La premier Giorgia Meloni 'boccia' la cura Lagarde contro l'inflazione. "L'inflazione è tornata a colpire l'economia - ha affermato la presidente del Consiglio alla Camera dei deputati nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno - è un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione" ma " la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia".
"Colgo l'importanza delle sfide comuni purché siano sfide strategiche.
Quando L'Ue che nasceva come Ceca, si accorge dopo anni e anni che è esposta, che è troppo dipendente, e corre ai ripari, significa che qualcosa non ha funzionato in passato.
Mentre avevamo normato ogni singolo microbo aspetto della vita dei cittadini non ci accorgiamo delle sfide strategiche che andavano portati avanti. Noi non abbiamo cambiato idea. Abbiamo difeso negli anni il principio di sussidiarietà, ma non è quello che è stato fatto. Sono contenta di questo cambio di passo. È cambiato l'approccio". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in sede di replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue." Non è mutata la fase che l'Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell'avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato
Alla riunione "centrale sarà il tema delle migrazioni", prima di tutto "sul punto mi unisco al cordoglio per la recente tragedia al largo delle coste greche", ha detto la premier sottolineando "l'impegno in ogni sede a stroncare il tragico traffico delle vite" che genera queste tragedie. La frase è stata sottolineata da un applauso dell'Aula.
"E' stato riconosciuto finalmente che la migrazione è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l'approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione".
"Si comincia a comprendere che se si vuole affrontare alla radice il problema della migrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell'Africa. Una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l'Europa, che tuttavia dovrebbero andare prima di tutto a beneficio dei popoli che ne sono detentori". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. "L'obiettivo - ha aggiunto - è garantire prosperità, pace e amicizia durature con un modello di cooperazione che deve essere paritario, non predatorio".
Lungo applauso della maggioranza nell'Aula della Camera quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di non aver accettato di essere "pagata per trasformare l'Italia nel più grande campo profughi d'Europa". Immobili, invece, i deputati di opposizione.
In altre parole Meloni teme che "L'aumento dei tassi possa finire per colpire più le nostre economie che l'inflazione". Perciò "bisogna porre fine all'austerità". Senza venir meno alla disciplina di bilancio sulla quale l'Italia ha dimostrato serietà con buona pace dei gufi".
Sulla stessa linea il ministro degli Esteri ed esponente di Fi, Antonio Tajani. "La Banca centrale europea deve essere al servizio dell'economia reale, non viceversa. Non abbiamo detto che Lagarde deve andare via ma quello che dice non è il Vangelo".
Parlando con i cronisti in Transatlantico, Tajani ha aggiunto che si rischia di fare un danno all'industria, alle imprese. "Andiamo a intervenire sulla fonte dell'inflazione, nella trattativa sull'acquisto delle materie prime per esempio. Non ci sono dogmi", ha osservato.
Sul capitolo Mes, Giorgia Meloni, sempre nelle comunicazioni alla Camera, ha precisato che si tratta di "una partita complessa sulla quale io credo che l'Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i governi precedenti. Per questa ragione, lo voglio dire con serenità, ma anche con chiarezza, non reputo utile all'Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes".
"L'interesse dell'Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del patto di stabilità, il completamento dell'Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. " Prima ancora di una questione di merito - ha concluso la premier - c'e' una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale".
"L'inflazione è tornata a colpire l'economia, è un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia".
"Tenere bloccati venti Paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, e cioè che ratificare il Mes non vuol dire chiedere l'attivazione vuol dire essere un governo irresponsabile. E Meloni ci sta mettendo in imbarazzo anche rispetto agli altri interlocutori internazionali". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein in un punto stampa a Bruxelles.
Fonti varie agenzie