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Un interessante viaggio tra gli abissi del mare e della memoria storica è stato al centro della presentazione del libro “Storie di Uomini e di Navi – Un’avventura chiamata Veniero”, di Guido Capraro e Leonardo Lodato, che si è svolta sabato presso il circolo d'arte contemporanea “Clou”, in piazza San Giovanni a Ragusa. L'evento, organizzato dal Mosac, Movimento Sicilia Arte e Cultura, era inserito nella sezione “Extravolume” del festival letterario "A Tutto Volume" che si è concluso ieri con successo. Leonardo Lodato, uno dei due autori, durante la matinée condotta dal giornalista Michelangelo Barbagallo ha raccontato la genesi dell'opera, che ricostruisce la vicenda dell'inabissamento del Regio Sommergibile Sebastiano Veniero nelle acque al largo di Porto Palo di Capo Passero, nell'agosto del 1925. Tutti i 36 uomini al comando del capitano di fregata Paolo Vandone furono inghiottiti dal mare, trascinando con sé le proprie esistenze e le loro storie. 80 anni dopo, il team guidato dai due autori si è immerso negli abissi per esplorare il relitto e fare luce su quell’incidente. "Un'impresa per niente semplice - ha spiegato Lodato - in cui alle spedizioni in mare a 45/50 metri di profondità si è affiancato un minuzioso lavoro di ricerca e di ricostruzione storica, che ha offerto il pretesto per un tuffo tra le pieghe della memoria della Marina Militare ma anche nella storia del sommergibilismo in Italia". Un viaggio fatto di nomi, date, eventi, ma anche emozioni e scoperte affascinanti. Il docufilm che è stato proiettato alla fine della presentazione ha permesso di vedere le varie fasi delle immersioni e conoscere i volti di coloro che hanno offerto preziose testimonianze. "Una ricostruzione appassionante che ha interessato il numeroso pubblico intervenuto. Non solo amanti delle immersioni, ma anche tanta gente incuriosita dall'evento - dice il presidente dell’associazione Mosac, Carmelo Cascone - è stata la nostra prima iniziativa organizzata nell'ambito del festival letterario "A Tutto Volume", e il buon riscontro ottenuto ci spinge a proseguire in questo senso. La cultura passa anche attraverso eventi di questo tipo, in grado di coinvolgere non solo esperti ma anche gente di tutte le fasce. Stiamo già lavorando ad alcuni nuovi progetti estivi che coinvolgeranno il mondo dell’arte a 360 gradi".

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Gran finale ieri per la “Fiera della Contea” di Modica, che anche quest'anno si è confermata come una delle manifestazioni più importanti e seguite della provincia iblea. A partire dall'8 giugno, per una settimana il Polo Commerciale ha ospitato tanti appuntamenti e iniziative che hanno fatto da contorno alla tradizionale fiera campionaria, anche quest'anno ricchissima. E' giunto al termine anche il concorso gastronomico "Mister Chef", grande novità di quest'anno, una gara appassionante tra aspiranti cuochi che ha ottenuto tanti consensi. Ieri si è svolta la finalissima, in cui i 6 aspiranti cuochi eletti durante le sfide quotidiane si sono dati battaglia all'ultimo ingrediente sperando di far breccia nella giuria tecnica, composta da tre grandi chef: Peppe Barone, che è anche direttore artistico del concorso, e gli stellati Vincenzo Candiano della Locanda don Serafino di Ragusa e Davide Tamburini della Gazza Ladra di Modica. Alla fine, a spuntarla è stato Simone Messina guidato dal coach chef Dario Di Liberto. Messina si è aggiudicato la palma di Mister Chef 2013 nonché i bellissimi premi messi in palio da Bruno Euronics. "Ci ha fatto piacere ospitare questo originale contest nel piazzale antistante il nostro punto vendita - dice Giorgio Moncada, direttore di Bruno Euronics - un esperimento sicuramente riuscito che ha interessato i nostri clienti e ha offerto loro la possibilità di fare i propri acquisti tra una sfida e l'altra ai fornelli. Senza contare che per noi è stato molto piacevole lavorare circondati dai buonissimi profumi che provenivano dalle postazioni in cui i cuochi preparavano ogni giorno le loro ricette". Sei i coach-chef