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Giovedì, 02 Maggio 2024

La prima a cercare di mediare tra Ucraina e Russia era stata la Turchia: il presidente Recep Tayyip Erdogan è stato infatti il primo a cercare di conciliare le parti, ospitando le due delegazioni su suolo turco già nel marzo 2022

Né Putin, né Zelensky possono "volere tutto". Questa pare essere la tesi del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha cercato anche lui di mediare tra le parti chiedendo a Mosca di lasciare il territorio ucraino a Kiev di rinunciare a rivendicare la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Due tesi seccamente rifiutate dalle parti: anche per questo l’incontro tra Lula e Zelensky al G7 di Hiroshima è saltato

A febbraio 2023 è stata la volta di Pechino, che ha presentato la sua “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”, un documento in 12 punti con in testa il rispetto della sovranità e dell'indipendenza. Tra i punti principali c’erano dialogo e cessate il fuoco, no all'uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche a uso civile

Dopo aver presentato il documento, Xi Jinping ha inviato in Europa un rappresentante speciale che trattasse con entrambe le parti in conflitto, Li Hui, ma purtroppo non è stato raggiunto alcun risultato

Anche Papa Francesco ha cercato di mediare tra le parti. Prima un fermo "no grazie" da parte di Zelensky, che ha ricordato come il piano di pace può essere solo ucraino, poi una risposta simile è arrivata dal Cremlino, che ha preso atto del "sincero desiderio" della Santa Sede di facilitare una fine del conflitto ma ha ribadito le ferme posizioni sui territori occupati

Ad interessarsi ad una possibile pace sono stati anche gli svizzeri: a febbraio si sono tenuti alcuni colloqui a Ginevra per cercare una soluzione pacifica della guerra in Ucraina. Incontri tenuti nella massima discrezione, senza interessare i vertici della diplomazia dei rispettivi Paesi. Alla fine, si è giunti ancora una volta a un nulla di fatto

Dopo aver incontrato a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i rappresentanti di sette Paesi africani hanno parlato a San Pietroburgo anche con il presidente russo Vladimir Putin. I leader, guidati dal sudafricano Cyril Ramaphosa, hanno messo sul tavolo la loro proposta di pace, cercando di strappare un placet sul prolungamento dell'accordo sul grano, in scadenza il 18 luglio. La loro però non è stata finora l’unica proposta di pace

L’idea dei Paesi africani poggiava su quattro semplici punti: ritiro di truppe russe e di atomiche dalla Bielorussia, alleggerimento delle sanzioni e nulla osta penale per Putin. Una proposta rifiutata da Zelensky. Il nullaosta penale per Putin, che all'arrivo della delegazione africana ha sottolineato come "la Russia sia aperta al dialogo con chiunque", avrebbe salvato lo stesso Ramaphosa che a luglio dovrebbe ospitare una riunione dei Paesi Brics con lo stesso Putin, che però rischia l’arresto dalla Corte penale internazionale

siamo aperti a un dialogo costruttivo con tutti coloro che vogliono attuare la pace sulla base dei principi di giustizia e di rispetto degli interessi legittimi delle parti". Così Putin che ha incontrato a San Pietroburgo alcuni capi di Stato africani. "E' arrivato il momento di avviare negoziati e mettere fine alla guerra", ha detto il leader sudafricano, Ramaphosa. Zelensky: "Ogni posizione conquistata agli occupanti dalle nostre forze sono nuovi argomenti per il mondo che l'Ucraina può vincere"

Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che la minaccia del presidente russo Vladimir Putin di utilizzare armi nucleari tattiche è "reale", pochi giorni dopo dal dispiegamento di queste armi da parte della Russia in Bielorussia.

Lo riporta Reuters sul suo sito riferendo le affermazioni di Biden ad un gruppo di donatori in California.

«Kiev aveva già siglato, alla fine di marzo 2022 a Istanbul, un accordo per il cessate il fuoco con Mosca, ma dopo il ritiro delle truppe russe dalla regione di Kiev lo ha gettato «nella pattumiera della Storia». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin a una delegazione di leader africani, rispolverando la celebre espressione di Trotsky. Lo riferisce l'agenzia Tass.

Mosca intanto fa sapere di avere informazioni secondo cui gli ucraini vogliono impiegare lanciarazzi Himars americani e missili Storm Shadow britannici "per colpire il territorio russo, compresa la Crimea". Se ciò dovesse avvenire, per Mosca significherà "il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nel conflitto" e la Russia reagirà con "attacchi immediati ai centri decisionali sul territorio ucraino". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, citato dall'agenzia Ria Novosti.

La Russia sfida la Nato. Il conflitto non sembra essere giunto a un punto di svolta. Le parti in causa continuano a lanciarsi il gianto di sfida. Come dimostrano le parole pronunciate dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in risposta alla presa di posizione del segretario della Nato, Jens Stoltenberg. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato la Nato di voler «combattere» in Ucraina in quanto l’Alleanza ha dimostrato di non voler fermare le ostilità. Durante la sua visita ufficiale a Minsk, in Bielorussia, Lavrov ha sottolineato che «per bocca» del segretario generale della Nato, Jens Stolteberg, Mosca sa che gli alleati dell’Ucraina «sono contrari al 'congelamento, come si suol dire, del conflitto in Ucraina». 

