Parte il consueto appuntamento annuale con il Salone dell'auto di Ginevra che quest'anno promette di essere ancora più frizzante del solito, con la cessione di Opel a Psa e la cooperazione tra il costruttore indiano Tata Motors e il gruppo Volkswagen che potrebbe essere annunciata proprio durante le giornate stampa del salone. E grandi novità ci sono al Palexpo, che apre i battenti alla stampa il 7 e 8 marzo e al pubblico dal 9 al 19 marzo, anche tra le novità di prodotto. In tutto sono previste 99 anteprime mondiali e 27 europee, con l'Italia in primo piano in entrambi i contesti.
Il debutto più atteso è quello della Ferrari 812 Superfast, la nuova berlinetta 12 cilindri che sarà "la Ferrari stradale piu' potente e prestazionale della storia". Sempre in tema di supercar, la Lamborghini Huracan Performante che ha battuto il record al Nurburgring, la Pagani Huayra Roadster e l'avveniristica Pininfarina Fittipaldi EF7. Mentre Italdesign mostrerà in anteprima la sua nuova one-off, che segna il debutto dell'azienda di Moncalieri nell' esclusivo settore delle vetture per collezionisti prodotte in serie ultra-limitata. A questo scopo è nato il marchio Italdesign Automobili Speciali che verrà presentato a Ginevra.
L'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, al Salone dell'Auto di Ginevra parlando con i Giornalisti ha detto che "la Panda andrà altrove, ma non ora, intorno al 2019-2020. Lo stabilimento di Pomigliano ha la capacità di fare altre auto".
''Pensiamo sia giunto il momento di comunicarci quale sarà la produzione per lo stabilimento di Pomigliano''. E' quanto afferma Crescenzo Auriemma, segretario regionale Uilm, commentando l'annuncio dell'Ad Sergio Marchionne, della volontà di Fca di spostare la produzione della Panda, modello realizzato a Pomigliano, altrove. ''Siamo disponibilissimi a produrre vetture più complicate - aggiunge Auriemma - ma crediamo sia giunto il momento che Fca ci dica, in questi mesi, quali, quante e in che tempi saranno portate nello stabilimento automobilistico campano''.
"Lascerò Fca alla fine del 2018" ha detto Sergio Marchionne rispondendo ai giornalisti durante la conferenza stampa di Ferrari. "Che giudizio do su di me? Lascio agli altri cuochi giudicare, posso dire che a casa mia non si muore di fame", ha scherzato Marchionne che prima aveva giudicato Tavares un ottimo cuoco
Poi sull'eventuale vendita di un brand del gruppo: "Non lo faremo. Quando me ne andrò farete quello che vorrete. Finché ci sono io no", ha spiegato Marchionne.
"Se voglio prendere l'ultima parte degli incentivi devo rimanere, altrimenti non prendo nulla. Il termine finale è 2020-2021", ha sottolineato il presidente della Ferrari.
"Non mi voglio addentrare in discussioni politiche su Trump, cerco di essere obiettivo è di valutare in quale modo portare avanti le attività di Fca negli Usa". Spiega Marchionne. "Riporteremo dal Messico alcune attività, questo lo otterrà, ma è una cosa che riguarda il mercato americano e l'occupazione americana", ha aggiunto. "Da Trump si può imparare qualcosa, magari con un tono diverso. Si può avere un rapporto più diretto con l'industria, più collaborazione".
L'amministratore delegato di Fca ha poi parlato dell'accordo sull'acquisto di Opel da parte di Psa per 1,3 miliardi di euro: "È un passo nella giusta direzione, capisco le ragioni che hanno portato a unire i due business. È un impegno a lungo termine per trovare benefici per entrambe. Un buon pacchetto, un buon accordo, anche se difficile da mettere insieme".
"Mi aspetto che Volkswagen a un certo punto si presenti da noi per parlare". Lo ha detto l'ad di Fca, Sergio Marchionne, commentando al Salone dell'Auto di Ginevra gli effetti dell'acquisizione di Opel da parte di Psa
"Non chiudo mai nessuna porta, impossibile chiudere la porta con Gm perché non si è mai aperta. Ho bussato e non ho avuto risposta. Potrei bussare di nuovo o bussare ad altre porte. Se utile per il business lo farei".
La mia idea sulla fusione con Gm rimane la stessa, anche se ora le sinergie sono un po' cambiate e quindi è meno desiderabile. Abbiamo perso il 20% delle sinergie che potevano esistere con la fusione. Comunque non cambia niente. Le preoccupazioni geopolitiche se sono reali per loro, lo sono anche per noi".