che hanno seguito ogni sera da vicino i concorrenti: Vincenzo Gulino di "Pietrenere" di Modica, Luca Giannone del ristorante "Al Galù" di Scicli, Giovanni Galesi di “Cenobio” di Ragusa, Dario Di Liberto de "Il Tocco - Sicilian Ways" di Ragusa, Francesco Cassarino del "Caravanserraglio" di Ragusa, Peppe Lorefice de "Il Principino" di Marzamemi. Ma al di là del concorso, la Fiera della Contea anche quest’anno ha trovato ottimi consensi e una folta presenza di pubblico. "Anche quest'anno il successo della 17esima edizione della fiera ha dimostrato come ormai sia diventato un evento che fa parte della tradizione della nostra provincia – dice Luigi Galazzo presidente della Pro Loco di Modica, l’associazione che ha organizzato la manifestazione - Importante innanzitutto dal punto di vista economico, in quanto i tantissimi stand danno ogni anno agli espositori la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio, ma anche come evento di costume, grazie alle tante iniziative che ne fanno una manifestazione completa. Dalla bellissima festa di inaugurazione con la madrina d'onore Barbara Clara e con la presenza dell'attore Raffaello Balzo, al nuovo concorso di "Mister Chef", primo esempio di live cooking show realizzato in un contesto come questo. Le sfide quotidiane hanno catalizzato l'interesse del pubblico, diventato una specie di imperdibile appuntamento fisso per i nostri visitatori ma anche per i telespettatori di Videoregione che ha ripreso tutte le varie fasi eliminatorie fino alla finale. Un esperimento che mi auguro possa ripetersi." Il concorso “Mister Chef” ha visto anche una giuria popolare per le fasi eliminatorie ma spesso vi hanno preso parte anche alcuni esperti come nel caso di venerdì scorso con l’intervento dell’avv. Carlo Ottaviano delegato dell’Accademia Italiana della Cucina. L'appuntamento con la fiera è per l'anno prossimo con l'edizione numero 18, quella della maggiore età.

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E' direttamente dalle imprese che hanno già avuto esperienze del genere che arriva la conferma delle grandi opportunità legate alle più importanti rassegne fieristiche nazionali ed internazionali nell'ambito dei processi di internazionalizzazione delle aziende che sono stati avviati dal Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Sicilia. Stamani a Vittoria (Rg) alla Fiera Emaia, gli imprenditori hanno avuto modo di confrontarsi con esperti e project manager delle più importanti realtà fieristiche italiane nell'ambito del "Roadshow" promosso dalla Regione servito a presentare anche le prossime fiere a cui si potrà partecipare superata la fase di selezione pubblica tramite bandi che a breve saranno diffusi. A portare i saluti in apertura è stato il padrone di casa Giovanni Denaro, presidente della Fiera Emaia, che ha sottolineato positivamente la presenza del "Roadshow" quale opportunità messa a disposizione delle imprese della Sicilia Orientale, dopo l'appuntamento che si è svolto ieri a Palermo, dedicato alla Sicilia Occidentale. A nome dell'ente attuatore, Rosario Alescio ha invece evidenziato l'opportunità offerta alle imprese del settore bio, food e craft che praticamente a costo zero, grazie a fondi dell'Unione Europea gestiti dalla Regione, avranno la possibilità di partecipare alle grandi fiere evitando così i costi a loro carico e avviando di contro proficui contatti per la promozione e la successiva commercializzazione delle proprie produzioni di qualità. "Già molte imprese, grazie alla Regione e a questi fondi hanno avuto modo di raggiungere mercati che altrimenti non avrebbero mai incontrato - ha detto Alescio - Adesso le nuove fiere e dunque le nuove opportunità". Dal serrato confronto, che si è svolto in tre fasi della giornata, ognuno per i tre settori previsti, i vari relatori hanno offerto le giuste dritte per un approccio positivo sia alle fiere che soprattutto al mercato. Ad aprire gli interventi è stata una delle esperte più note in ambito nazionale, Michela Fisher, esperta sia in organizzazione eventi fieristici internazionali che in internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. La