«Quindi vogliono combattere. Bene, lasciamoli combattere. Siamo pronti per questo», ha proseguito Lavrov, che ha incontrato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e gli omologhi dei Paesi che compongono l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Lavrov, citato dall’agenzia Interfax, ha assicurato che la Russia conosce gli obiettivi della Nato in Ucraina da «molto tempo» e che ora cerca di metterli in pratica. «Allo stesso tempo dichiarano che non stanno conducendo una guerra contro la Russia», ma «riconoscono che se non avessero fornito armi al regime di Kiev, tutto sarebbe finito - ha detto - Questo è un riconoscimento de facto che sono un partecipante diretto alla dichiarata guerra ibrida contro la Russia».

Intanto la decisione da parte dei partner occidentali di fornire all’Ucraina gli aerei da combattimento F-16 Fighting Falcon ha rappresentato un passo significativo verso la transizione dell’esercito ucraino verso l’impiego di un inventario occidentale compatibile con gli standard Nato. Tuttavia tale processo si rivelerà lento e tortuoso e determinerà l’arrivo di aeromobili di seconda mano.

Al fine di preparare l’esercito ucraino all’impiego degli F-16, gli Stati Uniti, dopo aver dato luce verde alla fornitura di tali velivoli da parte dei partner europei, hanno dichiarato la loro disponibilità a fornire addestramento ai piloti ucraini. Diverse nazioni europee si sono allineate agli Stati Uniti, dicendosi pronte ad addestrare i piloti di Kiev all’impiego dei nuovi velivoli, tuttavia ancora non è chiaro quali saranno le nazioni che forniranno materialmente gli aeromobili. Gli Stati Uniti dispongono di centinaia di questi velivoli stipati in Arizona, tuttavia l’affidabilità di questi ultimi risulta quantomeno discutibile e per rimetterli in funzione servirebbe un lungo processo di manutenzione. Il Regno Unito, la Polonia e il Belgio pur risultando in prima linea nella fornitura di addestramento non sono attualmente in condizione di inviare tali velivoli in Ucraina.

Allo stato attuale la possibilità di donare aeromobili F-16 dal proprio inventario è stata espressa da Paesi Bassi e Danimarca. Nel caso di Amsterdam, il Premier Mark Rutte ha detto che sta prendendo in seria considerazione l’idea, mentre Copenaghen prenderà una decisione definitiva su tale dossier solo questa estate. Tali nazioni dispongono di diverse decine di F-16 Am/Bm, tale categoria rappresenta probabilmente la miglior soluzione per l’Ucraina nel breve periodo, in quanto essi possono essere forniti senza dover affrontare lunghi processi per essere rimessi funzione e le nazioni fornitrici sono in grado di far fronte al trasferimento.

 

Fonti varie agenzie e giornali ( tg24 ansa il giornale e altri )

 

 

 

"Alla Magistratura è affidata dalla Costituzione la tutela dei diritti, attraverso l'applicazione della legge. Sono compiti volti a garantire l'uguaglianza e la pari dignità delle persone, valori fondamentali in uno Stato democratico. Desidero ricordare che la consapevolezza di così alta funzione fa parte del patrimonio etico della Magistratura, la cui traditio è affidata all'Ordine giudiziario nel suo complesso, che è quindi tenuto anche a mantenere costante e rigorosa attenzione ai comportamenti dei suoi singoli componenti". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando al Quirinale con i magistrati ordinari in tirocinio.

Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze". Così il ministro Nordio su Sky Tg24..

E' patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile

Nordio ha espresso il "rammarico" che Silvio Berlusconi non possa "assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista ". "Il reato di abuso d'ufficio è stato modificato varie volte per circoscrivere i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini".

L' Anm ribadisce le sue critiche all'eliminazione dell'abuso ufficio. Ed è il presidente Giuseppe Santalucia a insistere sulle ragioni di fondo. "Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale 'deve fare questo o devi omettere di fare quest'altro'. Come si può pensare -dice intervistato da Radio anch'io- che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco". Secondo Santalucia l'abrogazione del reato non potrà avere l'effetto di fermare le indagini su questo tipo di condotte.

"Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l'ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte". Anzi "l'abrogazione del reato , di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto". "Credo si vada incontro a una nuova pronuncia di incostituzionalità", dice poi Santalucia sull'eliminazione del potere di appello del pm contro le sentenze di assoluzione per i reati non particolarmente gravi, contenuta nel ddl Nordio. "Questa norma era stata introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella già nel 2006 e appena un anno dopo bocciata dalla Corte Costituzionale, che disse non si può alterare la parità delle condizioni tra pm e imputato". E ora "si comprime il potere del pm e non si interviene sull'altro versante.E' uno sbilanciamento a danno dell'accusa pubblica".

La bozza del ddl relativo al primo pacchetto di riforma della giustizia arriva oggi all'esame del preconsiglio dei ministri. Queste le principali novità introdotte.

Le intercettazioni

Stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni.Potranno finire su giornali e siti solo quelle il cui contenuto sia "riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". Si esige anche più rigore dai pm e i giudici: dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini. Anche nella richiesta del pm e nell'ordinanza del giudice di misura cautelare non dovranno essere essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti.

Le influenze illecite

"Riduzione dell'ambito applicativo" del reato di traffico di influenze illecite, che viene "limitato a condotte particolarmente gravi". Aumenta, però, anche la pena minima per questo reato. Scatterà la "non punibilità" se chi ha commesso il reato collabora con la giustizia.

