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I cambiamenti climatici causeranno una nuova ondata di profughi nel 2017. Già nel 2015 Avvenia, uno dei maggiori player italiani nell'ambito dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, aveva lanciato l'allarme sul fenomeno dei migranti climatici ed ambientali, mettendo in rilievo come il loro numero fosse raddoppiato in pochi anni passando dai 18 milioni del 2011 ai 36 milioni del 2015.

Ora, rende noto Avvenia, questo numero è di una rilevanza ancora più considerevole. Nel 2016, infatti, le alluvioni, la siccità e gli altri eventi metereologici estremi hanno portato ad un ulteriore incremento del numero dei migranti climatici, arrivando ai 42 milioni di profughi climatici ed ambientali nell'anno che si è appena concluso.

Secondo quanto rilevato da Avvenia, circa la metà di loro proviene da Siria, Yemen e Iraq, e l'altra metà altri da vari Paesi africani e dall'Asia meridionale ed orientale, con India, Cina e Nepal in testa.

Certo le migrazioni ambientali sono per la stragrande maggioranza migrazioni interne, ma una parte sempre maggiore di loro rischiano la vita per raggiungere le coste europee.

«E la situazione peggiorerà nel 2017» sostengono gli analisti di Avvenia. Tra pochi anni, infatti, le attuali migrazioni in direzione dell'Europa sembreranno di modesta entità rispetto a quelle che verranno: le stime di Avvenia indicano che il numero di profughi ambientali e climatici nel 2017 salirà a 48 milioni e molti di loro busseranno proprio alle porte dell'Europa e più particolarmente dell'Italia.

L'attuale ritmo di emissioni di gas a effetto serra porterà ad un innalzamento di oltre un metro del livello dei mari entro questo secolo. «E basti pensare che anche solo un innalzamento di qualche centimetro già provoca inondazioni e ingresso d'acqua salata nelle falde freatiche d'acqua dolce» commenta l'ingegner Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia.

Queste alterazioni producono un numero considerevole di sconvolgimenti ecologici, economici e sociali, a partire dai deserti che si allargano ai terreni che diventano sempre più aridi, dalle risorse idriche che diminuiscono e si contaminano al bestiame che muore. Così, secondo le stime di Avvenia, entro il 2050 se non si implementeranno adeguate politiche di efficientamento energetico si potrebbero superare i 250 milioni di rifugiati climatici.

E non vi saranno solo i migranti ambientali. Vi saranno anche coloro che migreranno a causa delle guerre che nasceranno dall'insorgere degli squilibri ambientali. Lo stesso conflitto siriano è stato in buona parte determinato dalla spaventosa siccità che attanagliava il Paese da anni e che ha costretto popolazioni di fede religiosa opposta a migrare all'interno del Paese.

E sempre a causa dei cambiamenti climatici si stima che nei prossimi 30 anni il Fiume Giallo, lo Yangtze, il Gange, l'Indo, l'Eufrate, il Giordano, il Nilo e molti altri fiumi soffriranno una riduzione di portata d'acqua del 30%. «Mentre allo stesso tempo crescerà la domanda di acqua per energia, agricoltura ed usi domestici» osservano gli analisti di Avvenia.

Ma è possibile fare marcia indietro? Gli esperti di Avvenia sono sicuri di sì, se si adottassero maggiori programmi di efficientamento energetico nei Paesi più industrializzati.

«Se invece non faremo nulla per limitare i cambiamenti climatici, dovremo attenderci migrazioni sempre più numerose» avverte l'ingegner Giovanni Campaniello.

Proprio con l'intento di fornire una risposta significativa a questo problema Avvenia si è impegnata in un continuo processo di ricerca e sperimentazione che la ha portato ad investire in molti progetti pilota.

All'avanguardia per tecnologie e per competenze di marketing, Avvenia è stata tra le prime ad operare in questo ambito, già a partire dal 2005, ottenendo attraverso ogni progetto realizzato risparmi di energia primaria di oltre il 40% e riduzioni dei consumi di gas naturale di oltre il 78%.