Fisher ha parlato delle modalità di partecipazione agli eventi e delle tecniche di preparazione della presenza alle manifestazioni promozionali internazionali. Una vera e propria guida con regole d'oro per avere successo, evitando così le improvvisazioni. "Partire all'arrembaggio non è certo la strada migliore - ha ribadito l'esperta - Soprattutto quando si va all'estero, è necessario studiare opportunamente le varie fasi della commercializzazione, ma anche l'approccio in fiera, che non può essere lasciato al caso. Bisogna essere il più possibile professionali e occorre conoscere i gusti dei Paesi in cui si va ad esporre. Se vendiamo dei dolci, tanto per fare un esempio, dobbiamo sapere che in alcuni Paesi i dolci non devono essere troppo zuccherati. Ed è dunque opportuno, dopo aver acquisito queste conoscenze, modificare opportunamente le proprie produzioni se si vuole avere il giusto successo nella commercializzazione". Le fasi successive della giornata hanno visto la presentazione delle fiere più importanti in Italia. Donato Martelli ha presentato il "Sana" di Bologna, la fiera dedicata al biologico, Nicola De Pizzo ha parlato della "Rhex" di Rimini dedicata all'agroalimentare e alla ristorazione professionale, Alessandra Primo ha presentato il "Macef" di Milano dedicata al mondo dell'artigianato, del regalo e della casa. I vari enti fieristici si pongono come assoluti partner di primo piano anche rispetto alle esigenze delle imprese favorendo gli incontri con i buyers e amplificando la promozione. In tale ottica Andrea Rivoltella, referente della manifestazione "L'Artigiano in fiera" di Milano, ha presentato la piattaforma e-commerce "Make hand buy" dedicata proprio alle piccole e medie imprese che avranno la possibilità di vendere i propri prodotti anche dopo la partecipazione in fiera. Molte manifestazioni permettono, già prima dell'evento stesso, di mettersi in contatto con i buyers creando un fitto calendario di incontri nel proprio stand o in spazi appositamente riservati. Infine le opportunità di business nei Paesi obiettivo, ma anche le tipologie contrattuali e gli adempimenti doganali connessi, sono stati illustrati, anche in riscontro alle esigenze prospettate dagli operatori presenti, da Cristina Dragoi e Michele Sabatino esperti internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Si sono soffermati sui mercati inglesi, tedeschi, giapponesi e americani che stanno mostrando un interesse sempre crescente verso il made in Italy.

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Dare vita ad un evento piacevole e di sostanza, proprio nelle ore in cui tutta Ragusa dibatte animatamente sul proprio futuro tra alleanze, apparentamenti e relative discussioni da tastiera, non era certo facile, ma la logica era proprio questa: fermarsi un attimo, staccando ogni cosa e guardando ancora una volta ai ragazzi, quelli che hanno l’arte dentro, quelli che vogliono dare tutto alla propria città. E’ il senso di ciò che Youpolis ha voluto fare con l’evento “Lo stato dell’Arte: questioni e sfide dell’essere creativi oggi” che si è tenuto giovedì 13 giugno, al City di Ragusa. Un momento nel quale diversi giovani artisti si sono interrogati sulle virtù ma anche sulle problematicità della loro espressione, forte e profonda ma che spesso incontra difficoltà per esprimersi. Non si è trattato di un convegno tradizionale, ma di un evento interattivo, durante il quale le testimonianze e le proposte si sono unite a proiezioni video di vario tipo, viaggiando tra le innumerevoli sfaccettature dell’arte giovanile. L’evento, giunge al termine di un anno nel corso del quale Youpolis, tra le varie battaglie, si è occupata specificatamente del problema. Nel suo intervento di saluto, Simone Digrandi, presidente dell’associazione, ha spiegato proprio questo: “Abbiamo voluto far capire, tra battaglie sulla carta stampata ed eventi veri e propri, che il problema non sta solo nella mancanza di strutture ed occasioni per fare arte, ma proprio nella mentalità: oggi, si pensa che il giovane non debba avere tra le sue priorità