I limiti all'appello dei pm

Il pm non potrà più presentare appello contro le sentenze di assoluzione "relative a reati di contenuta gravità". Viene spiegato che l'intervento tiene conto dei limiti del potere di appello dell'imputato introdotti dalla riforma Cartabia. Restano appellabili da parte del pubblico ministero le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale, tra i quali sono ricompresi i reati cosiddetti da codice rosso, come spiega la relazione allegata al ddl.

Via l'abuso d'ufficio

Il reato di abuso d'ufficio viene abrogato a causa di un'anomalia che persiste anche dopo le tante modifiche intervenute: lo "squilibrio" tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le effettive condanne. Lo si legge nella relazione che accompagna la bozza del ddl sulla giustizia. Il numero delle iscrizioni nel registro degli indagati resta "ancora alto: 4.745 nel 2021 e 3.938 nel 2022; di questi procedimenti, 4.121 sono stati archiviati nel 2021 e 3.536 nel 2022". Solo 18 invece le condanne in primo grado nel 2021. Il governo non esclude in futuro di sanzionare condotte "in forza di eventuali indicazioni di matrice euro-unitaria".

Descrizione del fatto nell'avviso di garanzia

Cambia l'avviso di garanzia: dovrà obbligatoriamente contenere una "descrizione sommaria del fatto", oggi non prevista. E la notificazione - si legge ancora nella relazione - dovrà avvenire "con modalità che tutelino l'indagato da ogni conseguenza impropria". Pur essendo posta a tutela della persona sottoposta alle indagini, l'informazione di garanzia" si è spesso trasformata nell'esposizione dell'indagato alla notorietà mediatica, con effetti stigmatizzanti". Di qui l'intervento esteso anche alle modalità di consegna: nel ribadire la regola generale secondo cui la consegna dell'atto anche quando effettuata a persona diversa del destinatario dev'essere effettuata con modalità tali da garantire la riservatezza di quest'ultimo, si è limitata la possibilità di impiego della polizia giudiziaria alle sole situazioni di urgenza che non consentano il ricorso alle modalità ordinarie.

La custodia cautelare

Sarà un giudice collegiale, non più un solo magistrato, a decidere , durante le indagini, l'applicazione della custodia cautelare in carcere. Una novità che non varrà se la misura è adottata nell'ambito delle procedure di convalida di arresto o di fermo. Nella competenza del giudice collegiale rientrano anche "le pronunce di aggravamento che comportino l'applicazione della misura la cui adozione è ordinariamente collegiale", e "l'applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive". La novità, che riprende una soluzione sperimentata nella legislazione per l'emergenza rifiuti in Campania, non entrerà in vigore subito per le carenze di organico della magistratura, ma tra 2 anni. Intanto si procederà a un incremento dell' organico della magistratura con 250 nuove "toghe" da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado.

Il giudice dovrà sentire l'indagato prima di decidere se sottoporlo a una misura cautelare: viene introdotto il principio del "contraddittorio preventivo" in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato "a sorpresa". Lo scopo della norma è "evitare l'effetto dirompente sulla vita delle persone di un intervento cautelare adottato senza possibilità di difesa preventiva" e mettere il giudice nelle condizioni di poter avere un'interlocuzione (e anche un contatto diretto) con l'indagato prima dell'adozione della misura. Il contraddittorio preventivo sarà escluso però quando sussista un pericolo di inquinamento delle prove o di fuga dell'indagato, nei casi di urgenza o nell'ipotesi di "gravi delitti commessi con uso di armi o con altri mezzi di violenza personale". Quando procede all'interrogatorio preventivo, il giudice dovrà depositare tutti gli atti trasmessi dal pubblico ministero con la richiesta di applicazione della misura e l'indagato potrà prenderne visione ed estrarne copia. La misura adottata sarà nulla se l'interrogatorio preventivo non viene fatto o in mancanza di una valutazione specifica degli elementi esposti dall'indagato.

Velocizzati i concorsi per nuovi giudici

Tempi più stretti per l'espletamento del concorso di accesso alla magistratura. Entro 8 mesi dall'ultima prova scritta dovrà essere definita la graduatoria (oggi se ne chiedono 9) e entro 10 (attualmente sono 12) i vincitori di concorso dovranno iniziare il tirocinio negli uffici giudiziari. Perché la nuova tempistica sia rispettata sono stati previsti dei rimedi organizzativi. In particolare, si prevede che, nel caso in cui i candidati che hanno consegnato gli scritti siano 2.000 (come nei concorsi degli ultimi anni), la commissione esaminatrice venga integrata passando da 29 a 33 componenti oltre il presidente e si organizzi in 9 collegi . L'obiettivo è che mensilmente vengano esaminati gli scritti di almeno 600 candidati e, in seguito, con la stessa cadenza vengano interrogati 100 candidati nelle prove orali. In caso di difficoltà la Commissione potrà essere integrata dai membri supplenti.

Il chiarimento sui giudici popolari

Con una norma di interpretazione autentica la bozza del ddl sulla giustizia evita il rischio che siano dichiarate nulle sentenze pronunciate in procedimenti per gravissimi reati di criminalità organizzata e terrorismo alle quali hanno concorso giudici popolari con più di 65 anni. La legge fissa 65 anni come età massima per i giudici popolari ma tale requisito, chiarisce la bozza, "è da intendersi rilevante solo con riferimento al momento nel quale il giudice popolare viene chiamato a prestare servizio".