Palermo sarà la Capitale italiana della Cultura 2018. Lo ha annunciato il ministro Dario Franceschini presso il Salone del Consiglio Nazionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, leggendo la decisone della Commissione giudicatrice, che ha deciso all’unanimità.

La nostra città era arrivata in finale insieme ad Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l'Unione dei Comuni Elimo Ericini. Alla proclamazione ufficiale erano presenti il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Cultura, Andrea Cusumano. Questo titolo segue quello della proclamazione di Palermo a Capitale italiana dei giovani 2017.

“Questo riconoscimento – ha detto il sindaco Leoluca Orlando - conferma lo straordinario momento di rinascita della nostra città e il suo essere divenuta capitale del dialogo e dell’arricchimento tra le culture, che è la base di una Cultura che guarda al futuro. Dopo il riconoscimento di Capitale italiana dei Giovani e dopo l’attribuzione a Palermo di “Manifesta”, la biennale di arte contemporanea che la nostra città ospiterà l’anno prossimo, arriva quindi un nuovo importante strumento per confermare il rinnovato ruolo di Palermo nello scenario nazionale e internazionale."

"Oggi - ha proseguito Orlando - porgo il mio sentito ringraziamento innanzitutto al Ministro e alla struttura del ministero che con l’istituzione di questo premio hanno mostrato grande sensibilità e lungimiranza, riconoscendo la valenza fondamentale che la cultura gioca per lo sviluppo e la coesione delle nostre comunità.

Un sentito ringraziamento ancora ai colleghi sindaci di tutte le città candidate, con i quali abbiamo condiviso e continuiamo a condividere il sogno e la speranza che la cultura torni ad essere il motore del nostro Paese. Lavoreremo insieme in questa direzione.

Ovviamente, infine, un ringraziamento, ma anche un “rimbocchiamoci le maniche” a tutta coloro, funzionari del Comune di Palermo, esperti e appassionati amanti della cultura, istituzioni ed enti culturali che hanno fatto squadra per questo progetto e che da ora in avanti vivranno una avvincente scommessa"

Il 2018 sarà dunque un nuovo importante e prestigioso anno per la nostra città che ospiterà, tra l’altro, "MANIFESTA12", una fra le principale biennali di arte contemporanea su scala mondiale.

Fra le attività previste per il prossimo anno spiccano la realizzazione di una piattaforma telematica “cultura e tempo libero” all’interno del programma PON Metro, con l'obiettivo di:

- realizzare un Portale del Territorio sul patrimonio artistico e monumentale, il patrimonio naturalistico e ambientale, le tradizioni e i prodotti eno-gastronomici, le tradizioni culturali, la cultura in genere, le strutture ricettive e di ristoro, gli eventi culturali e ricreativi;

- mettere a sistema delle risorse culturali riguardanti orari e modalità di accesso a teatri, monumenti, strutture sportive, biblioteche, etc.

- condividere l’accesso al patrimonio librario dell’intera area metropolitana attraverso la realizzazione di un portale unico di prenotazione e di consultazione in grado di mettere a sistema non solo le strutture comunali ma anche quelle scolastiche e universitarie;

- realizzare un sistema di prenotazione dei servizi turistici, in grado non solo di proporre soluzioni tradizionali (trasporto, vitto, alloggio e itinerario) ma anche di valorizzare i prodotti del territorio diventando un vero e proprio portale di marketing territoriale.

La riorganizzazione funzionale degli spazi culturali

Si tratta di riorganizzare la gestione e fruizione degli spazi, secondo il criterio dei "Poli"

