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Giustizia invadente

“I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono”. Questa frase di Francis Bacon torna alla mente leggendo l’articolo di Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera di lunedì 11 maggio: Giustizia invadente. Politica più debole.

Ora che il “mostro” Berlusconi sembra meno pericoloso si possono dire cose che qualche anno fa erano impensabili tanto che il saggio di Luciano Violante sul tema (Magistrati, Einaudi, 2009) venne praticamente ignorato. Qual è la tesi di Belardelli: la maggior parte delle decisioni politiche dipendono dai pronunciamenti della magistratura ad ogni livello: amministrativo, penale, civile o, come è cronaca di questi giorni, della Corte Costituzionale. Non è un problema solo italiano, ricorda Belardelli, tanto che gli anglosassoni hanno coniato il termine judicialization of politics, ma in Italia vista la pletora di leggi che ci attanaglia, appare ancora più evidente. Un esempio fra tanti quello della Legge 40, fatta dal Parlamento, non modificata da un referendum andato a vuoto e smantellata per via giuridica. E l’ultimo pilastro è stato abbattuto proprio in questi giorni col via libera alla diagnosi pre impianto per le coppie con malattie geneticamente trasmissibili.

È la logica conseguenza dell’aborto del feto malato. Perché si può abortire e si è obbligati a impiantare e poi abortire. Non fa una grinza. Infatti il vero problema è la legge che consente di abortire come e quando uno vuole, tutto il resto ruota attorno ad essa. Se la caccia al Down è consentita figuriamoci al povero embrione malato e non ancora impiantato.

E gli interventi della magistratura che, come si dice, fanno giurisprudenza, diventano leggi.

Allora il cittadino comune si domanda cosa ci stia a fare il Parlamento che ha il potere legislativo e cosa sia diventata la magistratura. Certe decisioni della Magistratura sono sicuramente popolari, vedi l’ultima sulle pensioni, ma la politica che figura fa?

I leoni sono finalmente sul trono?

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