Le preoccupazioni dell'Anm

"Non ha ambizioni importanti, sistematiche, ma contiene modifiche che, a mio giudizio, non vanno nella direzione giusta". Così risponde all'ANSA il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, che vede tra le "criticità più importanti" "l'eliminazione dell'abuso d'ufficio, il giudice collegiale per la custodia cautelare in carcere e la limitazione dei poteri di appello del pm contro le sentenza di proscioglimento". Mentre la "limitazione alla pubblicazione di alcune conversazioni crea un'ulteriore tensione tra diritto dell' informazione e diritto dell'imputato".
"L'eliminazione dell'abuso d'ufficio crea un vuoto di tutela che non riesco a spiegarmi. Che poi i processi siano pochi non vuol dire che i reati non ci siano - osserva Santalucia -. Sul Giudice collegiale vedo un insostenibilità organizzativa soprattutto negli uffici di piccole dimensioni, nonostante l'aumento dell'organico, se e quando ci sarà in termini di forze reali in campo . Vedo poi una limitazione unilaterale del potere della parte pubblica non bilanciata, come la Corte costituzionale ha detto sia necessario, da una concorrente limitazione del potere di impugnazione delle parte private. L'alterazione dell'equilibrio è significativa per tutte le sentenze di proscioglimento di alcuni reati". Santalucia ricorda che l'assemblea degli iscritti all'Anm ha impegnato la giunta a chiedere un incontro urgente al ministro Nordio sulla riforma: "Lo faremo", assicura il leader dei magistrati.

La posizione dell'Ordine dei giornalisti

Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti esprime "preoccupazione di fronte alla bozza del Ddl giustizia portato all'esame del pre Consiglio dei ministri". I limiti che si vogliono introdurre alla conoscibilità delle intercettazioni effettuate durante le indagini preliminari rischiano di costituire un ostacolo al diritto dei cittadini di essere informati su eventi di rilevante interesse pubblico". "Attualmente gli atti a conoscenza degli indagati (quindi dopo l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare o dopo la chiusura delle indagini) non sono più segreti - sottolineano -: il rischio è di far calare il silenzio su quasi tutto, con l'eccezione delle intercettazioni "riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". "Il Cnog, pur condividendo la legittima esigenza di tutelare i soggetti estranei alle indagini i cui nomi figurano nelle intercettazioni e di trovare il giusto equilibrio tra libertà di stampa e rispetto della dignità della persona - prosegue la nota -, ritiene che debba essere comunque garantito il diritto all'informazione, con particolare riferimento a fatti di interesse pubblico quali sono tutte le indagini penali che si avvalgono di intercettazioni, concesse soltanto nei casi dei reati più gravi. Diritto all'informazione sancito da numerose sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo che considera lecita anche la pubblicazione di atti coperti da segreto su inchieste di rilievo che riguardano personaggi pubblici".


Fonte ansa e sky tg24 e varie agenzie 

Il leader di Forza Italia e fondatore prima di Fininvest e poi di Mediaset Silvio Berlusconi è morto questa mattina intorno alle 9:30 all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni a causa dell’aggravarsi di una polmonite e di una forma di leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. Aveva 86 anni. Ad accorrere in seguito all’aggravarsi della situazione, dopo una nottata tranquilla, il fratello Paolo e i figli Marina, Pier Silvio, Eleonora e Barbara.

Dall'emittente inglese Bbc al cinese Global Times, la notizia della morte di Silvio Berlusconi apre i siti d'informazione di tutto il mondo. Sono in pochi a mancare all'appello e, probabilmente, solo per una questione di fuso orario. L'addio in decine lingue del mondo ripercorre la vita, la carriera politica e gli scandali di uno dei politici italiani più conosciuti al mondo.

I funerali di Silvio Berlusconi si svolgeranno mercoledì nel Duomo di Milano. Lo conferma la Diocesi meneghina, che non ha dato ancora indicazioni sull'orario delle esequie. Intanto nelle prossime ore la salma potrebbe essere trasferita ad Arcore.

Nato a Milano il 29 settembre del 1936 era figlio di Luigi Berlusconi, impiegato e successivamente dirigente della Banca Rasini, un piccolo istituto di credito del capoluogo lombardo, e di Rosa Bossi. Dopo il diploma e la laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano si dedica a vari lavori, dal cantante di piano bar, ad animatore sulle navi da crociera fino all’attività di venditore porta a porta. Nei primi anni Sessanta Berlusconi diventa imprenditore nel settore edilizio grazie a un finanziamento ottenuto presso l’istituto bancario del padre.

Cordoglio dalle massime cariche dello Stato: "Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane. Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi". E' un passaggio della dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il premier Giorgia Meloni ha annullato gli impegni in agenda. Con Silvio Berlusconi, "l'Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti, ha imparato che non doveva mai darsi per vinta", ha dichiarato ricordando l'alleato in un video registrato nel suo studio a Palazzo Chigi.

Silvio Berlusconi è stato "l'iniziatore dello sviluppo delle relazioni tra la Russia e la Nato" e sulla scena internazionale non ci sono politici del suo livello. Lo ha dichiarato alla tv russa il leader del Cremlino, Vladimir Putin, dopo aver già inviato un telegramma di condoglianze al presidente della Repubblica Mattarella, in cui elogiava il "caro amico" morto oggi all'età di 86 anni.

Berlusconi era un grande amico del popolo russo e come politico era insolito, perché era molto sincero e aperto. Diceva sempre quello che pensava", ha detto Putin. "Era un politico di livello globale e ora ci sono poche persone del genere nell'arena internazionale", ha osservato il presidente russo. "Si tratta di una grande perdita non solo per l'Italia, ma anche per la politica mondiale".