1. Polo Teatrale cittadino (che comprende fra gli altri il Montevergini, il Garibaldi, la Sala De Seta, lo Spasimo)

2. Polo Espositivo (GAM, Palazzo Ziino, ZAC, Ecomuseo del Mare)

3. Polo Archivistico-Bibliotecario (Biblioteca Comunale, Archivio Storico,

Da qualche mese è in distribuzione l'ultimo numero della rivista bimestrale  “Cristianità” (n. 382, Ottobre-Novembre 2016). L'organo ufficiale di Alleanza Cattolica si apre con un editoriale del reggente nazionale Marco Invernizzi che commenta l'inattesa vittoria di Donald John Trump. Invernizzi, apre con una celebre frase del venerabile Pio XII:“E' tutto un mondo che occorre rifare dalle fondamenta”. Per certi versi, con la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, secondo Invernizzi,“si apre una stagione politica inedita, che potrebbe essere piena di sorprese”. Anche se questa elezione non deve scatenare troppe illusioni, non basta una vittoria elettorale per salvare il nostro mondo occidentale, che è ormai in via di estinzione. Comunque sia, qualche speranza per una nuova civiltà esiste. Pertanto,“è corretto pensare che questa elezione avrà possibili e importanti conseguenze, quanto meno per rallentare nei popoli di tutto il mondo quel processo di disgregazione del corpo sociale e di allontanamento dai principi del diritto naturale che la vittoria di Hillary Clinton avrebbe certamente favorito”. E le previsioni di Invernizzi, sembrano diventare realtà, dopo la prima settimana di governo Trump, di sorprese ce ne sono state tante.

 Il nuovo presidente americano, in un attimo, ha eliminato“le sezioni più ideologiche” del governo Barack Obama, firmando un decreto che toglie i finanziamenti federali alle lobby internazionali che praticano o promuovano l'aborto. Altra misura significativa, ha eliminato dal sito della Casa Bianca, la sezione che riguarda i cosiddetti diritti dei movimenti LGBT. Pertanto, può scrivere Marco Respinti, esperto di politica americana:“Oggi, il presidente Donald J. Trump torna finalmente a negare quei denari insanguinati”. Queste misure erano state reintrodotte da Obama, all'inizio del suo mandato, che “[...] dietro la carità pelosa della “sanità per tutti”, ha spinto al massimo l’imposizione del “controllo delle nascite” (contraccezione, aborto e sterilizzazione) dichiarando guerra alle coscienze e alla libertà religiosa, oltre ad avere reso i cittadini più dipendenti dallo Stato e più poveri per effetto della levitazione enorme dei costi assicurativi. L’ordine esecutivo di Trump (sostanzialmente un decreto-legge) non ha il potere di cancellare la riforma obamiana, giacché l’attività legislativa spetta al Congresso, ma, nei termini consentiti dalla legge ovvero sfruttandone anfratti, clausole e falle, rivendica il diritto di spuntarne quanto più possibile l’arma sinora più acuminata: l’obbligatorietà. Un buon inizio”.(Marco Respinti, Principi non negoziabili fra le priorità di Trump, 25.1.17, LaNuovaBQ.it)

Infine da segnalare la significativa partecipazione del vice presidente degli Usa, Mike Pence alla 44a Marcia nazionale per la Vita che si è svolta a Washington, la madre di tutte le marce per la vita e per certi versi di tutti Family Day. Era la prima volta nella storia, che sul palco dei pochi e selezionatissimi oratori, saliva un rappresentante dei vertici delle istituzioni statunitensi, ma inoltre possiamo scrivere che è salita “la Casa Bianca”.

Certo dopo questi primi provvedimenti,“il mondo non è diventato migliore e sarebbe da stolti pensare che automaticamente possa migliorare soltanto per un'elezione politica, per quanto forse la più importante del mondo”.

Perchè il mondo diventi migliore, dipende da noi, in particolare da “quei gruppi, quei movimenti e quelle associazioni, presenti pure negli Stati Uniti d'America, capaci di leggere la storia e i segni dei tempi, per cercare quindi di orientarla”. Invernizzi, è chiaro, “La loro azione sarà importante per cogliere l'opportunità di questa incredibile sconfitta dei potenti, per trasformarla in un cambiamento  culturale e non solo degli assetti del potere. Altrimenti sarà soltanto un tempo guadagnato, un rallentamento del processo che conduce alla morte del nostro mondo occidentale”.

Sostanzialmente bisogna ricominciare da quei 60 milioni di persone che hanno votato Trump, un popolo semplice, ma autentico, che non si è lasciato suggestionare dai “poteri forti”, dai media di quasi tutto il mondo, dai politici progressisti, dagli intellettuali più famosi, dall'intero mondo dello spettacolo, che erano schierati con Hillary Diane Rodham.