l’esaltazione di ciò che sa essere e sa fare, appiattendosi tutto nella quotidianità e nel rituale dell’essere tutti uguali e vivere le stesse cose. Si organizza più facilmente un festino ma non ci si cura dell’amico, del compagno, del fratello che può fare qualcosa di importante e non lo si incoraggia”. E per dimostrare che è tutto il contrario, ecco gli interventi dei giovani artisti per far capire come stanno realmente le cose. Giuseppe “Peo” Criscione, ha introdotto gli interventi spiegando come stanno le cose: presentando alcuni dati tratti da uno studio condotto nel 2012 da Adobe, è emerso che spesso la società non valorizza l'arte come dovrebbe e come è anche l'educazione a reprimere la creatività. Successivamente è stato spiegato che nella creazione artistica, è importante il panispirazionismo, ovvero il trarre ispirazione ovunque e da ogni cosa. Gianni Alescio, fotografo, ha esposto, mentre scorrevano le sue splendide realizzazioni, un particolare aspetto negativo: se in molti casi i giovani non si rendono conto delle proprie potenzialità, in altri, seguendo la ‘moda del momento’, tutti si sentono fotografi: la verità è che l’avvicinarsi a quest’arte, dovrebbe essere fatto curandosi sempre meno del definirsi “Artista” o “Fotografo” e sempre più leggendo, parlando, studiando Fotografia, imparando veramente. “Tutto viene scambiato per arte” spiega Gianni, “e nell'enorme pentolone degli artisti ci finiscono tutti. A questo punto io, preferisco essere un "artigiano" della Fotografia”. E’ poi la volta di Giosè & Nando, cabarettisti. Con il loro intervento “Siamo solo buffoni?” e con due video che hanno messo a comparazione diverse distinte realtà della comicità italiana, hanno spiegato quanto sia duro il compito del comico, perchè deve costruire una cosa non banale e tanto meno volgare, ma deve essere pronto a lavorare con tanta intelligenza, creatività, rispetto per il pubblico, passione, rimanendo sempre fedele ai modelli che si seguono. Il comico ha come caratteristica che lo contraddistingue dagli altri artisti quella di nascondere i sentimenti tristi, emozioni dolorose che potrebbero far calare un sipario tra lui e il suo pubblico. Aldo Lanzoni e Michele Cannella, speakers del progetto web “il radio”, hanno evidenziato un altro problema: una larga parte dei giovani ha scarsa cultura musicale, appiattendosi sul commerciale e sul banale. Per cercare di risolvere questo aspetto, la radio rappresenta un ottimo canale di diffusione della vera musica, quella che è maestra di vera cultura. E’ necessario infatti diffondere contenuti musicali di spessore, educando i giovani e non, alla vera cultura. Virtù ma anche la denuncia di numerose difficoltà nell’intervento di Gianni Dall’ò, responsabile e fondatore della Shine Records, che ha parlato del progetto Meeting Dehesmael, il primo concerto orchestrale multimediale che coinvolge una orchestra di 24 elementi: in seguito al successo del debutto la scelta di farne un tour ma anche le difficoltà legate ad uno scontro continuo con un sistema clientelare: in casi come il suo, un sistema di ‘segnalazioni’ tutt’altro che meritocratico elimina il fattore competitivo ed impedisce al ‘non raccomandato’ essere scelto per eventi e progetti, portando alla morte della cultura e del mercato. Ci sono due soluzioni: la prima è denunciare i comportamenti clientelari, l'altra è sviluppare la capacità di fare rete tra gli artisti che vogliono premere per il cambiamento. Dalle produzioni sonore al cinema tutto ibleo con Angelo Giglio, direttore della fotografia di Movietivigroup per il film “Revòlver”, spettacolare thriller psicologico di cui è stato proiettato il trailer. E’ stata spiegata la scelta tecnica del bianco e nero, puramente stilistica e collegata al soggetto, nonchè della scommessa: quella di girare un lungometraggio a zero budget in una città dove manca una cultura cinematografica di base, una chiave di lettura che riesca a far apprezzare anche progetti abbastanza complessi di cui i giovani ragusani sono capaci (ricordiamo che Revòlver sarà nuovamente in proiezione il 25 giugno al Cineplex).
