verso risultati che non sono solo di fatturato ma soprattutto di etica e di attenzione verso chi coltiva la terra, e a tutela della salute di chi consuma il nostro prodotto.”

La tracciabilità è un tema molto attuale - ha dichiarato Antimo Caputo -  è un percorso consolidato che ha portato, in questi anni, il Mulino Caputo, prima azienda al Sud, a sottoscrivere un contratto di filiera: dal grano fino alla realizzazione dell’intero processo di trasformazione. La festa è stata accompagnata dalla musica  dei Bottari della Cantica Popolare.

Un’antica leggenda locale racconta di contadini che percuotevano freneticamente botti, tini e falci nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro cantine; questo rituale, ripetuto poi all’aperto, secondo l’antica leggenda, costituiva un aiuto propiziatorio per il buon raccolto nel nuovo anno. Allora, arrivederci al 2020 !

 

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