Per quanto riguarda il nostro Paese, anche da noi ci sono segni di risveglio, il No al referendum del 4 dicembre scorso, è un buon segnale. Adesso si spera che si ripeta il distacco fra il “Paese dei media” e il “Paese reale”, come si è manifestato negli Usa, con Trump.

Invernizzi accenna alla Lettera apostolica di fine del Giubileo,“Misericordia et misera”, di papa Francesco. La lettera auspica una “conversione pastorale”, che metta al centro il sacramento della confessione. Mentre i “media hanno ridotto questo documento all'estensione a tutti i sacerdoti della facoltà di assolvere dal grave delitto dell'aborto, concessa in via straordinaria nel corso dell'Anno Santo[...]”. Peraltro questa è la solita tecnica del giornalismo italiano che “intossica” le notizie, che concentra l'attenzione su un solo aspetto di un messaggio facendo dimenticare il resto. Una tecnica che è stata usata anche per questo testo del Magistero.

Infine Invernizzi sottolinea l'impegno costante del Santo Padre Francesco, per far “uscire” la Chiesa dalle sacrestie e fargli assumere un atteggiamento missionario. Chiunque può constatarlo, basta che si liberi dei pregiudizi. “E non dovrebbe neppure essere difficile vedere la necessità di questa 'conversione pastorale' guardando le chiese vuote”. Occorre riprendere un atteggiamento missionario, di tutti, clero e laici, “tutti 'missionari' nei luoghi dove vivono e lavorano”. Insiste Invernizzi, a proposito di Papa Francesco, rivolgendosi a quelli che con troppa facilità si ostinano a criticarlo in pubblico e in privato:“potrà non piacere il suo stile, potranno apparire stonate o poco prudenti certe affermazioni, ma la via della nuova evangelizzazione che egli ci invita a seguire è quella dei suoi predecessori, dal venerabile Pio XII (1939-1958) al Papa emerito Benedetto XVI (2005-2013), ciascuno con le proprie caratteristiche”.

Il numero della rivista Cristianità continua con una accurata riflessione sul pontificato di Benedetto XVI, alla luce della recente intervista di Peter Seewald, “Ultime conversazioni”, ma anche alle opere di Roberto Regoli e di Elio Guerriero, che aiutano a comprendere meglio la figura di Joseph Ratzinger.

Segue una riflessione veloce sull'aspetto della cortesia, di Stefano Chiappalone, in merito a “quell'estetica del comportamento che parte da cose minime, quali salutare e ringraziare”, un comportamento più volte evocato da Papa Francesco.

Chiara Mantovani, affronta il tema sulla procreazione medicalmente assistita (PMA), “La barbarie arriva in aereo”. Per quanto riguarda il Magistero episcopale, la rivista pubblica un interessante Allocuzione di S. Em. Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, letta in occasione di un convegno su sacra Liturgia, tenuto a Londra. Il titolo: “Verso un'autentica attuazione di 'Sacrosanctum Concilium”. Il cardinale qui affronta quei temi specifici delle celebrazioni liturgiche, criticando per esempio certe improvvisazioni dei celebranti che si lasciano andare a “messe-fai-da-te”. In pratica il cardinale lamenta che ancora oggi il Sacrosanctum Concilium,  la Costituzione sulla Sacra Liturgia, del Vaticano II, non è stata attuata. La relazione è importante, e merita una presentazione più completa.

L'ultimo intervento è del cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il tema affrontato è quello della “Libertà religiosa: un obiettivo e un impegno comune”.

La libertà religiosa è la “madre” di tutte le libertà umane. I due pilastri irrinunciabili per l'autentico esercizio della libertà religiosa, sono la ragione e la verità, che dovrebbero essere anche delle moderne democrazie, che certamente non possono fondarsi  sul relativismo.

Seguono le consuete presentazioni di libri della rivista. In questo numero, vengono focalizzati i libri di Gonzague de Reynold, “La Casa Europa” pubblicato da D'Ettoris e “Alle origini della bellezza”, di Stefano Chiappalone, pubblicato da Cantagalli. Infine “L'Oblato”, di Joris-Karl Huysman, D'Ettoris.

 

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