Nel messaggio inviato al presidente Sergio Mattarella, Putin ricorda che al nome di Berlusconi "sono legati gli avvenimenti più importanti della storia recente d'Italia". Da vero patriota ha sempre messo al primo posto gli interessi della patria".

"Era giustamente considerato il patriarca della politica italiana e godeva di grande prestigio internazionale", ci tiene a sottolineare il leader del Cremlino. "Ha dato un contributo inestimabile allo sviluppo del partenariato italo-russo reciprocamente vantaggioso", prosegue il telegramma che passa poi all'aspetto personale.

"Per me, Silvio era una persona cara, un vero amico", racconta Putin, "ho sempre ammirato sinceramente la sua saggezza, la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili".

"Durante ognuno dei nostri incontri, sono stato letteralmente caricato dalla sua incredibile vitalità, ottimismo e senso dell'umorismo", ricorda Putin usando toni molto intimi, che non riserva usualmente a molti. "La sua morte è una perdita irreparabile e un grande dolore".

Silvio Berlusconi, è uno dei pochi italiani che hanno segnato di sé la propria epoca. Ci azzardiamo ad indicarne altri due, perché di più non riusciamo a trovarne negli annali: Alcide De Gasperi e Benito Mussolini. Nel bene o nel male, l’Italia sarebbe stata diversa senza di loro e lo stesso vale per Berlusconi Silvio, nato a Milano, classe 1936 (in quel momento, sia detto per inciso, Mussolini impazzava nelle piazze mentre De Gasperi tagliava il formaggio alla mensa della Biblioteca Vaticana).

Silvio Berlusconi è una figura di spicco nella politica italiana, noto per la sua carismatica personalità e la sua carriera nell’imprenditoria dei media. La sua ascesa al potere e l’inizio della sua carriera politica sono stati un capitolo significativo nella storia politica italiana. Berlusconi ha intrapreso la sua carriera imprenditoriale nel settore dell’edilizia e delle costruzioni. Negli anni ’70, ha fondato la sua azienda, la Edilnord, che successivamente si è espansa e ha raggiunto successi nel campo dell’edilizia e dello sviluppo..Silvio Berlusconi è un politico e imprenditore italiano, è stato quattro volte Presidente del Consiglio. 

Nel 1975, ha fondato la società finanziaria Fininvest, dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell’edilizia. Nel 1993 ha fondato la società di produzione multimediale Mediaset, dove vi convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo sempre figura simbolo della famiglia. Nel 1993, è entrato in politica e ha fondato Forza Italia, partito politico di centro – destra, nel 2008 confluito poi, nel il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013. Dalla metà degli anni novanta, le sue politiche gli hanno fatto assumere un atteggiamento tipico definito Berlusconismo, sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando anche nella cultura di massa e nell’ immaginario collettivo italiano ed estero. È il sesto uomo più ricco dell’Italia, secondo la rivista americana Forbes, ed è stato classificato 12° nella lista tra le persone più potenti del mondo. La sua vita non è stata sempre facile, infatti ha dovuto affrontare ben oltre venti procedimenti giudiziari. 

Nel 2013 è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per due anni, per frode fiscale, decadendo dalla carica di senatore e cessando di essere un parlamentare, dopo quasi vent’anni di presenza ininterrotta nelle due camere. Nel 2018 si è ricandidato ed è stato eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019. Nel 1986 è diventato anche presidente del Milan, la più forte squadra italiana degli anni novanta. Abbiamo attraversato in breve, il suo percorso di vita e aggiungiamo, affermando che è un uomo brillante, grintoso e sempre pieno di forza, che nonostante sia stato più volte aggredito dai media e dalla gente raccontando, storie sul suo conto che non corrispondano al vero, ha sempre camminato a testa alta, dimostrando di essere forte e sicuro di sé.

Fonti vari giornali e varie agenzie

Ad Arcore familiari e amici martedì hanno dato l'ultimo saluto a Silvio Berlusconi, il quattro volte premier, fondatore di Fininvest e Mediaset, ex presidente del Milan e ideatore di Forza Italia morto ieri a 86 anni dopo l'improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute. Anche il premier Giorgia Meloni, il vicepremier Matteo Salvini e il presidente del Senato Ignazio La Russa si sono recati ad Arcore. Per Berlusconi funerali di Stato mercoledì nel Duomo della sua Milano. Sarà lutto nazionale. L'omaggio dei leader del mondo e della politica italiana. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola: "Grande combattente e protagonista in Italia e in Europa. La storia discuterà il suo impatto, ma l'uomo ha lasciato il segno". Sergio Mattarella lo saluta così: "Ha segnato la storia della nostra Repubblica".

''Anche noi italiani all’estero ed in particolare noi attivisti di Forza Italia del Nord e Centro America, partecipiamo con cuore pieno di affetto all’ultimo saluto al Presidente Berlusconi. Un protagonista della politica e delle Istituzioni a cavallo tra due secoli che ha contribuito a cambiare l’Italia e l’Europa, uno statista sempre pronto a dare il meglio per il proprio Paese, un patriota in cui ci siamo sempre riconosciuti e che ha incarnato lo spirito italiano che abbiamo portato nel mondo. Nell’esprimere le nostre condoglianze ai familiari del Presidente Berlusconi, come coordinatori di Forza Italia in Nord e Centro America, vogliamo ribadire il nostro orgoglio per il suo operato nella convinzione che continuerà a guidarci attraverso il suo esempio di statista e che sarà per sempre un punto di riferimento nella nostra azione politica.” Così in una nota tutti i coordinatori di Forza Italia del Nord e Centro America.