L’evento si è concluso con le spettacolari proiezioni di Gianni Passalacqua, fotografo astronomico, che ha stupito i presenti con paesaggi e filmati realizzati tramite la tecnica del time-lapse. Una nuova frontiera, un valore aggiunto della splendida meraviglia che è l’arte.

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Si è svolta lo scorso giovedì mattina la visita guidata al laboratorio di trasformazione dell’ATS l’Ottagono, curata dalla ditta “Rizza Maria Pina”, capofila del progetto. L'iniziativa rientra nella fase di divulgazione dei prodotti ottenuti grazie al progetto “L’Ottagono” nato in provincia di Ragusa e sviluppato all’interno delle azioni previste dal Psr Sicilia 2007-2013 mis.124 - 1° sottofase. Le imprese che hanno aderito sono partite dallo sfruttamento di protocolli innovativi nel campo dell’agricoltura ma anche conoscenze e ricerche scientifiche applicate al settore, realizzate da enti universitari, con l'obiettivo di migliorare notevolmente la bontà delle produzioni coltivate sottoserra. La visita al laboratorio ha permesso di conoscere meglio il percorso logistico attraverso il quale il prodotto viene trasformato e confezionato. Una prima fase è quella di lavaggio, mondatura e cernita dei prodotti appena arrivati, ma anche eventuale taglio in pezzi o cubi. Quindi segue la cottura, o sbollentatura o frittura, a seconda del tipo di ortaggio, per arrivare poi alla fase dell'assemblaggio. Qui in funzione del tipo di ricetta da realizzare si aggiungono aromi e condimenti, che servono anche a raggiungere alcuni parametri importanti per garantire la qualità del prodotto. Infatti è in questa fase che si regola il ph, il cui valore è fondamentale per la genuinità della conserva. Infine, si passa al confezionamento, in vasetti o vaschette. «A questo punto entra in gioco un processo assolutamente indispensabile per eliminare la carica batterica del prodotto - spiega Luigi Gurrieri, tecnologo alimentare - ovvero la pastorizzazione. I vasetti vengono prima immersi a bagnomaria in acqua bollente o comunque a una temperatura tale che garantisca la mortalità microbica anche nel cuore del prodotto, quindi passano in una vasca di acqua fredda. Così si ottiene il prodotto finito. Il percorso che porta a questa trasformazione deve essere assolutamente "a marcia in avanti", cioè le varie fasi non si devono mai incrociare, per evitare possibili contaminazioni». Maria Rizza Pina, capofila del progetto, ha dichiarato: «E' importante far conoscere i risultati del progetto “L’Ottagono”, i cui punti chiave sono il collaudo, il trasferimento e la diffusione di ricerche sui prodotti orticoli con riguardo massimo alla sicurezza alimentare. Metodi che, come nel caso della pastorizzazione, permettono di risparmiare energia, tempo e risorse». Franco Celestre, tecnico agronomo e coordinatore del progetto spiega che: «I proficui risultati ottenuti nella coltivazione di pomodori, pomodorini, zucchine, e a breve anche di melanzane e peperoni, ancora in fase di raccolta, sono stati resi possibili grazie alla partecipazione al bando Misura 124, sulla "Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale». Il progetto terminerà a ottobre, e fino ad allora sono previsti altri incontri promozionali, come quello del 18 giugno presso l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Ragusa. I risultati saranno inoltre divulgati in un sito internet e tramite altre attività. Alla visita guidata è seguito un buffet di degustazione di alcuni dei prodotti coltivati, raccolti e appunto trasformati nell’ambito del progetto “L’Ottagono”.

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