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Sparatoria sul tram a Utrecht in Olanda: "Morti e diversi feriti"

Sparatoria stamattina a Utrecht in Olanda. Un uomo ha aperto il fuoco dentro un tram per poi fuggire, altri testimoni parlano di più aggressori. Il sindaco della città riferisce di 3 persone rimaste uccise, molti i feriti. 

Sono almeno tre i morti della sparatoria di Utrecht e 9 i feriti. Ad affermarlo il sindaco della cittadina olandese, Jan von Zanen. Molti i feriti. La polizia di Utrecht ha pubblicato su twitter la foto dell'uomo sospettato di aver sparato sul tram e chiede informazioni a chi lo abbia visto. Si tratta di Gokman Tanis, un uomo di 37 anni di origine turche 

il governo olandese ha innalzato il livello d'allerta anti terrorismo. In tutto il Paese è stata rafforzata la sicurezza negli aeroporti e negli edifici più importanti, considerati gli obiettivi sensibili. Il comune di Utrecht ha fermato tutti i veicoli su rotaia, mentre sono state chiuse scuole, università e moschee. Il comando della polizia della città, attraverso il profilo Twitter, ha esortato la popolazione a rimanere a casa poiché sarebbero possibili "nuovi attacchi" dopo quello in piazza 24 Ottobre.  

Un'unità del antiterrorismo olandese ha circondato l'edificio dove potrebbe trovarsi l'uomo che oggi ha sparato contro un tram, almeno secondo quanto riporta il canale olandese Nos News. Si tratta di una casa nella via Trumanlaan, a 700 metri di distanza dal luogo dell'attacco.

Un testimone della sparatoria , citato dai media locali, ha detto di aver sentito diversi colpi di arma da fuoco e di aver visto una donna a terra. Quando alcune persone si sono avvicinate per soccorrerla, secondo il racconto del testimone, si sono uditi altri colpi e i presunti soccorritori si sono subito allontanati dalla donna.

Sempre secondo quanto riferiscono media locali, l'autore della sparatoria è ancora in fuga. La polizia sta cercando una Renault Clio rossa. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni al quotidiano olandese Algemeen Dagblad, ad aprire il fuoco potrebbero invece essere state diverse persone che si sarebbero poi date alla fuga.  

La polizia anti-terrorismo olandese ha alzato al massimo il livello d'allerta. La polizia ha anche chiesto a tutte le scuole della città di tenere le porte chiuse. Diramato l'allerta anche negli aeroporti e in altri edifici sensibili nei Paesi Bassi". Uomini della polizia pesantemente armati hanno circondato un edificio vicino al luogo della sparatoria.

L'allerta è stato diramato anche ad Amsterdam e Rotterdam. In quest'ultima città, scrive il sito Nos, è stata rafforzata la vigilanza nelle stazioni e nelle moschee.

I numeri della prima strage in diretta social della storia del terrorismo fanno paura. Non solo quelli delle vittime, 50 morti e più di trenta feriti, anche quelli dei fan della morte in streaming, mentre dall'Isis e dall'intera galassia jihadista arriva la promessa della vendetta contro i «crociati». Dopo il massacro 2.0, anche il fuoco incrociato - per ora solo di post - del terrorismo islamico arriva via internet.

In un messaggio del 15 marzo condiviso su Telegram gruppi affiliati ad Al Qaida parlano del massacro in Nuova Zelanda come di «guerra dei crociati» contro i musulmani e promettono di rispondere con il «linguaggio del sangue». Sul canale Telegram filo Isis Al-Asyaf Al Baghdadi, l'appello è «a versare il sangue dei crociati», mentre altri siti citati dal Site incitano ad attaccare «le chiese» in segno di reciprocità.  

Rahel, altro canale Telegram vicino al Califfato, posta una foto che mostra un fucile, una bandiera nera dell'Isis e una cintura suicida con vari messaggi scritti sopra secondo lo stesso schema usato dal killer Brenton Tarrant che aveva inciso sulle proprie armi i nomi degli 'eroì simbolo delle guerre contro i musulmani, da Poitiers a Lepanto: il re franco Carlo Martello, il doge Sebastiano Venier, l'ammiraglio veneziano Marco Antonio Bragadin scuoiato vivo dai musulmani. Tutti nomi scritti con il pennarello bianco sui due mitra imbracciati dall'uomo per la sua carneficina. «La vendetta arriverà presto», promettono ora i jihadisti, «avete aperto i cancelli dell'inferno sulla vostra isola». 

A due giorni dall'attacco alle moschee di Christchurch che il suprematista Brenton Tarrant ha trasmesso grazie alla video camera 'go prò montata sul casco, Facebook ha annunciato, attraverso la sua responsabile per la Nuova Zelanda Mia Garlick, che «nelle prime 24 ore, abbiamo rimosso 1,5 milioni di video dell'attacco in tutto il mondo, di cui oltre 1,2 milioni sono stati bloccati mentre venivano caricati».

Brenton Tarrant ha licenziato il suo avvocato e intende difendersi da solo davanti ai giudici. Lo riferisce il New Zealand Herald, sottolineando che ciò suscita il timore che Tarrant possa cercare di trasformare il processo in uno strumento per la propaganda suprematista. Richard Peters, l'avvocato d'ufficio che ha difeso Tarrant nella sua prima apparizione davanti ai giudici sabato, ha detto di aver saputo dal suo assistito gli ha detto di volere difendersi da solo d'ora in poi. Peters ha aggiunto che Tarrant gli è parso lucido e non mentalmente instabile, sebbene abbia convinzioni estremiste.

Intanto l'Isis ha pubblicato la fotografia dei documenti di un italiano, Lorenzo Orsetti, fiorentino, nato nel 1986, dichiarando di averlo ucciso durante una battaglia a Baghuz, in Siria. Orsetti sarebbe stato ucciso in un'imboscata. La notizia della morte è stata confermata da fonti di sicurezza italiane.

Orsetti combatteva nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, contro i jihadisti dello 'Stato islamico'. Era stato di recente intervistato da media italiani come un combattente volontario italiano a fianco dei curdi contro l'Isis. 

"Mi dica cosa è successo... stavo sonnecchiando quando ho sentito il nome di Lorenzo e ho intravisto la sua fotografia al Tg3 della Toscana... Cos'è successo? E' da ieri che Lorenzo non risponde al telefono". Al telefono piange la signora Annalisa, mamma di Orsetti. Ancora non ha avuto notizie ufficiali e le chiede al primo giornalista che la chiama. "E' un anno e mezzo che è partito, voleva aiutare un popolo oppresso - aggiunge - ma io non dormo più". 

"Siamo orgogliosi di lui, della scelta che ha fatto - ha commentato il padre Alessandro - ma ora siamo distrutti dal dolore. Da un anno e mezzo, cioè da quando è partito, stavamo in angoscia, più contenti quando lo sentivamo al telefono, in ansia quando stavamo un periodo senza sentirlo".   

L'Isis ha diffuso la foto del cadavere di quello che viene descritto come "il crociato italiano Lorenzo Orsetti". L'immagine, pubblicata sui social network da Aamaq, piattaforma di notizie legata all'Isis, mostra il viso e parte del busto della vittima, a terra. Accanto al volto appaiono le punte di due scarponi militari, probabilmente indossati dai miliziani dell'Isis autori dell'immagine.

Orsetti si trovava a Baghuz, dove è in corso la battaglia contro le ultime sacche di resistenza dell'Isis: assieme al suo battaglione sarebbe caduto in un'imboscata e sarebbe rimasto ucciso nello scontro a fuoco. 

 

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