Sgarbi saluta il presidente Mediaset: "Ho il ricordo di una persona di cui sono stato più vicino al privato che al politico. È stato perseguitato da una magistratura criminale che ha reso politico il privato. Per questo, dico che Silvio Berlusconi è un secondo Enzo Tortora".

"Berlusconi, al netto ovviamente dei contenuti, ha avuto il merito incommensurabile di aver cambiato, e per sempre, il linguaggio della politica. O meglio, di averlo cambiato per una certa parte della politica, visto che alcune vecchie guardie', per così dire, ancora parlano un politichese difficilmente comprensibile". Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica e co-creatore di HCE, Human Connections Engineering, non ha dubbi nel sostenere che il Cavaliere, nel campo della comunicazione, sia stato "il migliore in assoluto"

Il feretro è scortato, davanti all'altare maggiore, da Carabinieri in alta uniforme.
La celebrazione liturgica, aperta dal Requiem, è presieduta dall'Arcivescovo di Milano Mario Delpini.
I cinque figli di Silvio Berlusconi, Marina, PierSilvio, Barbara, Eleonora e Luigi sono commossi, Marina E PierSilvio in lacrime, così come Marta Fascina. Alle spalle della famiglia Gianni Letta, l'uomo più vicino a Berlusconi insieme a Fedele Confalonieri.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni seguono assorti la celebrazione, davanti al feretro una foto di Berlusconi sorridente e a braccia conserte, su sfondo blu. Tricolore la corona di fiori posata sulla bara.

"Silvio Berlusconi è stato un uomo politico, è stato certo un uomo d'affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà, ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.

E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio". Lo ha detto l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini nell'omelia pronunciata in Duomo in occasione dei funerali di Stato.
"Vivere e intendere la vita come un'occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita.
 Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c'è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita", questo "si può dire di un uomo" ha sottolineato monsignor Delpini nell'omelia. "Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d'uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti - ha aggiunto - . Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora".

"Una persona straordinaria che ha sempre unito e ha creato il bipolarismo, cosa fondamentale. Nel centrodestra ora non cambierà nulla perché il partito è una comunità, è maturo, con i valori e gli ideali di Berlusconi si va avanti. Forza Italia è il perno del Ppe e all'interno del governo di centrodestra, è l'attivatore del governo di centrodestra".
Così Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia, arrivando ai funerali di Silvio Berlusconi in Duomo.

Sono centinaia i tifosi del Milan scesi in piazza Duomo per dire "grazie al presidente Silvio Berlusconi che non potremo mai dimenticare". In testa gli ultras della Curva Sud, che anche ieri si sono recati ad Arcore. Dietro di loro il popolo rossonero, che proprio qui si è ritrovato in occasione di tutte le vittorie: 29 i trofei conquistati nell’era Berlusconi, il patron più vincente di sempre. "Da lui abbiamo avuto tante gioie, un presidente così non si potrà mai dimenticare, è stato il numero uno, ci è stato vicino anche nei momenti difficili", dice all’Adnkronos il 'Barone' della Curva Sud. Il luogo, piazza Duomo, è quello dei grandi festeggiamenti, ma l'atmosfera oggi è diversa: le enormi bandiere del Milan portate dai contingenti di tifosi storici non sventolano, sono chiuse, in attesa dell'arrivo del feretro di Silvio Berlusconi.

Silvio Berlusconi è morto, alle 9:30 di oggi all’ospedale San Raffaele di Milano, aveva 86 anni. Il rappresentante di Forza Italia era tornato lo scorso venerdì per dei problemi di salute, dopo il lungo ricovero durato diverse settimane, a causa di una polmonite e di una leucemia mielomonocitica. Le condizioni cliniche non dovevano essere delle migliori, dal momento che i parenti avevano cominciato ad accorrere all’ospedale nella mattinata, lasciando poi il San Raffaele intorno alle 12. Il corpo sarà presto spostato ad Arcore, mentre la camera ardente potrebbe essere nella sede di Mediaset. I funerali invece dovrebbero tenersi nella chiesa di Sant’Ambrogio, o nel Duomo, sempre a Milano, nel caso di funerali di stato. Come sempre accade nel caso della scomparsa di personaggi molto in vista, sono cominciate a fioccare online le reazioni dei personaggi televisivi, soprattutto provenienti dall’universo Mediaset.

La notizia ha fatto velocemente il giro di tutta Italia, venendo diffusa anche in diretta in molte trasmissioni, tra queste troviamo sicuramente Mattino 5, il programma condotto da Francesco Vecchi e Federica Panicucci. Proprio quest’ultima ha avuto la reazione più evidente, ed in lacrime e visibilmente commossa ha commentato: "La cosa peggiore che potessimo fare oggi noi di Mediaset: è morto Silvio Berlusconi. Ti prego Francesco continua tu perché non ce la faccio" Panicucci chiede quindi al collega di continuare per poi aggiungere: "Lo abbiamo scoperto adesso anche noi".

Spazio anche per due altre grandi conduttrici Mediaset, che hanno lasciato fossero i loro social a parlare: "Ciao Silvio" ha twittato subito Barbara d’Urso;

Simona Ventura lo ha ricordato con un ringraziamento: "La fine di un’epoca. Grazie Presidente per le opportunità, la speranza e fiducia che mi hai sempre donato. Un grande abbraccio ai tuoi ragazzi".

Si aggiunge anche il lungo saluto di Alba Parietti: "Con te Silvio se ne va una parte importantissima di storia d’Italia. Tu per tutti rappresentavi qualcosa di significativo e importante nel bene o nel male che fosse. Posso dirti che mi addolora moltissimo l’idea che tu non ci sia più. Mi sembra impossibile. Sei stato per me un uomo buono, generoso gentile e ti sei preoccupato per me senza secondi fini che non fossero affetto, rispetto, stima reciproca di tanti tanti tantissimi anni di lavoro insieme. Mille ricordi, mille aneddoti tanto tantissimo affetto che era costruito sulla conoscenza e sul rispetto spesso delle nostre posizioni diverse. Ho ricordi indelebili delle chiacchierate amichevoli delle risate della tenerezza del tuo animo. Che momento triste. Ti ho voluto bene e ti vorrò bene per sempre. Ciao Silvio fai buon viaggio".

Anche il celebre conduttore Jerry Scotti si unisce ai saluti: "Vorrei ricordare il Presidente Silvio Berlusconi con una semplice parola: grazie. Grazie per ciò che è stato nella mia vita ed in quella di tutti noi. Grazie per aver potuto godere della sua stima e del suo affetto. Ci mancherà. Un abbraccio ai suoi figli ed a tutti coloro che gli hanno voluto bene".

Cecchi Paone, in diretta dal settimo canale spiega di Berlusconi: "Ci lascia un paese […] modernizzato grazie a lui, non solo politicamente. Prima di Berlusconi il sistema televisivo era un sistema molto vicino a quello del socialismo reale […] insomma, a Silvio dobbiamo un’Italia molto più moderna".

Nella folla anche Elisabetta Gregoraci, che lo ricorda con una foto proveniente dal matrimonio tra lei e Briatore, a cui Berlusconi era presente: "Buon viaggio caro Silvio, Presidente di tutti noi. Tu avevi sempre una buona parola per tutti, persona dal cuore grande, amato, criticato ma che ha influenzato permanentemente la nostra politica, televisione, lo sport come nessuno mai prima di te! La tua energia, la tua forza sarà per noi un esempio! Un abbraccio a tutta la tua famiglia in questo doloroso momento. Arrivederci Presidente".

Tra gli altri personaggi televisivi spiccano i saluti di Lorella Cuccarini: A Silvio Berlusconi devo tanto. Ha contribuito a cambiare le sorti della mia vita e della mia carriera. Ricordo, come fosse oggi, la sua telefonata di congratulazioni, dopo la prima diretta di Buona Domenica, nel 1991. Il suo SÌ a Trenta Ore per la Vita ci diede l’opportunità di realizzare progetti importanti a beneficio di tutti. Era un uomo speciale: capace, acuto, rispettoso ed estremamente simpatico. Grazie Presidente. A Dio. Un abbraccio sincero a tutta la sua famiglia".

Così come la Gregoraci, arrivano commiati Instagram anche da Flavio Briatore, che gli dedica il titolo di "Protagonista della Storia d’Italia per oltre 40 anni". Oggi abbiamo perso una vera leggenda, un uomo semplicemente eccezionale, che è stato protagonista della Storia d’Italia per oltre 40 anni. Silvio Berlusconi era un Imprenditore geniale e un grande statista e lascia un vuoto incolmabile. Per me, che ho avuto il privilegio e l’onore di averlo come amico, questo è un giorno tristissimo. I miei pensieri vanno a tutta la sua famiglia in questo doloroso momento".

Anche il giovane Matteo Diamante ha il suo pensiero da esprimere in merito alla scomparsa del proprietario Mediaset: "È morto Silvio Berlusconi. Comunque che piaccia o no, questo nella vita ha veramente fatto tutto! Sbagliate o giuste che siano, suonava sulle navi ed è arrivato a scrivere un pezzo di storia."

Alcune voci importanti del giornalismo si sono unite ai saluti, tra cui Incoronata Boccia, una delle giornaliste Rai più in vista attualmente, che ha usato queste parole: "Hanno tentato in tutti i modi di ammazzarlo, ma la sua eredità di libertà politica, imprenditoriale, culturale, sopravviverà. Grande cordoglio". Presente anche la giornalista Maddalena Loy, che scrive su Twitter: "È morto Silvio Berlusconi, il nostro Paese politicamente gli deve molto. Il suo progetto più importante è stato quello di lavorare per l’ingresso della Russia nella Nato. Purtroppo non è riuscito a portarlo a compimento".

Laura Chiatti si lancia in un semplice messaggio di saluto sui suoi social: "Per molti Silvio Berlusconi … Per me solo Silvio. L’uomo che sei stato non morirà mai. Buon viaggio presidente".

Roby Facchinetti, su Instagram, lo vuole ricordare invece come Presidente del Milan: "È morto pochi minuti fa Silvio Berlusconi. Iniziò la sua grande scalata come impresario edile, creando la Fininvest, cambiando così il mondo della televisione; con la presidenza del Milan scrisse la storia del club e del calcio Italiano e infine ha fondato Forza Italia, che con la sua guida divenne il primo partito d’Italia. Berlusconi, al di là delle personali preferenze politiche, rappresenta sicuramente uno dei più grandi personaggi italiani dell’imprenditoria e della politica. Buon viaggio! Roby".

Fonti Varie testate e agenzie
 

Scambio di accuse fra Kiev e Mosca, distrutta la centrale idroelettrica. Migliaia di persone a rischio ...Zelensky convoca il consiglio di sicurezza nazionale, al via l'evacuazione degli abitanti sulla riva destra del Dnipro. Aumenta 'il rischio di disastro nucleare' a Zaporizhzhia, che ha perso la fonte di raffreddamento. L'Ucraina chiede una riunione urgente del consiglio Onu

“Fin dal 21 ottobre dell’anno scorso la Russia aveva avvertito il segretario generale dell’Onu dei piani del regime di Kiev di distruggere la centrale idroelettrica di Kakhovka. Domanda per il segretario generale: cosa è stato fatto?”. Lo scrive sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, pubblicando la lettera a quel tempo inviata dal rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya. “Le forze ucraine – scriveva Nebenzya – valutano la possibilità di far passare mine d’acqua lungo il corso del Dnepr oppure di compiere un attacco missilistico”. “Un tale attacco da parte dell’Ucraina - affermava ancora il diplomatico russo - porterà ad un’inondazione catastrofica dei territori limitrofi e a danni irreparabili per la città di Kherson. Il prezzo possono essere le vite di migliaia di incolpevoli cittadini”. “Esorto con forza a fare tutto il possibile per evitare questo tremendo crimine”, concludeva la lettera di Nebenzya.

Un attacco dell’Ucraina per privare di acqua la Crimea. Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha descritto il crollo della diga di Novaya Kakhova.

Intanto le forze russe secondo le agenzie di stampa hanno fatto saltare in aria la diga di Nova Kakhovka, nella parte controllata da Mosca della regione di Kherson: lo ha reso noto l'esercito di Kiev, come riportano il Guardian e Ukrinform.

"La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dalle forze di occupazione russe. La portata della distruzione, la velocità e il volume dell'acqua, le probabili aree di allagamento sono attualmente in corso di verifica. Tutti i servizi funzionano. La situazione viene monitorata", ha affermato il Comando operativo sud.

La notizia è stata confermata anche dal ministero delle emergenze russo che però ha accusato Kiev affermando che la diga di Nova Kakhovka è stata "parzialmente distrutta" a causa di bombardamenti ucraini, e sottolineando che non c'è pericolo per la popolazione delle regione. Le accuse all'Ucraina sono state ribadite anche dal Cremlino: il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di "sabotaggio" che "potrebbe avere conseguenze molto negative per decine di migliaia di residenti della regione, conseguenze ambientali e di altra natura che devono ancora essere accertate". Peskov ha evidenziato che l'azione a parte di Kiev sarebbe stata compiuta anche perché è fallita "l'offensiva su larga scala" lanciata due giorni fa dalle sue forze, con le operazioni che hanno raggiunto una situazione di "stallo".

La diga è anche un impianto strategico per il rifornimento di acqua alla Crimea, annessa alla Russia. Il capo della locale amministrazione filorussa, Vladimir Leontiev, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha tuttavia detto che le forniture idriche alla penisola non dovrebbero essere interrotte.

Alcuni meccanismi della diga sono stati danneggiati "per un bombardamento ucraino" e c'è stato un innalzamento di 2,5 metri del livello dell'acqua nel bacino, ma la diga stessa "non è stata distrutta" e "non ci sarà una catastrofe", ha aggiunto Leontyev che ha tuttavia aggiunto che potrebbe rendersi necessaria l'evacuazione di circa 300 case a valle, nelle località di Korsunki e Dnepryan. Secondo un corrispondente dell'agenzia russa Ria Novosti sul posto, le forze ucraine continuano a bombardare con l'artiglieria l'area della diga.

La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata completamente distrutta "a seguito dell'esplosione della sala macchine dall'interno" e non è riparabile, riferisce l'emittente statale ucraina Suspilne, che cita la società statale Ukrhydroenergo. L'operatore gestisce numerose centrali idroelettriche lungo i fiumi Dnipro e Dniester.

I danni provocati alla diga di Kakhovka "potrebbero avere conseguenze negative per la (centrale nucleare di Zaporizhzhia), ma la situazione è sotto controllo", afferma l'operatore nucleare ucraino Energoatom. Lo riporta il Guardian

Prime condanne arrivano dai governi occidentali per l'attacco alla diga ed alla centrale idroelettrica di Kakhovka.Per il cancelliere tedesco Scholz l'attacco "dà una "nuova dimensione" alla guerra della Russia.

"Questo è qualcosa che si inserisce in molti dei crimini che abbiamo visto commessi dai soldati russi in Ucraina e fa parte di una guerra che ha attaccato obiettivi civili: città, villaggi, ospedali, scuole", ha detto Scholz. Pertanto, "ha una nuova dimensione, ma si inserisce anche nel modo in cui il presidente russo Vladimir Putin sta conducendo questa guerra", ha aggiunto.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, nel suo discorso alla sessione di apertura del vertice Bucharest 9, che riunisce Romania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Paesi baltici, Slovacchia e Ungheria. ha detto che "la distruzione della diga di Kakhovka oggi mette a rischio migliaia di civili e provoca gravi danni ambientali. È un atto oltraggioso che dimostra ancora una volta la brutalità della guerra della Russia in Ucraina", ha chiaritoStoltenberg

Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly, che si trova da ieri in visita in Ucraina, ha sottolineato che la distruzione dell'impianto è il risultato "dell'invasione su vasta scala, non provocata, attuata dalla Russia". Per il responsabile del Foreign Office si tratta di "un atto odioso e un crimine di guerra" e "il Regno Unito è pronto a sostenere l'Ucraina e le persone colpite da questa catastrofe".

Fonte Ansa

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